sabato 15 maggio 2010

Il coraggio di emergere.





Oggi mi vorrei dedicare brevemente ad un tema molto “scottante”: crisi economica, politica, possibili soluzioni. Sottolineo il velocemente, anche se gli argomenti sono di per sé molto complessi

Così non si va da nessuna parte. 

Come siamo messi, ognuno di noi non può apportare il proprio “punto di vista” e le proprie proposte in nessun modo. Non sto a spiegare l’ovvio perché. Quindi? Cosa fare di fronte ad una classe politica che “non sente, non vede, ma parla soltanto”. Ricorrere al Gabibbo? A “Mi manda Rai3”? No. Non penso che, tramite questi canali si possa cambiare qualcosa che vada oltre a problemi di vicinato. C’è Grillo! Già, ma è anch’esso in odore di santificazione e per avere udienza con lui, occorre avere i santi in paradiso. E poi fa già la sua parte, che così deve rimanere, ossia rompere le uova nel paniere al potere

Allora cosa pensare? Che il popolo è completamente tagliato fuori dalle modalità decisionali e proattive. Ma va? E tutta questa libertà e democrazia, come mai ci sono state in passato?

Illusioni…

Lo sanno benissimo quelle persone che hanno problemi “seri” e che devono fare valere il proprio punto di vista di fronte ad un giudice o alla macchina burocratica italiana. Niet! Nada! Rien! Nessun diritto!

Questa è la verità… e non esagero!

Va bene, anche io denuncio, vado contro ed in questo modo “alimento” quello che non mi va bene. Occorrono nuove vie, nuove proposte. E smettere di alimentare il “rogo” italico. Invece cosa succederà? Basta vedere la più lontana Argentina e la più vicina e recente Grecia: sommosse popolari freddate nel sangue. Il popolo è così; è una macchina che o addomestichi o puntualmente ti ritrovi contro, perché non ragiona nella sua totalità.

Cosa proporre? Usare l’immaginazione come i bambini e portare la “luce” laddove manca, ossia nel mondo politico.

La politica deve smettere di prestarsi al potere che la muove con l’odore dei soldi e della paura. Vanno compresi e benedetti. Il potere dell’Antisistema è opprimente come l’impatto dell’aria nei polmoni al primo respiro. È ovunque. Siamo noi…

Leggiamo cosa propone questo controverso uomo americano e non prendiamolo troppo sotto gamba. Ricordo che stiamo vivendo dei tempi che incitano il cambiamento. Nulla è impossibile.

"Se fossi italiano, non pagherei più le tasse: gli stipendi dei politici italiani sono troppo alti".
Così Edward Luttwak, economista e politologo americano, entra nel dibattito sui costi della politica e della pubblica amministrazione in un''intervista esclusiva pubblicata oggi dal settimanale Il Punto.
Nell''intervista, Luttwak aggiunge che "quello italiano è un sistema malato dalle fondamenta. Ciò che si spende per gli stipendi dei politici si toglie allo sviluppo del Paese".
Il settimanale ha dedicato un’ampia inchiesta alla "stipendiopoli" e ai compensi record dei politici italiani e della nostra classe dirigente. Dopo aver illustrato le gigantesche differenze di stipendi tra i politici italiani e quelli statunitensi, Luttwak ha spiegato a Il Punto anche la sua proposta. "I cittadini devono riprendere possesso dei loro soldi, costringendo una classe politica autoreferenziale a fare marcia indietro. Il modo per farlo c’è: non pagare più le tasse. Se fossi italiano, invece di darla al fisco, parte dei miei guadagni la metterei in un fondo fiduciario - ha sottolineato Luttwak - per ridarla allo Stato solo a due condizioni ben precise: la riduzione del numero dei parlamentari, magari con un sistema monocamerale, e l’allineamento del loro stipendio alla media europea, assai più bassa della vostra".
Fonte: Yahoo

Il suo punto di vista d'oltrefrontiera è significativo e dovremmo tenerne conto. Infatti ecco cosa propone la politica italiana. Si inizia a parlare di ulteriori sacrifici per il popolo. La crisi innescata dai “soliti ignoti” si scarica sul collettore finale, nelle “fogne”, sul popolo, su tutti noi.

