venerdì 12 settembre 2025

Coerenza.


Ho ripreso a de-scrivere per via della situazione in Palestina. Come potevo non esprimermi, dal momento in cui tale follia demoniaca ha preso il sopravvento.

Messina, dunque, più bella di Atene, più bella di Napoli secondo il già citato Carrère: “una marchesa in veste broccato... il tumulto della vita moderna, lo scampanellio tramvai, il fumo dei piroscafi, dalla falce in cui sonnecchiavano le navi sino al paradiso dello Chalet, rumori, musica, gente...”, il profumo degli aranceti…
Link

Uhm. Che... peccato.
Si parta da molto lontano, allora.

I templi di Abu Simbel sono stati spostati tra il 1964 e il 1968 per salvarli dall'inondazione causata dalla costruzione della diga di Assuan e del lago Nasser. L'operazione, un'impresa ingegneristica unica, ha comportato lo smantellamento dei templi in migliaia di blocchi, catalogati e numerati per il rimontaggio in una nuova posizione, più in alto e più all'interno rispetto al sito originale…

La “IA” af-ferma ciò. Or bene, se gli “ingegneri” sono (stati) in grado di…; conseguentemente, sono anche in grado di… No?

Non si capisce? Bah:

s-montare, non ti dice nulla?

Quando, in Pompei, ad esempio ma causalmente, viene “ritrovato qualcosa/qualcuno”, che cosa sostanzialmente “viene riportato alla luce”. Sei forse, “te”, lì compresente a certificare l’accaduto? No. Per “tutti i motivi del mondo”, a “te” manco viene in mente di… 

Del resto, “è vietato l’accesso ai non addetti ai lavori”. 

Ci sei? E chi l’ha-detto. La gerarchia. La preparazione. La mansione. L’essere all’altezza di… Gli studi. L’appartenenza a qualche “albo, ordine, livello, classe, etc.”. Se “non hai studiato”, nisba. Se “non ti conosce nessuno”, nada. Se ti presenti ugualmente ma “ti attacchi”, bah: giri i tacchi e bon. 

Te ne fai una ragione. Lo capisci. 

Lo com-prendi sempre in quel posto ma “niente”: si vede che in fondo “ti piace”. In tal modus, “questi” decidono sempre al posto tuo, in quanto che di tuo (qua, così) non c’è proprio niente: altro che “non avrai nulla e sarai felice”. 

È già (così, qua), nella sostanza. 

Si può osare immaginare che il denaro sia una f-orma di droga, capace di farti sentire realizzato (quando lo “possiedi”, anche se essenzialmente sei sempre posseduto). Hanno spostato “Abu Simbel” in un periodo storico (anni ’60) che, se ci pensi ora ti viene sempre da pensare “ma come hanno fatto!”. Infatti, 60 anni fa erano già dei “primitivi”, rispetto al 2025. 

Eppure, te lo vengono a dire e dunque lo “sai”.

Se lo “Zio Gerry” ti domandasse qualcosa a proposito di Abu Simbel, è proprio la versione ufficiale del “dato” che dovresti emanare = ciò che ti hanno detto e quindi “devi sapere”. I “giochi a premi”, in Tv, hanno cementato proprio la “cultura di massa”: dopo la “Italia”, venivano “fatti anche gli italiani”. 

Proprio come Abu Simbel, “prima e/o dopo”.

Interessante questo concetto, molto simile al:

prima e/o dopo “Cristo”.



Cioè, qualcuno “picchia un paletto nel terreno” comune allaggente e, ops: diventa la “verità”. Ma, dovresti oramai persino sapere che è sempre la Verità, in azione: anche quando “verità”

Ergo, la d l’oro “verità” è la Verità che ti auto manutiene informato, assumendo i panni (facendo “surf” con tutto) della “verità”. Dunque? Se Abu Simbel è un costrutto del tutto artificiale, nel senso che non appartiene al “tempo” che presupponi di “sapere” (qua, così), di conseguenza allora cosa significa, cosa indica, sostanzialmente:

l’esse-Re già successo
ciò che
continua a succede-Re
ove
non esiste ma c’è il… Re.

Abu Simbel è un’opera molto simile alla costruzione delle “autostrade italiane”:

viadotti e gallerie a non finire
km di ingegno ed ingegneria
finanziati in maniera tale da “collegare il paese”
dopo averlo “unificato”
da nord a sud
compiendo il consueto scempio AntiSistemico.

Qualcosa che serviva a qualcuno. Qualcosa che ti indica proprio tale qualcuno, ma “solo” nella sostanza = se ci sei. Se sei Te. Oppure, se sei “te” ma ti accorgi e rimani poi coerente

l’anticamera per il ritorno a Te, l’esserci sferico. 


Chi è identico al Re, in termini di quintessenza (potenziale contemporaneo). 

