“Colui che è morto, è libero dal male di questo mondo…”.
Vlad l’impalatore
Bonjour finesse: e te credo. Con Vlad l’impalatore, in giro, c’era ben poco da stare allegri. Il Vlad dalla prospettiva ottomana, dopo le tante ricostruzioni made in occidente. Allora, o ti organizzavi seriamente per toglierlo definitivamente dai piedi, oppure era molto meglio morire che attendere una dolorosa “fine”. In ogni “caso” saresti morto, ma… almeno decidendo di averne la meglio, è tutta un’altra cosa.
No?
Quanto “bisogna girarci in giro”?
“Quando guardi il cielo è come se vedessi il blu del mar Caspio…”.
Vlad l’impalatore
Come no. Anzi, proprio come “oggi” che, del blu mar Caspio non sai più nemmeno di che si tratta:
hai visto bene il cielo?
Di che colore è? Anche quando lo definisci “azzurro”, di che colore realmente è? I bambini lo disegnano ormai tutto striato. Il cielo sereno ed estivo, in piena giornata, è blu? Ma quando mai. Nella “tua” testa si sono ridefiniti anche i colori. E neanche te ne sei accorto. Meglio:
te ne sei reso conto, forse, estrapolando l’informazione attraverso qualche “paragone” o triangolazione, così, quasi per coincidenza. Che ne so; tipo... stavi osservando delle vecchie fotografie, stavi leggendo dei fumetti, stavi vedendo un film, ne stavi parlando con qualcuno ma indirettamente, ti è sovvenuto un lontano ricordo, etc.
In un attimo “hai aperto gli occhi” e boom: “caspita: ma il cielo non è più blu come quello di una volta. Da quanto tempo è così?...”.
Già: e dove hai “vissuto”, prima?