"Calderoli; manovra a breve, tagli e sacrifici per tutti".
ROMA (MF-DJ)--"A breve dovremo affrontare una manovra che prevede tagli e strumenti per il rilancio dell’economia. I tagli alle spese comporteranno sacrifici per tutti, a partire da ministri e parlamentari". È quanto afferma il ministro Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord.
Il ministro leghista proporrà anche "un taglio del 5% agli stipendi dei parlamentari e dei ministri" per dare il buon esempio in vista dei sacrifici che comporterà la mini-manovra finanziaria che il Governo varerà per far fronte alla crisi finanziaria internazionale.
Fonte: Repubblica

Se il mondo politico accetterà di tagliare il 5% dei loro stipendi, vorrà proprio dire che siamo di fronte ad un possibile baratro. Il loro taglio è un frattale della gravità della crisi. Comunque non si sente mai proporre qualcosa di nuovo; sempre sacrifici, tagli, rinunce, scarsità, competizione, etc.

Non è da lì che giungeranno le nuove modalità di Vita; è il popolo, ognuno di noi, che dovrà comprendere quanto sviata sia la nostra “direzione di marcia”. E mettere da parte l’egoismo e la legge della sopravvivenza.

Nell’unione e nell’accettazione della nostra Natura divina, sta il bandolo della matassa. Parole vuote? Concetti aridi, sterili, che non portano da nessuna parte? Probabilmente è vero se continueremo a fare finta che siano tutte barzellette per allocchi.

Almeno questo americano ha il coraggio di proporre una “novità”…

  

venerdì 14 maggio 2010

Monsanto vs Api e Amaranto





Ricevo la segnalazione ed aderisco alla pubblicazione di questo commovente articolo sulla moria delle api, che è possibile leggere direttamente in “rete”, in maniera completa, anche qua.

Ecco uno stralcio, dal prologo di Dan Winter:

La scienza è stata chiara nel predire che sono pochi gli anni che separano la morte delle api dalla morte degli esseri umani. Ora sembra che le api da miele siano in via di estinzione su quasi tutto il pianeta.

Finora si pensava che quello che le uccideva fosse un mistero.

Ma ora stanno emergendo prove scientifiche che spiegano molto chiaramente la sequenza di fasi che va dalla diffusione del mais OGM della Monsanto alla morte delle api. In questo scritto troverete riferimenti in abbondanza.

La moria globale delle api non giunse in Brasile fino a quando non lasciarono entrare il mais OGM della Monsanto. Ora è il turno dell’Australia, uno dei pochi posti al mondo che ha ancora delle api sane. Staremo a vedere se seguiranno il malaugurato esempio del Brasile. Vi preghiamo dunque di far avere questo scritto al vostro governo e di sollecitarlo a buttare fuori il mais OGM assassino di api della Monsanto dal vostro paese”.

Sinceramente non ho parole per definire i vertici e le persone che lavorano nella multinazionale chiamata Monsanto; sono certo che la maggior parte di loro è inconsapevole delle politiche devastanti ed immorali che la compagnia porta avanti con fare d’altri tempi. Evito ogni forma di giudizio ed invoco un loro pronto "risveglio".

Oltre alla strage di api, la Monsanto agisce anche in questa maniera con gli agricoltori locali:

"Gli agricoltori del Nord America, già afflitti da problemi economici, ora devono anche temere la “polizia dei semi”. La società bio-tecnologica Monsanto ha al suo servizio la polizia e un bilancio di 10 milioni di dollari per inchiodare gli agricoltori che usano i propri semi,  brevettati secondo loro in "modo improprio", incluso l’utilizzo dell’antica tradizione di conservarli per piantarli l’anno dopo… Secondo la rivista progressista Sojourners (10 aprile 2005), sono stati registrati casi contro 150 agricoltori e contro 40 altre piccole società. La  Monsanto investiga ogni anno circa 500 agricoltori. Finora il gigante bio-tecnologico ha guadagnato più di 15 milioni di dollari dalle cause che ha vinto. Uno sfortunato agricoltore ha anche passato 8 mesi dietro alle sbarre. Se non credete che l’America delle Corporazioni tenga il mondo per i capelli restate sintonizzati per vedere cosa s’inventano la prossima volta. Ho anche letto che sono andati in Sudamerica, hanno trovato delle piante e hanno messo il copyright sul loro DNA; hanno poi multato gli agricoltori del posto che usavano i semi che conservavano da un anno all’altro: semi che erano sempre stati i loro! 

L’umanità è completamente fuori controllo se permette che questo accada".

