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mercoledì 13 luglio 2011

Drogati per Legge.



Negli ultimi due articoli ‘pillola’ mi sono intrattenuto sul concetto di alimentazione moderna ‘raffinata’ e completa non conoscenza del proprio sistema di corpi sottili costituenti una grande identità capace di trascendere le 3d. 

L’inconsapevole condotta di Vita del genere umano lo ha progressivamente condotto a ritenersi solo ed esclusivamente il corpo fisico, per cui, oggi, è davvero difficile riportare il focus su tutto quello che ci caratterizza nei piani non manifesti dell’energia. Tutto ciò corrisponde ad un piano lungamente perseguito da energie di controllo di Natura parassitaria; Natura che può estendersi tranquillamente a ricomprendere sia concetti legati ad Alieni che a Demoni che a Caste di uomini che si sono tramandati il ‘sapere’ parallelamente allo scorrere del tempo e della storia deviati. 

In realtà, secondo me, sulla Terra si è da sempre combattuta una guerra per il controllo della capacità umana di generare energia vitale e, dunque, per il controllo planetario. Pianeta che ha ricevuto le ‘grazie’ di molte razze e specie, le cui tracce esulano da ciò che possiamo trovare scritto nei libri.

Piuttosto troviamo qualche accenno di loro nel tramandarsi delle antiche tradizioni e riti inerenti a minoranze etniche sparse sul Pianeta ed in qualche ‘sacra scrittura’ più o meno conosciuta e più o meno ‘insabbiata’. Perché tutto questo mistero? 

Perché la ‘mano’ che ci ha guidati si è ritratta dallo scenario che ci ospita, come in una sorta di Grande Fratello planetario tridimensionale. Quale soluzione migliore al fine di controllare ed approfittare della grande creazione energetica che siamo capaci di ‘auto produrre’?

Lasciandoci ‘soli’ sul Pianeta, almeno nella parte densa dell’energia, siamo stati capaci di smemorizzare ogni nostro centro superiore di contatto con il Mondo scomparso del sottile

In questa pratica, l’alimentazione ha avuto davvero una grande importanza. È infatti attraverso la capacità di introdurre sostanze nel corpo fisico, come se fosse una 'caldaia' di un motore, che trasformiamo l’energia conservata nelle sostanze di cui ci nutriamo in energia di ‘movimento’. C’è qualche altro modo che conosciamo per alimentarci? Rimanendo nelle 3d, mi sembra proprio che non ne esista un altro. Per cui tutto ciò che ingurgitiamo, trasformandolo, ha importanza massima

Gli 'Dei' hanno lasciato le 3d per questo motivo. 

Dopo grandi guerre e devastazione planetaria, nelle ere dimenticate, i vincitori o i sopravvissuti, hanno deciso di lasciarci virtualmente soli sulla Terra. Ovviamente l’ispirazione ‘divina’ non sarebbe mai mancata nel veicolare ed indirizzare gli umani ‘preposti’ al ruolo di amministrazione, verso una ben precisa direzione evolutiva: quella più accomodante queste entità parassite…

Ho molta fantasia, vero?

Lo zucchero è una delle metodologie chimiche adattate per un simile scopo: è buono, perchè dovremmo rifiutarlo? Altro che problemi di linea e di grasso in eccesso; queste evidenze corrispondono solo ai danni collaterali del vero scopo dell’introduzione massiva di questa droga artificiale: mantenerci staccati dalla più grande rimanenza di noi stessi, ossia la struttura dei corpi sottili, Chakra, etc.

Tutto quello che possiamo leggere nelle 3d è relativo alle 3d e, in quanto tale, è sempre manchevole di almeno un ‘pezzo basilare’ del come sono andate le ‘cose’. È per forza così, in quanto gli umani sono ‘soli’ da troppo tempo per avere ancora la capacità di ‘ricordare’ chi essi fossero stati un tempo. Sotto incantesimo e di fatto sempre in uno stato di perenne drogaggio.

Rinunciare allo zucchero equivale staccarsi dalla droga.

Lo zucchero come dolcificante naturale è già contenuto negli alimenti, per cui non serve che se ne aggiunga ulteriormente. È un conservante? Per questo lo si mette, ad esempio, nei piselli, che sono già dolci di loro? No comment. Ogni ambito è buono per mantenerci in questo stato di catalessi continua

C’è sempre un valido motivo che emerge quando si decide di fare un po’ di luce, in questo caso l’Antisistema cavalca l’onda della produzione in massa di 'scatolame' per la grande distribuzione, per cui il problema della conservazione va affrontato; da ciò deriva l’uso dello zucchero come conservante
  
Ricordiamolo sempre: c’è sempre una valida ragione 3d per spiegare un certo impiego di un prodotto o di una tecnica, ma quello che non si sa è che la Natura compie lo stesso compito tramite ben altre modalità molto più ‘sostenibili’ e non invasive.

Chi ha la forza per sottrarsi al reame dello zucchero in un Mondo che è basato sull’utilizzo massivo di questo ‘pastrocchio’? 

