mercoledì 28 aprile 2010

Scrivere in noi con la disciplina.





“Al contrario di quelli positivi, i messaggi negativi o confusi vi hanno integrati in un sistema di valori che vi ha costantemente ostacolati e indeboliti. Avete stipulato con voi stessi contratti patologici che vi hanno impedito di disporre liberamente della vostra Vita. A partire dalle condizioni familiari negative non era facile sognare un futuro promettente né pensare di poter essere all’altezza dei propri sogni. Avete creduto di non essere degni d’amore, avete dubitato di voi stessi e degli altri. Come risultato di tutto ciò provavate sentimenti di:
  • vergogna
  • paura
  • tristezza
  • dubbio
  • rifiuto
Nel tentativo di trovare un modo per gestire pensieri e sentimenti tanto sgradevoli forse diventaste meno espansivi, forse vi ribellaste, forse vi chiudeste sempre più in voi stessi.
Diventando adulti, i sentimenti e le esperienze emotive della bambina o del bambino che siete stati, sono diventati la vostra eredità, il vostro patrimonio”.
Da “Perché non riesco a essere come vorrei” di Joan Rubin-Deutsh

Di queste caratteristiche negative sviluppate inconsciamente, ossia contro la nostra volontà, il dubbio è quell’elemento conflittuale che, giunti ad uno degli innumerevoli bivi a cui la Vita ci conduce inesorabilmente, ci lascia senza direzione, senza capacità decisionale.
 
Nel dubbio rimarremo fermi davanti al bivio, senonchè le spinte direzionali inconsce, che dipendono dalle dinamiche sociali, ci spingeranno per “forza altrui”, per inerzia, verso una direzione massiva; come una pecora con il gregge. Il dubbio si inzuppa della paura, del passato che sentenzia.

Al fine di procedere secondo la propria “spinta”, occorre rinverdire molte capacità sepolte, diverse dalle solite, diverse dall’uso e dalla consuetudine a cui ci siamo abituati

Una su tutte la disciplina.

La disciplina ci permette di seguire una traccia che abbiamo “ragionato” in termini di volontà. Volontà che soggiace allo strapotere dell’inconscio. Inconscio che emana “direttive” che non sappiamo più comprendere, perché risalenti alla nostra infanzia dimenticata. Attraverso la volontà del ragionamento logico e dell’esperienza negativa trascorsa, è possibile costruire un “piano” strategico per “cambiare”. Il piano elaborato sarà composto da regole ben precise e strette. Tali regole costituiranno uno scheletro assolutamente funzionale, perché basato su logica ed esperienza. 

Solo tramite la disciplina potremo seguire tali regole. In assenza di ferrea disciplina non riusciremo a mantenerci sulla via illuminata dal nostro potere e, regolarmente, sbanderemo o sbaglieremo percorso, deviando secondo ciò che è scritto nell’inconscio. Seguire con disciplina ciò che vogliamo comporta la formazione di nuove sinapsi nel cervello. Tali sinapsi si affiancheranno a quelle già esistenti e contenenti i “contratti” negativi che abbiamo stipulato nel passato. Le varie strutture di sinapsi possono coesistere anche per tutta la Vita, per cui possiamo rimanere a “rischio” se non ci manteniamo nel percorso che abbiamo delineato. Sino a quando le vecchie sinapsi non verranno smantellate avremo sempre una spada di Damocle pendente sopra alla testa

Questo pericolo latente non è una punizione, semmai proprio un monito ad essere disciplinati.

A seguire costantemente la “rotta” tracciata con ferrea volontà, sino a quando la volontà non si trasferirà a livello di inconscio. A quel punto la nostra volontà corrisponderà a quello che c'è scritto dentro di noi, per cui non avremo più problemi a manifestarla con regolarità. Il potenziale sarà evocato e si trasferirà nei piani dimensionali percepiti. Da quel momento sarà istintivo seguire la “traccia”.

Questa riflessione nasce spontanea, oggi, a seguito di vicissitudini esistenziali. Consiglio a chiunque di applicare la disciplina della disciplina come lume, fiamma del nostro divino potere.

 Avete presente la scena nel film "L'ultimo Samurai", in cui la donna versa il the? Quella è disciplina e spiritualità fuse insieme.