Ho visto un re.
Sa l'ha vist cos’è'?
Ha visto un re!
Ah, beh; sì, beh…
È l'imperatore che gli ha portato via
un bel castello...”.
Enzo Jannacci

Lo “imperatore”. Ok? Chi “porta via persino il castello al re...”. Ergo, la più grande storia è composta da un vnicvm “di antica memoria”, di “vecchio stampo”, di “certificata presenza”, etc. 

Il re non è il Re, così come “te” non sei Te. 

Ancora:

anche il Re non è l’Imperatore.

E, annota x bene:

le virgolette e le maiuscole
significa, sostanziano, indicano tra le righe non linearmente.

Esempio:

re o “re” = “re”
re o “Re” = “re”.

D+:

imperatore e “imperatore” = “imperatore”
imperatore o “Imperatore” = “imperatore”.

Quando il Re è il Re? Quando l’Imperatore è Imperatore?
Quando 1- te ne accorgi sostanzialmente, 2- il “dato” diventa coerente con “te”/Te, 3- te ne “Fai…” qualcosa = ne riesci, vai Oltre, etc.
Altro:

il Re è sottodomino nei confronti dell’Imperatore.

Tuttavia

quando SPS ricorre al termine di Re
indica l’Imperatore. Ok?

È già successo talmente che continua a succede-Re:
è l’Imperatore!

Chi impera è chi imperversa (qua, così). Chi “Fa…” il bello e/o il brutto “tempo”. Qualcuno che diventa persino qualcosa, nella frattalità da espandere sostanzialmente. Ad esempio, qualcosa che testimonia la compresenza dell’Imperatore è, uhm:

una “chiesa universale”
una “organizzazione mondiale”
un “evento planetario”.

E, tra gli oggetti:

che ne dici del “Dio” denaro
che ne dici di un “diadema di diamanti”
che ne dici dello smartphone…

Mentre, tra i s-oggetti:

Maradona, Ramses II, Alessandro Magno, etc.

E tra gli “influencer”:

Gesù, Maometto, Budda, etc.

Sì, la solita “fantasia” all’opera. 

Tra le “malattie”:

lo stress, il tumore, l’infarto, etc.

Il “metro” è tale. La f-orma gerarchica, pure.

La “natura” è come la “democrazia”. E se questo è vero, :

è altrettanto vero
che, di conseguenza
la natura è come la democrazia.

Come quando osservi un cielo sena nubi, oppure con. Seppure, il cielo che vedi è sempre il “cielo” che ti sovrasta e rac-chiude (qua, così). L’ingegneria frattale espansa è simile alla “magia”:

terra-in-forma la macch-in-azione.

E, dal “proverbiale nulla”, oplà che si manifesta qualcosa: 

l’è-voluto!

Ora, se una qualche tecnologia de noantri è riuscita ad ingenerare organismi mutaforma, partendo dalla struttura interiore, ecco il frattale (da espandere sostanzialmente) della frattalità espansa

Ecco “te” (qua, così). Ecco il d l’oro di-sogno

El tratto comune che (ti) indica proprio la com-presenza di “Dio” = d’El Imperatore AntiSistemico, da cui guarda un po’ che “caso”, deriva proprio l’AntiSistema.
Che cosa intende “di-mostrare” SPS con tutto questo popò di “battage”? 

“Niente”. No?

In-tanto, “te” (qua, così) sei “nessuno”. Ergo, a chi può giovare tale “discorso”. 

A “Nessuno” = Te (xxx, xxx).


Te, che non esisti ma ci sei. 

Wow: come “Dio” o l’oro che, allora, sono proprio come Te; solamente “un poco più accorti”. Qualcosa che fa la non differenza di potenziale, lato l’oro. E la differenza di potenziale, lato “tuo” (qua, così). 

Altro giro: la stessa “giostra”.

Quando te ne renderai conto in maniera tale da divenire coerente? Quando te ne renderai conto in maniera tale da divenire coerente…, sarà tutt’altra “cosa” tale luogo comune che “sai” chiamarsi Terra, mentre altresì è l’AntiSistema terrestre o terreno. 

Dunque, Terra è come “democrazia y libertà”. 

Ma, potenzialmente, Terra è anche e soprattutto (x Te) il tuo di-segno da auto realizza-Re. Se non ti accorgi ancora, è proprio questa la “via”:

perché, è proprio ciò che hanno percorso l’oro (“Dio”).

L’unica via che non ti annichilisce. Perciò, tale deve essere lo “atteggiamento” usuale, tipico, auto caratteristico, etc. Te, da Te, in Te, per Te, con Te, fra Te e Te. Un mondo troppo egoista? Ma no: quando tutti sono in Sé (Te), contemporaneamente. E, sempre se ci “Fai…” caso:

il “Leviatano”, che sembra sempre indicare un unico despota che si avvale della comunità intera

da ben altra prospettiva (quella sostanziale)
indica la “via” affinché ognuno sia in contemporanea “Dio” = Sé (Te).

