Poi ha un corpo eterico o vitale, ossia il principio che chiama alla vita tutte le sostanza inorganiche ed è in comune con il mondo vegetale.
Leggo in Wikipedia che l’attuale scienza ha scoperto questa interazione ma non la “colora” in nessun modo in maniera spirituale ( ancora non riconosciuta ), infatti:
“L'autotrofia è la condizione nutrizionale di un organismo in grado di sintetizzare le proprie molecole organiche a partire da sostanze inorganiche e utilizzando energia non derivante da sostanze organiche.
La parola, di origine greca, è formata dai termini αὐτός (stesso) e τροφή (nutrimento). La condizione opposta è quella di eterotrofia.
Sono autotrofe, ad esempio, tutte le piante ( anche alghe e molti batteri ) che, attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana, riescono a sintetizzare composti organici a partire da sostanze inorganiche: anidride carbonica e acqua grazie all'energia elettromagnetica della radiazione solare. La stragrande maggioranza degli organismi autotrofi sono fotoautotrofi in quanto sfruttano reazioni di fotosintesi, ossia reazioni che utilizzano la luce del sole e il biossido di carbonio (anidride carbonica) per produrre sostanze organiche.
In sostanza tutta l'energia che alimenta gli esseri viventi non è altro che l'energia proveniente dal Sole che gli organismi autotrofi fissano sotto forma di energia chimica nei glucidi. Gli eterotrofi (Animali, altri Batteri, Protisti diversi dalle alghe, Funghi) sfruttano poi questa energia chimica cibandosi direttamente degli autotrofi o attraverso catene alimentari più complesse.”
La terza parte costitutiva dell’uomo è il corpo astrale, il quale ha la funzione di “chiamare la sostanza vivente ad una sensibilità”; ciò comporta che nella sfera del vivente non si muovano solo “cose inerti” ma che si manifestino stati di piacere, dispiacere, gioia e dolore ( questa è anche la differenza tra un vegetale ed un animale, compreso ovviamente l’uomo ). Tutto ciò che percepiamo dentro di noi è codificato nel corpo astrale. Ma quale è la differenza tra uomo e animale? Tale differenza risiede nella quarta parte costituiva dell’uomo, che si manifesta nella capacità umana di esprimere, con senso interiore di verità, la parola “Io”; quella parola che nell’ambito della propria esistenza terrena l’uomo ha solo per sé e che esprime la “vera e propria vita interiore”. Questo termine è una “porta” di comunicazione quantica che l’anima utilizza per far parlare la sua vera entità divina. Questo processo permette, nell’unica maniera possibile, la risonanza dell’anima direttamente dalle nostre profondità ( come è in alto così è in basso ). Nell’antichità e per gli ebrei antichi questa particella era indicata come “il nome impronunciabile di Dio”. Ogni moderna traduzione filologica non può cancellare che il vero ed unico significato dell’antico nome del Dio ebraico è contenuto in ciò che viene espresso con la parola “Io”; “Io sono l’Io sono”.
Il termine “Io” custodisce i tre passi successivi dell’evoluzione dell’uomo:
- sé spirituale
- spirito vitale
- uomo spirituale
Queste riflessioni tratte dal pensiero illuminato di Rudolf Steiner e Carlo Splendore, devono far riflettere sull’attuale status sociale di separazione nel quale l’uomo si è collocato in libera autonomia; quasi che solo ulteriormente frammentandosi possa meglio comprendere tutta la magnifica magia che racchiude dentro di se… sigh/wow!