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mercoledì 31 gennaio 2024

Il percepito statistico di parte ad arte.


Indice di fedeltà ai Dem.

Bando alle ciance! È inutile curare lo “stile”, quando ti stanno ammazzando pian piano, “molto delicatamente” = avendo a cuore la “tua” salute, i “tuoi” diritti, ma soprattutto il “tuo” dovere di toglierti dalle scatole quando tutto te lo fa chiaramente… percepire. Qualcosa che si scontra con l’esserci, ch’è insito in chiunque, però. E questo “fare a botte” auto procura… malessere, malattia, stress. Ma non sono mai loro. Del resto, loro chi? Infatti! Il problema è in Te: sei “te”, che sei diventato così. Come? Qua. Dove? Nell’AntiSistema. 

Al solito. Il solito. 

La “banalità del male”, ovvero. Ciò che devi comprovare ma non ce la fai mai, perché loro non esistono… anche se ci sono e allora, “ti attacchi”.

Si è giustamente parlato di ‘male assoluto’; ecco, io penso che occorra riflettere sul fatto che non si arriva così un giorno, per caso, a un ‘male assoluto’. Ci si arriva attraverso un lungo percorso, nel quale ogni passaggio è funzionale a rendere possibile, a rendere accettato, a rendere addirittura condiviso da molti quel male…”…
Liliana Segre

Per una volta, la Segre dice una cosa sensata, anche se dalla “propria” prospettiva. Si vede che non ha mai letto la Arendt. Vuole l'esclusiva. È già tutto spiegato, perché è già successo. E la Segre ci arriva dopo. Certo, ha una certa età. Si capisce. Ci sta. E la fanno parlare ogni giorno, il che le procura “ossidazione”. Non ci si arriva per caso, né all’improvviso. Vero. Infatti, c’è gerarchia. No? Non ci credi? Ecco quanto, ad esempio ma causalmente.

Casarano, nazismo come restrizioni Covid (lockdown e vaccino), manifesto di una pizzeria: “1939/1945-2020/2023, io non dimentico”, titolare segnalato alle autorità. Il consigliere comunale Marco Mastroleo, una volta vista la locandina, ha allertato le forze dell'ordine che sono intervenute sul posto per la rimozione

Vedi che gerarchia = censura. E la... Costituzione? Niente!

Ma sempre in “democrazia”, motivo per cui “lo devi provare”. Mastroleo è un delatore. Un infame. Che altro. Ah. Sì. È anche laggente “Smith” = Mastroleo. Dove vai in un mondo siffatto? Non hai mai via d’uscita. Sei in trappola. Qualsiasi cosa organizzi, “niente”. Che sia per mancanza della “licenza” (alla Clouseau). Che sia per mancanza di un “permesso”. 

Che sia per mancanza di corrispondenza = sei solo

domenica 24 dicembre 2023

Dico bene? Benedico!


Strangers”, di Kenya Grace, è un assolo d’usignolo. Ma, in un mondo al contrario, è sempre meglio non vedere né immagini, né video, di codesta, visto il movimento “arcobaleno-dissoluto” in corso d’opera. Meglio non rischiare. Meglio non alimentare. Però, la voce è davvero di… Sirena. Ammalia, insomma. Facendo la traduzione, ecco il pensiero circolare auto ricorrente:

finisce sempre così
quando si tratta di me e te
ma ogni volta che incontro qualcuno di nuovo
è come se avessi un déjà-vu
lo giuro sembrano tutti uguali
è come se mi conoscessero
ogni parola che dicono suona come se la dicesse lui
e funziona così
entreremo nella tua macchina, e tu ti chinerai a baciarmi
parleremo per ore, e ci sdraieremo sui sedili posteriori
e poi una notte casuale, quando tutto cambia
tu non mi risponderai, e ritorneremo ad essere sconosciuti

Ora, a prescindere dalla fedeltà della traduzione e della valenza della “poesia”, se mai ci fosse poesia o licenza poetica, emerge il consueto, de che. 

E l’ennesima “bambola”. 


La voce porta via, rapisce, cattura, suadente. Sin dalla prima “battuta”. Persino alla radio, non in cuffia. Conviene chiedersi il significato del testo? Oppure, è la sostanzialità che lo permea, nonostante il testo dell’autore. Come “portatore sano”. Ospite. Vettore. Polvere… Il testo è costruito in un certo modo, per qualche motivo? Oppure, è la musica (compresa la voce) a fungere da perno. Sì, se mi ci metto... da ogni testo “ne esce fuori qualcosa”. Però, questa è una industria che di suo ci mette “solo” tutto quello che le serve per… meglio funzionare: funziona così… (lo dice anche nel testo, il testo). 

Quanti livelli di “lettura” ci sono? 

Tantissimi, eppure… sono “solo” due: 

lineare e non lineare. 

Se poi ci aggiungi la relatività: le “famiglie”; ecco allora la base allargata che ti ha ogni volta, finendo per auto perdercisi dentro così, tanto per…, o non so perché.