Come una “dima”. O, meglio, la Verità.

Sì, è un concetto che ti sfugge, poiché non lineare. E “te” (qua, così) sei abituato causalmente proprio in altro modo, anzi, in tutti gli altri modi. Altra “pistola fumante”. Altro non solo indizio. Altra prova comprovata che non esiste anche se c’è, chi se ne approfitta amministrando tutto mediante tale “vantaggio”, sviluppato mondialmente in leva, da remoto, ubiquamente, non localmente, wireless, etc. etc. etc. 

Quale “vantaggio”? Ancora una volta:

quello di
non esiste-Re; c’è!


Ancora Carrère: “diluvio ha l'aria di un mostro ferito, rabbuffato dall'ira... mugge il mare nelle grotte sottostanti, le squame del gigante sembran grondanti di un'acqua sanguigna...”. E G. Bellonci sul Giornale d'Italia: “per tutta la notte il vento, la grandine e il terremoto hanno imperversato contro Messina, desolato lo stretto, si sono uniti in un mostruoso connubio a la tragedia del caos... (per) nascondere per sempre luoghi di maledizione...”. E BarzÌni: “neve bassa sui colli, tutti i flagelli si adattano al seguito del terremoto, ieri una tempesta furibonda... ed a un tratto l'uragano. Lo sconvolgimento fosco del cielo pareva veramente il presagio teologico di chi sa quale cataglisma... scosse di terremoto... alla sera un incendio... nel quale si sentiva, a momenti, il caratteristico odore della carne bruciata, lanciando milioni di faville, di frammenti infiammati che ricadevano, come una prodigiosa pioggia di fuoco, sulle rovine...”. Il tono della descrizione ci fa andare alle descrizioni bibliche dell'Apocalisse. “Atlantide, Atlantide”, impreca Carrère alla vista delle rovine. E quanto ai segni premonitori, quelli che incontriamo nella letteratura sull'argomento, sin dai tempi più remoti:
l'irrequietezza degli animali, qualcuno con il suo agitarsi fece mettere in salvo il padrone. La grande quantità di cicirelle pescate, segno di una grande corrente migratoria dai luoghi del disastro. E il cielo, infine: da Chiaramonte Gulfi ci arriva una testimonianza. All'ora dell'Ave Maria, F. Nicastro Ventura racconta di avere veduto nel cielo un grande fascio di luce calare sin su Niscemi e Mazzarino, come un grande incendio che andava diffondendosi verso le montagne. “Poteva essere - si chiede Ventura Nicastro - una Fata Morgana trasportata in mezzo all'isola dai mari di Reggio e di Messina?...”…

“Noi non siamo cattivi, Monsignore, ditelo a Dio, voi che siete ascoltato...”…

E Francesco Mazziotla: “Iddio Onnipotente, perfetto, geloso del suo Cielo, nei suoi imperscrutabili disegni, non volle, non poteva permettere che sulla terra rimanesse ancora l'immagine del suo paradiso... Messina cadde perché gl'incanti spariscono, perché il paradiso non è terreno...”…
Link

Riccardo Cuor di Leone.
Udite udite popolo tutto…
Qui verranno cantate le ardite e scellerate gesta de lo Re Normanno, de lo Re Riccardo, detto Cuor di Leone per lo suo ardimento e lo suo coraggio.
Lo Re delle crociate, colui che vinse lo “feroce” Saladino.
Egli partì dall’Inghilterra ed era l’anno del Signore 1189 quando sbarcò nella nobile Messana.
Qui si fermò da conquistatore e i suoi uomini abusarono delle donne siciliane e ogni tipo di razzia venne compiuta in nome della libertate e de la justitia.
Dopo sei mesi di otium partì e diresse la prua della sua barca verso la Terra Santa.
Andò a combattere la terza crociata bandita da lo Papa Gregorio VIII…
Link



  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4031
prospettivavita@gmail.com


giovedì 11 settembre 2025

Automatizzare = sostituire.


Struttura ad onde

“Gobbo so pare, gobba so mare,
gobba la fia e la sorella,
era gobba anca quella,
la fameia dei gobbon…”.
I Gobboni – Nino Tristano

Automatizzare = sostituire, è un Re-Seth ad ogni effetto. Tipo… per altri versi, c®eare e poi “cancellare (indurre ad auto dimenticare)” proprio ciò:

il mos maiorum è l'insieme dei valori, dei precetti morali e dei modelli di comportamento che costituivano le tradizioni e la morale della civiltà romana antica, tramandate di generazione in generazione, specialmente all'interno della famiglia. Non era un codice scritto, ma un insieme di principi non scritti che influenzavano la vita privata, politica e militare, e al quale i cittadini romani dovevano conformarsi per essere ritenuti degni dei loro antenati…

Non era un codice scritto… = ma l’effetto (la “influenza”) dell’applicazione del “codice”, da “a monte”. Ove, il “codice” è qualcosa che qualcuno applica in piena coerenza, non importa se “prende dentro” anche (soprattutto) “te”, poiché (qua, così) è già successo e, se non lo termini sostanzialmente, continuerà a succede-Re potenzialmente per sempre o “nei secoli dei secoli, amen”.