Mc Donald’s ci ha costruito sopra una fortuna zuccherando a volontà tutti i propri prodotti. E Coca Cola? La lista è infinita

Leggiamo brevemente cosa significhi ‘ignorare’ il regime alimentare moderno:

I buruscio o bruscio o hunza  sono una popolazione che vive nelle valli pakistane settentrionali di Hunza, Nagar e Yasin. Ci sono anche oltre 300 buruscio a Srinagar, India…
 
I buruscio-hunza, secondo quanto viene riportato da Ralph Bircher, contavano circa 10.000 abitanti (almeno fino a qualche decennio fa), sparsi in circa 150 villaggi situati a un'altitudine che oscilla tra i 1660 e i 2450 m. sul livello del mare. La conformazione del territorio rendeva questo popolo abbastanza isolato dai popoli circostanti, a causa delle vie di comunicazione impraticabili e pericolose se non addirittura assenti

Gli hunza abitano molto al di sopra della valle omonima, sui loro terrazzi (mesas) spesso fortemente soscesi e impervi, non esenti dal rischio di frane, con strapiombi di 600-900 metri. Dal territorio degli hunza è possibile osservare i vicini nagir separati da un profondo grande canyon che rende ancor più difficile le vie di comunicazione. 
 
Fino a pochi decenni or sono gli hunza erano governati da un mir (corrispondente al nostro re); il loro capoluogo era Balbit conosciuta anche come Karimabad. Lo stato principesco di Hunza venne abolito il 25 settembre del 1974.
 
Gli hunzakut e la regione di Hunza ha uno dei più alti tassi di alfabetizzazione in confronto agli altri distretti similari pakistani ed è una delle maggiori attrazioni turistiche del Pakistan; molti pakistani e turisti stranieri viaggiano per la regione per godere dei paesaggi pittoreschi e delle sue sbalorditive montagne. Il distretto possiede molte attrattive moderne ed è abbastanza progredito rispetto allo standard asiatico. La leggenda locale ci racconta che questi hunza potrebbero essere stati associati con il regno scomparso di Shangri-La.
 
La longevità degli hunza.
 
La popolazione degli hunza viene talvolta notamente menzionata per la sua aspettativa di vita eccezionalmente lungaRalph Bircher uno dei maggiori studiosi di questo popolo di circa 10.000 individui, riporta alcune caratteristiche sbalorditive, quasi leggendarie, nel suo libro Gli hunza, un popolo che ignorava la malattia, ovvero:
 
- sono quasi esclusivamente vegani (la carne era consumata poche volte l'anno e i prodotti di origine animale piuttosto raramente);
- la dieta si basava su un apporto calorico inferiore alle 2000 kcal, nonostante i lavori piuttosto pesanti che svolgevano;
- praticavano un duro semi-digiuno stagionale a causa dell'assottigliamento delle scorte dei viveri in attesa del nuovo raccolto;
- gli indumenti che indossavano erano poco adatti, secondo i parametri comuni, a sostenere i rigori invernali;
- l'età media riguardo alle aspettativa di vita era calcolata a circa 120 anni;
- l'efficienza fisica e la smagliante salute permaneva fino a tarda età;
- non si conoscevano malattie (prima dell'arrivo massiccio dei prodotti della civiltà consumistica).
 
La longevità e la salute perfetta degli hunza hanno fatto avanzare diverse ipotesi a questo riguardo. Le più attendibili riguardano...
 
- la dieta naturale e vegetariana e il semi-digiuno obbligato stagionale;
- l'altitudine e l'ambiente incontaminato in cui vivono.
 
Altri ipotizzano addirittura che l'elisir della loro lunga vita fosse il torrente a cui attingevano l'acqua con particolari virtù salutari (virtù dovute, probabilmente alla completa mancanza di fluoro). I vari studiosi di 'questo popolo greco dell'Himalaya' che si sono succeduti hanno riscontrato che la loro longevità e salute si siano andate degradando con il passare del tempo

Già nel 1979 lo stesso Ralph Bircher riporta la notizia a lui pervenuta tramite conoscenze che il paese aveva ormai perduto la sovranità e la sua influenza; al posto del re (mir) c'era adesso la polizia pakistana; inoltre i prodotti, se non altro alimentari, della civiltà consumistica sembra avessero ormai invaso tutti i villaggi hunza.
 
L'indagine di McCarrison.
 
Durante il periodo fra le due guerre mondiali, il medico scozzese McCarrison operante nel circondario di Gilgit, a Nord del Cachemire, rimase colpito dalla conformazione fisica e dalla incredibile capacità lavorativa degli hunza, e per quanto riguarda la sua ricerca sulle malattie trovava questo popolo insignificante dato che non aveva nulla da curare se non qualche trauma o frattura

Infine abbandonò le sue ricerche riguardanti il campo delle malattie per dedicarsi ad esaminare accuratamente questa ottima condizione salutare degli hunza, da lui reputato il popolo più sano della terra. A parte gli accessi di febbre brevi e violenti e qualche infiammazione agli occhi causata dal fumo del riscaldamento nelle chiuse abitazioni durante il periodo invernale, non v'erano malattie particolari né quelle dovute all'invecchiamento (nessuna diminuzione della capacità uditiva e visiva, né indebolimento degli organi; i denti rimanevano perfetti ed efficienti fino a tarda età). 

McCarrison esaminando diversi i fattori essenziali quali le condizioni climatiche, la razza, l'alimentazione, ecc. arrivò alla conclusione che il regime alimentare fosse la chiave per capire l'enigma dell'incredibile salute e longevità degli hunza rispetto anche ai popoli confinanti che vivevano più o meno nelle stesse condizioni ambientali contraendo varie malattie, come tubercolosi, malaria, e tante altre più o meno gravi.

