domenica 28 marzo 2010

Invertire il flusso della "Luce".





Il nostro funzionamento “logico”, in termini di esseri senzienti, prevede un trasferimento del contenuto dei registri dell’inconscio=immaginazione nella co creazione della realtà manifesta. Siamo di fatto una “matita” magica che scrive il presente; non il futuro ma quella catena di attimi presenti che vanno a delineare il “serpente” chiamato futuro. 
 
Un attimo alla volta. 
 
È solo in quell’apertura “magica” che si cela tra un respiro e l’altro, un battito e l’altro, un pensiero e l’altro che si forgia la Vita percepita. Oramai ce lo stanno dicendo in tutte le “salse”. Il messaggio giunge forte e chiaro. Giunge persino da quella branca della scienza ufficiale, che va sotto il nome di fisica quantistica, che esprime verità confermate. Ma non serve ancora. Non è ancora sufficiente per farci comprendere il profondo significato di simili scoperte. Non basta perché siamo “poco attenti” ed impegnati su  mille altri fronti, ritenuti non più importanti ma semplicemente prioritari rispetto a certi “originali” argomenti. 
 
E via in questa maniera le giornate trascorrono vedendoci sempre alla periferia di noi stessi. 
 
Afflitti da infiniti problemi, compiti, doveri, genuflessioni, storture, amenità, banalità, incombenze, rosari, trafile, beghe, conflitti, sbornie, stress, relax, amori, figli, famiglia, amicizia, tradimenti, divertimenti, corse, sonnolenze, malattie, diversivi, etc. Tutto sembra concorrere a “portarci fuori” da quella serie cadenzata di attimi magici capaci di determinare le “cose”. Per questo motivo si dice “trovare e stare nel proprio centro”, oppure “trovare l’equilibrio”. Noi siamo come computer biologici ultra sofisticati che, adesso, funzioniamo con una logica inversa; siamo stati trasformati in veri e propri “inverter” che prendono il segnale originario, fatto di Luce, e lo negano; proprio come un operatore logico “NOT” che nega il segnale invertendolo. Per cui quando nasciamo, abbiamo contenuto “1” nell’inconscio, l’Antisistema provvede in tutti  modi a mutare la nostra struttura tecnologica interna, trasformandoci in “porte” inverter
 
In questa maniera il “lavoro” di sabotaggio lo facciamo da soli, in grande ed evidente autonomia. 
 
Da qua la parvenza di libertà nella quale l’uomo moderno pensa di avere raggiunto. Non esistono più sbarre alla cella. Non esiste più nemmeno la cella. Esiste un mondo illusoriamente a disposizione con scenari da “calpestare”, ma qualcosa ci autolimita il movimento. Le leggi di Murphy spiegano proprio questa modalità. Esse descrivono un “reame” vibrazionale che, se in risonanza con noi, determina, regola e verifica taluni accadimenti assurdi. Insomma “se qualcosa può andare storto, sicuramente andrà storto”. Questa vibrazione quando si fissa nel nostro inconscio ci caratterizza. La Vita, i progetti, le intenzioni in termini di volontà non potranno nulla contro quelle “verità” auto lesionistiche scritte dentro di noi. E una volta che la frittata è fatta, cosa potremo mai fare per servirla in tavola? Dovremo solo e semplicemente respirare, perché il programma è automaticamente installato e è sempre operativo. Quanti di questi programmi ci lavorano dentro?