Automatizzare la “tua” vita (sempre) AntiSistemica, significa “nel tempo” – in tale spazio senza fine di continuità – giungere a “terminarti”, non visto che tutto ciò su cui contavi viene meno, “come se fosse la fine del mondo s-conosciuto”. Per “te”, che ne sei dipendente, il “mos maiorum” pre-cedente comporta la “fine”. Ovviamente, quando è laggente ad auto ritrovarsi in toto, tale e quale, il Re-Seth assume ben altra connotazione, risultando totale. Sino a quando il limite è il “gap generazionale”, chi è più datato scompare lasciando la “gioventù + moderna” alla stessa stregua del “precedente prossimo”, in un “mai passato di moda” che corrisponde a chi non esiste ma c’è (godendo di tale “vantaggio” in maniera non lineare). 

Qualcosa di riflesso, ad esempio, sostanziato dai “ricchi” che, comunque sia, non sono mai l’oro, bensì sempre al max dei sottodomino. Anche i “nobili” non son altro che sottodomino, ricordando l’oro in maniera più prossima, perché la nobiltà indica qualcosa di + vicino a “Dio”. La “chiesa” stessa te lo indica, anzi, te li indica. 

Chi? Chi è il Re: l’uno e trino = l’oro. 

Un assieme monotematico che risalta osservando essenzialmente la figura androgena, ibrida, di taluni “demoni” oppure di aristocratici annoiati, il cui ulteriore riflesso è incarnato nel movimento Lgbtech. Né carne e né pesce = le nebbie cerebrali che ti auto caratterizzano, di conseguenza. Tutto fumo e niente arrosto = il “Mago di Oz” te lo di-segna. 

Deus et machina:

il dio che scende dalla macchina”. Nel teatro classico, indicava una divinità calata in scena da una macchina per risolvere un intreccio troppo complicato. Per estensione, l'espressione viene usata per descrivere un evento, una persona o un elemento esterno che risolve una situazione difficile e apparentemente irrisolvibile in modo inaspettato, spesso in modo illogico e poco credibile per la trama…

“Eppur, funziona”. In Stargate, lo scienziato ragazzo indica che per risolvere l’intreccio, occorre triangolare dall’esterno, da un “punto (di sospensione)”. 

“Però... qualcosa accadde a questo punto sulla Terra: una rivolta, una ribellione…”.
Stargate

Del “mondo antico” (ti) viene ricordata una sequela infin(i)ta di guerre d’ogni tipo. Ogni impero, grande o piccolo, è sempre imploso sotto ad un simile “peso”. Tale romanzo giallo significa che x “te” deve essere chiara una cosa:

provieni da un “tempo peggiore di questo”. 

Ciò rinsalda il concetto di “evoluzione”, lasciandoti sempre in preda ad un vago senso di “essere migliore rispetto a…”. Peccato che, ogni volta, mediante il “gap generazionale” i vecchi se ne vanno sempre “con l’amaro in bocca”, sostituiti da coloro che si sentono sempre “non compresi”. Uhm. Daje a ride! Un vero e proprio “funerale”, costante = una precisa fonte di “alimentazione”. Prendendo per buono quel “romanzo”, il significato che va riassunto è:

“una volta” il Re era costantemente

alla mercé di una “presa d’atto della massa”
che lo poteva in ogni momento soggiogare (potenzialmente).

Ergo, il Re che ha elaborato? Ha “anticipato i tempi”, scomparendo dalla scena mondiale senza per questo perdere potere. Come ha fatto? Logico: ti ha reso costantemente “te” (qua, così). 

Ti ha auto trasformato nella “tua” brutta copia, non esistendo seppure c’è. Il modello è quello della “India” di Gandhi, che si “libera” dal giogo anglosassone, s’eppure ancora oggi ne è una estensione non lineare (altro che Brics). 

Come, ad esempio, anche la Turchia.

Il Re-Seth del “1700 e rotti” ha comportato infatti una continua applicazione del “codice”; della dima che è sufficiente seguire al fine di auto imperare come se niente fosse = “Dio”, chi scende dalla macchina… Meglio, chi non esiste ma c’è, che di-scende dalla “macchina” = l’I-Ambiente (legge, strumento, memoria) o “Genio” frattale espanso. 

