venerdì 16 luglio 2010

Elevarsi per "vedere".




Osservando la Natura, nel suo ambito più immediato per i nostri sensi, ossia a partire dal mondo degli insetti per ordine di grandezza, si nota come ogni creatura svolga un proprio “compito”. L’immagine che più si avvicina a ciò che notavo questa mattina, è quella di creature artificiali che svolgono delle mansioni a loro assegnate: dei robot o degli androidi.

Nel caso inerente la Vita terrestre, non si può certo parlare di “macchine”, bensì di organismi ultra sofisticati a base organica, secondo il “materiale” disponibile sul pianeta Terra. Viene alla mente il detto “cenere sei e cenere tornerai” o la creazione di un Golem a partire da un certo tipo di "fango".

Questo frattale fa comprendere come noi tutti siamo, allo stesso tempo, esseri viventi con una missione e costituiti delle stesse materie prime disponibili nel pianeta nativo. Ossia esseri con:
  • una missione da adempiere (missione complessa, perché costituita da una personale e da una di gruppo
  • un “esoscheletro” costruito ad hoc, appositamente studiato per vivere in un ambiente particolare come quello terrestre
Se abbiamo visto Matrix e Avatar possiamo meglio renderci conto di questa verità.

In Natura l’unica creatura vivente che, per adesso, esula da un certo discorso di gruppo o di totalità è l’uomo. Cosa significa? Che l’uomo ha qualcosa in più da “dimostrare”. Come se fosse una sorta di super prototipo sperimentale che è in Terra per fare esperienza, scuola, “rodaggio”. L’uomo, infatti, non si è innestato nella ruota di Vita, nel ciclo che lega ogni altra creatura, ma si è arrogantemente appropriato di ogni “cosa” il suo sguardo potesse circoscrivere. L’uomo, nella sua forma involuta, è come un T Rex, come se fosse la diretta evoluzione del super predatore della preistoria.

La lezione che l’uomo deve imparare è quella di sviluppare certe qualità intrinseche e livellare altri aspetti caratteriali sin troppo evidenti. Equilibrare l’equazione primigenia.

L’Anima pilota un Avatar, un esoscheletro biologico, con il preciso compito di svolgere una o più missioni. L’addestramento è andato un po’ troppo oltre a causa di “guasti” e “interferenze” artificiali e naturali. Tutto è stato opportunamente sfruttato da “chi” sapeva i piani di “discesa” sul pianeta, da quelle energie che potevano sopravvivere solo in questa maniera.

Tutto è opportuno, nulla è per caso: siamo a “scuola”. Una scuola molto “esigente” ma comprensibile elevando il nostro punto prospettico.    
  
  

L'ubiquo e-Sprit (5).



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