mercoledì 14 ottobre 2009

La lavagna delle guerre.



L’uomo ha sempre convissuto con le guerre. Da che mondo si ricordi ( la lavagna ), una scia di sangue ha cosparso la terra che calchiamo tutti i giorni, immemori. Perché? Sembra innato nell’animo umano il calpestare gli altri al fine di ottenere un proprio obiettivo e sembra, quindi, che l’uomo non conosca altra via per ottenere quello che vuole. Sarà proprio vero? È così guardando a noi stessi? Io sinceramente non mi ritrovo in questo modello e penso una gran parte delle persone che conosco. Allora? Siamo alle solite… secondo me le guerre sono un riflesso del conflitto personale che ognuno di noi porta dentro di sé; ossia si proietta al di fuori la guerra interna. Ognuno di noi è, praticamente, in guerra con sé stesso ed in qualità di co-creatori di questa realtà manifestiamo questo conflitto nelle tre dimensioni. Quello che non abbiamo dentro lo cerchiamo fuori ( solo che fuori si trasforma in un qualcosa di diverso e diametralmente opposto ).  Il potere dell’Antisistema viene di fatto autorizzato, conferito, trasmesso, da tutti gli individui ( anima collettiva ) che hanno abitato il globo. La natura olografica ed a specchio dell’Universo rispetta questa nostra intenzione secondo la legge del libero arbitrio e riconoscendo il nostro potere divino di creazione. In questa maniera, ognuno di noi, sgancia il proprio problema a livello esterno, cosiddetto fisico o “reale”, ma non si libera affatto del “carico” interiore. Semplicemente cerca di sfuggire ma la legge del Karma vigila e memorizza come un sapiente ed utile “memo”. Al di fuori scoppiano i conflitti, si allarga il dolore, la morte, la distruzione ma nasce anche dai pozzi più aridi la compassione, lo sdegno, il rifiuto alla violenza… ossia, con il tempo, alcuni iniziano a “comprendere”, maturano consapevolezza aumentando il senso ed il peso della propria responsabilità. Le energie in gioco si collocano a macchia di leopardo per l’intero pianeta e, come masse di aria calda e fredda, danno luogo a “temporali” e persino a guerre "sante". Tutto funziona in questo modo. Il potere politico che sorge dopo il secondo conflitto mondiale in Italia è un potere fantoccio, capace di colmare un vuoto assoluto venutosi a creare con gli scoppi delle bombe. Questi uomini autorizzati da un potere più grande ( quello che ha ideato il conflitto ) costituiscono il primo governo post monarchia. Oggi la società italiana è il frutto di quella semina… come va l’Italia? Cosa non va? Perché? Sono i soliti mali dell’uomo; mali che noi tutti abbiamo dentro… a che serve criticare se abbiamo generato tutti insieme il problema? Insomma il potere che si nutre di noi è una nostra creazione, e noi il cane che si morde la coda. Le generazioni che stanno dimenticando cosa ha voluto dire “vivere la guerra”, oggi sono chiamate a “sistemare le cose” senza il vissuto di questa "preziosa" esperienza. Per questo sono facili alle tentazioni moderne. Grazie alla provvidenza dei propri genitori non hanno conosciuto la fame. Il “gioco” riprende? Il “mostro” autorizzato che fuori incombe per le vie e dentro incombe per la tv continua a compiere il proprio dovere, come un robot perfettamente programmato, sino a quando noi gli diremo “game over”…
Il processo è di divenire coscienti del nostro potere.
La consapevolezza da acquisire è che c’è abbondanza di tutto per tutti. Che cosa riflette la speculazione, la guerra, la forza esercitata sui più deboli? Paura, avidità, egoismo! Usciamo dalla frequenza della sopravvivenza perché non è più così!
Belle parole?
Io ci credo e intendo che sia così!!! 

La salvezza a lunga scadenza non è mai stata apprezzata dagli uomini d'affari se essa comporta adesso una perturbazione nel normale andamento della vita e nel proprio utile. Cosi si auspicherà l'inazione al presente anche se essa significa gravi guai nel futuro. J.K.Galbraith
( Un grazie a http://icebergfinanza.splinder.com/)


martedì 13 ottobre 2009

Girare a 180 gradi il conosciuto e chiedersi "Perchè no?".






