Visualizzazione post con etichetta Non Conflitto.. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Non Conflitto.. Mostra tutti i post

venerdì 2 dicembre 2011

Ciò che non si esprime si imprime.




L’apparente stato di non-conflitto in cui vive una parte dell’umanità, il cui frattale è rappresentato dall’Italia, è una gigantesca strategia messa in atto dall’intenzione del potere di controllo parassitario, tramite l’azione di una ‘cupola’ di poteri aggregati nelle mani di una ‘Casta’ globale che amministra il genere umano. L’altra parte dell’umanità ‘soffre’, invece, uno stato ‘concreto’ di conflitto esemplificato in diverse tipologie di ‘sofferenza’:
  • guerre
  • fame
  • povertà
  • controllo.
Questo accade per vie 'naturali', ossia per riflesso della dualità 3d in cui siamo auto installati. La legge della biodiversità, in un certo senso, lo ‘prevede’. Non ci troveremo mai ‘tutti quanti’ nella stessa condizione.

È un cardine imposto a questa 'latitudine' della vibrazione energetica. Quelle ‘realtà’ che nel passato hanno raggiunto una condizione di equilibrio o di ‘stasi dell’equilibrio’, sono poi ascese, lasciando nelle 3d il loro ‘riflesso’ espresso dalla contrastante 'decadenza' in cui sono precipitati i loro simili – non per maledizione – ma per semplice effetto della legge duale o di azione-reazione e di quella biodiversa

Così successe al popolo Maya, così successe a tutte quelle realtà che oggi si confondono con il mito, come ad esempio il reame di Re Artù:

esempi di ‘comunità perfettamente integrate, in pace con se stesse e con tutto ciò che le attorniava che, per riflesso, smetteva di assumere un ruolo auto educativo o di ‘conflitto’, in quanto emanazione di una sorgente che aveva smesso di alimentarlo/richiederlo anche inconsciamente.

Che cosa è un conflitto? Vediamo il suo opposto; lo stato apparente di non-conflitto, a cui accennavo in precedenza, avviene quando ‘esternamente’ tutto sembra in 'quiete', ossia, per inserire un simile concetto nell’ottica della storia deviata umana, quando un popolo non è in guerra con nessuno e non teme che i ‘patrii confini’ possano essere invasi da un momento all’altro da una potenza esterna.

In questa paura si ‘risolve’ la percezione di uno stato di conflitto o di non-conflitto: la paura di ‘perdere tutto’ compresa la propria libertà e la propria Vita.

Prendiamo l’esempio dell’Italia: questa paura è ormai antidiluviana. Chi ha paura di ‘essere invasi’ o di ‘entrare in guerra’? Questa 'stasi', che dura da quasi 70 anni, ha permesso la formazione di generazioni che ignorano l’insegnamento dello stato di conflitto esterno, com’è tipicamente quello della guerra

Nulla viene per caso. Nulla è di per sè demonizzabile...

I padri fondatori della Costituzione hanno cercato di mettere nero su bianco ciò che avevano imparato, uscendo dal periodo della guerra, ma oggi ciò che rimane di quell’intento è un pallido riflesso. Da chi furono 'ispirati' nel redigere quell'elenco di regolamenti?:

le nuove generazioni devono dimenticare o non dimenticare cosa ha significato ‘vivere in tempo di guerra?’.

Secondo me, occorre 'non dimenticare dimenticando'. Ossia, fare nostri i principi che si sono forgiati in quel periodo di ‘stenti’ e poi, senza drammi né celebrazioni periodiche, ‘lasciare andare’, in maniera tale da imprimere in profondità quell’insegnamento senza per questo trasformare l’atto in una celebrazione fine a se stessa.

L’energia dei ‘caduti’ deve essere libera di trasmutarsi, come foglie che sul terreno si seccano e tornano nella Terra e nell’Etere, ossia nel ‘potenziale’.

Non dimenticare significa fare propri certi insegnamenti, ma rimanendo flessibili, liberi in profondità. Senza trasformare l’insegnamento in una ‘icona’ da celebrare o da idolatrare. Permettiamo che tutto scorra. Lasciamo andare quello che è stato, dopo avere spremuto il 'tempo' radicando il suo distillato.

Il ‘milite ignoto’ necessita di disancorarsi da quella ‘fine’ a cui è andato incontro. Le nostre celebrazioni e le nostre preghiere lo trattengono forzatamente in uno stato di conflitto energetico. Il fatto di non dimenticarlo lo trattiene al suo passato come se fosse un incantesimo.

È un ‘gioco’ a valenze ribaltate in uno stato di opposti.

