domenica 13 dicembre 2009

L'Antisistema descritto da Stuart Wilde.






La maggior parte delle organizzazioni e delle strutture del mondo che vi circonda è concepita per portarvi via il vostro potere Personale. Questo libro serve da magnifico e impressionante piano di battaglia, per mezzo del quale imparerete ad aumentare il vostro potere e a riacquistare il controllo assoluto della vostra vita. Le strutture politiche, sociali e finanziarie che oggigiorno ci sono imposte, furono concepite centinaia, se non migliaia di anni fa. La funzione di tali strutture è quella di influenzare e controllare la gente, in modo da poterla manovrare per sostenere il sistema. Ora avete raggiunto un punto nella vostra vita in cui avete abbastanza coraggio, forza interiore e carisma per opporvi a questa manipolazione e riacquistare il controllo. Spogliandovi del peso delle credenze altrui, diventate liberi. Dovete far conto solo sulle vostre forze. Questo è l'unico vostro vero cammino spirituale. Tutto il resto è solo una stazione secondaria che vi serve mentre acquistate abbastanza fiducia da cavarvela da soli. Dovete riprendere il vostro potere e dovete farlo in fretta. Tuttavia, non potete ottenere uno “slancio di forza” per mezzo dello scontro. Non si ottiene mai nulla facendo esplodere il municipio. La via del saggio è quella di disciplinarsi e di riprendere il proprio potere, poi attendere mentre il sistema si esaurisce, il che succederà. I commissari di potere del mondo hanno creato un sistema che sta sbandando all'impazzata. Nel tentativo di schiavizzare il mondo con i debiti, queste persone hanno stampato così tanta carta moneta fittizia che il sistema è sull'orlo del fallimento. Quando ciò succederà, le cose cambieranno in meglio: l'uomo avrà il suo momento e le persone intuitive, affettuose e premurose erediteranno la Terra. Tutto quello che dovete fare è aspettare e, nel frattempo, lavorare su voi stessi”.
Fonte: “Affermazioni - Come espandere il proprio potere e riprendere il dominio sulla propria vita”  di Stuart Wilde

sabato 12 dicembre 2009

Sul "potere" e la pensione.






"Negli ultimi venti anni abbiamo assistito al progressivo dilatarsi della dimensione della finanza globale, fino ad essere del tutto svincolata dalle esigenze dell'economia reale: con un ribaltamento di paradigma, la finanza da ancilla e' divenuta domina" lo ha detto il Presidente Emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nel messaggio video con cui ha voluto partecipare ai lavori del convegno delle Fondazione Italcementi, a Bergamo".
Fonte: http://it.finance.yahoo.com/notizie/crisi-ciampi-finanza-non-domini-economia-reale-agixml-77db4ec68818.html?x=0

