Può la forma incarnare il significato superiore, alias l’ubiquità dell’espressione “la verità è una”? Certo che sì: la forma è contemporaneamente f-orma = lascia impronte di sé, della verità costituzionale di sé, ovvero è mappa dell’ingrediente preponderante che l’ha edificata o meglio resa edificabile.
Allora, vi saranno tracce (impronte) dello Spazio Sostanza (ambiente), del momento di “è già successo” (punto di sospensione) e di ogni replica (eco, ciclicità, etc.) ad immagine e somiglianza o “continua a succedere” sostanzialmente.
Sarà auto esistente o riportata la ragione fondamentale in quanto funzione, funzionalità, funzionamento. Un po’ come su alcune colonne portanti od obelischi, laddove le inscrizioni hanno inciso “sulla pietra” - nero su bianco - la “storia” che intendono raccontare.
Qualcosa che si presta a manomissione, deviazione, propaganda.
Vero? Eppure, “tutto è verità”: se sei sostanziale, allora sostanzialmente è così. Altrimenti, si correrà il rischio di prendere continuamente lucciole per lanterne.