martedì 27 ottobre 2009

Io sono l'Io sono.



L’uomo ha in comune il corpo fisico con tutte le cose minerali che lo circondano, ossia con tutte quelle “cose” ritenute “prive di vita”.
Poi ha un corpo eterico o vitale, ossia il principio che chiama alla vita tutte le sostanza inorganiche ed  è in comune con il mondo vegetale.
Leggo in Wikipedia che l’attuale scienza ha scoperto questa interazione ma non la “colora” in nessun modo in maniera spirituale ( ancora non riconosciuta ), infatti:
“L'autotrofia è la condizione nutrizionale di un organismo in grado di sintetizzare le proprie molecole organiche a partire da sostanze inorganiche e utilizzando energia non derivante da sostanze organiche.
La parola, di origine greca, è formata dai termini αὐτός (stesso) e τροφή (nutrimento). La condizione opposta è quella di eterotrofia.
Sono autotrofe, ad esempio, tutte le piante ( anche alghe e molti batteri ) che, attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana, riescono a sintetizzare composti organici a partire da sostanze inorganiche: anidride carbonica e acqua grazie all'energia elettromagnetica della radiazione solare. La stragrande maggioranza degli organismi autotrofi sono fotoautotrofi in quanto sfruttano reazioni di fotosintesi, ossia reazioni che utilizzano la luce del sole e il biossido di carbonio (anidride carbonica) per produrre sostanze organiche.
In sostanza tutta l'energia che alimenta gli esseri viventi non è altro che l'energia proveniente dal Sole che gli organismi autotrofi fissano sotto forma di energia chimica nei glucidi. Gli eterotrofi (Animali, altri Batteri, Protisti diversi dalle alghe, Funghi) sfruttano poi questa energia chimica cibandosi direttamente degli autotrofi o attraverso catene alimentari più complesse.”
La terza parte costitutiva dell’uomo è il corpo astrale, il quale ha la funzione di “chiamare la sostanza vivente ad una sensibilità”; ciò comporta che nella sfera del vivente non si muovano solo “cose inerti” ma che si manifestino stati di piacere, dispiacere, gioia e dolore ( questa è anche la differenza tra un vegetale ed un animale, compreso ovviamente l’uomo ). Tutto ciò che percepiamo dentro di noi è codificato nel corpo astrale. Ma quale è la differenza tra uomo e animale? Tale differenza risiede nella quarta parte costituiva dell’uomo, che si manifesta nella capacità umana di esprimere, con senso interiore di verità, la parola “Io”; quella parola che nell’ambito della propria esistenza terrena l’uomo ha solo per sé e che esprime la “vera e propria vita interiore”. Questo termine è una “porta” di comunicazione quantica che l’anima utilizza per far parlare la sua vera entità divina. Questo processo permette, nell’unica maniera possibile, la risonanza dell’anima direttamente dalle nostre profondità ( come è in alto così è in basso ). Nell’antichità e per gli ebrei antichi questa particella era indicata come “il nome impronunciabile di  Dio”. Ogni moderna traduzione filologica  non può cancellare che il vero ed unico significato dell’antico nome del Dio ebraico è contenuto in ciò che viene espresso con la parola “Io”; “Io sono l’Io sono”.
Il termine “Io” custodisce i tre passi successivi dell’evoluzione dell’uomo:
  • sé spirituale
  • spirito vitale
  • uomo spirituale
In pratica ciò che oggi è solo in termini di ideale umano o solo abbozzato. 
Questo processo si cristallizza in quello che la legge dell’ottava manifesta in tutto il creato; sette livelli evolutivi ( tre di grado superiore e quattro di grado inferiore ) come i colori dell’arcobaleno, le note musicali, i Chakra principali, i giorni della settimana, i giorni della creazione - "e il settimo giorno si riposò" e molto altro.
Queste riflessioni tratte dal pensiero illuminato di Rudolf Steiner e Carlo Splendore, devono far riflettere sull’attuale status sociale di separazione nel quale l’uomo si è collocato in libera autonomia; quasi che solo ulteriormente frammentandosi possa meglio comprendere tutta la magnifica magia che racchiude dentro di se… sigh/wow!   

lunedì 26 ottobre 2009

Tutto il peso di Up che conduce via.