Vorrei fare delle riflessioni su certi uomini di potere che, per raggiunti limiti di età, si “fanno da parte” ritirandosi nell’intimità della propria coscienza per trascorrere l’ultima parte di questa, ritenuta, unica vita. Ogni uomo che corrisponde a questa tipologia descrittiva, tramite il proprio “allontanamento” porta con sé tutto il contesto nel quale s’è “fasciato” o “bagnato” per molti anni della propria esistenza. Ora, mi chiedo, esistono soggetti che sono al corrente di quello strato della verità che ai più sfugge perché talmente celato da risultare invisibile, inviolabile, inosservabile, impossibile. Queste persone sono al corrente delle dinamiche, delle decisioni, delle strategie, delle ideologie, dei sistemi, di aziende, nazioni, società segrete, associazioni, etc. che, per anni, hanno coinciso con il proprio credo ed il proprio “centro” esistenziale. Coloro che hanno fatto carriera in questi “organismi” e che hanno avuto ruoli di leadership assoluta, prima o poi si trovano nella situazione di “doverne uscire”. Ovvio che il mio pensiero va a tutti quei soggetti che sono stati a capo di “organizzazioni” d’ogni tipo in ogni ambito del business e/o del “controllo”. Siano essi politici o amministratori, generali o presidenti, ceo o capi, sono sempre uomini che, ad un certo punto, il tempo provvede a “rimuovere” dai loro incarichi. Non è sufficiente avere avuto il comando per 60 anni di fronte allo scorrere del tempo, perché esso passa indistintamente per tutti. Quando viene il giorno che annuncia il proprio “ritiro”, persino ogni uomo di potere lascia quel posto che sembrava essere “una sol cosa” con l’uomo stesso. Non dal giorno dopo, ma dopo qualche anno dal ritiro cosa succede nella mente, nella coscienza di queste persone? Cosa può succedere mi chiedo? E portandoci più avanti nel tempo ancora, quando la vecchiaia diventa realtà? E nella malattia? Nella sofferenza? Nello scorrere della Vita? E di fronte alla morte? Accidenti, la cosa si fa seria secondo me.
Partiamo da questo fatto assodato: nel mondo c’è parecchia ingiustizia.
Un uomo di “sistema”, che si è ritagliato un posto nei suoi ingranaggi e ne ha, per questo, avuto ampi benefici; un uomo che è stato chiamato a mentire, ad insabbiare, a voltare la propria attenzione lontano da certi accadimenti, a fare finta di nulla, a prendere decisioni palesemente contro lo spirito umanitario che dovrebbe reggere le proprie virtù, che ha accettato la corruzione, le tangenti, ha nascosto per questo la verità al mondo, ha accettato di camminare, cenare, pranzare, giocare con altre persone ree di avere compiuto uccisioni, violenze, angherie, ha barattato il proprio senso della giustizia con il senso egoico di vivere oltremodo bene alle spalle degli “altri”… un uomo simile cosa può pensare negli ultimi anni della propria vita, negli ultimi attimi della propria vita? Da quali tormenti sarà attraversato? Avrà tormenti oppure si sentirà ugualmente in pace con se stesso secondo la visione della propria verità?
Spero di essermi spiegato in questa lunga “trama”; intendo riflettere su uomini di comando che abbiano permesso il protrarsi dell’attuale paradigma basato sullo sfruttamento ad ogni costo per perseguire un profitto o il “controllo”, andando contro persino alla propria formazione etica e morale naturale. Uomini che prima o poi si troveranno soli con se stessi a riflettere! Uomini che hanno barattato se stessi per un pingue conto in banca, uomini che hanno anche solo sempre saputo quello che succedeva ma che si sono adeguati senza mai, in realtà, “andare contro”, uomini vinti dalla paura di “morire”, uomini deboli e comprabili.
Sarà sufficiente rilasciare una frase generica davanti ai media, come illustre pensionato, per “ovviare” ad anni di “malessere”?
Non intendo processare nessuno sia ben chiaro, perché io non ne ho il diritto pur essendo parte in causa, avendo vissuto le conseguenze di tutti quegli anni di “cattive decisioni” di queste persone. Allora perché mi sono “brigato” a scrivere di questo argomento? Non di certo per inveire oppure per scaldare gli animi, bensì per la curiosità di riuscire a comprendere “cosa succede in queste persone, in queste anime coraggiose che hanno detto “si” alla proposta spirituale di fare da specchio per l’intera umanità ammalata”. Cosa succede negli ultimi momenti della loro attuale esistenza a queste persone? Veri e propri attori della Vita dimentichi di chi in realtà “essi siano”. Allora cosa succede nelle loro profondità? Riescono a padroneggiare il dialogo con la propria anima? Oppure muoiono nelle sofferenze più atroci dei sensi di colpa? Oppure ci lasciano senza nemmeno colpo ferire? Come al solito avremo casi per ogni famiglia analizzata e, dunque, la mia domanda è fine a se stessa. Dipende, dunque, dalla personale evoluzione spirituale, dal Karma accumulato, dal tipo di “missione” ricevuto… 



