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“La nostra memoria si rifà alla storia documentata. Il libro dei ricordi è ancora aperto. E voi qui, adesso, siete la mano che tiene la penna…”.
Operation finale
“Beata” ignoranza.
Il ritmo è vibrazione. La vibrazione, all’eccesso - ovvero all’infinit3 – diventa punto, una fissità come una Stella.
Oppure - apparentemente - scompare, dalla prospettiva di chi “è” ad un ritmo diverso (per forza di cose, “inferiore”).
Tale riflessione comporta tutt3 una serie di conseguenze, assolutamente degne di essere condivis3 anche senza essere Albert Einstein.
Ad esempio, ma (ma) causalmente, 1- vibrazioni diverse significano, potenzialmente e contemporaneamente, diversi mondi, universi, potenziali o meglio differenze di potenziale, nella misura in cui una versione del mondo è più o meno sviluppat3 rispetto al punto zero, che è e rimane il potenziale, 2- dalla vibrazione dipende l’artifizio del “tempo”, poiché, per “assurdo (per eccesso, all’infinito)” il ritmo è talmente frequente da divenire fiss3, ovvero, di annullare ogni e qualsiasi “necessità” artificiale, nel durante, impiegat3 al fine di controllare la Massa sempre più res3 ignar3 d3 ciò che “è già success3” e dunque può solamente continuare a succedere (in assenza di un cambiamento o switch di punto di sospensione)...
Una parola “ben spesa” è, “qua (così)”, un termine lucidamente costruit3 (avente scopo e significato, essendo strategia).
Dunque, la “lingua” - il codice, l’interfaccia del linguaggio comune – è una strategia. Attraverso il luogo comune, che non è solo fisic3, la Massa viene gestit3 ed ivi controllat3.
Come al solito, se (se) sempre “qua (così)”, tale risultato è anche indimostrabile, non tanto perché sia compless3 tale operazione (che è semplicemente logic3), bensì, perché per abitudine la Massa è stat3 trasformat3 in un apparato auto censore.
Inoltre, ogni Autorità preposta all’amministrazione di ogni dibattito/processo, ragiona in maniera “industriale”, andando a difenderne ogni aspettativa, presupposto, interesse, etc.
Il tutt3, ovvio, sempre in maniera “trasparente = indimostrabile”.
Pubblicità “è”:
insieme di notizie, più o meno veritiere, volte a divulgare un prodotto, a far conoscere una persona…
Link
Interessante. Vero? Un “insieme di notizie, più o meno veritiere…”:
e, poi, rischi che qualcun3 venga ad accusare, te, di pubblicare fake news, in Rete.
Se vieni - in pratica, attraverso lo status quo - educat3 in tal modo, di conseguenza, poi, ti comporterai analogamente e, cosa alquanto meschina, continuando a farl3 anche, nel “caso”, negando ogni evidenza.
Ad immagine e somiglianza.
Tali “notizie” sono “volte a divulgare un prodotto, a far conoscere una persona…”:
quindi c’è una strategia, dietro
o, meglio, “a monte”
persino di te/“te”
poiché “qua (così)” sei sempre (in) una conseguenza.