Il Re “sotto alla montagna” che terra-in-forma la macch-in-azione (qua, così). 

: una macchina che funziona mediante 2 modalità:
automaticamente (by l’ultima programmazione)
oppure
automaticamente (by chi è l’attuale pilota-Re).

Il pilotare comporta l’auto programmazione della macchina senziente, che la “tiene in memoria” sino a quando il Re decide altrimenti. Dunque, la memoria implica ciò, in termini di proiezione in leva, da remoto, ubiquamente, wireless, non localmente, etc. dell’algoritmo o “codice” macchina. Però, contemporaneamente, la macchina è dotata della stessa memoria che, alfine di mantenere un unico Log di macchina, deve de-scrivere tutto quello che succede sia alla macchina che in termini di derivazione o provenienza dalla macchina = nel registro causale “akasico” finisce l’intera “cronaca” AntiSistemica (nella fattispecie). 

Ecco che la memoria, impiegata in tal modo, diventa (è) la Verità che ti auto manutiene “informato” sempre, anche se (qua, così). 

La memoria è la Verità ossia il “dato”. 

Ciò su cui puoi e devi “Fare…” sempre affidamento certo, nonostante la “notte più buia del buio”. È, quindi, qualcosa in azione, in funzione, che si/ti riaggancia al concetto o luogo comune del potenziale (contemporaneo). Ovvero, quando chiunque, contemporaneamente, diventa (è) il pilota-Re della macchina in funzione che, per forza di cose, esaudisce ogni “desiderio” ricevuto in input, fungendo da “giudice supremo” affinché il “desiderata” di uno non vada a discapito di quello degli altri. Questo accade quando ci sei Te e contemporaneamente ci sono altri nella medesima condizione (originale). All’opposto, se Te sei “te”, … sarà chi è nella condizione (originale) a pilotare in esclusiva il “destino comune” dellaggente auto ivi con-tenuta ma “niente”. 

La macchina funziona. Stop


Avendo una certa caratteristica = di “sentire” chiunque è nella condizione “originale (Te)”, significa che se “ora” sei “te” nell’AntiSistema, è già successo qualcosa a Te. Di conseguenza, la programmazione originale era di un tipo, mentre “poi” è stata im-piegata in altro modo, comunque sia facente già parte potenzialmente della macchina nella versione originale. 

Cosa significa:

la “programmazione originale” deve essere vista come
uno strumento che viene applicato ad un luogo target (ad esempio la Terra o parte di essa)
al fine di “terra formarlo” 
ossia
permettendo la vita in loco
qualora le condizioni iniziali esterne siano proibitive (o, anche, meno).

Ok

Una “utility”, in-somma. 

Un macchinario che permette di poter vivere anche in luoghi ameni o inospitali o ben altro (o, anche, meno). 

Come fosse... magia. Lo hai visto tante volte nei non solo film.

Ecco perché la macchina è dotata della possibilità di essere pilotata da chiunque dello “equipaggio”, perché a chiunque è impegnato nella medesima “missione”, potrebbe venir utile. Ci sei

Non solo il comandante, dunque. 

Chi comanda(va) il gruppo, lo faceva per altra via, in quanto che la macchina è attrezzata per essere di servizio a chiunque. Ora, se sei in Westworld, sei “te” (qua, così). Ergo, non sei + in grado di pilotare perché non sei più Te (il pilota-Re)

La macchina non ti “sente”, per questo motivo.

Però, puoi sempre “ritorna-Re”. In che modo? Accorgendoti nella sostanza, della “sostanza” che ti ha (qua, così), che è il frutto della terra-in-formazione della macch-in-azione by l’oro, ossia, dopo l’è già successo che a questo punto continua a succedere, non visto che la macchina si è auto programmata in tal modo, non importa se il Re è morto! 

“Evviva il Re…”. 

Programmare è potenzialmente x sempre. E, per sempre, è… “sino a quando non succede altro, sostanzialmente”. Nulla è per sempre, infatti. Però, questo “per sempre” può essere davvero una in-de-finità. In questo “tutto”, tutto dipende da Te, o, da “te” che ritorni a/in Te.

Dai. A “ruota libera”.

All’insegna del “chi se ne frega di quello che pensi”. Poiché, “è ora di finirla una volta per tutte!”. E se “non si capisce”, ehm

comprendi il “francesismo”? Ecco.

