“I nostri piani si misurano in secoli. Abbiamo un’altra prospettiva…”.
Dune
Ogni “film” aggiunge qualcosa.
Anzi: conferma “qualcosa”. L’AntiSistema. Infatti, “sul lungo termine”, mentre “tutti saranno morti”, qualcuno tirerà le somme, se non proprio le “reti”, correggendo quello che c’è da correggere e confermando quello che è da confermare. Proprio quel “lungo termine” che ogni volta sfugge come se non esistesse nonostante c’è.
Ad esempio, ad ogni giro di tecnologia, in qualunque campo, la “scienza” conferma sempre che “è sicuro” e la “legge” allora ne autorizza l’uso. Sì, ma… domanda:
le lobby, in Parlamento cosa ci stanno a fare?
È ovvio. No? Figurati che sono state anche inserite in un apposito “Albo”, tanto sono compresenti e dunque “previste”. Un’altra assurdità passata per “normale”.
Sul lungo termine “c’è la morte” per via molto probabilmente degli effetti collaterali a lungo termine. Di cosa? Della “società” intera, ovvero, del tutto industriale che scema progressivamente senza lasciare alcuna traccia, se non a livello sostanziale.
La plastica ci mette una “eternità” a scomparire?
Bè: sono novecento anni. Per un “reset” non sono poi così tanti. Senza contare che “magicamente” possono comparire organismi che si nutrono di plastica, come già “promette” il copione.
Nell’AntiSistema sopravvivere significa proprio “tirare fino alla data di scadenza” programmata in quanto a “destino”.
Con la “creazione” che apre e chiude, essendo alfa e omega (anche la “fine” poiché anch’essa va “creata”). Tutto fa proprio percepire che si tratta di un unico immane artificio:
un fuoco d’artificio, come il famigerato ed illusorio, ma essenziale, Big Bang.