Meraviglia.
 
 

martedì 27 aprile 2010

Postura e Kundalini.





Prosegue il nostro viaggio nelle “regioni” Kundalini. Questa è la quarta tappa, le altre si possono trovare qua.
 
I sintomi della liberazione.

La liberazione di Kundalini in una persona non sufficientemente purificata e preparata spiritualmente viene considerata prematura e causa vari sintomi. A brevi periodi di accentuata consapevolezza, di beatitudine o di illuminazione, possono seguire periodi di estrema apatia o di depressione, comportamenti anomali, malattie inspiegabili, perdita o labilità della memoria, sensazione di disorientamento nei confronti di se stessi, degli amici, del lavoro e del mondo in generale. Se viene colpito il fegato, la pelle acquista un colore giallastro, quasi sporco, a causa della liberazione di energie negative, oppure può capitare che in alcune zone l’epidermide diventi rossastra, bluastra, o assuma altre tonalità collegate alle concentrazioni energetiche caratterizzate da differenti vibrazioni di base (a ogni vibrazione di base corrisponde una tonalità di colore). 

La persona può avere un aspetto invecchiato, stanco o malato, eppure sembrare ringiovanita e piena di vitalità solo poche ore dopo, oppure esattamente il contrario. Un altro segno della liberazione prematura di Kundalini è il colore bluastro delle unghie degli alluci, derivante dall’eccessiva attivazione delle zone riflessogene degli alluci connesse alla ghiandola pineale.

A tratti si possono percepire le vibrazioni che accompagnano il rilassamento dei muscoli e la liberazione di ulteriore energia verso le terminazioni nervose, nonché una sensazione di pienezza o di pressione interne paragonabili a conati di vomito tesi a liberare l’energia eccessiva. Possono avere luogo emorragie nasali. In casi stremi, Kundalini può causare la lacerazione dei tessuti. Possono verificarsi movimenti involontari o tremori; le malattie eventualmente provocate dalla purificazione Kundalini possono spesso essere curate attraverso la modificazione del modello energetico. Attenzione: è necessario consultare un medico nel caso tale modificazione non abbia esito positivo e ogniqualvolta provochi seri disturbi alla salute. 

Ogni soggetto presenta sintomi diversi collegati all’ubicazione particolare dei suoi blocchi e delle concentrazioni di energia. È quindi difficile prevedere le reazioni individuali. Kundalini può essere paragonata, quando se ne liberano contemporaneamente più ondate, ad un innaffiatoio da giardino completamente aperto: se la colonna vertebrale è libera e diritta, l’energia scorre senza incontrare ostacoli fino alla sommità del capo; mentre se la colonna è bloccata, curva o piegata, il suo fluire viene arrestato o impedito, causando la deviazione dell’energia verso la zona più vicina, come accade, ad esempio, a una persona la cui schiena presenta una curva lombare troppo accentuata che devia l’energia verso il ventre e il plesso solare, causando in tal modo emozioni intense (figura 1). La presenza di un flusso prolungato può determinare disturbi psichici, problemi allo stomaco o addirittura ulcere. Se l’energia si blocca all’altezza del petto la persona accusa i sintomi dei disturbi cardiaci (figura 2). Un blocco all’altezza del cervello provoca la perdita della memoria e/o aberrazioni mentali (figura 3); il flusso corretto è visibile nella rappresentazione in figura 4.

A causa della varietà dei sintomi possibili e della carenza di informazioni su Kundalini, generalmente si compiono errori nell’individuazione dell’origine della liberazione errata o eccessiva. Talvolta le persone che ne soffrono sono ritenute ipocondriache, poiché credono di essere malate senza esserlo veramente. Questi soggetti possono avere la sensazione di essere prossimi alla Morte e, contemporaneamente, sentirsi in forma, sperimentando uno stato confusionale tipico di chi non è preparato a una liberazione eccessiva di Kundalini. 