Io parto sempre da questa riflessione: “L’uomo e la donna moderni sono felici? Vivono la Vita che avrebbero voluto vivere? Che si auguravano?”. E qua scattano i programmi più disparati; solitamente tendono ad insabbiare, a creare capri espiatori, a dare le colpe ad altri, a dire “che ci vuoi fare?”, ad abituarsi, ad allinearsi, a lasciare perdere, ad evidenziarsi come un pazzo illuso, e sentirsi fuori luogo e per questo subito a rientrare, a far pesare il giudizio degli altri nei nostri confronti.  E dopo qualche minuto, se va bene qualche minuto altrimenti dopo qualche secondo, ecco il risultato finale delle elaborazioni per quel giorno: “Si, sono felice! Ho la Vita che volevo”.
Allora perché quegli strani pre pensieri o retro pensieri di malinconia? Perché qualcosa ci fa giungere sempre uno strano senso di “anomalia” sociale? Come se una parte di noi percepisse chiaramente che “qualcosa non torna”. 
 
Il nostro super Io, la nostra coscienza esiste e, tramite il suo campo vibratorio, non smette mai di infonderci vibrazioni di risveglio. 
 
Ecco da dove provengono quegli strani “aloni” impercettibili che ci accompagnano usualmente. Nella nostra ciclicità non li sentiamo sempre. Paradossalmente quando il ciclo è alto e stiamo bene, non li sentiamo, mentre quando siamo in una fase di “bassa” li sentiamo molto più distintamente. Per cui, qual è la parte del ciclo più viva? Vedete, è tutto alla rovescia. Da ottimi inverter il nostro apparato psico biologico svolge il proprio lavoro in maniera impeccabile. Come scrivevo un paio di giorni fa, noi dovremmo corrispondere al funzionamento di un operatore logico “AND”, il cui funzionamento scrive nella realtà il valore “1” = Luce solo se nell’inconscio c’è scritto “1” e nei registri della volontà c’è scritto “1”; in quel caso, allora, abbiamo una creazione di energia esponenziale e non una semplice somma. Ecco da dove giunge tutta l’energia del Creato. Proprio da un inconscio originale e da una volontà originale dediti alla piena “Luce”. L’esplosione del Big Bang ricorda proprio l’espansione dell’energia frutto di questa “operazione” logica celeste. Il totale eccede la somma delle parti. Da ciò si capisce che il moto perpetuo, non solo è possibile ma è addirittura normale al di fuori della prigione eterea nella quale è stata ingabbiata la nostra immaginazione. A quando una apertura massiva del genere umano?
 
 

sabato 27 marzo 2010

Quella frase in "Indiana Jones ed il regno dei teschi di cristallo".






