mercoledì 14 luglio 2010

Le trasformazioni individuali e di "branco".




Durante le “strane” vacanze di quest’anno, mi sono limitato a scrivere articoli molto brevi con etichetta “consapevolezza”. È stata questa una formula che mi ha consentito di alimentare ugualmente e quotidianamente il Blog. Ho ricevuto qualche apprezzamento per l’effervescenza di tali veloci mordi e fuggi esistenziali, tanto che, mi chiedo, se valga la pena di scrivere lunghi e profondi articoli, quando la maggioranza delle persone non hanno né il tempo né la voglia di leggere. Dunque? Vedrò il da farsi, anche perché non ricevendo molti commenti, il mio è un lavoro più che altro “psicologico” e di intuizione. Riconosco di non capirne troppo di psicologia di massa a livello di marketing, e di non essere una persona che apertamente si dedica a “sfruttare “ le onde collettive come, ad esempio, una moda. Per cui la cosa migliore è continuare a scrivere “per me”, come se il Blog fosse solo ed esclusivamente un diario personale aperto alla pubblica lettura. Se tento di andare dietro alla massa, la massa mi prosciugherà le forze. La massa è una gazzella che procede a scatti, a balzi qua e la, ma è anche un leone che può fare “male”.

Rimango dell’idea che sino a quando, scrivere, sarà per me una passione ed una missione, dovrò farlo senza guardare in “faccia a nessuno”. Articoli lunghi o corti. Complessi o semplici. Sacri o profani. Nel mio Blog ogni formula trova attecchimento, anche un giorno si e uno no. Essere liberi è anche questo. Scrivere e contraddirsi il giorno dopo. Accorgersene e limare il proprio pensiero. Perché tutto è opportuno alla fine. La formula più terribile è quella dell’indifferenza: quando nessuno legge e nessuno commenta, quando molti leggono e nessuno interagisce, etc.

Il “leone” può fare male anche senza aprire le proprie fauci. A fine settembre sarà un anno che scrivo senza fine di continuità in questo Blog. Sarà una bella soddisfazione per me, sicuro di avere contribuito, allo stesso modo di una goccia nell’oceano, al livello generale di consapevolezza e senso di appartenenza ad un ordine, di molto superiore, di quello che possiamo “credere” in questo momento. Comunque vada sarà un successo!

I cambiamenti personali succedutisi in questo periodo mi porteranno, presumibilmente, a prendere nuove e radicali decisioni a partire da settembre 2010. Con il Sole nel Cuore…

  

L'ubiquo e-Sprit (3)



(cliccare sulla vignetta)
  

martedì 13 luglio 2010

Relazioni energetiche.




Quanto fagocitano i "crocevia" dell’energia di forma pensiero occorsa per decidere “dove andare”? Molto, anzi moltissimo oserei pensare. Nei punti di snodo stradali, così come nei punti focali della Vita, si annidano dense forme di presenza energetica, non sempre positive. Pensiamo anche solo ad un incrocio pericoloso, dove la maggior parte della gente lascia un po’ di ansia o di paura per attraversare, o agli incidenti anche fatali che hanno “colorato” quel punto. Siamo sempre lì. Non vedere non significa che non esiste. I sensi sono fenomeni limitanti, ossia che limitano, che filtrano, solo ciò che “serve” per "sopravvivere" in un mondo denso come il nostro. Il resto a che serve? Proprio così. Come un equipaggiamento di "serie".

Personalmente percepisco sempre più la presenza di “banchi” di energie sottili che si annidano con fare minaccioso o virtuoso. Anche tra le persone esistono barriere oppure aperture. Forse il concetto di antipatia o simpatia deriva proprio da un sensibile anche se inconscio “parallelismo” con gli altri. Come strisciare nell’energia altrui ed averne un significativo “ritorno”. L’energia è ciò che ci fa “andare avanti”, ossia vivere. Una buona energia è sinonimo di buona Vita. Tale energia non è limitata al cibo, ossia a ciò che introduciamo in corpo, o all’attività fisica, ma anche e proprio all’interfaccia strutturale che ci lega al resto degli individui. Possiamo avvicinarci ad una persona e perdere energia o guadagnarla, apparentemente senza fare nulla. Proprio così. Anche i luoghi possono avere lo stesso effetto; luoghi “sani” o “malsani” dal punto di vista “sottile”.

Per capirlo ed aprire le porte della percezione e della consapevolezza, basta “osservarsi”. Dove siamo andati oggi? Chi abbiamo visto? E come stiamo adesso?

Semplice ed efficace come fare due più due. La cosa bella è che il risultato da sempre esattamente quattro, anche in questo ambito ufficialmente “non esistente”.