Il non-conflitto italico, ad esempio, significa che il conflitto si è trasferito ‘sotto al tappeto’, dato che in questo scenario 3d il ‘conflitto’ è opera evolutiva e dunque prevista e necessaria. Un conflitto c’è sempre in noi, basta ‘cercarlo’. Anzi, è lui che trova sempre noi, a ben comprendere.

Massimo: Un soldato ha il grande vantaggio di poter guardare il suo nemico negli occhi.
Massimo: Non c'è più nessuno da combattere, Cesare.
Marco Aurelio: Ahh... c'è sempre qualcuno da combattere...
Il Gladiatore

L’Italico è infatti pieno di conflitti, ma non riguardano più il difendersi dalle bombe, da una possibile invasione, da un nemico esterno. Il tutto si è interiorizzato.

Questo meccanismo rivela l’opera nativa, morale ed educatrice, focalizzata dall’espressione senza tempo ‘Conosci Te Stesso’ .

Il ‘nemico’ che ci ha costretti ad una simile situazione è davvero un nemico? Che sia un Volador o un alieno o un gruppo di umani, che differenza c’è? Il risultato è una nostra convergenza verso l’interno a fini di introspezione evolutiva, di auto conoscenza

Sino al giorno in cui avremo perfetta evidenza pratica del nostro potere co creativo, ossia quando il tempo verrà talmente accelerato da permettere di assistere al fenomeno della manifestazione, non istantanea, ma più ‘ravvicinata’. In quel tempo vedremo la nostra opera realizzatrice dare luogo a ‘miracoli’ concreti non più troppo diluiti nello/dallo scorrere del tempo.

In quel momento decideremo di ‘credere’ alla nostra vera Natura? O non sarà ancora sufficiente?

Si scriveva: che cos’è un conflitto?

In Psicologia, la situazione in cui viene a trovarsi l'individuo quando è sottoposto alla pressione di tendenze, bisogni e motivazioni fra loro contrastanti… 

Il Conflitto Spirituale irrisolto genera giustamente sempre depressione…
 
Poiché la maggior parte delle disfunzioni fisiologiche sono causate da un blocco emozionale-energetico, a sua volta derivante dalla somatizzazione di conflitti irrisolti - incoerenza, è stata sviluppata una tecnica chiamata ‘Lavaggio energetico’, che consiste nello stimolare con le mani determinati punti sul corpo della persona, per scaricare gli eventuali blocchi energetici e ricaricarla. Spesso questi passaggi provocano reazioni forti, ‘tremori, brividi, pianto o riso’, con la scomparsa di molti disturbi fisici…

Uno dei principi della Medicina Naturale è questo: ‘Ciò che non si esprime si imprime’ ....sull'organismo!
Link

Questa lucida verità si aggancia perfettamente agli studi di Giuseppe Calligaris a cui ho accennato nei giorni scorsi in SPS. 

Lasciamo ‘parlare’ le informazioni che ho trovato sincronicamente anche quest’oggi. Vediamo lo stato di non-conflitto anche da altre prospettive. Nelle 3d la dualità in realtà non esiste perché noi abbiamo proprio il compito e la capacità di ricomprenderla sempre e ‘unificarla’ tramite la nostra funzione, il nostro comportamento ,il nostro status vibrazionale coerente:

Il trucco è vivere in uno stato di non-conflitto, esercitando un alto grado di auto-controllo emozionale così da poter accedere più profondamente a - e più pienamente trasmettere - la vostra intelligenza del cuore per il bene di tutti

È analogo al trasmettere sentimenti di apprezzamento e compassione, piuttosto di proferire parole o agire con azioni equivalenti.
 
Ecco una delle chiavi. Non ha a che fare con parole e azioni; ha a che fare con il mondo dei sentimenti di una persona e in che modo essa esprime coerentemente questo mondo dal suo cuore - non con apprezzamento esagerato o sentimentalismi, ma piuttosto con la limpida intelligenza di un supporto emozionale non intralciato da menzogne, memorie, aspettative o giudizi...
Link 
 
'Non dimenticare e dimenticare' attraverso un lucido cammino, un cammino inerente ‘con il mondo dei sentimenti di una persona e in che modo essa esprime coerentemente questo mondo dal suo cuore - non con apprezzamento esagerato o sentimentalismi, ma piuttosto con la limpida intelligenza di un supporto emozionale non intralciato da menzogne, memorie, aspettative o giudizi...’.

