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giovedì 27 giugno 2024

‘O fatte ro' juorno.


Si scrive così? Boh

Ci sono svariati “traduttori italo-napoletano” ed ognuno, come al solito (qua, così), s’esprime in maniera diversa. Babele docet. Diciamo che tra “romano, napoletano e pugliese, milanese, toscano e siciliano, sardo e piemontese, etc. etc. etc.” non c’è che da divertirsi, tra suoni caratteristici e leggerezza di spirito, evitando accuratamente di ricordare che i “dialetti” furono gli idiomi sviluppati sul posto dalla popolazione sfruttata ed estremamente “caricaturale”. La verità sotto agli occhi. 

Anzi, parlata ma non + compresa! Senza... presa.

Il dialetto è ricolmo di storia tipica del luogo. Per ciò in “Italia” è pieno, essendo tutto fitto di paesini, tradizioni, usi e costumi tipici, come la relativa “cucina”. Motivo per cui il “Bel” Paese è molto “ricercato” dai poteri internazionali, primo su tutti gli “Usa” = gli attuali detentori dell’asset italico. E, a con-seguire, la lobotomizzata… “Uè!” = il “ripetitore”, il riflesso della riva opposta oceanica: 

la l’oro. 

Or dunque, nella stralunata “Italia” va sempre di moda l’auto s-vendita di Sé, oramai ridotto al rango di “sé”. Da Mr. President in poi, tutto “puzza”. E questa è la n-orma (qua, così): 

alla faccia del potenziale! 

Allora, vediamo assieme i “fatti del giorno” che auto caratterizzano tale “pezzo di terra”, non importa se si tratta di “resto del mondo”, perché… “tutto è paese” laddove “tutte le strade portano a ‘Roma’”.