"Willem Frederik Duisenberg più conosciuto come Wim Duisenberg (Heerenveen, 9 luglio 1935 – Faucon, 31 luglio 2005) è stato un banchiere, politico ed economista olandese. È stato colui che ha pilotato – come primo presidente della Banca Centrale Europea (BCE) – l'entrata in vigore dell'Euro, la moneta europea. La sua morte è avvenuta in circostanze drammatiche: è stato infatti trovato privo di vita – ufficialmente "per annegamento in conseguenza di un infarto" – nella piscina della sua villa di Faucon, vicino ad Orange (Francia), dove si trovava in vacanza.
In qualità di primo governatore della BCE scelse i primi tagli di euro emessi che portano la sua firma.
Inizialmente keynesiano convinto, Duisenberg ha leggermente rivisto nel corso della sua carriera di banchiere ed uomo politico le proprie vedute in materia economico-finanziaria".
Fonte: Wikipedia


Prendiamo ad esempio questo uomo di potere; muore in circostanze misteriose dopo le sue dimissioni; e dopo avere manifestato “agitazioni” personali un po’ troppo pericolose o perlomeno ambigue dal punto di vista dell’Antisistema:

 
"Quando l'ex Ministro dell'Economia italiano Giulio Tremonti propose di sostituire le monete da uno e due Euro con delle banconote affermò che sarebbe stato possibile ma che, se l'Italia avesse preso questa decisione, avrebbe perso i diritti di signoraggio sull'emissione delle monete a vantaggio della Bce. Duisenberg è stato sposato con l'attivista politica Gretta Duisenberg, la cui proposta di una raccolta di sei milioni di firme per fermare le politiche israeliane nei Territori Occupati creò un certo scandalo a causa della probabile allusione al numero di vittime dell'Olocausto di religione ebraica. Dimessosi dalla carica di presidente della BCE fu trovato misteriosamente morto annegato nella piscina della sua villa in Camargue (sud della Francia), circostanza che ha fatto sorgere in molti l'ipotesi di un assassinio politico mirato ad opera del Mossad israeliano".
Fonte: Wikipedia


Come possiamo notare, la sua morte ruota attorno a due “perni” molto scottanti e importanti per la prosecuzione dello status quo. Chi dell’uomo medio si ricorda di questo uomo che ha diretto la Banca Centrale Europea per la prima volta? Penso davvero pochi…
Mi viene in mente Duisenberg perché, al tempo, mi ero accorto di questa notizia che riportava la sua morte. News veloce con effetto saponetta ad opera dei media. Segno che “era divenuto persona scomoda”, da liquidare in fretta. Nella stessa situazione “percepisco” oggi il Ministro Tremonti; non nel senso che sia in pericolo di vita, ma in pericolo di continuare ad esercitare in un mondo politico ed economico dove il “costrutto” non corrisponde più al 100% con la sua visione personale e spirituale delle “cose”. Capto di questa persona un ”fuoco” interiore che, a giorni alterni, lo dilania e lo porta ad esternare pensieri “anomali” per un filo conduttore secolare come quello previsto da quel profilo istituzionale. Non ho mai letto i suoi libri, anche se percepisco che sarebbe il caso, perché tra le righe egli avrà potuto necessariamente far passare il personale pensiero dell’uomo legato ad un’anima e non dell’uomo legato ad un ruolo o ad un partito.
Quando questo genere di uomini di potere raggiunge uno status di agio a 360gradi, in molti di loro si annunciano i primi vagiti di un “moto nuovo”, legato al ruolo della propria missione animica. Superato il “rumore” legato alla legge della sopravvivenza propria e della propria famiglia e discendenza, questi uomini, nel silenzio delle proprie case e della propria intimità, iniziano ad essere erosi da una energia che mai prima avevano sentito; dopo la grande “corsa”, si fermano a respirare ed insieme all’affanno per il grande dispendio di energia vitale, si accorgono di “non essere soli”, di sentire un “peso che conta sempre più e più forte”…
Da questo “punto” nasce ed evolve una nuova visione del mondo…
E trova senso il loro ruolo centrale, ed ogni decisione presa, perché senza saperlo hanno svolto solo un compito più alto assegnato loro dalla loro anima. Nulla è per caso; la loro evoluzione getterà “semi” preziosi direttamente dal “centro” di potere, perché anche se in “pensione” per loro le “porte” sono sempre un po’ più aperte che per l’uomo medio.