McCarrison in definitiva viene ad elencare queste condizioni alimentari:
 
- autosufficienza alimentare
- assenza di prodotti industriali e commerciali a livello mondiale (zucchero, conserve, cibi raffinati, ecc.)
- cibi prevalentemente crudi. L'alimentazione base degli hunza è costituita dai prodotti freschi coltivati in loco quali: cereali, frutta, e in misura inferiore legumi (fatti germinare, in certi periodi dell'anno, insieme ai cereali e mangiati così crudi) e latte. La carne e il vino venivano raramente consumati...
 
Nonostante la carestia gli hunza rimanevano un popolo legato e solidale, allegro, ospitale e generoso, esente da avarizia ed egoismo, dignitoso, nonostante gli stenti, tanto che Lorimer riporta nel suo diario di bordo casi incredibilmente eclatanti e commoventi di ordinaria abnegazione, aggiungendo inoltre che 'la fame non ha nessuna influenza sull'umore di questa gente, non arriva a piegare il loro temperamento'. 

Questa economia di sussistenza negli ultimi decenni si è aperta al mercato globale con afflusso di prodotti alimentari esterni più sofisticati che di certo hanno mutato in qualche grado la fisionomia, la cultura, gli usi e costumi degli hunza.
 
Dieta hunza.
 
La dieta degli hunza di qualche decennio fa (riportata da diversi studiosi specialmente da McCarrison e Wrench) era costituita in gran parte da alimenti di origine vegetale prodotti in loco: orzo, miglio, grano saraceno, grano (e quindi l'utilizzo della farina integrale e di una specie di pane azzimo), mais (raro), in misura inferiore legumi (fagioli, piselli, lenticchie, fave, ceci), frutta (more, mele, uva, ciliege, prugne, pesche, giuggiole, melagrane, meloni, pere, mandorle, noci) e specialmente albicocche fatte essiccare (delle albicocche si utilizzavano anche i noccioli da cui si ricavava anche un tipo d'olio), patate, verdure varie, carote, zucche, cavoli, cetrioli, melanzane, pomodori, erbe selvatiche ed aromatiche. Il vino veniva consumato in rare occasioni, perlopiù coincidenti con particolari eventi. Per quanto riguarda i prodotti di origine animale abbiamo il latte (specialmente di vacca), formaggio fresco (brus) e da conservare (rahkpin), ricotta (quark), il burro o maltache (alimento preziosissimo); la carne, in genere ricavata dal bestiame minuto (pecora, capra, gallina), era utilizzata raramente. L'unico prodotto importato e usato con parsimonia era il salgemma proveniente dalle zone vallive vicine.
 
Lingua.
 
La lingua hunza attualmente resta ancora senza possibilità di poter essere collegata ad altre lingue limitrofe e non, esistenti o estinte. Secondo Lorimer questa lingua si è evoluta separatamente da almeno 5000 anni a questa parte e comunque lo stesso linguista ammette di non essere riuscito nemmeno a completare un sufficiente vocabolario nei suoi 15 mesi di permanenza, aggiungendo inoltre che avrebbe avuto bisogno di almeno altri dieci anni per poterlo fare.
 
Religione.
 
Appartenenti formalmente alla setta dei mussulmani ismaeliti ovvero aderenti alla dottrina di Ismaele o Maulaï, gli hunza, come osservava Lorimer, sono molto diversi dagli stessi popoli limitrofi, non avendo nessuna pratica che si manifesti esteriormente, né rituali, né preghiere, né templi, oggetti di venerazione o pellegrinaggi, né tantomento si può trovare qualche parvenza di mullah o gerarchia religiosa

La religione e la preghiera vengono vissute intimamente. 

Lo stesso Lorimer racconta che soltanto dopo tre mesi scoprì per puro caso che un certo contadino, per nulla distinguibile dagli altri, era in realtà un khalifa (prete laico). Non vi è, almeno apparentemente, traccia di superstizione, né di credenze riguardanti il malocchio, la magia, come avviene invece per i popoli vicini, dai quali si distinguono ancor più per il fatto che le donne non portano il velo ed hanno parità di diritti.
 
Usi e costumi, arte e letteratura.
 
Gli hunza sono soliti festeggiare i grandi eventi nel giorno del solstizio d'inverno con danze e musica eseguita dai béricho, musicisti di origine indiana. L'arte come la letteratura è pressoché assente. Come ogni civiltà contadina ci sono diverse festività e riti propiziatori legati alla semina e al raccolto come quella che si celebra il 6 febbraio per la semina dell'orzo. Non manca il carnevale che si celebra all'inizio di febbraio. Gli hunza sono inoltre delle appassionati e abili giocatori di polo.
Da Wikipedia 
 
Siamo anche quello che mangiamo

Di loro non conosciamo ‘nulla’, e cerchiamo di interpretare la loro cultura tramite lo specchio della nostra, per cui la spiritualità viene meno e non ne troviamo nemmeno in loro in quanto riflesso della nostra aridità esteriore.

Il fluoro presente nell’acqua di casa non dovrebbe preservarci anche dalla formazione della carie? Non mi sembra proprio osservando lo stato di degrado dentale di questa società dei consumi.

Allora, non è più assimilabile questa invisibile presenza ad un’altra droga autorizzata a raggiungere potenzialmente ognuno di noi?

Aimè, ci siamo dentro con mani e piedi…

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

martedì 12 luglio 2011

Si vive una volta sola? Allora tutto è lecito.



