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giovedì 22 luglio 2021

Quel rapido sboom: boom.



Anche Striscia la Notizia è un Tg “satirico” istituzionale. Lo si capisce da come, qualsiasi sia il conduttore, rappresenti sempre la prospettiva di Stato:

quella ufficiale o “di fatto”. 

Se “fa ridere”, poi… questa è una aggravante, perché alternando notizie drammatiche ad altre demenziali, non fa altro che permettere l’abitudine, l'auto narcolessia... in chi segue, di uniformare tutto d’assieme, con la scusante che “ma sì: la vita è già dura così, allora perché non farsi quattro risate”. No? 

E poi ci sono “le veline”… 

E poi ti dicono (e ci credono) che le donne hanno ottenuto o vogliono la “parità”: quale, sostanzialmente? Di esibire baldanzosamente il proprio “lato B”? Bah. Con le relative famiglie che ne sono orgogliose, per altro. 

Non c’è che dire, “si è persa complessivamente la tramontana”. 

Come de’ relitti, l’individuo è alla deriva, alla mercé dell’essere “corrente naturale” o inerzia di fondo. Se preferisci: “destino”. Oppure, “sia fatta la volontà di ‘Dio’”. 

Amen. 

Il ruolo istituzionale applicato al conduttore di turno, ovvero l’auto determinazione dello stesso al rappresentare quello che “è giusto”, permette di sostanziare che “dal carro del vincitore non si scende tanto volentieri”.

Ergo, la finzione scenica è continua, nell’AntiSistema.