Nel loro sito italiano, nella home page , troviamo la descrizione “politica” di ciò che garantiscono:

L’attività di Monsanto trova nell’agricoltura il suo riferimento nel senso più ampio del termine. Da oltre 30 anni Monsanto in Italia è a fianco degli agricoltori per aiutarli ad ottenere dalla loro terra sempre di più e sempre meglio. Monsanto presta ascolto ai suoi clienti ed interlocutori prendendone in considerazione opinioni e bisogni, mette in campo le migliori tecnologie per garantire agli agricoltori maggior produttività e redditività nel rispetto dell’ambiente.

E poi gli “impegni” della Monsanto:

Nel 1990 Monsanto annunciava "l'impegno Monsanto", un codice di responsabilità nei confronti dell'ambiente che impegnava la società a "lavorare per raggiungere un'agricoltura sostenibile attraverso l'impiego di nuove tecnologie e l'applicazione di nuove tecniche di coltivazione". Nel 2000, Monsanto annunciava un nuovo impegno basato su cinque principi fondamentali: la ricerca del dialogo con quanti sono interessati al tema delle biotecnologie; una politica aziendale improntata alla trasparenza attraverso la condivisione delle informazioni scientifiche e relative alla sicurezza dei prodotti e sul rispetto delle normative in vigore nei vari paesi; il rispetto per le preoccupazioni religiose, etiche e culturali di tutte le popolazioni del mondo; la condivisione di tecniche di coltivazione e di tecnologie con gli agricoltori dei paesi in via di sviluppo; lo sviluppo di prodotti destinati a portare benefici economici e ambientali agli agricoltori.

Per i più forti di stomaco c’è anche la pagina del “Codice di condotta”.

Intanto possiamo constatare che la Natura non sta con le mani in mano, infatti negli USA, una pianta di nome Amaranto, ha iniziato a “ribellarsi” al trattamento dispotico messo in campo dalla multinazionale in questione:

"5.000 ettari di terreno coltivati a soia transgenica hanno dovuto essere abbandonati dai contadini della Georgia e altri 50.000 sono gravemente minacciati.
Il panico è dovuto ad una “erbaccia” che ha deciso di opporsi al gigante agroalimentare Monsanto, noto come il peggior predatore della Terra.
Questa pianta mutante prolifera e sfida il RoundUp, pesticida totale a base di glifosfato, a cui – secondo quanto pubblicizzato – non resiste nessuna erbaccia.
Fin dal 2004 un agricoltore di Macon, Georgia, città a circa 130 km da Atlanta, si rese conto che alcune varietà di amaranto resistono al RoundUp, con cui irrigava le sue piantagioni di soia…
Al momento l’unica soluzione possibile sembra essere quella di etirpare le erbacce a mano, come si faceva anticamente – ma questo non è possibile se le piantagioni superano certe dimensioni. D’altra parte queste erbe infestanti sono profondamente radicate, difficili da estirpare – è stato così che 5.000 ettari di terreno coltivato hanno dovuto essere semplicemente abbandonati.
Molti agricoltori stanno pensando di rinunciare agli ogm e tornare alla coltivazione tradizionale. Perdipiù, questi semi geneticamente modificati costano di più, e la quantità di raccolto è fondamentale in questo tipo di agricoltura.
È interessante notare che questa pianta “diabolica” agli occhi della agricoltura genetica era una pianta sacra per gli Incas e i popoli mesoamericani, ed è una delle piante alimentari più antiche del mondo. Produce 12.000 semi all’anno, le sue foglie sono più ricche di proteine della soia, contiene vitamina A, C e sali minerali.
 
Così questo boomerang, inviato dalla natura sulla Monsanto, non solo neutralizza questo predatore, ma installa anche una pianta che potrebbe alimentare l’umanità in caso di carestia. Sopporta quasi qualunque clima, tanto in regioni secche quanto in zone di monsoni o terre tropicali; non sembra avere alcun problema con gli insetti né con le malattie.
In francese ‘la marante’ significa ‘la graziosa’; così ora l’amaranto lancia la sfida alla potente Monsanto, come Davide sfidò Golia – e tutti sanno come andò a finire. Una lotta che all’inizio sembrava già segnata....
Se questi fenomeni si riprodurranno in quantità sufficiente – come sembra stia accadendo – presto Monsanto dovrà chiudere bottega. Ma, a parte i suoi dipendenti, davvero dispiacerà a qualcuno?".
Fonte: 13lune


Concludo il presente articolo, pescando da internet questa graziosa pagina di presentazione dell’Amaranto:

