Citazione iniziale tratta da “Bee Movie”.
Ignorando i limiti imposti da ciò che i sensi hanno condizionato a credere, sarebbe possibile anche “volare”. Di certo non come un’ape o un uccello, ma sicuramente di un “volo” si tratterebbe. Il cosiddetto volo di fantasia trascende, appunto, ogni legge fisica conosciuta; ma un simile atto non è riconosciuto ufficialmente come “reale”, dunque non esiste e non può essere portato come prova delle nostre capacità extrasensoriali naturali. Eppure quando si utilizza la fantasia, la creatività, l’immaginazione, non ci si limita a “disegnare castelli per aria”. È solo che l’uomo non ricorda di avere compiuto simili "acrobazie" con i pensieri e le emozioni creative, e non è in grado, dunque, di rendersi conto che, alcuni fatti reali succedutigli più avanti nel tempo, sono solo la diretta conseguenza di taluni voli pindarici ritenuti meramente immaginari. L’uomo non crede a questa possibilità, eppure questa possibilità è l’unico modo per co creare questa dimensione. L’uomo che allontana da sé questa “fantasia”, a causa di un sistema di indottrinamenti indotti, subìti nel tempo dall’intero ecosistema sociale, non si accorge che il suo futuro, viene scritto da un altro volere esterno a lui, ma che solo con il consenso indiretto dell’uomo stesso può succedere, perché questa è una legge dell’Universo. Questa legge afferma proprio che ognuno di noi è il co creatore della propria realtà. Tale legge è chiamata legge d’attrazione e prevede che noi siamo i magneti attorno ai quali ruotano le “energie” condensate di quello che i nostri pensieri ed emozioni polarizzano usualmente. L’intero genere umano funziona in questa maniera, solo che non lo sa più e/o non lo crede possibile. Per questo motivo si dice nell’ambito spirituale che “l’uomo dorme” o “sogna”. È come sostenere che un figlio che nasce nove mesi dopo un rapporto amoroso, non è direttamente attribuibile all’atto amoroso stesso; quell’atto è chiaramente un frattale di quello maggiore che esprime la legge d’attrazione. Ricordiamo sempre che la natura dell’Universo è frattale ed olografica, tra le altre sue caratteristiche:
- frattale = “forma” che si ripete nella sua struttura allo stesso modo su scale diverse
- olografica = rappresentazione tridimensionale di una “forma” proiettata che divisa in ogni sua parte contiene sempre l'intera informazione
Volontà e immaginazione.
Se sfogliamo un dizionario e cerchiamo il significato del vocabolo volontà, ci imbattiamo in una definizione simile alla seguente: “Facoltà di determinarsi liberamente a certi atti”. Noi accettiamo questa definizione come vera, inattaccabile. Ora, nulla è più erroneo!
Questa volontà che noi rivendichiamo così fieramente cede sempre il passo all’immaginazione. È una regola assoluta, che non soffre nessuna eccezione. Per convincervene, aprite gli occhi, guardatevi attorno e cercate di comprendere quanto vedete.
Vi renderete conto che ciò che dico non è una teoria campata in aria, frutto di un cervello malato ma la semplice espressione di ciò che è! Supponiamo di porre sul suolo un’asse lunga dieci metri e larga venticinque centimetri: tutti saranno capaci di percorrerla da un capo all’altro senza mettere il piede fuori di essa. Cambiamo le condizioni dell’esperimento e supponiamo che l’asse sia posta all’altezza delle torri d’una cattedrale: chi mai sarà capace di avanzare d’un solo metro per questo stretto cammino? Forse voi? No, senza alcun dubbio. Appena fatti due passi vi mettereste a tremare e, malgrado tutti gli sforzi della vostra volontà, cadreste. Perché non cadete se l’asse è posta sul suolo e perché cadete se essa è sollevata? Semplicemente perché nel primo caso voi immaginate che sia semplice percorrerla tutta, mentre nel secondo immaginate di non poter farlo. Per quanto la vostra volontà di avanzare sia forte, se immaginate di non poterlo fare, sarete nell’impossibilità assoluta di farlo. Se alcuni individui sono capaci di compiere quest’azione è perché immaginano di poterla compiere.
La vertigine non ha altra causa se non l’immaginazione che noi creiamo di dover cadere: questa immagine si trasforma immediatamente in atto, malgrado tutti i nostri sforzi di volontà, anzi, lo fa tanto più rapidamente quanto più i nostri sforzi sono violenti.
Fonte: “Il dominio di se stessi” di Emile Couè