Nell’articolo scritto ieri (link) si parlava di logica spirituale e logica fisica, ossia di quella programmazione di “serie” che hanno tutti i bimbi, alla loro nascita, di creare in termini positivi e di quella riprogrammazione che, invece, subiscono tutti mentre crescono. 
È come se il nostro operatore “logico” trasmutasse di polarità con il tempo vivendo nelle città dell’Antisistema, per cui si passa da una modalità di co creazione positiva ad una negativa; per negativa intendo una modalità di utilizzo del nostro potere da parte di “altri” in luogo di una modalità di utilizzo del nostro potere in maniera propria. 
Abbiamo visto che è nostra facoltà co creare la realtà percepita, entro la quale fare esperienza,  in maniera tale da trasferire il “contenuto” di quello che è registrato nell’inconscio. 
Infatti come si vede dalle tabelle di “conversione” presenti nell'articolo di ieri (link) ciò che è scritto nei registri della volontà non ha priorità rispetto a quello che è scritto nei registri dell’inconscio. Voglio ribadire questo concetto, perché è basilare nel comprendere che tutto ciò che percepiamo “oggi” è esattamente ribaltato rispetto a quello che “dovrebbe essere”, dove per dovrebbe essere leggete “ciò che avremmo fatto della nostra Vita se fossimo stati lasciati liberi di farlo”. Perché non siamo liberi? Perchè nel nostro inconscio ci "scrive" l'Antisistema. Perché siamo in un sistema monetario che agisce sulle nostre paure di “non potercela fare a vivere senza i soldi”. Soldi che nessuno ci regala. Soldi che i nostri simili tengono gelosamente per sé. Nostri simili che non sentono più nessuna responsabilità per coloro che “non ce la fanno”. Perché? Perché nel tempo siamo entrati in una modalità di egoismo, invidia, competizione, intima gioia nel vedere gli altri nei guai mentre noi gongoliamo su quei “quattro” averi che abbiamo messo via. Il concetto di “roba” Verghiana alla massima potenza. 
Il drogaggio al quale siamo sottoposti dall’Antisistema è totale. 
David Icke lo descrive come la “cospirazione globale”. Vadim Zeland con il concetto dei “pendoli”. Molti altri secondo altri termini. Tutti lo descriviamo come un qualcosa che nasce direttamente da noi. Come una paura talmente enorme da creare “mostri” all’esterno di noi. Parlare e dire di questa cosa provoca disgusto nelle persone. Esse dicono “Ma è possibile che vedi solo complotti e cose sbagliate?”. Lo so, sembra pazzesco ma è così. E con il tempo, man mano che apriremo gli occhi, sarà sempre più evidente. Costoro sono riusciti a farci credere di essere liberi pur essendo ancora ai “lavori forzati”. I bimbi sono i diretti interessati numero uno. Sono il “pericolo” più grande che corre l’attuale stato delle cose. I bimbi lasciati liberi di crescere capirebbero subito, vedrebbero subito, cambierebbero subito la “realtà”. 
Per questo sono “rapiti” dalle Istituzioni in tenera età. 
Un grande problema al quale ci siamo del tutto assoggettati è l’idiozia imperante di fare sempre più a meno del latte materno. Scriverò presto un articolo su questo tema, anzi riporterà il pensiero illuminato di mia moglie. La classe medica, anche in questo caso, è la diretta responsabile dello scempio proposto  a 360 gradi alle madri che hanno appena dato alla luce il loro tenero pargolo. Il latte materno è sempre “disponibile” in Natura perché la Natura è perfetta. In questo caso si può parlare di assoluta perfezione del nostro corpo umano e della Natura materna del Creato. Tutte le mancanze eventuali nascono dalla nostra riprogrammazione e dalle nostre paure. Concludo dicendo, come al solito, che la responsabilità più grande è sempre e solo la nostra. Siamo noi in prima persona che rinunciamo ad una Vita nel Paradiso terrestre, avendolo trasformato in una landa deserta di dolore. I medici descrivono solo il sintomo, sono essi stessi il sintomo del nostro “malessere”. Mettiamoci bene in testa che la perfezione esiste ed è di questo mondo. La malattia, quando c’è, ha un senso biologico ben preciso. Nulla è per caso. Interroghiamoci a mente aperta su queste tematiche. Non esiste solo il dare la colpa sempre ed ovunque, in maniera sistematica agli altri! Questa è una scuola per esseri divini che aspirano alla piena divinità…

“Immagini. Esaminare il mondo e conoscere i segreti del nemico. Porre i nostri pensieri nelle menti dei vostri capi. Fare insegnare ai vostri maestri la vera versione della storia. Farvi combattere al nostro comando. Saremo ovunque. Più potenti di un sussurro, irromperemo nei vostri sogni. Penseremo i vostri pensieri mente dormite. Vi cambieremo Professor Jones. Vi cambieremo tutti da dentro. Trasformeremo voi in noi. Ma la cosa più bella? Neanche vi accorgerete che vi sta succedendo”.
Tratto da "Indiana Jones ed il regno dei teschi di cristallo".

Fantasia o realtà? Signori e signore ecco descritto e spiattellato direttamente nelle sale cinematografiche di mezzo mondo la verità su quello che sta succedendo.

Ma quella frase? “Fare insegnare ai vostri maestri la vera versione della storia”. Un bellissimo cameo. Un messaggio nel messaggio!

 

venerdì 26 marzo 2010

Il Giuda che vive in ognuno di noi.