Dal punto di Luce entro la Mente di Dio
Affluisca luce nelle menti degli uomini.
Scenda Luce sulla Terra.
Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio
Affluisca amore nei cuori degli uomini.
Possa il Cristo tornare sulla Terra.
Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto
Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini;
Il proposito che i Maestri conoscono e servono.
Dal centro che vien detto il genere umano
Si svolga il Piano di Amore e di Luce.
E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.
Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra.
(LA GRANDE INVOCAZIONE)

Questa Invocazione o Preghiera non appartiene ad alcuno né ad alcun gruppo, ma a tutta l’Umanità. La bellezza e la forza di essa stanno nella sua semplicità, e nel suo esprimere certe verità centrali che tutti gli uomini accettano, in modo innato e normale, la verità che esiste un’Intelligenza fondamentale cui vagamente, diamo il nome di Dio; la verità che, dietro ogni apparenza eterna, il potere motivante dell’Universo è Amore; la verità che una grande Individualità, dai Cristiani chiamata il Cristo, venne sulla Terra, e incorporò quell’amore perché potessimo comprendere; la verità che sia amore che intelligenza sono effetti di quel che vien detto il Volere di Dio; e infine l’evidente verità che solo per mezzo dell’umanità stessa il Piano divino troverà attuazione.
ALICE A. BAILEY
 

venerdì 11 dicembre 2009

Surf tra le onde della "verità".






Siamo cosparsi di “strati di verità”, costellati dalla verità. Per comprendere meglio questo concetto, penso sia sufficiente partire dalla definizione stessa del termine “verità”:

"Col termine verità si indicano una varietà di significati, che esprimono un senso di accordo con la realtà, e sono in genere collegati col concetto di onestà, buona fede e sincerità. Non c'è una definizione univoca su cui la maggior parte dei filosofi di professione e gli studiosi concordino, e varie teorie e punti di vista della verità continuano ad essere discussi.
I principali argomenti di dibattito riguardano la definizione e l'identificazione della verità, e la questione se la verità sia qualcosa di soggettivo, relativo, oggettivo, o assoluto".
Fonte: Wikipedia