Amaranto = amicizia
Lunga è la tradizione che considera l'amaranto una pianta sacra. Il nome ama-ranto deriva dal greco amarantos e cioè "che non appassisce". Di qui il significato attribuito ad esso dai Greci di pianta dell'amicizia, della stima reciproca e più in generale espressione di tutti i sentimenti veri che non dovrebbero mai cambiare con il trascorre del tempo, in quanto eterni e unici. Nella mitologia greca si narra che le Dee amassero essere festeggiate con ghirlande di amaranto; in tale contesto l'amaranto era dunque utilizzato per ottenere protezione e benevolenza. I romani attribuivano all'amaranto il potere di tenere lontana l'invidia e la sventura. Nel periodo '600-'800 l'amaranto veniva utilizzato per ornare vestiti e abiti, in quanto si pensava fosse in grado di donare benessere fisico.

 
Che dire dunque ? Onore e merito a Madre Natura :)

  

giovedì 13 maggio 2010

Quando il vulcano crea la pioggia.





Le piogge che stanno martellando il nord Italia insistono ormai da quasi tre settimane. In maniera pressoché continua, anche in termini di continua diffusione nuvolosa; il clima è molto strano. Io abito nella provincia pavese e, dunque, scrivo per quello che posso osservare sopra a casa mia. La primavera dovrebbe essere un risveglio della Natura in generale, e portare altalenanza di Sole e piogge, per cui può non sembrare molto strana questa continua diffusione nuvolosa. Però, se pensiamo al vulcano islandese che, dalla metà di aprile, ha iniziato ad eruttare polveri nell’atmosfera, sorge qualche riflessione spontanea. Il pensiero va a due dati di fatto che considero attendibili:
  • nella mia zona, nell’ultimo decennio, le diffusioni piovose sono state molto scarse, con la "punta" della grande siccità dell’anno 2003
  • la formazione degli oceani sulla Terra è messa anche in relazione alla copertura del cielo e relative piogge, ad opera del vulcanesimo iperattivo
Quindi la correlazione tra piogge e attività vulcanica non mi sembra molto campata per aria. I media ovviamente non ci aiutano a fare chiarezza. Ho trovato in “rete” una curiosa vicenda che, nel 1815, colpì il globo e anche le operazioni belliche Napoleoniche in corso a Waterloo. Si tratta dell’esplosione del vulcano Tambora, in Indonesia:

"Il 10 Aprile 1815, il mondo intero venne sconvolto da quella che viene considerata la più potente esplosione vulcanica mai registrata nella storia. Ecco a voi il vulcano Tambora, che fa sembrare il Krakatoa un mortaretto.
Il monte Tambora è uno stratovulcano (come lo sono Etna, Vesuvio e Stromboli) che si trova sulle isole Sumbawa, in Indonesia, dove si innalza per 2700 metri. Il vulcano non è solo di interesse per i sismologi ed i vulcanologi, ma sembra essere una fonte importante anche per l'archeologia e la biologia, oltre che attrarre turisti e scalatori da tutto il mondo.
Ma pochi sanno che sotto il vulcano Tambora, che dovrebbe essere vecchio di circa 50.000 anni, c'è una camera magmatica spaventosamente grande, che nel 1815 ha portato ad un'esplosione che ha pochi eguali nella storia delle eruzioni vulcaniche".
A questo link è possibile leggere di cosa si tratta.

Curioso quello che successe nel mondo in seguito a questa tremenda attività vulcanica; la temperatura globale si abbassò di oltre un grado, in Europa ci fu una grave carestia che influì anche sulle campagne Napoleoniche. Si ricorda che cadde circa un centimetro di ceneri in Francia  e si registrò una temperatura estiva di 15 gradi con ripercussioni climatiche prolungate per almeno un anno. 

Ma cosa successe in quel tempo, che ha destato in maniera lampante la mia curiosità?

Che a Waterloo ci furono piogge torrenziali intensissime che durarono giorni e giorni, impaludando le truppe francesi con le loro armi e logistica varia. Le campagne attorno a Waterloo erano delle vere e proprie paludi di fango. Piogge mai viste prima si abbatterono modificando lo scenario della battaglia finale tra francesi ed inglesi. Il grosso delle truppe Napoleoniche non arrivò mai, perché rimase impantanato a pochi chilometri dallo scontro. 

Le piogge furono generate dal cambiamento climatico avviato dal vulcano Tambora.

È solo una mia riflessione, ma guarda caso, non sembra tanto stralunata