Da reminiscenze scolastiche ricordo gli operatori logici dell’algebra Booleana; due in particolare mi ispirano quest’oggi: l’operatore “AND” e “XNOR”.
  • L’operatore logico “AND” da come risultato “1” solo se A e B valgono “1”, mentre in tutte le altre varianti il risultato è “0”.
  • L’operatore logico “XNOR” da come risultato “1” solo se A e B sono in fase tra loro, ossia se valgono entrambi “1” o “0”, mentre nelle altre due casistiche il risultato sarà “0”.
L’altra sera sentivo un estratto di conferenza di Bruce Lipton (link), il quale diceva, appunto, che due sassi lanciati in una superficie d’acqua, dalla stessa altezza e con la stessa forza (gravità), dalla stessa altezza, delle stesse dimensioni, ad una certa distanza uno dall’altro, avrebbero generato due centri con onde di propagamento simili, dove per simili s’intende della stessa intensità e “fase”; ossia in questo caso si poteva parlare di effetto di risonanza come risultato finale. Insomma si otteneva un rafforzamento dell’onda totale chiamato “interferenza costruttiva”, mentre se lanciamo gli stessi due sassi in due momenti successivi otteniamo due centri con onde in propagazione non in fase, per cui abbiamo un annullamento dell’onda totale chiamato “interferenza distruttiva”.

Diciamo dunque che in natura questi due processi sono descritti dal funzionamento dell’operatore logico “XNOR”, mentre l’operatore “AND” nel caso di fase tra A e B con valori “0” da come risultato sempre “0”.

Allora penso questo; quando Emile Couè diceva che tra volontà ed immaginazione "vince" sempre l’immaginazione descrive un operatore con una logica spirituale, invece che fisica. Per immaginazione intendeva le facoltà scritte nell’inconscio. 
Questo operatore trasferisce nella realtà percepita il contenuto dei registri dell’inconscio in questa maniera:

La volontà da sola non basta se non è in fase con l’inconscio, infatti essa “funziona” bene in questi casi:

Il succo del discorso è comunque che avviene un trasferimento, una cocreazione della realtà secondo ciò che è scritto nell’inconscio che corrisponde alla nostra "cara" immaginazione. Ora si capisce meglio perché i bimbi sono tanto pericolosi per l’Antisistema, il quale deve necessariamente educarli e riprogrammarli secondo le proprie logiche di controllo.

“L’unione fa la forza”.
 
Couè diceva che la risultante della fase tra immaginazione e volontà non era una somma bensì un prodotto esponenziale; insomma una esplosione di energia.

Il discorso è questo; l’Antisistema necessita del nostro operato per cocreare la realtà che, “egli” deposita prima dentro di noi. Pertanto sembra che noi funzioniamo con una valenza di interferenza distruttiva ( 0 + 0 = 0 ) dove per “0” intendiamo stasi, negatività, buio, ossia disegno pre progettato dell’Antisistema. Invece se potessimo fare in piena liberta, le nostre dinamiche celesti ci porterebbero ad utilizzare l’interferenza costruttiva ( 1 + 1 = 1 ) dove per “1” intendiamo crescita, positività, luce,  ossia disegno pre progettato dal piano divino.

Sembra che l’operatore logico “fisico” migliore, in questo senso, sia proprio “AND”, per il quale abbiamo come risultato “1” = luce solo per trasferimento dall’inconscio del suo contenuto positivo (1) nella realtà.

Il fatto che vinca sempre l’immaginazione è il nostro tallone d’Achille; e questa proprietà descrive a pieno il concetto di libero arbitrio, per il quale tutto può succedere secondo conoscenza e consapevolezza ma anche secondo ignoranza e superficialità!