Questa è la “fine” che farai, dopo averla già fatta, sempre (qua, così): 

https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzata_di_Simone_Gull%C3%AC
https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzata_di_Giacomo_Minutoli
https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzata_di_Luigi_Borz%C3%AC
https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzata_di_Giuseppe_Samon%C3%A0

La storia della Palazzata di Messina emerge in questo libro che l'autore con estremo rigore filologico e storico, assieme ad un'attenta lettura delle vicende urbane, ci restituisce con degli interessanti spaccati “grafici” che esaminano e approfondiscono il lungo periodo della storia della città che va dal 1400 al 1940. Un periodo che si apre con lo studio e la raffigurazione delle mura di cinta quattrocentesche, per poi seguire con gli ampliamenti cinquecenteschi, con l'ipotesi progettuale del Teatro Marittimo di Jacopo Del Duca e con la realizzazione della Palazzata dell'architetto Giovanni Antonio Ponzello. Questa mirabile ed imponente opera architettonica verrà distrutta miseramente dal terremoto del 5 febbraio 1783. La ricostruzione della città post-sisma verrà affidata al progetto dell'architetto Giacomo Minutoli che realizzerà un'opera poderosa e monumentale che, purtroppo, verrà abbattuta dall'altro disastroso terremoto del 28 dicembre 1908. La nuova ricostruzione della città non prevede una terza Palazzata per cui al suo posto verrà realizzata una “Cortina del Porto” che non avrà nulla da spartire con quella che era conosciuta con l'ottava meraviglia del mondo.
Link

I “due terremoti” sono stati due Re-Seth. La “guerra tra poveri”? Quella degli “impoveriti dentro” al (qua, così). 

Qualcosa di è-voluto o di “naturale”.

Colpo di cannone

Il problema della ricostruzione della “Palazzata” era stato sollevato dal Collegio degli Ingegneri ed Architetti di Messina che, nella “tornata” del 16 luglio 1910, aveva preso il seguente deliberato…
Considerato che tali edificii pur non potendo ricostituire la monumentale Cortina di Palazzi, che rendeva l’antica Città di Messina la bella Sirena del Peloro, debbono non pertanto presentare un fronte che sia di decoro alla risorgenda Città
Link

Bon!

La Palazzata di Messina? Ora la trovi in Inghilterra.
Il famoso complesso monumentale di Gullì distrutto dal terremoto rivive nella città di Bath e si chiama Royal Crescent. L'opera dell'architetto John Wood junior vissuto nel Settecento che ebbe modo di “copiarla” vedendola personalmente nello Stretto. La storia al centro del dibattito “Memoria da ritrovare”…

La palazzata “clonata” in Inghilterra…

Link

Messina 1908. Con il terremoto crolla la città e la sua identità
In una suggestiva pagina del suo romanzo A occhi bassi, lo scrittore tunisino Tahar Ben Jelloun, a proposito della perdita dell’identità innescata dal terremoto che distrusse Agadir nel 1961, faceva riferimento ai cosiddetti “venditori di vento”, dediti al “piccolo commercio della memoria”, che si erano ritagliati il compito di “inventare, confezionare e vendere” ricordi agli spauriti e immemori sopravvissuti, ai loro discendenti e ai nuovi abitanti del paese.
L’accostamento alla drammatica vicenda vissuta da Messina in conseguenza del disastroso sisma che il 28 dicembre 1908 la rase al suolo, suggerito dalla prof.ssa Michela D’Angelo nell’introduzione al volume Messina dalla vigilia del terremoto del 1908 all’avvio della ricostruzione, edito dall’Istituto Salvemini di Messina, non appare affatto peregrina. Il peggio è che, accanto ai “venditori di vento”, non sono mancati – come sottolinea la docente messinese – i “venditori di fumo”, responsabiliforse molto di più delle forze della natura e delle devastazioni del 1908” di aver ridotto la città nell’ultimo secolo a un luogo “senza più identità e senza più anima”…
Da quel momento in poi si sarebbe assistito ad una vera e propria mutazione “genetica” della città che, abbandonando il suo tradizionale ruolo marittimo e commerciale, avrebbe acquisito progressivamente la fisionomia di centro burocratico-militare, con prevalenza dell’attività edilizia e del terziario improduttivo, sempre più dipendente dai flussi finanziari provenienti dal governo centrale, gestiti con l’intermediazione dei politici locali…
Resta emblematica, come metafora della città prima e dopo il sisma del 1908 e del successivo rapporto dei messinesi con il mare, la rotazione della statua del Nettuno che, a partire dal ’500, dominava la fontana realizzata da Giovanni Angelo Montorsoli. Dapprima collocata nella cortina porto, davanti al Municipio, con le spalle rivolte al mare, “quasi per unire il mare alla città”, dopo il 1908 il trasferimento davanti alla Prefettura in posizione rovesciata, con il braccio rivolto verso il mare, come nell’atto di esercitare un comando per placare la furia delle onde, ha suscitato l’effetto di “allontanare il mare dalla città” (D’Angelo).
Link

Questa è la storia di Te che sei diventato “te” (qua, così). La più grande storia! Quella AntiSistemica by l’oro, grazie a “te”.