E’ come chiedere: "60000 è un numero grande o piccolo?"; la risosta è: "Dipende".
Dalla “vastità” circoscritta da queste frasi, si capisce quanto sfuggevole sia afferrare la “verità”, seguire la “verità”, vivere secondo “verità”. E poi, quale “verità”?
Chi detiene la vera “verità”? Esiste una vera “verità”? Come usualmente, ci troviamo al cospetto di una “forza” fuori controllo, non controllabile, proprio perché alla “portata di tutti”. Ognuno mette mano, plasma la “verità”, dando luogo alla propria “verità”, comprendendo solo quella versione però, trincerandosi dietro, annullandosi verso il mondo, gli altri e la “Verità”. stessa La “verità” sembra allora "dipinta" della ghianda dello scoiattolo primitivo descritto nella “saga” dell’Era glaciale: sfuggevole eppure sempre a portata di mano. Proprio come, ad esempio, “giocare” in borsa. È questo un meccanismo molto pericoloso perché determina un “terreno” personale, costruito dalla mente e dai sensi  illusori, molto instabile, pieno di “trappole”, capace di far allontanare persino da sé stessi, dal “chi si è”. È lo stesso meccanismo alla base dei “giochi” che fanno gli adulti; i giochi d’azzardo, il Lotto, Il Win for Life, etc. Questi fenomeni sociali sono autorizzati addirittura dallo “Stato”, da questa “entità” non fisica costituita da tutti noi, e per questo apparente nella sua fruizione in termini di diretta accessibilità, eppure “eterea”, costituita da “nessuno”, e per questo sempre sfuggevole. Lo “Stato” non siamo più noi, non corrisponde più alla nostra “verità”. Possiamo sempre fare qualcosa, ok; però alla luce dell’evidenza, la situazione è in una fase altamente instabile, tanto instabile da risultare “paludosa”, ossia proprio quello che vuole lo “Stato”… il nulla che agiti la propria pozza. Lo “Stato” è un pezzo dell’Antisistema globale, ne è il suo frattale minore; le associazioni sono il frattale ancora più piccolo, il paradigma che vegeta in una famiglia qualsiasi è il frattale ancora più piccolo, il credo che ispira la mente di un singolo individuo è il frattale ancora più piccolo e forse il motore principale di quello più grande. Le “carte” si mischiano. Non è facile scoprire dove è andata a finire la “nostra carta”. Il grande che dipende dal piccolo che dipende dal grande. Dove diavolo saremo tutti noi in questo puzzle, in questo rompicapo? Semplice: siamo nel nostro punto di “osservazione”, nella nostra capacità di “vedere” più alta, non ci siamo mai mossi da lì. Eppure siamo sbattuti dal vento che spira dalla “mente in giù”, dall’inconscio programmato dall’Antisistema. Siamo noi e non siamo noi. Lampeggiamo o meglio oscilliamo secondo le proprietà dell’onda di luce che ci compone. La nostra esistenza come singolo è la materializzazione di questa “onda”, la fissazione del ciclo in punto fermo determinato dall’osservazione della nostra anima; ed ecco la nostra singola vita, la quale manterrà la caratteristica frattale derivante dalla sua evoluzione superiore: la ciclicità derivante dalla forma d’onda. Vivendo di cicli siamo facilmente attaccabili quando “siamo” nel ciclo negativo (Crescere è padroneggiare il semiciclo negativo). Ma chi esegue il cosiddetto attacco è ancora una parte di noi, ossia le nostre paure manifeste, le quali hanno una funzione educativa nell’ottica del Piano Divino. Eppure, ora sappiamo, che il Creatore ha conferito alla “creazione” la caratteristica della “fiducia incondizionata” o “amore incondizionato” – sulla base del frattale maggiore corrispondente alla “sua” decisione di “evolvere lasciandosi andare”, di “specchiarsi nelle proprie ed inesplorate profondità”. Dunque la parte di “buio” compresa nell’Assoluto è libera anche di tornare al Creatore in una veste addirittura “sontuosa”. Spetta alla parte di “luce” compresa nell’Assoluto non permetterlo, giungendo addirittura a trasmutare il “buio” una volta per tutte. Il Creatore potrebbe evolvere in questo senso, verso una comprensione maggiore della propria intima “essenza”. La prova di tutto ciò è quello che “succede all’uomo”, quello che l’uomo si chiede sempre (ogni uomo prima o poi se lo chiede): chi sono io? Noi siamo la prova, il frattale minore, della “sete” di evoluzione di “nostro Padre”. Non potrebbe essere altrimenti. Ma questa è la mia “verità”! Il bello del “gioco” è proprio questo e nella “estrema libertà” di solito ci si perde. Senza essere pronti “ci si perde” perché troppo vasta e sfuggevole. Per questo abbiamo le città che avvicinano la line dell’orizzonte. Ma anche questa è una mezza verità, vero? Possiamo andare avanti a “scrivere” in questa maniera per una intera vita, dal nucleo della “verità che sfugge”. Foscolo con la sua “dottrina delle illusioni” pensò proprio di porre dei confini, un orizzonte più vicino a questa enorme estensione davanti a sè da esplorare; ecco allora la nascita o l’evidenziazione dei concetti a noi molto "vicini" come famiglia, patria, etc. L’uomo Foscolo ebbe paura di quello che “sentiva”, di un vuoto profondo, oscuro, inesplorato; per questo "cadde" nelle illusioni. Egli diventa il frattale minore di quello globale, nato dalle paure di affrontarsi.

