Sulla Terra siamo proprio in tanti. Il fattore “replicativo” gioca ormai un ruolo molto importante nella diffusione delle cosiddette “mode”, moderne definizioni del termine più oscuro di “eggregore”. A ben pensarci sembra proprio che una delle specialità dell’Antisistema sia proprio quella di plasmare il “credo” della massa utilizzando due caratteristiche ben distinte ed efficaci:
- la “viralità” del fenomeno
- l’utilizzo della massa a sua insaputa
Cosa significa? Che questa “energia” di controllo utilizza l’effetto esponenziale della trasmissione di un “messaggio”, innescando la “massa” ed utilizzandola come un “lapis” magico. Questa “matita” costituita da tutti noi, ha capacità di “disegno” uniche e assolutamente necessarie per la sopravvivenza del “controllo”. E non serve nemmeno avere una visione spirituale della nostra natura divina per comprendere questo concetto, infatti è sufficiente comprendere il fenomeno anche puramente dal punto di vista “matematico”. Ecco spiegata molto in breve la funzione dei mass media; di questi enormi ripetitori, megafoni, polarizzatori del comune pensiero. Vado al sodo. Ciò che oggi sembra così tanto “pulito” e lontano da certe speculazioni di tipo “occulto”, lo è solo in termini di linguaggio. Ossia utilizzare il termine “moda” o “tendenza” o “stile” o addirittura “cultura” o “informazione” o “legge” è una gabbia relativa alla comprensione limitata del singolo termine. Nella realtà delle “cose” l’operazione effettuata nel tempo è stata di cancellare e riprogrammare l’inconscio della massa. Oggi non si parla più di “incantesimo” ma di “informazione di massa” diffusa, ad esempio, attraverso la televisione; ma non solo, persino il “luogo comune” che ci colpisce in ogni modo attraverso il “passa parola”, perpetrato dalla massa stessa, agisce dall’interno con capacità esplosive, anche se l’origine del fenomeno è sempre un “lavaggio del cervello” ricevuto a priori.
Il linguaggio è un virus
(William S. Burroughs)
Viviamo su un “piano” caratterizzato dal ribaltamento dell’ottica tramite la quale si “giudica”. Il frattale di questa asincronia è rispecchiato nelle epidemie di massa, nella tendenza alla classificazione, nella specializzazione, nella diffusione di apparecchi informatici che isolano e rendono virtuale la “conoscenza” degli altri, nella tipologia di programmi tv come telenovelas infinite, Grande Fratello, gossip, reality, etc.
Anche la scienza e le religioni rispecchiano questo “timbro” di imposizione massiva delle proprie verità di natura “riduzionistica”. La società descrive “curve” che si appiattiscono e “cerchi” chiusi, combatte la diversità, il nuovo, l’evoluzione. Le forme pensiero in auge agiscono da deterrente verso i cosiddetti “contrari”, i quali non trovano spazio o, se lo trovano, vengono dipinti come fenomeni da baraccone ed in questo modo, “bucano lo schermo”.
Il “contrario” gestito in questa maniera rischia di trasmutare negativamente se stesso, improvvisamente gettato nella “mischia” ed infarcito del successo misero dell’incomprensione, ed in luogo di un cambiamento del paradigma avviene invece una classificazione, mediante fagocitazione, del contrario stesso in “nuovo adattato”. E l’incantesimo prosegue indisturbato…
“Un meme è una riconoscibile entità di informazione relativa alla cultura umana che è replicabile da una mente o un supporto simbolico di memoria - per esempio un libro - ad un'altra mente o supporto. In termini più specifici, un meme è "un'unità auto-propagantesi" di evoluzione culturale, analoga a ciò che il gene è per la genetica. La parola è stata coniata da Richard Dawkins nel suo controverso libro Il gene egoista (The Selfish Gene, 1976).
Un meme può essere parte di un'idea, una lingua, una melodia, una forma, un'abilità, un valore morale o estetico; può essere in genere qualsiasi cosa può essere comunemente imparata e trasmessa ad altri come un'unità. Come l'evoluzione genetica, anche l'evoluzione memetica non può avvenire senza mutazioni. La mutazione produce varianti di cui solo le più adatte si replicano; ossia: diventano più comuni ed aumentano la loro probabilità di replicarsi ulteriormente. In fondo, il termine meme è usato per indicare un qualsiasi pezzo di informazione che viene trasmesso da una mente ad un'altra. Questa interpretazione è più simile all'idea del "linguaggio come virus" piuttosto che all'analogia di Dawkins dei memi come comportamenti replicantisi.