Scrivevo ieri in merito al fatto che non abbiamo consapevolezza del ‘come siamo fatti’, per cui se qualcuno ci ammonisce sull’uso dello zucchero, ad esempio, dentro di noi s’elabora un impulso di giudizio rarefatto, ossia ‘fine a se stesso’. 

Cosa voglio dire… che se ignoriamo la nostra 'costituzione', solo perché non è direttamente palpabile così come lo è il corpo fisico, allora accetteremo solo quei ‘consigli’ che ci mettono in guardia sulle problematiche del corpo fisico, non accettando minimamente che esistano altri tipi di corpi, ‘sottili’, e by passando completamente tutto quello che ne consegue in termini di ‘riflesso’ sul corpo fisico

A quel punto, lo ‘sventurato’ di turno che ammonisca dall’utilizzo dello zucchero lavorato artificialmente, verrà preso sempre ed esclusivamente in maniera superficiale, e per giunta solo quando saremo più ricettivi e cioè in caso di problemi reali fisici.

La modalità di giudizio imperante, persino il buonsenso, afferma che ‘un po’ di zucchero non ha mai ucciso nessuno’ e ‘che è la giusta misura che fa la differenza’. 

Certo, come no!  Questo è il genere di filosofia spicciola che imperversa ai giorni nostri: una banale scusante per continuare a vivere di routine impaludante.

Si mette in relazione l’effetto che lo zucchero introduce nel solo corpo fisico con la relativa dipendenza e azione canonica in termini di calorie, di grasso, etc. Ma quello che succede nei corpi sottili chi lo prende in considerazione?  

Come? I corpi sottili non esistono? Ok, continuate a drogarvi allora.

La malattia deriva a cascata dal sottile al denso. Le sue cause sono 'sottili'. Ma non è nemmeno un problema di cosidetta malattia quello che voglio evidenziare; è molto di più. È come un parlare tra immemori, che vedono se stessi solo attraverso lo schermo dei sensi, come ritenersi solo la parte affiorante dell’iceberg

I corpi sottili stanno nel ‘mezzo’ e senza la loro comprensione risultiamo come ‘staccati’ da noi stessi e dal senso dell’umana avventura. Ecco il perché delle canoniche domande senza risposta: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, etc.

Il vuoto che si è creato in noi è un vuoto di conoscenza e consapevolezza.

Lo zucchero imbratta i nostri centri di comunicazione superiori. Il problema della ‘linea’ fisica è un frattale di quello maggiore relativo alla ‘linea’ sottile, ossia alla trasmissione/comunicazione con le nostre parti più sfuggevoli all’operato sensoriale

Non è, dunque, un problema relativo all’ingrassare, azione che il più delle volte si ‘supera’ affermando che ‘si vive una sola volta’, ma un qualcosa che sfugge perché la pratica Antisistemica ci ha indotti ad identificarci con il fisico

La cosa curiosa è che, pur credendoci il corpo fisico, non riusciamo ugualmente a volerci bene, evitando il più possibile l’utilizzo di diavolerie artificiali depotenziate di apporto di energia vitale. 

Cosa ci manca? Giusto il ‘senso della misura’…

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

lunedì 11 luglio 2011

Senza sbarre...



Ci sono ‘cose’ che sono state talmente nascoste, o talmente messe alla luce del Sole, che non riusciamo nemmeno ad immaginare, proprio come nel discorso del replicante Roy Batty in Blade Runner… 'Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…'.

Se non prendiamo nemmeno in considerazione che siamo molto più ‘complessi’ di come ci descrive la scienza medica allopatica, se non riconosciamo che esiste una serie di ‘altri corpi’ che vivono e manifestano effetti sul corpo fisico, come potremo comprendere ‘ciò che ci fa bene e ciò che ci fa male?’.

Non intendo riferirmi alla componente animica, in questo caso, ma ad una struttura 'sottile' ben definita e descritta in una gran varietà d’opere, che sottintende alla nostra esperienza di Vita nei piani densi dell’energia

Dire che lo zucchero fa male è non denunciare niente se la sua azione la si riferisce alla sola componente fisica in ottica di peso superfluo, grasso, etc. Il vero 'nesso' dello zuchero (sia raffinato bianco che di canna che artificiale) è che contribuisce a chiudere la comunicazione con il nostro sistema endocrino ghiandolare, il quale costituisce uno dei portali di interconnessione con le nostre componenti insabbiate dal ‘vivere nelle 3d senza consapevolezza e senza memoria’. 

Ora, come è possibile affermare una simile verità, dialogando con una maggioranza di persone che ‘non credono’ di essere fatte in un determinato modo? 

La grande strategia parassitaria è stata di depotenziarci con pazienza, in maniera tale da auto limitarci in maniera solo apparentemente personale, ma in realtà ben raggirati attraverso un’opera di invasione e conquista dell’inconscio.

A che serve una cella con le sbarre? A rendere evidente la condizione di schiavitù. Senza sbarre la schiavitù risulta trasparente, pressochè ‘normale’ e confondibile con la libertà, di cui la democrazia è solo una pallida versione palliativa.

Le galere con le sbarre hanno fatto il loro tempo. Oggi, l’opinione pubblica chiede un’altra versione dello stesso leitmotiv. 


* La bella immagine di testa è tratta dall'album di Rino Palma in Flickr, che ringrazio di cuore.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

lunedì 11 aprile 2011

Il nostro 'avversario'.