"Il Foscolo vive in un periodo delicato della nostra storia, un periodo di crisi, di passaggio. Fatti importanti sconvolgono la società europea: rivoluzione francese, imprese napoleoniche, Restaurazione, società segrete e movimenti liberali...
Vive il dramma spirituale della sua generazione
Essendo un intellettuale molto sensibile ed impegnato, egli vive il dramma spirituale della sua generazione, una generazione combattuta fra ideali rivoluzionari e desiderio di pace, fra materialismo ed ansia religiosa, fra razionalismo ed idealismo, fra arte neoclassica e tendenze romantiche...
Riflette le contraddizioni del suo tempo
Ed il Foscolo riflette pienamente le contraddizioni del suo tempo: il suo pensiero e la sua poetica sono pieni di dubbi, oscillazioni, scelte contrastanti.
Ha una vita inquieta
La sua stessa vita appare inquieta, disordinata, tumultuosa: una vita tipicamente romantica. Al di là di ogni calcolo e buon senso, il poeta si abbandona spesso ai sentimenti, ai folli amori, alle roventi passioni...
Una vita, quindi, in balìa di un cuore che, come egli stesso amava dire, è ricco di vizi e di virtù: capacissimo di battersi per gli ideali più nobili quanto di perdersi dietro agli istinti più bassi (come l’amore per il gioco, il lusso...), pronto spesso al dirompente furore dell’impegno politico, ma anche disposto, talvolta, a chiudersi rigidamente in se stesso.
Un carattere senza pace, senza equilibrio: egocentrico, scontroso, insofferente...
Diventa illuminista, ateo, materialista
Perduta la fede cristiana, egli   aderisce pienamente alle filosofie illuministiche: si sente razionalmente ateo e materialista. Per lui sono valide solo le conoscenze che derivano dai sensi e dalla ragione; l’universo è un meccanismo che si autoregola: un ciclo perenne di nascita, morte e trasformazione della materia; e l’uomo è un semplice ingranaggio di questo organismo: si muove ed agisce in base a forze meccaniche: istinti, passioni, lotta per la sopravvivenza...
Foscolo, dunque, è un pessimista
L’uomo, dunque, vive in un mondo senza speranze, senza verità assolute, senza entità ultraterrene. La vita è un drammatico errare senza scopo verso il “nulla eterno”. Da ciò deriva il radicato pessimismo del poeta, la sua disperata angoscia esistenziale.
Ma avverte il fascino dei grandi ideali
Ma se la ragione gli detta simili considerazioni, la sua profonda sensibilità lo porta intimamente a diffidare di queste concezioni meccanicistiche. Il Foscolo intuisce che una vita basata solo sul materialismo esasperato, sarebbe un’esistenza vuota e squallida. Egli avverte il fascino del trascendente, l’ansia di infinito, egli avverte la necessità di credere in più alti ideali, negli ideali, di verità, libertà, giustizia, patria, bellezza, amore... 
Ed elabora la sua “religione delle illusioni”
D’altro canto egli si rende perfettamente conto che tali valori sono  solo illusioni momentanee (l’amore prima o poi finisce; la bellezza sfiorisce; gli ideali politici non si realizzano...) ma vi si aggrappa lo stesso con passione perché senza di essi, afferma, “io non sentirei la vita che nel dolore, o (che mi spaventa ancor di più) nella rigida e noiosa indolenza”.
E’ questa la sua “religione delle illusioni”: una religione la cui fede è sempre messa a dura prova: spesso all’uomo che si rende conto della caducità degli ideali, non rimane che il suicidio. E’ quello che succede all’Ortis: visto il fallimento di ogni sforzo patriottico, vista l’impossibilità di un amore felice, vista l’incapacità di dare un nobile senso alla propria vita, egli si suicida eroicamente. E lo stesso Foscolo, in più di una occasione, invoca la morte come fine di tutti i suoi travagli.
Fra cui spicca la poesia come “eternizzatrice di valori”
Ma fortunatamente questa “teoria delle illusioni” non ha sempre risvolti così pessimistici, se non altro perché fra le illusioni, fra i miti, fra i valori più alti c’è la poesia: la più grande espressione di umanità e civiltà: la sola in grado di eternizzare i valori (e con essi gli eroi e i poeti)".
Fonte: http://www.agatimario.it/4passilett/foscolo/f_pensiero.htm