Gli equivoci possono rallentare il processo di purificazione e causare preoccupazioni e problemi per lungo tempo. Possono comparire e scomparire sia brividi e colpi di calore analoghi a quelli  che accompagnano la menopausa, sia poteri psichici; sono inoltre comuni gli sbalzi d’umore, i cambiamenti nell’atteggiamento o nell’alimentazione e nelle preferenze di stile e di colore. In alcune persone possono verificarsi i sintomi della schizofrenia, nel caso Kundalini liberi energia dalla personalità della loro Vita passata, una forza intensa ma incompleta forse perché mancava un contatto effettivo, da integrare in un’altra Vita, tra l’Anima e la personalità stessa, che pertanto rimaneva isolata. Kundalini tenta di purificare tutti i ricordi repressi di tipo fisico, emotivo e mentale, le esperienze traumatiche come quelle estatiche. È possibile rivivere esperienze dell’infanzia o di Vite precedenti sia spontaneamente che attraverso la meditazione. Le esplosioni di energia, gli eccessi d’ira immotivati, le fantasie sessuali pervertite o i sentimenti meschini fanno parte di "demoni"personali invisibili che affiorano alla luce attraverso la purificazione Kundalini

Non bisogna temere di affrontare i ricordi chiusi dentro di noi. Dopo l’eliminazione di tutti i blocchi l’energia Kundalini scorre libera, affinando le cellule e permettendo al prana, l’energia divina universale, di penetrare il sistema in maniera pura e forte.

(Materiale tratto dal libro di Genevieve Lewis PaulsonKundalini e Chakras” ).

 

lunedì 26 aprile 2010

I pensieri boomerang descritti dagli specchi dell'energia del tutto.




                


“I neuroni specchio saranno per la psicologia quello che il dna è stato per la biologia” - Vilayanur S. Ramachandran

Parlando in termini della scienza dello Spirito, ossia di quella scienza unitaria che deriva e mantiene ancora intatto il rapporto con il “tutto” e da cui “pende” per “separazione” ogni altra scienza umana “riconosciuta ufficialmente”, ci si imbatte spesso nel concetto di specchio

Sembra che ogni nostro atto sia riflesso dagli altri. 

E questa sembra proprio una legge, una regola, un costrutto di base della Natura dell’Universo. Nella più “quadrata” dinamica, un ramo della meccanica, hanno da tempo scoperto il concetto di azione e reazione:
 
Terzo principio
Legge III; ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
Se qualcuno spinge una pietra col dito, anche il suo dito viene spinto dalla pietra. Se un cavallo tira una pietra legata ad una fune, anche il cavallo è tirato ugualmente verso la pietra: infatti la fune distesa tra le due parti, per lo stesso tentativo di allentarsi, spingerà il cavallo verso la pietra e la pietra verso il cavallo; e di tanto impedirà l’avanzare dell’uno di quanto promuoverà l’avanzare dell’altro.
Se un qualche corpo, urtando in un altro corpo, in qualche modo avrà mutato con la sua forza il moto dell’altro, a sua volta, a causa della forza contraria, subirà un medesimo mutamento del proprio moto in senso opposto. …
A queste azioni corrispondono uguali mutamenti, non di velocità, ma di moto. Questa legge è anche nota con il nome di principio di azione e reazione.
Fonte: Wikipedia

Questo principio descrive proprio il concetto di specchio e riflesso. E poi cosa sappiamo? Che esiste una certa “letteratura” spirituale che ci narra di specchi Esseni; sette livelli di specchi che ci descrivono attraverso il nostro comportamento. A questo livello si può “muovere” il Karma, ossia quella memoria connaturata che è sottesa oltre al tessuto dello spazio tempo e che ci “segue” proprio “grazie” alla facoltà intima della creazione, di “riflettere”. Il Karma è “ancorato” a livello del corpo mentale e, attraverso i fili o la ragnatela intessuta nei cicli vitali, interagisce come una sorta di tutor “silente” con lo scorrere delle vicissitudini esistenziali.

Se ci osserviamo in una vetrina di un negozio, ad esempio di una piccola gelateria, potremo notare moltissimi livelli di profondità ed interazione, di specchi e riflessi; vedremo a “strati”:
  • la nostra immagine
  • l’immagine dei clienti che ci danno le spalle o ci guardano
  • l’immagine di coloro che stanno dietro al bancone
  • l’immagine di coloro che lavorano il gelato oltre i vetri del locale
  • l’immagine di coloro che passano in strada
  • le immagini dei veicoli in movimento
Oltre a questi “strati” infiniti, potremo tracciare anche ciò che gli occhi osservano e “rimbalzano”, le intenzioni, gli stati d’animo, le sensorialità degli “attori”; tutto interlacciato dalla proprietà dell’energia condensata in materia, nella fattispecie in forma di vetrina, di vetro lavorato.