Quanto siamo consci di quello che ci circonda, di quello che 'accade'? Normalmente come osserviamo gli eventi che fanno da corollario alle nostre giornate? Con quale senso interiore li accogliamo dentro di noi?  In che maniera prendiamo le decisioni? Ci sentiamo delle vittime o dei centri di potere? È importante capirlo

Per iniziare sarebbe già un grande passo capire ‘cosa succede in noi mentre viviamo e respiriamo gli eventi’. 

Il passo successivo verrebbe di conseguenza: cosa spinge gli eventi a ‘caderci sulla fronte’? Per oggi vorrei analizzare la strana miscellanea che si plasma nella terra di mezzo della nostra percezione filtrata dall’Antisistema. Partiamo da un evento globale accaduto settimana scorsa: l’ennesima forte scossa di terremoto accaduta in Giappone

È in Internet la misteriosa luce che, di notte, si è creata in cielo mentre le telecamere riprendevano a getto continuo immagini della skyline della città. Che cos’era quella luce? Un esplosione naturale o artificiale? Una emissione di plasma che risale dal centro della Terra, come suggerisce David Wilcock, riprendendo gli studi di scienziati russi del XX secolo? Fenomeni alieni? Che altro? Diciamo che qualcosa ha causato quella estremamente visibile emissione luminosa. A prescindere dal ‘cosa’ l’abbia originata, che cosa procura dentro di noi quella visione misteriosa? Chiediamocelo osservandoci. Come ci sentiamo mentre vediamo il filmato in Youtube? È importante: dicesi consapevolezza...

In psicologia biologica, con il termine consapevolezza (inglese awareness) si intende la percezione e la reazione cognitiva di un animale al verificarsi di una certa condizione o di un evento. La consapevolezza non implica necessariamente la comprensione.
Il concetto di consapevolezza è relativo. Un animale può essere parzialmente consapevole, oppure può essere consapevole a livello subconscio o anche profondamente consapevole di qualcosa. La consapevolezza può essere individuata in uno stato interno, quale ad esempio una sensazione viscerale o la percezione sensoriale di eventi esterni.
La consapevolezza fornisce il materiale "grezzo" a partire dal quale gli animali possono sviluppare delle idee soggettive circa la loro esperienza, il passo successivo alle idee è arrivare a scoprire la parte inconscia, diventando totalmente conscia, questa è l'illuminazione. L'uomo è l'unico animale che può raggiungere questo stato (il picco più alto di consapevolezza).
Da Wikipedia 

C’è qualcosa in noi e qualcosa fuori di noi. Questo ‘qualcosa’ è energia vivente. Forme di Vita, solo vibrazionalmente ‘lontane’ da noi. 

Rudolf Steiner parlava di 'influssi Luciferici, Arimanici, Asurici'.
Malanga parla di ‘mente condivisa’ con alieni.
Yehuda Berg, nel suo splendido saggio ‘Il potere della Kaballah, una tecnologia per l’anima’, narra: 
 
Secondo la Kabbalah tutti noi nasciamo con una benda sugli occhi. Prima di poter approfondire le regole del gioco della vita e agire davvero in base a esse, dobbiamo toglierci la benda dagli occhi e scoprire una cosa fondamentale. Chi è il nostro avversario?... Una vera trasformazione è così ardua perché, come in ogni altro gioco, nel gioco della vita siamo costretti a confrontarci con un nemico che, incessantemente, fa di tutto per influenzare il nostro comportamento e metterci a soqquadro l'esistenza… 

Duemila anni fa lo Zohar ci ha rivelato chi è l'Avversario. 

Ha addirittura individuato le diverse tecniche, le strategie e le armi di cui egli si serve. L'Avversario è la causa recondita del caos che fagocita il mondo e lo spirito umano. È quella voce che ci sussurra: 'Adesso mangia la torta. La dieta la cominci lunedì!'.  È lui che fa nascere in noi disperazione, pessimismo, paura, ansia, dubbio e incertezza. Così come scatena arroganza, spietatezza, avidità, gelosia, invidia, rabbia e sete di vendetta. 

L'Avversario è la voce che dice: 'Dai, fallo!', anche se sappiamo che non dovremmo. L'Avversario è la voce che dice: 'Fregatene! Non farlo!', anche se sappiamo che dovremmo. E - quel che è ancora peggio - anche quando vorremmo opporre Resistenza e vincere il nostro comportamento reattivo il nostro Avversario ci dissuade!

Nel film ‘Luther’, a chi egli si rivolge con parole forti e frasi altamente emotive? A chi dice ‘vattene’, ‘lasciami stare’, etc.? Le sue ‘crisi’ si ripetono con grande assiduità, come se fosse preda di una qualche entità a lui ‘riservata’, di una forma di oppressione che scaturiva ogniqualvolta egli si prestasse a prendere decisioni diverse dal consueto. Una specie di stop ad un certo tipo di ‘creatività’. Cos'è, similarmente, un esorcismo?

Vengo al dunque. Quando parlo di Antisistema, io non so cosa i Lettori possano pensare, ma so quello che alberga molto chiaramente in me. Che cosa? Una vastissimo movimento di energia che scende a cascata dalle dimensioni più elevate, dal Creatore stesso. In questo viaggio, in questa apparente caduta, l’energia si solidifica sempre di più. Ciò che acquista in termini di fisicità lo perde in termini di consapevolezza, in termini di vibrazione, più precisamente in termini di velocità di vibrazione. Si direbbe che la velocità di caduta aumenti in maniera direttamente proporzionale alla perdita di velocità vibrazionale. 