Pensavo a quando, molti anni fa, al buio osservando il riflesso della luce proveniente dall’autoradio sul pomello ( nero e lucido ) del cambio, intuii come le nostre vite tridimensionali potessero essere molto simili a quei finti bagliori; a quei riflessi che, al buio, ingannavano l’occhio ( e forse i sensi ) dell’osservatore. Era come pensare che il tondo pomello riflettente fosse, in realtà ed a tutti gli effetti, la superficie generante la luce. Ma non è finita qua. Allarghiamo gli orizzonti e poniamo il caso che un risvegliato “veda” in maniera molto più acuta. Per questa persona la luce da dove sembra partire?; dal frontalino dell’autoradio. Il pomello diventa chiaramente un mondo di illusioni che vive di luce riflessa, abbiamo una espansione di coscienza e volgiamo il nostro focus alla ritenuta vera sorgente della luce ( il pannello frontale illuminato dell’autoradio ). Passo successivo. Giunge un illuminato che riesce a cogliere che la luce proveniente dal fronte dell’autoradio è il frutto di una “reazione” permessa esclusivamente dalla presenza della batteria ( nuova sorgente ) e che, poi, ci si trova su un modello di automobile e che poi quella batteria viene venduta in serie in un ipermercato ed è stata costruita da una entità intelligente la quale crede in un Dio che non ha mai visto, ma che forse i suoi lontani antenati hanno addirittura crocifisso e che in nome di quel Dio sono scoppiate guerre a non finire, etc.
Ora, l’osservatore ( che vive sulla Terra ) che credeva che il pomello fosse una bella stella nel cielo che emetteva luce di quello strano colore, quanto era ingannato e quanto era lontano dalla comprensione, dalla consapevolezza, dal solo minimamente intuire la vasta e complessa natura delle “cose”?

Dal “Mito della caverna” ho tratto una conferma micidiale; ho sempre avuto la sensazione che vedere un riflesso di luce su una superficie, potesse confondere l’osservatore al punto tale da scambiare quella superficie solo riflettente per l’emissario/la sorgente della luce ( un po’ come credere che la luna è gialla di notte perché emette luce invece di raccoglierla di riflesso dal sole che brilla sempre ma che non è visibile in quella parte di mondo dove è… notte… J Tutto ciò fa meglio comprendere il regime illusorio nel quale viviamo, scambiando gli effetti con la causa… e poi, con il trascorrere del tempo, tutto prende, per abitudine, a funzionare così… e sempre meno individui vanno ad indagare sulle vere cause di ogni accadimento. Ci si ferma sempre agli effetti… come scintillii lucidi ed ingannatori… come la medicina tradizionale, la scienza, i sistemi educativi, etc.
La colpa non è di nessuno e di tutti allo stesso tempo… e poi quale colpa? Nulla è per caso… in fondo anche il bimbo che si scotta sulla fiamma lo fa solo una volta e gli serve per capire ed imparare… semmai la recidività dovrebbe essere preoccupante, infatti il sistema economico sta letteralmente crollando proprio perché recidivo ed incurante di etica, morale e giustizia… senza compassione, egoico, avido e freddo consumatore come un virus per il sistema… pardon per l’antisistema… eppure serve anche questo aspetto…


La natura tridimensionale del “luogo” dove una parte della nostra anima, pensa, di vivere e di essere, illude e divide. La divisione avviene in tutti i modi possibili, persino con il linguaggio ( il mito della torre di Babele insegna come l’uomo non si sia più compreso con l’avvento del linguaggio, lasciando perdere tutto il corollario di altre immagini ) e, mi preme riportare una espressione di Gurdjieff a tal proposito:
“Affrontando vari argomenti, ho notato quanto è difficile comunicare la propria comprensione, anche quando si parla dell'argomento più comune e ci si rivolge a una persona ben conosciuta. Il nostro linguaggio è troppo povero per poter fornire delle descrizioni esatte e complete. E ho scoperto che questa mancanza di comprensione tra gli uomini è un fenomeno matematicamente regolato con la stessa precisione della tavola pitagorica. La comprensione dipende, in generale, dalla cosiddetta « psiche » degli interlocutori, e più in particolare dallo stato di questa « psiche » nel momento considerato. L'esattezza di questa legge si può verificare a ogni passo. Per una reciproca comprensione, non è sufficiente che chi parla sappia come parlare, è anche necessario che chi ascolta sappia come ascoltare. Per questo motivo posso affermare che se parlassi nel modo che ritengo esatto, tutti coloro che sono qui, con pochissime eccezioni, penserebbero che sono pazzo.”
Tratto da « IO, CHI SONO? »
Essentuki, 1918 circa
Da “Vedute sul Mondo Reale” di G.I. Gurdjieff ed. “L’Ottava”


lunedì 12 ottobre 2009

Guardare il futuro come se fosse presente.