« La chiave di ogni uomo è il suo pensiero. Benché egli possa apparire saldo e autonomo, ha un criterio cui obbedisce, che è l'idea in base alla quale classifica tutte le cose. Può essere cambiato solo mostrandogli una nuova idea che sovrasti la sua »
(Ralph Waldo Emerson)
Fonte: Wikipedia
Questo sapere è noto dagli albori del tempo, anzi si perde proprio negli albori del tempo. Volete che non sia stato utilizzato da una certa “energia” al fine di plasmare il proprio “sogno”? Basta osservare il mondo con occhio “staccato”, proprio come si fa, ad esempio, in un momento di relax nel quale ci si estranea completamente dal “peso” dei problemi sociali. Librandosi al di sopra della dimensione “usuale”, attiviamo la nostra capacità di agganciare una frequenza più “alta” nella quale regna lo Spirito. Ci permeamo brevemente nella nostra vera essenza e, da quel punto di osservazione, tutto appare “chiaro”. È una modalità esistenziale che richiede una “attivazione” volontaria, tramite lo spegnimento della mente logica. Cosa succede in quei momenti (ho presente quel lasso di tempo che trascorre dopo l’atto del fare l’amore); che la comprensione naturale si allarga a dismisura e va ad abbracciare il conosciuto con una modalità diversa, omnicomprensiva. Prendiamo anche decisioni importanti in quei momenti, che tuttavia svaniscono al ritorno dal “viaggio”. Perché? Perché ci rimettiamo nello stagno dell’abitudine costellata dal “baco” dei problemi e delle paure quotidiane. Ma queste sensazioni negative da dove nascono? Avete mai provato emozioni di ansia, di dover fare, di essere preoccupati per qualcosa e, mentre vi chiedete “Ma perché sono ansioso?” comprendere che in realtà non c’è nessun motivo? E non appena ci si rende conto di questo, la consapevolezza risulta allargata. È quello un momento magico per approfondire il meccanismo. Momento magico che subito viene quasi sempre sottratto dalle infinite forme d’interferenza alle quali siamo soggetti:
“Nell'occultismo, il termine eggregora o egregora (dal greco per "vegliare", "vigilare"), talvolta definita anche larva astrale si riferisce a una entità che viene creata nel piano astrale attraverso opportune cerimonie come riflesso del subconscio dei suoi creatori. L'uso del termine "eggregora" in questo senso si trova negli scritti di Aleister Crowley. Secondo alcuni filoni dell'occultismo, le eggregore possono essere create anche inconsapevolmente da un pensiero ossessivo e possono nuocere alla persona di cui sono parassite, sottraendole energia vitale. Ne parla Anne Givaudan nel libro "Forme-pensiero", Edizioni Amrita, 2004”
Fonte: Wikipedia
L’utilizzo di certi termini come “occultismo” è stata abiurata dall’Antisistema; il solo pronunciare certe parole ci fa sentire sporchi dentro. Perché? Ecco spiegato brevemente con un esempio tipico, quello appena descritto nella frase precedente, il concetto di “eggregora”.
Cosa significa “occultismo”?
“La parola occulto deriva dal latino occultus (nascosto) e si riferisce alla 'conoscenza di ciò che è nascosto', o anche 'conoscenza del sovrannaturale', in antitesi alla 'conoscenza del visibile', ovvero alla scienza. Il significato moderno del termine è spesso tradotto in modo errato, intendendo 'sapere nascosto', 'conoscenza riservata a pochi' o 'sapere che deve rimanere nascosto'. Per gli occultisti invece si tratta dello studio di una realtà spirituale più profonda che non può essere compresa usando puramente la ragione o la scienza materiale”.
Fonte: Wikipedia
Il solo leggere la definizione più intima del termine cambia la nostra frequenza, vi siete accorti? Dunque occorre capire in profondità che siamo sottoposti in ogni istante della nostra vita a modelli di "impressione" del pensiero che lavorano sul nostro inconscio, programmandoci come macchine, che vengono poi utilizzate per “fare altro”.