Poi abbiamo il concetto di “porgere l’altra guancia” di derivazione Cristica, che ci fa comprendere come questa realtà di azione e reazione, possa essere interpretata in ottica “nuova”, diversa; senza andare a riflettere un gesto “sgradevole” subito, senza generare nuovo Karma per chi ci ha “offesi”. Anche il concetto di non giudizio va in questo senso, riconosce che esiste questa proprietà, di ciò che ci circonda, di rimandarci indietro ciò che abbiamo generato tramite il nostro “operato”. Nella “Matrix divinaGregg Braden evidenzia anch’esso queste caratteristiche Universali. 

Ricordiamo anche la saggezza dei proverbi o reminiscenze di antichi insegnamenti spirituali:
  • “Giudica e sarai giudicato”
  • “Scagli la prima pietra chi è senza peccato”
  • “Semina vento e raccoglierai tempesta”
Non vi è nessuna necessità di un “giudice” supremo, perché il concetto divino di giustizia è “impastato” a regola d’arte nell’energia che il tutto compone; negli ingredienti che ci contraddistinguono c’è tutto. 

I due macro “contenitori” del Karma e del libero arbitrio, determinano lo “spazio” entro il quale noi possiamo muoverci; senza incarnare essi stessi un concetto di limite o di marginazione del nostro “moto”, ma adattandosi elasticamente al nostro grado di comprensione e di consapevolezza. Le famose “colonne d’Ercole”, infatti, incarnano una modalità dinamica di tracciatura del “confine”, il quale è inteso come quell’orizzonte che descrive l’attualità del nostro cammino, del nostro status quo, del “dove siamo adesso”. Il confine, l’orizzonte ha proprio una funzione di maturazione, di leva, verso l’osservazione con tutto il nostro sistema unificato degli emisferi cerebrali: logica ed analisi che si somma a fantasia e immaginazione.

Gli “abbassamenti” della linea dell’orizzonte, accaduto nelle grandi città, ha infatti generato problemi agli occhi, i quali si sono adattati a non andare oltre alla presenza degli edifici più alti. Ovvio che gli occhi hanno introdotto nel nostro modo di esistere in città, anche gli stessi limiti nella percezione del chi “crediamo” di essere, proprio per un concetto sempre di specchio e riflesso.

La scienza “ufficiale”, da qualche anno, ha scoperto l’esistenza dei neuroni specchio, guarda caso:

“I neuroni specchio (detti anche mirror neurons o neuroni mirror) sono una classe di neuroni che si attivano selettivamente sia quando si compie un'azione (con la mano o con la bocca), sia quando la si osserva mentre è compiuta da altri: in quest'ultimo caso, i neuroni dell'osservatore "rispecchiano" ciò che avviene nella mente del soggetto osservato, come se fosse l'osservatore stesso a compiere l'azione. Alcuni scienziati considerano la scoperta dei neuroni specchio una delle più importanti degli ultimi dieci anni nell'ambito delle neuroscienze”.
Fonte: Wikipedia

A me sembra sempre di “osservare” lo stesso fenomeno descritto, in precedenza, da altre “branche” della scienza “non riconosciute”. Certo! Perché la scienza è nella sua intima profondità, la Scienza che deriva dall’Uno, dall’unità, dall’intero che, tempo fa, è stato frammentato ad opera di quelle forze predisposte per assisterci nella “caduta”. Forze che, oggi, stanno iniziando ad essere  “riassorbite”, perché il senso della spinta energetica animica umana si è invertita; il processo, il ciclo è tale per cui stiamo generando forze di unità, di coesione, di gruppo.

Lo so che non si vede ancora, ad “occhio nudo”, questa profonda e basilare dinamica dei nuovi tempi, ma tant'è! Noi lanciamo dei boomerang nello spazio tempo: ogni nostro pensiero lo è! Ed alla fine ogni “nodo giunge al pettine”. Quando lo capiremo senza ombra di dubbio?