Questa è fisica multidimensionale o adimensionale: raccoglie gli effetti degli ‘estremi’. 

L’energia Antisistemica è presente ad una certa nota vibrazionale. Quando la raggiungiamo, siamo da lei avvinghiati, proprio come cadendo in una palude. L’Anima che veicola un proprio mezzo nella densità ne perde progressivamente il controllo, come una sonda a cui venga a mancare il collegamento con la base o la nave madre. L’Anima lo sa che succederà questo, ma deve proseguire ugualmente. Lo deve fare perché ha una missione da compiere. Una missione assegnatagli dal Creatore in maniera frattale: conoscere se stessa

Dove andare per meglio osservare i moti che albergano nascosti nella ‘pace’ illusoria della vibrazione accelerata dello Spirito? Nella densità! Nella densità più assoluta, ossia nel regno tridimensionale dell’Antisistema. L’anima si limita a ‘guardare giù’ non avendo più accesso a quella parte di sé che è andata in esplorazione. La parte andata in esplorazione è quella parte che si ammanta di fisicità e che prova l’esperienza di vivere, di gonfiare i polmoni, di mangiare, giocare, provare ogni sorta di sensazione, etc.  

Tutto molto bello ed impagabile, se non che, ad un certo punto, succede qualcosa: il territorio sul quale siamo scesi è vivo. Il Pianeta è vivo ed è ammantato di condizioni particolari, come espresso molto bene in Avatar. Ha una atmosfera ed un campo magnetico caratteristico:

Il campo gravitazionale terrestre è un fenomeno naturale presente sulla Terra, per il quale il pianeta esercita un'attrazione sui corpi che si manifesta attraverso il peso. La forza attrattiva del nostro pianeta, rispetto ad un altro corpo, deriva dalla sua massa e dalla distanza, secondo la legge universale di Newton… Caratteristica unica della forza di Gravità è quella di essere sempre attrattiva e di non conoscere ostacoli, anzi un ostacolo diventa un potenziamento e una sommatoria al vettore iniziale. Inoltre la forza di Gravità come il campo elettromagnetico agisce a distanza infinita per cui si tratta la Gravità come una forza elettromagnetica considerando la quasi totale analogia matematica.
Da Wikipedia 
 
Queste forze agiscono da ‘inibente’ naturale, contribuendo al distacco, sempre più marcato, dalla consapevolezza del ‘chi si è’. È un taglio netto che agisce tra il collegamento animico e quello fisico, come ben espresso, ad esempio, nella ‘Bussola d’Oro’. La ragnatela che accoglie la caduta animica, il suo viaggio esplorativo, è magnetica ed altamente attrattiva. In questo reame ci si accorge ben presto che ci si muove a fatica, tutto è più pesante e difficile. 

In più esiste qualcosa d’altro che contribuisce a schiacciare al suolo: la paura.

Nella famiglia della paura si annidano le entità più diverse e disparate. Entità interne ed esterne a noi. Apparentemente, non tutto nasce da noiEsistono forme di Vita che hanno necessità di noi, quanto noi l’abbiamo del cibo per sopravvivere in questa dimensione. Le forze dell’Antisistema sono state chiamate nei modi più diversi. Esse descrivono una forma globale di schiacciamento al suolo attraverso la fruizione indotta della propria smagnetizzazione originale: l’oblio. Un oblio che è mutato più volte nel corso del tempo, sino a diventare quello odierno, costituito da un harem di emozionalità negative che impregnano il veicolo superiore che è preposto alla fase di Ascensione. Un esempio tangibile? Eccolo:

C’è un veleno nella vostra alimentazione...
Nel 1870 le persone si limitavano ad un consumo di zucchero di 7 Kg. all'anno per persona. Nel 1900 il consumo era già salito a 20 Kg. Prima dell'ultima guerra era di 44 Kg. ed oggi, 1963, siamo arrivati a una media di oltre 50 Kg.! 7 Kg. contro 50, vale a dire 7 volte tanto, ossia il 700%. Anche se gli Svedesi i Danesi e gli Americani ci superano ancora con i loro 80 Kg. È forse un onore marciare alla testa di tutte le 'stupidaggini', come ad esempio per il consumo di alcoolici? Con gli Italiani abbiamo già raggiunto il 2° posto fra i popoli europei. 

So bene che il mangiare e il bere rappresentano per l'uomo la bussola della vita, ma a me interessa soltanto rendere accessibili queste cognizioni a tutti quanti le cercano a beneficio della loro salute, e dire: 'Lo zucchero industriale danneggia molto di più dei soli denti, e divora molto di più del solo calcio'.

Scienziati consapevoli della loro responsabilità hanno da molto tempo espresso il loro punto di vista: 'Il deterioramento precoce dei denti non è un processo isolato, bensì il sintomo di una malattia generale molto più grave, un segnale d'allarme che il ricambio è compromesso e la salute in genere è minacciata'. Perchè il mondo scientifico e medico non danno l'allarme e non organizzano una campagna di divulgazione? Certamente può contribuire molto l'ignoranza, l'indifferenza, la rassegnazione, ma la dichiarazione del Dr. Steiniger appare rivelatrice:

'Lo scopritore di un microbo patogeno d'infezione può essere sicuro di incontrare riconoscimenti ed onori, ma lo scopritore di una causa di malattie da civilizzazione può contare, per prima cosa, sulla querela per danni agli affari dei produttori'.