Un altro esempio in questo senso è il senso dispregiativo che ormai suscitano nell’opinione pubblica le cosiddette “Catene di S.Antonio”:
“Una catena di sant'Antonio è un sistema per propagare un messaggio inducendo il destinatario a produrne molteplici copie da spedire, a propria volta, a nuovi destinatari. È considerato un tipo di meme. Tra i metodi comunemente sfruttati dalle catene di sant'Antonio vi sono storie che manipolano le emozioni, sistemi piramidali che promettono un veloce arricchimento e l'uso della superstizione per minacciare il destinatario con sfortuna, malocchio o anche violenza fisica o morte se "rompe la catena" e rifiuta di aderire alle condizioni poste dalla lettera”.
Fonte: Wikipedia
Ma da dove viene questa “usanza”, qual è l’origine più vicina a noi? Eccola:
“Le catene di sant'Antonio traggono il proprio nome (nella lingua italiana) dal fenomeno che consisteva nell'inviare per posta lettere ad amici e conoscenti allo scopo di ottenere un aiuto ultraterreno in cambio di preghiere e devozione ai santi (Sant'Antonio è considerato uno dei santi oggetto di maggiore devozione popolare). Negli anni cinquanta del Novecento erano infatti diffuse lettere che iniziavano con "Recita tre Ave Maria a Sant'Antonio" e proseguivano descrivendo le fortune capitate a chi l'aveva ricopiata e distribuita a parenti e amici e le disgrazie che avevano colpito chi invece ne aveva interrotto la diffusione. Ancor più antica è la versione che circolava durante la prima guerra mondiale sotto forma di preghiera per la pace, che fu interpretata da ministri e funzionari di pubblica sicurezza come propaganda nemica da sopprimere”.
Fonte: Wikipedia
Una preghiera per la pace propaganda nemica da sopprimere?
Ecco svelata la funzione di queste catene. Era una funzione a fin di bene non dissimile da una preghiera effettuata dai cari di persone bisognose. La vera origine, secondo me, affonda nei millenni e parte dalla conoscenza che la nostra “intenzione” veicola energia vitale verso il punto osservato. Cioè esprime quella conoscenza cancellata, nel tempo, dall’Antisistema e riscoperta dalla fisica quantistica. L’unico modo per attingere a grosse fonti di energia è di creare una “forma pensiero” o “eggregora” e di agganciarla mentalmente alla massa, al fine appunto di creare e veicolare “energia vitale”. Colui che diffonde questo vero e proprio incantesimo ha uno scopo e coinvolge l’intera “platea” inconsapevole. Lo “scopo” prende corpo man mano che la massa viene coinvolta e che si “piega” all’effettuare anche fisicamente quello che gli viene “imposto” subliminalmente. Quando c’è sufficiente massa critica lo scopo si manifesta dimensionalmente fissandosi nella densità della materia. E siamo unicamente noi, la massa, a permetterlo! Quindi ecco il perché ci è stato “fatto credere” che le Catene di S.Antonio sono solo delle truffe, perché hanno una importanza basilare nella comprensione del fenomeno della catalizzazione dell’energia e dunque nella capacità di “determinare” gli avvenimenti. Il “mezzo” ha queste caratteristiche che, molti uomini, non hanno esitato ad utilizzare per proporre truffe, non lo nego; ma è la comprensione delle potenzialità del “mezzo” che occorre “vedere”… senza demonizzarlo. Perché? Perché noi possiamo determinare il "cambiamento" in un’era precessionale nuova che ci spinge proprio a farlo, che ci incoraggia. Dunque ecco svelato il "pericolo" di cambiamento che sta dietro alla costruzione di una “eggregora” e che incombe su chi l’ha creata e su coloro che hanno contribuito a diffonderla:
Quando la “catena” si ferma, l'energia in “gioco” si riversa sull’origine e sui gangli di diffusione creando un effetto shock o corto circuito. Questa “modalità” non è controllabile al di fuori della sua partenza e non si può fermare.
Siamo noi che facciamo la differenza…
Siamo noi la causa, il mezzo, il tramite, il destinatario.
Il "corto circuito" è proprio quello che sta iniziando a succedere in questi anni.
La "catena" si sta finalmente spezzando...