Immagina: ti prendono a calci e pugni e ti lasciano sanguinante a terra. Che fai? Dopo le cure, vai dall’avvocato e fai “causa”, se li hai riconosciuti o c’erano testimoni disposti a giurarlo per te.
Comunque sia ricorri alla “legge”.
In un altro contesto, diciamo in qualche dittatura tutt’ora esistente in Terra, una volta che ti hanno preso a calci e pugni, ringrazi il “cielo” di essere ancora vivo. Ergo? La “legge” in tale situazione esiste ancora, ma è superata dall’intensità della situazione stessa:
sai di essere in una dittatura e sai benissimo che seppure ci sono avvocati e magistratura… è altamente consigliabile farne a meno, poiché servono per mantenere una facciata di apparenza, a livello strategico.
Come se si dovessero “scusare” rispetto a qualcosa o qualcuno che osserva dall'esterno. Come se fossero mantenuti gli estremi ufficiali da trasferire negli annali della cronaca storica, a futura memoria del “prossimo”, quando studieranno quello che “è già successo” nel Paese. Ecco che tale view è, ancora una volta, all’acqua di rose, ossia, si fonda ed affonda sulla considerazione che “il tempo sia galantuomo”.
Anche se, per la verità, è un luogo comune nel quale si c®ede, seppure la storia è “storia”, cioè quella versione delle cose che meglio si adatta in termini di compromesso fra l’essere “già successo” ed il continua a succedere sostanzialmente. In poche parole:
hai sempre fiducia nella “legge”, perché la associ alla giustizia divina, per cui ti illudi che alla lunga i regimi peggiori sulla Terra sono sempre caduti e superati o trascesi dalle circostanze evolutive della specie “umana”.