Queste utlime frasi mi ricordano un'altra "figura", quasi per diretta connessione mia personale: Ludovico il Moro. Descritto da Leonardo come una persona "discutibile" ma grande amante dell'achitettura e delle arti. 
Foscolo è “uno di noi“ non un alieno; rispecchia a campione la sua epoca del fine 1700 primo quarto del 1800. Ma non solo, infatti il suo “sentire” è ancora molto attuale. È un precursore della crisi moderna interiore in un mondo non ancora preda della globalizzazione mediatica di massa legata alla tecnologia. Un tempo nel quale le forze dell’Antisistema progettavano e perseguivano l’impianto della loro “verità”…

Ho deciso di dare un servizio, per chi è in risonanza, relativo alla “traduzione” di alcune notizie passate dal mondo dei media, evidenziandone almeno la “duplice valenza o verità”:
  • la verità più evidente
  • la verità meno evidente
Quale sarà il grado di “verità” più alto? Dove per “alto” occorre pensare ad “influente sul cammino dell’evoluzione”. Anche qua siamo nel campo della “duplicità veritiera”… sembra che alla fine “ogni verità” porti verso il Creatore, ma non si sa di quale “veste” ci ricoprirà “d’innanzi a Lui”
Per questo motivo le canalizzazioni, la maggior parte dei siti web spirituali, molte pubblicazioni che trattano con “cuore” il tema legato all’evoluzione spirituale dell’uomo, coloro che parlano in pubblico, che scrivono di questo, etc. evitano di “diffondere certe varianti della Creazione, di ciò che sta alla base dell’atto di fiducia incondizionato espresso dal Creatore”: perché non serve “sapere tutto”, non è utile comprendere anche il pericolo che si corre, al fine di non abbassare ulteriormente il livello di “vibrazione” globale. Tuttavia io non me la sento di allinearmi con questa tendenza che, ancora una volta, tratta la massa come il “parco buoi” della borsa. È un frattale di un modo di essere vecchio, secondo me. È una modalità che tiene nell’ignoranza del “tutto” e che esprime anche due aspetti che non mi appartengono:
  • mancanza di fiducia nella “massa”
  • arroganza nella detenzione del “sapere”
I tempi cambiano, anzi sono cambiati. Le “persone” sono pronte! Anche se ancora non lo sanno, sono pronte in cuor loro e SOLO una evidente spiegazione dei “fatti” e delle “regole” eseguita nel massimo della trasparenza le potrà “attivare” in linea da quanto previsto dall’energia di stampo nuovo che giunge dal cosmo… PER TUTTI NOI NESSUNO ESCLUSO

Pensiamo, ad esempio, all’apparizione fisica, reale, inquadrata da tutti i media del mondo di una “nave spaziale extra terrestre” alla luce del giorno.
Di questo “incoraggiamento” abbiamo bisogno per rompere “l’incantesimo” all’istante.
Pensiamoci bene anche se non crediamo alla vita fuori dalla Terra.
Facciamo uno sforzo di immaginazione e vediamoci al cospetto di questa reale apparizione; vediamo Emilio Fede che lo annuncia all’Italia del suo “pubblico”. Che annuncia una unica ed incontrovertibile “verità”: che non siamo soli!
A quel punto quella “verità” coinciderebbe con quella trasmessa da tutti gli altri… abbiamo bisogno di questo per rompere il “velo”…
Perché “la posta in gioco” è senza precedenti ed eventi eccezionali vengono richiamati dal nostro campo energetico che è cosparso della “fiducia” del Creatore come una spugna.
E sento che presto potrebbe accadere…

"A MALI ESTREMI, ESTREMI RIMEDI"
Proverbio che evidenzia come, in certe situazioni di particolare gravità, sia indispensabile cercare ogni mezzo utile a risolverle favorevolmente".
Fonte: www.proverbi-italiani.com