Lo stesso principio lo troviamo perfettamente esposto anche qua:

Nello studio e nell’attento esame delle idee esposte in questo libro, occorre tener presente alcuni concetti fondamentali:
  1. In primo luogo, quello che più deve importare allo studente, non è tanto la personalità dell’Istruttore, quanto la misura di verità di cui egli è l’esponente; deve inoltre saper discriminare tra verità, verità parziale o relativa ed errore.
  2. In secondo luogo, avanzando nell’insegnamento esoterico, aumenta la responsabilità exoterica. Faccia quindi ognuno un attento esame di se stesso e ricordi che la comprensione si acquista applicando quel tanto di verità percepita ai problemi e alle circostanze immediati, e che la coscienza si espande con l’uso della Verità appresa.
  3. In terzo luogo, l’adesione dinamica al sentiero scelto, con quella ferma perseveranza che vince ogni ostacolo e non vacilla, qualunque cosa avvenga, è uno dei primi requisiti necessari per condurre alla porta di un regno, di una dimensione e di uno stato d’essere interiormente e soggettivamente conosciuto. È questo stato di realizzazione che produce cambiamenti nella forma e nell’ambiente, commisurati al suo potere.
Questi tre suggerimenti meritano attenta considerazione e il loro significato deve essere almeno parzialmente compreso prima che sia possibile un ulteriore progresso reale. Non è compito mio indicare applicazioni individuali e personali degli insegnamenti dati. Ogni studente deve far questo da sé.
Trattato di Magia Bianca – Alice Bailey  

Nella concretezza del nostro tempo deviato, troviamo il 'conflittuale stato di non-conflitto', espresso da quello che è accaduto in ambito economico, dove le ‘guerre’ non sono mai mancate, lasciando sul terreno strali di morti, vinti e ‘vincitori’ e dando luogo ad una ‘corsa sfrenata’ per le distese caotiche della mancanza di consapevolezza apparente:

Le banche centrali possono fare tutti i giochetti di prestigio che vogliono, non servirà. Quello che molto spesso sfugge all’analisi è che questa grande crisi non è ‘solo’ finanziaria ma anche dovuta ad un gigantesco eccesso di capacità produttiva

Alla base del male è stato (e purtroppo è ancora) l’aver lasciato alle banche private il potere di Dio: quello di stampare moneta elettronica a piacimento.
 
L’avidità e la stupidità dei banchieri ha creato una gigantesca bolla di denaro facile (e a debito) che a sua volta ha creato una gigantesca bolla di infrastrutture, fabbriche, immobili e centri commerciali. Se il centro della bolla finanziaria si trova da qualche parte fra New York e Londra quello della bolla produttiva si trova senza dubbio in Cina...
 
I cinesi hanno costruito un immenso stato fabbrica tagliato per soddisfare i bisogni di un mondo drogato dal debito. 

La capacità produttiva della Cina è stata pensata nell’ipotesi di soddisfare ‘just in time’ la brama di acquisti di 1,5 miliardi di ‘occidentali-bancomat’ , gente che aveva accesso ad un credito praticamente illimitato.
 
Ora la festa è finita, il credito non è più illimitato e non è neppure più il benvenuto fra i consumatori occidentali. Il mercato interno cinese è ancora incommensurabilmente piccolo per assorbire la differenza.
 
Nel 2009 è esplosa la bolla finanziaria, nel 2012 esploderà quella produttiva...
Link 
 
La Cina è davvero come una gigantesca fabbrica nata per esaudire la sete di desiderio del ‘resto del Mondo’. Il suo ruolo millenario si è arenato nelle anse del consumismo? Piegando se stessa a divenire una ‘dipendenza’ del gaudente Mondo occidentale, essa ha stravolto anche la propria energia interna. Da questa distonia cosa emergerà? 

La Cina è davvero libera nel proprio processo decisionale? Chi determina le dinamiche globali? Suvvia, non crederemo alla ‘storiella’ dell’autorità dei Governi?

Conflitto di interessi.
Si verifica un conflitto di interessi quando viene affidata un'alta responsabilità decisionale ad un soggetto che abbia interessi personali o professionali in conflitto con l'imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno visti i propri interessi in causa.
 