Dopo i droni, Amazon testa robot umanoidi per le consegne...
Link

Hyundai introduce i robot umanoidi Atlas nello stabilimento Usa: strategia di automazione, impatti industriali e sfide normative...
Link

BotQ, una nuova struttura progettata per produrre fino a 12.000 robot umanoidi all'anno...
Link

Generati non creati...









Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4030
prospettivavita@gmail.com


mercoledì 10 settembre 2025

Incrocio e terzo non dato.


“Il Contratto Sociale”… è un'opera di Jean-Jacques Rousseau del 1762 che delinea un modello di Stato democratico in cui la sovranità appartiene al popolo. Rousseau sostiene che, attraverso questo patto, gli individui cedono i propri diritti naturali alla comunità, rimanendo così liberi ma obbedendo alla “volontà generale” per il bene comune, che garantisce uguaglianza e giustizia per tutti. Questo concetto ha influenzato la moderna democrazia e la Rivoluzione francese…

“A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina…”.
Giulio Andreotti

A “pensar male non si fa peccato” (qua, così). SPS docet.

Hai mai pensato che, in qualunque ambito – dal più piccolo/semplice al più grande/complesso – in ogni “caso”, a prescindere dalla tua o “tua” preparazione, immaginando, pensando, calcolando, ragionando, sentendo, deducendo, etc. etc. etc., comunque sia (è), per forza di cose agganci anche la Verità? 

Se (se) ti applichi, nel ventaglio di “soluzioni elaborate” c’è anche il Vero. Ergo, “toccando” la Verità, dovresti “sentire” qualcosa di… palpabile = sostanziale, nel senso che te ne puoi “Fare…” qualcosa. 

Dunque, parti da un “problema” facile, che ha solo due possibilità. 


Ad esempio, stai osservando un incrocio a T stradale e, la prossima macchina che lo varcherà 1) girerà a dx, oppure 2) girerà a sx? Immaginando, “vedrai la macchina girare a dx o a sx”: entrambe le “soluzioni” ti garantiscono di agganciare la Verità, che è l’unica “cosa” che (ti) succederà davanti agli occhi. Ok

In un simile ambito, lo sai persino, che la Verità è in uno dei 2 scenari. Questo ti permette di “comprendere e sentire” cosa significa e comporta, “sapere la Verità”. Quando “azzecchi un pronostico, vincendo del denaro”, hai in un certo senso “anticipato la Verità”. L’hai come “letta”. 

Oppure, l’hai “decisa”? Uhm


Al solito, non ti permetti mai di auto riconoscerti un simile “potere”: 

il potere di decide-Re. Per chi? 

Per “te”, per Te, per “tutti”, per Tutti? 

Non ti arrischi mai di percorrere un simile “campo”, poiché troppo vasto ed irto di… “trappole, problemi, sorprese, etc.”. Infatti, è il non lineare che pre-vale quando ti “allontani dall’albero (AntiSistemico), in termini sostanziali, pur essendoci ancora dentro”. Questo significa chequalcosa scatta, non appena rischi di varcare una soglia del tutto virtuale, digitale, convenzionale, essenziale, etc.”. 

Modello Isola delle rose.

Ecco come ti rendi conto di essere “dentro” a qualcosa, che corrisponde di certo a… qualcuno, che ovviamente x “te” non esiste, anche se c’è. Quindi, la scena precedente (quella dove osservi l’incrocio, in attesa che la prima macchina lo percorra girando a dx oppure a sx), “espandendo il campo”… occorre forzatamente “immaginare non linearmente”, persino.

:
immaginare, e non solo pensare o calcolare, non è sufficiente (qua, così).

Persino a livello di “fantasia” è im-possibile (potenziale) espandere il campo a livello sostanziale, da/in cui proviene il “sentire”: 

ciò che la “scienza” evita come la peste di “ri-conoscere”, in quanto che… questo atteggiamento rischia di “aprire il vaso di pandora” in maniera non è-voluta (da l’oro). 

Ancora:

questo significa che 
anche l’immaginazione è prigioniera di un modello AntiSistemico che

ti ha ma “niente”.

Non solo:

questo comporta che
anche l’immaginazione può essere espansa

sino ad un livello cardine, portante, etc.

Qualcosa che a qualcuno “non va bene”, poiché non “serve alla relativa (assoluta) causa” o, meglio, ragione fondamentale (qua, così). 

A quell’incrocio, di conseguenza, va non solo immaginato che possono ac-cadere anche “soluzioni im-previste” di tipo non lineare. 

Quel che si dice, quando capita(no), il “caso”. 

Ad esempio, la prima macchina che sopraggiunge, si blocca proprio poco prima di s-voltare, per via di un guasto al motore, oppure perché fa un “incidente” con un’altra proveniente dalla parte opposta. No? Quando una “soluzione” sembra avere logicamente “solo due direzioni”, ecco che ti stai perdendo il “terzo stato”: 

quello definito “quantico”, sempre dalla medesima “scienza religiosa” (qua, così). 