È tutto nelle nostre “mani”…

Cosa sceglieremo di fare? Sono solo gli umani che fanno girare lfisicamente e "pale" del mondo. Finchè prevarrà la logica del profitto e dell'oblio da maga Circe, non andremo da nessuna parte e la "rana" bollirà lentamente e progressivamente sino all'esaurimento della sopportazione.
Come si descrive in Matrix, su quasi ogni "nave" c'è un traditore che ha barattato la sua Vita per quella degli altri; non è questa anche la figura "leggendaria" di Giuda
E che fine ha fatto Giuda?

Consapevolezza (Jiddu Krishnamurti)

Conoscere se stessi significa conoscere la nostra relazione con il mondo, non solo del mondo delle idee e della gente, ma anche con la natura e con le cose che possediamo.
Questa è la nostra vita, essendo la vita relazione con il tutto. La comprensione di questa relazione richiede specializzazione? Ovviamente no! Ciò che richiede è la consapevolezza necessaria per confrontarsi con la vita nel suo insieme come totalità. In che modo dobbiamo essere consapevoli? Questo è il nostro problema. Come si deve fare per avere quell'attenzione, se posso usare questa parola senza che sembri una specializzazione? Come deve fare uno che vuole affrontare la vita nella sua totalità? Ciò non significa solo le relazioni personali con i vicini, ma anche con la natura e con le cose che possiedi, con le idee, con le cose che la mente produce come illusioni, desideri e così via. Come possiamo essere coscienti di questo processo globale di relazioni? Sicuramente è questa la nostra vita, non è vero? Non esiste vita senza relazione; comprendere questa relazione non significa isolamento. Al contrario richiede pieno riconoscimento e totale consapevolezza del globale processo della relazione. Come si fa ad essere consapevoli? Come siamo consapevoli di qualcosa? Come sei consapevole della relazione con una persona? Come sei consapevole degli alberi, del richiamo di un uccello? Come fai ad essere consapevole delle tue reazioni quando leggi un giornale? Siamo coscienti delle risposte superficiali della mente quanto che delle reazioni profonde? Come siamo consapevoli di qualcosa? In primo luogo siamo consapevoli, (non lo siamo forse?) di una reazione ad uno stimolo, e questo è un fatto evidente; vedo qualcosa di bello e c'è una risposta, quindi una sensazione, contatto identificazione e desiderio. Questo e il processo ordinario, non è vero? Possiamo osservare quello che accade nel momento senza studiare dei libri per farlo. Così è attraverso l'identificazione che abbiamo piacere e dolore. La nostra "abilità" consiste in questa preoccupazione di cercare il piacere e di evitare il dolore, non trovate? Se sei interessato a qualcosa, ti da piacere ne nasce subito una "capacità" immediata, c'è la consapevolezza istantanea di quel fatto, e se si tratta di qualcosa di doloroso quella capacità consiste nel sapere com'evitarlo. Così sino a che cerchiamo un'"abilità" per comprendere noi stessi siamo destinati a fallire, perché la comprensione di noi stessi non dipende da questa "capacità". Non si tratta di una tecnica che sviluppi, coltivi e accresci con il tempo, attraverso un costante affinamento. Questa coscienza di sé si può ottenere solo nell'atto della relazione; può essere sentita nel modo in cui in cui parliamo e in cui ci comportiamo.
Guardati senza nessuna identificazione, senza alcun confronto, senza alcuna condanna, guarda soltanto e noterai che accade una cosa straordinaria. Non solo poni fine ad un'attività inconscia - la maggior parte delle nostre attività sono inconsce - non solo metti fine a ciò, ma sei anche consapevole delle motivazioni della tua azione, senza indagare e senza scavare. Quando sei consapevole vedi il processo globale del pensiero e dell'azione, ma ciò può accadere solo quando non ci sono condanne. Quando condanno qualcosa non lo comprendo, è un modo per evitare qualunque tipo di comprensione. Molti di noi lo fanno di proposito, condanniamo immediatamente, e così pensano di aver capito”.

Fonte: http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/krishnamurti/consapevolezza.htm