Il verificarsi di un conflitto non costituisce di per sé prova che siano state commesse scorrettezze, può tuttavia costituire un'agevolazione nel caso in cui si cerchi di influenzare il risultato di una decisione per trarne un beneficio… 

Il problema dell'irresponsabile indebitamento finanziario di una società è principalmente un problema etico.. Da qui l'impiego di strumenti di analisi economica ad indicare con trasparenza il livello di sostenibilità di un sistema organizzativo (pubblico o privato) nel suo contesto. Queste situazioni oligarchiche impoveriscono la resilienza della società civile creando insofferenza nei tradizionali valori di legittimazione dell'autorità competente; si cronicizza un'asimmetria informativa dove è solo una ristretta élite a trarne vantaggio rappresentandosi in modo sempre più populistico ed eversivo nei confronti di quei settori ancora autonomi e quindi sempre più a danno del mercato e della libertà
 
‘Un nuovo ordine cosmopolita confligge con il sistema internazionale degli Stati e coincide con i confini mutevoli del mercato globale. Scelte di grande rilevanza, come la guerra in Iraq, sono state di fatto compiute da club o lobby internazionali, commisti di interessi pubblici e privati, fuori delle sedi proprie della dialettica internazionale o comunque esercitando un'influenza determinante su di esse
Elio Veltri Francesco Paola - Il governo dei conflitti - pagina 9
Link

Andiamo oltre alle apparenze, seppure percepite come assolutamente concrete, ossia, che ‘fanno male’:

Etimologia di ‘conflitto’.
Conflitto da confligo. Confligere mira all'incontro.

- confligo, confligere: 1. Far incontrare, fig. opporre, mettere a confronto/ 2. Urtare, venire a conflitto, combattere, contrastare;
- fligere: percuotere, urtare, atterrare, abbattere (donde forse 'afflizione' e 'flagello').

Ma la bella scoperta sta nel significato n.1 di confligere, a proposito del quale è citato il verso 1216 del quarto Libro del 'De rerum Natura':

Se accade che, al momento dell'unione dei due semi, la donna in uno slancio di energia improvvisa trionfi su quella dell'uomo - sorpresa e superata da lei, i bambini, provenienti in tal caso dalla semente materna, nascono simili alla madre, come somigliano al padre se domina l'elemento paterno.
Quelli che vedi prendere dell'uno e dell'altra e presentare un insieme dei tratti dei genitori, sono formati insieme dalla sostanza del padre e dal sangue della madre: questo avviene quando i germi, eccitati nei loro organi dai pungoli di Venere, s'incontrano e si mescolano per l'accordo di un eguale ardore, e da nessun lato non c'è né vincitore né vinto.
(traduzione di Olimpio Cescatti)

Se all'atto in cui avviene il miscuglio di semi la femmina vince con slancio improvviso la forza dell'uomo e l'afferra o lo fiacca, la prole, uscita in tal caso dal seme materno, somiglia alle madri: se invece prevale il seme paterno, vien simile ai padri. Ma quelli che tengon dell'uno e dell'altra, e dei lor genitori presentano i tratti mischiati, si forman del germe del padre e del sangue materno allorquando l'ardore d'entrambi affluisce eguale in un solo momento e s'incontrano e fondono i semi eccitati da Venere, così che non vinca né l'uno né l'altro.
(traduzione di Enzio Cetrangolo)

E nel mischiarsi dei semi, se col vigore improvviso preval la donna e il vigore vince dell'uomo, si fanno, per via del seme materno, simili i figli alle madri: ai padri per il paterno; ma quelli che han la figura d'entrambi, unendo ugualmente i volti dei genitori, vengon dal corpo paterno come dal sangue materno, quando il reciproco ardore soffiando spinge a scontrarsi i semi punti dagli estri di Venere entro le membra,
e non è vinto nessuno, nessun vince dei due.
(traduzione di Balilla Pinchetti)
 
In sintesi: non conflitto, ma incontro e scambio di reciproco ardore, senza vincitori né vinti. Conflitto, in origine, è ricerca d'armonia.
Link 
 
Bellissimo:
  • da nessun lato non c'è né vincitore né vinto
  • così che non vinca né l'uno né l'altro
  • non è vinto nessuno, nessun vince dei due.
Questo è un grande insegnamento che anche la Natura ci dona in continuazione.

La perfetta legge dell’evoluzione dice: ‘ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, non nel medesimo istante’…
Link

Ecco; il ‘giochetto’ è tutto qua: gli ‘effetti’ vengono dispersi, dilatati nel tempo. La co creazione passa, ad esempio, anche nella generazione di un figlio. 

Come decidiamo di osservare quei nove mesi di tempo che intercorrono dalla data del concepimento? Come cambierebbe il nostro ‘status’ se il figlio nascesse all’istante?
 
Sarebbe una ‘prova’ sufficiente per convincere il nostro emisfero sinistro, l’inconscio programmato alla nostra ‘difesa’, l’intenzione parassita ed, infine, semplicemente noi stessi della nostra vera Natura?

L’ultima ‘parola’, al solito, sarà sempre la nostra 'accettando e dimenticando consapevolmente'...

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com