Ci comportiamo noi diversamente? Siamo noi migliori? Non consideriamo forse chiunque ci ammonisca come un 'guastafeste'? Siamo noi sufficientemente grati ai pionieri della scienza, assai spesso bollati per la loro ricerca della verità, mediante una coraggiosa imitazione? Dottoressa M. Muller (tratto da Kultur und politik, N° 3 Autunno 1964)
Da www.veganitalia.com  

Pazzesco, e consideriamo che sono concetti e dati relativi al 1964! Lo zucchero bianco agisce da ‘lama’ verso il nostro sistema ghiandolare, il quale non riesce più a connetterci ai nostri corpi superiori sottili. La mancanza di consapevolezza dipende anche da questo fenomeno mondiale. Le ghiandole sono etericamente ingolfate, bloccate… L’energia è tagliata fuori. Il contatto è silente, la trasmissione è out. Questo è solo ‘uno’ dei motivi per cui ci siamo smarriti nel tempo, che non corrisponde più nemmeno al flusso del tempo originale. 

Questo è un articolo molto ‘duro’, lo so, anche se non ho scritto ancora 'nulla'.

Esiste 'qualcuno o qualcosa' che ci sussurra strane frasi, strane cose, strani comportamenti. Chi è? Guardando il film ‘The Presence’ sono rimasto allibito nel constatare che l’Universo mi stava molto chiaramente parlando. Quella ‘voce’ era diversa da quella che usualmente sento. Quella voce era più ‘sottile’, occorreva fare silenzio dentro di sé per sentirla.

Nella visione di un film solitamente mi immergo molto in profondità e puntualmente ‘mi metto da parte’. Quel film stava narrando di strane presenze che albergavano in una casa isolata nei boschi americani. Alla prima presenza mi ci ero quasi abituato, tanto sembrava stranita e confusa, ma alla seconda presenza non ero proprio preparato. La seconda presenza era molto più antica ed ‘esperta’ e portava avanti il disegno del proprio 'Maestro'. Questa seconda presenza era vestita di nero ed era solita sussurrare strani ammonimenti nell’orecchio della protagonista del film, una donna che viveva sola, seppur temporaneamente, in quella casa, e che soffriva di uno strano Karma di violenza relativo agli uomini della sua famiglia. 

Questa presenza era in grado di 'perseguitare' un individuo incarnato e di renderlo una sorta di robot programmato. Il principio è molto simile a quello dell’abitudine e della programazione dell’inconscio espresso, ad esempio, con le tecniche ipnotiche o della Pnl. Non intendo in questa sede raccontare tutto il film, ma riferire come una voce molto sottile mi suggerisse che esistono entità in grado di esprimersi in quella maniera. Era un messaggio sottile ma molto chiaro. Perché? Perché stavo vivendo, e sto vivendo, un periodo molto particlare della mia Vita, in cui faccio delle cose in maniera usuale o estemporanea di cui non mi sembra di conoscere la paternità. 

Il mio comportamento varia in maniera bizzarra e molto strana, improvvisa, intollerante per un altro mio punto di osservazione. Non trovo coerenza molte volte in me. Questo film, o il messaggio subliminale contenuto, mi stava apostrofando come una sorta di ‘addotto’. 

La libertà ha un prezzo’, diceva la presenza nera alla presenza silente e, dunque, a me. Sì, ma quale prezzo? Penso io. Se il prezzo per una libertà solo illusoria, come la Vita moderna, è quello della rinuncia a se stessi… ebbene, non ci posso stare. Quale è la conseguenza a cui si va incontro? La sofferenza relativa al vivere le proprie paure che erano state insabbiate sotto la pesante coltre della rinuncia alla consapevolezza. Il genere umano ha preferito rinunciare a sapere che egli fosse, come viene ben espresso in Matrix, quando l’equipaggio di Morpheus viene tradito da uno dei loro membri liberati, il quale chiede agli Agenti di essere rimesso nella Matrice in cambio di una Vita 'su misura'

Questo patto con il Diavolo è insito nella storia umana. 

Il Diavolo è l’Antisistema e noi siamo in un territorio molto simile ad un Inferno camuffato da altro scenario. L’illusione è totale. L’oblio è massimo. La rinuncia è globale. Perché manca una alternativa. La gente non può scegliere. Come si può scegliere tra ‘questo e questo’? Non c’è scelta! 

Come si può parlare alla massa di fenomeni ‘magici’ come quello dell’Ascensione, quando la massa non ha più orecchie per sentire? L’Ascensione è un termine che non c’entra niente con la religione: esso descrive la nostra capacità di ‘fuga’, di lasciare la terza dimensione, l’Antisistema. Ma come possiamo ‘volare’ se siamo tanto appesantiti? Se non crediamo di poterlo fare. Se non prendiamo nemmeno in considerazione il poterlo fare. 

