Uno dei vantaggi del “non capire una mazza di inglese” è, in ambito musicale, di r-ac-cogliere (sentire) il ritmo. Di an-notare il lato del “gusto”, della bellezza del ri-suono. In detto modo, il testo viene meno. E, cosa da non poco, essendo spesso veramente tremendo.
Il risultato è che da “italici” si balla la musica facendo a meno di quello che dice.
E, wow… se non è una figata.