Sul percorso del cammino spirituale i nostri sogni levigano il mondo come sapone necessario o semi d’altre forme; quello che supponiamo di avere compreso dalla lettura dell’energia trascorsa, ci intaglia e ci forma le estremità affini al giusto terreno nel quale propaghiamo. Le altezze dell’anima, dell’osservatore che osserva una parte di se stesso, conducono l’energia come linfa attivante. I blocchi, i nodi, le asperità che chiudono il passaggio di detto carburante sono anch’essi necessari e quasi previsti. Cosa succederebbe se non ci fossero? Che la nave scuola Terra non sarebbe necessaria. Che ogni cosa sarebbe perfetta ed in equilibrio, ma in un equilibrio “primitivo”. Perché il Creatore ha scelto di dividersi? Per avere il senso della propria “forma”, del proprio concetto stesso di “esistenza”, per affermare a se stesso “ Io esisto”, per darsi un pizzico e destarsi da quella unione perfetta con se stesso ed il nulla. Io sono Dio. Lo conosco bene… i miei difetti e le mie virtù nascono da lui, sono lui. La necessità di esperenziare è talmente bruciante da condurre persino al pericolo, mellifluo ed illusorio, di annullarsi nel negativo che è parte di noi; che esiste come componente dell’amore e della luce più pura. Vorrei piangere per quello che scrivo perché deriva dalla connessione con Dio e quindi tramite il contatto con la nostra parte più vera e amorevole, eterna, omnicomprensiva… Il cuore assume i contorni di una centrale quantica assoluta, per quanto le parole tolgano senso e nobiltà a quello che intendono significare. È la creazione continua e la creazione continua seguendo la via scolpita dalle nostre cadute. Se l’Inferno non esistesse il Paradiso non potrebbe essere nemmeno concepito e, il senso educativo del “tutto” trasmuterebbe annullandosi nel vuoto da dove è giunto. La visuale dalle altezze della consapevolezza conduce alla comprensione. E quello che conta diventa anche lo smarrirsi, il perdersi, il rischiare seguendo del “magnetismo”, la prospettiva anche di fallire, il lasciarsi andare sulle onde dei sogni a qualsiasi costo. Quanto abbiamo smarrito di noi nel corso del tempo? E quanto abbiamo scoperto? Una sottile linea conduttrice morfologica è sempre tracciata davanti a noi; quando decidiamo di non seguirla, essa muta direzione ricablandosi al fine di non lasciarci mai soli, desiderosa che noi accettassimo di fidarci di lei, della nostra energia animica. In “UP” il vecchio Carl si accorge che l’album delle “avventure” della moglie è, in realtà pieno, solo quando ha “occhi per vedere” e, al fine di tornare a volare, accetta di lasciare andare tutto il peso dei ricordi che lo hanno reso cieco per tutta la vita. Il Karma rilasciato permette di volare verso nuove avventure con spirito rinnovato, senza debiti, con ali concepite in infiniti modi ma capaci della loro vera natura: permettere l’ascensione.
Poniamoci nei panni dell’anima, che tutto sa. Questa energia perché è qua? Perché se è essa stessa perfetta? È ovvio comprendere che è manchevole della realizzazione in terra, nel regno delle dimensioni più dense. La realizzazione della propria divinità effettuata in un teatro fisico e duale come è quello rappresentato da una incarnazione sul globo terracqueo. In un “luogo” energetico governato da leggi assolute ed invalicabili come quella del libero arbitrio, nel  quale tutto è possibile; anche lo smarrirsi. L’anima desiderosa di completare questa fase della propria evoluzione, accetta di correre il rischio di schiantarsi a terra immemore e ripartire da zero, annullandosi nello spazio tempo. In maniera tale da ritrovarsi rispecchiata sull’altra “riva” del fiume vitale. L’osservatore che osserva se stesso. La parte eterna “spera” che una incarnazione sia sufficiente, pianificando un “percorso” solo “suggerito” alla propria parte incarnata ( con la quale non è più possibile comunicare in maniera diretta ). Poi si “accorge” che la situazione necessita di molto più “tempo” perché le asperità sono notevoli ed il grado di smarrimento grande. Inoltre le energie più oscure, negative, ignoranti della luce, sanno sedurre l’uomo, serpeggiando accanto a lui e conducendolo verso la propria “tana” con il permesso dell’uomo stesso. Si instaura la legge del Karma e le incarnazioni diventano via via più “pesanti”. L’anima ciclicamente prevede di “far passare” le proprie incarnazioni per alcuni punti o snodi focali, ma lo può solo suggerire. Dunque ella osserva e spera che l’ultima incarnazione sia veramente quella decisiva… perché oltre a suggerire e sperare, in questo campo di gioco, non può andare… Attende come un gatto acquattato al nostro cospetto di riabbracciarci e poter finalmente volare oltre, verso nuove avventure ed esperienze…