Tra la conoscenza semi smarrita nel corso dei millenni mettiamoci anche l’I Ching. Questa arte di dedurre e concludere, tenendo conto del tempo, della classe di una situazione e di colui che domanda, si può intendere come una vera e propria osservazione del futuro “secondo logica”. Tale arte, per essere meglio compresa, richiede degli accorgimenti al pensiero occidentale: 
  • astenersi dal giudizio e dal pregiudizio del testo, in quanto manca la visione allargata della mentalità dalla quale è nato 
  • lasciarsi andare ed essere meno rigidi nelle proprie convinzioni e aprire la mente  
  • accettare le premesse sulla quale l’I Ching si basa ( e questo prevede un minimo di informazione, come dovrebbe essere per ogni argomento ) 
  • comprendere che i responsi non sono il tentativo di indovinare, bensì il risultato di un vero e proprio ragionamento 
  • confidare che nulla rimane estraneo all’osservazione
La mentalità cinese prevede che ogni istante sia comprensivo del totale generale sin nei minimi dettagli ( è un po’ il concetto di natura olografica dell’Universo, cioè che ogni infinitesima parte racchiuda il tutto; e non è forse quello che sappiamo essere la vera natura dell’uomo? Comprendi te stesso e comprenderai il “tutto”, salva te stesso e salverai il mondo ). Tornando al “nostro” istante, esso va percepito come il totale che fotografa la situazione generale ( dell’istante stesso o di quel momento ). Meraviglioso! Questo significa che se consultiamo un istante, ad esempio lanciando delle monete, la loro risultante appartiene e descrive la situazione generale e ne rappresenta, per un certo verso, una sorta di campione attendibile come effettuare un sondaggio, estrarre una particella da una massa più grande, fare gli esami del sangue o delle urine, etc.
Molto convincente secondo me, applicando i principi sopra riportati. Ma non è finita qua, perché esiste un intimo legame tra un evento e la persona che osserva ( già dimostrato dalla Meccanica quantistica 100 anni fa ), infatti colui che esamina fa parte e, in un certo senso, altera il “paesaggio” osservato; ossia non è estraneo a quello che cerca ma ne fa parte. Nella fotografia dell’istante fa parte anche l’osservatore. Ora, stabilendo dei segni convenzionali per ogni risposta-situazione, nel gettare le monete i lanci, graficamente, determineranno la situazione stessa; solo quella unica situazione fotografata nell’adesso, nel tempo e nella sua classe/qualità. Quindi la situazione, adesso, ammette solo quella risultante e quella risultante è una parte della situazione, un suo campione ottenuto dall’osservatore, il quale partecipa in maniera determinante ( come, ad esempio, nelle canalizzazioni colui che fa, appunto, da canale, contribuisce in qualche modo a personalizzare, polarizzare il messaggio ricevuto e, più il canale è pulito e più è una fortuna conoscerlo! ). In questa logica è dunque previsto che l’uomo intervenga nella formazione del suo destino, nel senso che, nel divenire delle “cose” è possibile ancora guidarle. Quindi nel fare/intervenire ha senso la speranza, non nella assoluta attesa senza senso. Ecco la differenza tra la sorte ed il libero arbitrio. L’I ching dice “arriverai a, se agirai così”. In libertà dal fato ognuno di noi può diventare il perno responsabile del proprio destino. Tutto ciò inglobato nella logicità della visione dell’I Ching, permette di avere a disposizione una guida ed uno strumento di vita sopravissuto al tempo e tramandato proprio per questo motivo. Questo testo prezioso è il “Libro dei Mutamenti”, ossia il mezzo che insegna a guardare il nostro futuro come se fosse presente.
(Ispirato da “I Ching con le Carte” di Donatella Bergamino)