C’è qualcosa ‘sopra’ di noi:

Le maree sono spostamenti di masse oceaniche che si verificano al passaggio, sul meridiano del luogo, del Sole o della Luna, tutte le altre componenti astrali di fatto non hanno nessuna influenza e questo perché, secondo la formula dettata da Newton, la distanza incide molto più della massa nel generare la forza di marea. Lo spostamento della massa liquida non avviene per diretto sollevamento, questo sarebbe molto esiguo, ma per scivolamento degli strati più superficiali dell'acqua… È come se la massa fluida cercasse di seguire lo spostamento apparente del Sole o della Luna. I dislivelli di marea si possono considerare come un insieme di movimenti periodici che a volte si sommano e altre volte si compensano. Dal punto di vista matematico una marea è la sommatoria di tante onde
Da Wikipedia 
 
In questo frattale c’è la spiegazione del come le dimensioni siano tutte presenti allo stesso tempo: Lo spostamento della massa liquida non avviene per diretto sollevamento, questo sarebbe molto esiguo, ma per scivolamento degli strati più superficiali dell'acqua
Lo spostamento per scivolamento degli strati più superficiali. È un movimento orizzontale che crea il fenomeno. Il fenomeno rimane circoscritto a quella dimensione e non salta di livello, pur avendone il potenziale. Potenziale che dipende dalla vibrazione, la quale non dipende invece dalla distanza ma che crea la distanza percepita illusoriamente

L’illusione è distanza vera, concreta, fisica; ma non esiste in termini vibrazionali, se non  in una differenza di oscillazione, di punto prospettico.

In questo senso si parla di realtà illusoria. Una realtà illusoria è ‘vera’ per coloro che la vivono attraverso la coerenza vibrazionale. In quella sintonia esiste tutta la 'storia' del percorrere un lungo tragitto di sofferenza. Esiste qualcosa:

Capitolo iv
Altra formula per traversare la strada che è sopra la terra.
Il Libro dei Morti degli Antichi Egizi.
 
Si parla di una ‘formula’, ma intendiamo piuttosto un innalzamento vibrazionale attraverso un certo rituale. Parlando di Egizi, viene subito in mente il loro spiccato senso estetico. Ma cosa è l’estetica in un certo ambito vibrazionale? 
 
Estetica trascendentale.
Kant usa il termine 'estetica' intendendo il suo significato etimologico: aisthesis in greco significa 'sensazione', 'percezione'. Infatti, in questa parte della Critica, Kant si occupa della sensibilità e delle sue forme a priori. La sensibilità svolge due ruoli nel processo conoscitivo. Il primo di questi è recettivo (passivo) ed è il procedimento attraverso cui prende i propri contenuti dalla realtà esterna. In seguito la sensibilità svolge il suo secondo ruolo (attivo) e cioè riordina le informazioni empiriche tramite le forme a priori. Queste sono lo spazio e il tempo

Lo spazio è la forma del senso esterno e si occupa dell'intuizione della sola disposizione delle cose esterne. Il tempo è la forma del senso interno e regola la successione delle cose interne.

Spazio e tempo, secondo Kant,
•    sono forme 'pure' a priori dell'intuizione, che sussistono prima di ogni esperienza, entro le quali connettiamo i dati fenomenici; sono quindi 'funzioni', ovvero modi di funzionamento della nostra mente;
•    sono trascendentali, in quanto, pur acquistando senso e significato solo se riferiti all'esperienza, tuttavia non appartengono a quest'ultima poiché esistono, come a priori, prima dell'esperienza;
•    sono inoltre necessari, dato che neppure se volessi potrei farne a meno nella conoscenza empirica;
•    sono infine universali, poiché appartengono a tutti gli uomini dotati di ragione.
 
Spazio e tempo hanno quindi natura intuitiva (cioè non subiscono la mediazione delle categorie), e non discorsiva in quanto non concepiamo lo spazio attraverso le percezioni sensibili dei diversi oggetti spaziali, ma intuiamo i vari spazi, riferiti agli oggetti, come un unico spazio (dimostrazione metafisica dell'apriorità dello spazio e del tempo).
Secondo Kant la matematica e la geometria sono sintetiche e a priori, in quanto la loro validità è indipendente dall'esperienza e aggiungono qualcosa di nuovo al soggetto. La geometria usa intuitivamente lo spazio e la matematica fa lo stesso con il tempo, basandosi sulla successione dei numeri, senza ricavarli da altro (dimostrazione matematica dell'apriorità dello spazio e del tempo).
Di conseguenza, essendo aritmetica e geometria basate su spazio e tempo, così come la sensibilità umana, esse possono essere applicate al mondo fenomenico.
Da Wikipedia 

Ognuno tragga le proprie conclusioni su questo splendido passaggio di Kant. Vorrei concludere, per oggi, introducendo il soggetto principe di cui avrei voluto scrivere da subito: Carlos Castaneda

Devo ringraziare l’amico Francesco di avere scritto e pronunciato quella parolina magica ‘voladores’. Domani approfondirò il soggetto a tema, il che significa entrare in quella dimensione che altri hanno già, in qualche modo, tentato di descrivere, ammonendo l’umanità risonante ad aumentare la propria consapevolezza in maniera tale da divenire inaccessibili a tutte quelle entità che si nutrono di essi. È un discorso che esula dalla violenza religiosa indotta nei secoli e che percorre la via della saggezza delle antiche civiltà precolombiane:

Carlos Castaneda rivela perché l’essere umano è uno schiavo. Esseri Oscuri posti sullo sfondo del Campo Energetico Umano. Perché desideriamo che qualcuno ci guidi quando possiamo fare da soli?

Gli sciamani dell’antico Messico scoprirono che abbiamo un compagno che resta con noi per tutta la vita, un predatore che emerge dalle profondità del cosmo e assume il dominio della nostra vita' don Juan Matus
’. Carlos Castaneda, Il Lato Attivo dell'Infinito  

Vogliamoci bene. Alziamo la nostra consapevolezza e l’energia divina.

Davide Nebuloni /SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com