domenica 25 ottobre 2009

Ciclicità del moto umano.



Il grande mago con il quale facciamo i conti tutti i giorni è l’inconscio; il nostro inconscio. Questa parte molto rilevante di noi si è formata in questa vita già nel periodo prenatale; addirittura al tempo in cui, i nostri genitori, iniziarono a pensare di avere un figlio ( esagerato? Per l’attuale concezione di percepire le “cose”, probabilmente ). Il sistema nel quale ci siamo incarnati vede, sente, parla e ci investe di una particolare importanza, quella di essere i diretti co creatori della nostra realtà. Pertanto tutto quello che pensiamo va a formare “pezzi” di realtà. Il pensiero crea dei potenziali che, in determinate circostanze, vanno a manifestarsi dando luogo alla fisicità che noi tutti conosciamo. Magia? Superstizione? Destino? Caso? Ognuno si crea il proprio scafandro esistenziale e ci si colloca dentro, proprio come l’anima si “condensa” in un corpo fisico al fine di fare esperienza ed evolvere. Lo scopo del “gioco” della vita è certamente di “andare avanti” e non di “tirare avanti”. Come sostiene Zamperini, la crescita evolutiva dell’essere non può retrocedere bensì al limite c’è stata solo una parvenza di crescita, una illusione ( ossia abbiamo avuto la sola sensazione di essere cresciuti ), ed una crisi anche profonda non può fare tornare indietro. Scegliendo di osservare la Storia mi sembra di poter dire che la condizione umana è solo migliorata, anche dopo guerre e pestilenze o tragedie immani. Per condizione umana intendo parlare di “media” globale. Quindi secondo me la regola del “ si progredisce e basta “ è vera e data per assodata, ricordando che siamo sempre nel reame del tempo e che, questa vera e propria “entità”, può nascondere, illudere, evocare, evidenziare, spegnere, accendere, etc. Delle varie fasi dell’evoluzione umana, l’attuale Antisistema, ha contribuito a cancellare tutto quello che faceva comodo per i propri interessi legati alla propria sopravvivenza ( ricordo che l’Antisistema lo abbiamo creato noi e che ora è “vivo” e come ogni entità dotata di energia tende a tutti i costi a sopravvivere e, sulla base esistenziale attuale, dei creatori ( noi ), egli conosce solo un modo per farlo: schiacciarci! Ma egli dipende dal nostro volere… come il Golem od un moderno robot. Se decideremo di togliere l’alimentazione si spegnerà inesorabilmente ). Nelle “Cronache dell’Akasha” di Rudolf Steiner si narra di tutte le epoche della società umana, Lemuria, Atlantide, le fasi di coscienza oltre il sonno, le fasi legate ai pianeti, al grande “respiro” ciclico di tutte le “cose”. La conoscenza cancellata nell’attuale fase vitale della società dell’uomo, non ha tolto dalla nostra memoria ancestrale ( l’Akasha ) o memoria centrale tutto ciò che già abbiamo contribuito a raggiungere e creare, ha solamente tolto da questo ciclo quel ricordo. Detto questo le fasi evolutive precedenti sono servite per portarci a “questo punto”. Non c’è stata dunque involuzione ma solo illusione di essere tornati indietro ed il fatto di non ricordare sembra proprio, in questo caso, più una difesa che un castigo. Di ciclo in ciclo si va solo avanti. Ci sono cicli superiori e cicli inferiori. Il nostro compito è anche quello di comprendere che i cicli più veloci, come ad esempio quelli legati ad una singola incarnazione, possono anche dare l’illusione di “tornare indietro”. Ma teniamo sempre presente che l’Universo è saggio e nella propria “economia” nulla è per caso…