Ciò che (ti) sembra, appunto, un “caso”: quella “coincidenza particolare” che non sembra affatto possibile, seppure è sempre potenziale. 

Nel Calcio, quando in una stessa “azione”, una squadra colpisce la traversa due o più volte, … è un caso? Immagina che la palla è stata colpita “male”, poiché il giocatore voleva “segnare”. Quindi, la traversa è l’esito certificato dell’errore di chi ha calciato la palla. Non è sfortuna o un caso, che sia stato colpito il “legno”. Quando calci un piccolo ciottolo, per strada, volendo colpire “il palo della luce”:

lo colpisci
non lo colpisci.

Ok? Ci sono solo due “possibilità” o eventi. Però, queste due vie ti riportano ancora all’incrocio stradale, “scommettendo che la prima macchina che giungerà girerà le ruote a sx, oppure a dx”. Qualcosa che sai avere + di due possibilità, però

La “partita di calcio” può essere annullata, se sugli spalti scoppia un putiferio. Ergo, la “tua” squadra ha vinto in campo, ma il “campo” ha decretato un altro scenario, che annulla quello precedente, che era “vero”, or dunque. Mentre, la Verità è che la partita è stata annullata, annullando ogni sforzo precedente. Gasp

Avevi scommesso sulla squadra che ha vinto, ma non è valida la tua giocata, perché l’azienda ha anticipato nella policy che “in caso di annullamento della partita, le giocate vincenti non saranno ritenute valide”. Bah!

“La solita sfiga”. Vero?

Questo succede quando è già successo un precedente, però. Ecco il “lato (oscuro)” sostanziale. Il “passato”, quando non è mai “passato di moda”, è ancora in auge: in che modo? A livello quintessenziale: 

quello che + “conta”. 


Quello che, una volta impresso nella realtà non solo di s-fondo, ne decide la “sorte”, nel senso che “guida ogni s-oggetto o f-attore a…”, come fosse un raggio traente, del tutto s-collegato da ciò che “sai”, non visto che “serve” (qua, così). 

Quando fai trading ed hai “scoperto tutto”, ma… hai ancora difficoltà perché sei arrivato al punto in cui “la prossima svolta del prezzo la sa solamente chi lo decide”. Ci sei

Ad un certo “punto”, sei in prossimità della “sorgente dati”:

la d l’oro mente, applicata al tutto (qua, così).


Quello che, di conseguenza, ti con-vince che “il terzo non è dato”, s’eppure è proprio “il terzo che gode”. Ok? Quello che ti “sforma, sforna” a livello AntiSistemico = il “lato oscuro della forza”. Ciò che funziona, come funziona potenzialmente qualsiasi scenario, ma… in qualche modo (per una ragione fondamentale rivelata) nell’AntiSistema è solo la versione AntiSistemica che ha sempre la meglio.

El non lineare ti ha ma “niente”, perché… “non te lo aspetti mai”. 

Questo comporta che (ti) è già successo. Questo comporta che il “passato” è paragonabile al “nascondersi tra le fini dei mondi…”, by Loki. Quando piazzi la cabina di Re-gia nel “mai passato di moda” che, come sostanza radioattiva, continua a funzionare nonostante non abbia alcuna consistenza “per come te l'aspetti di misurare un po’ tutto quanto” (qua, così). 

Eppure, se sei qua ad immaginare un “fantasma”, Trovi


Cosa significa non è “cosa vuol dire?”. Ci sei?

Se lo immagini, di conseguenza… significa. Eccoti all’incrocio, dove attendi la prossima macchina, al fine di… = “cosa vuol dire?”. Mentre, eccoti all’incrocio, dove decidi cosa succederà alla prossima macchina che lo varcherà = ? Eh

Cambia tutto.


Non c®edi. Se non ti “alleni”, cosa continui a pensare che è una “scemenza”. Se non l’immagini nemmeno, vedi un po’ come sei auto ridotto (qua, così). Ergo, è proprio la condizione (qua, così) che deve immediatamente risaltare e quindi risultare e/o viceversa. Lo s-fondo non è solamente un “dettaglio”, bensì è proprio quel qualcosa che ti auto con-tiene in quanto che “ti sembra tutto quello che esiste”. 

Ossia, “Fai…” sempre tutto da “te” (qua, così). 

Anche quando è una coercizione, ovviamente, sostanziale. Questo è il top di gamma della (l’oro) strategia, che raggiunge l’acme quando sei in qualcosa di totalmente “digitale” = perfettamente in “gabbia”, esclusivamente “sotto controllo”, quando qualsiasi cosa che metti in gioco “non (ti) basta mai, per…”. 

Un esempio sostanziale, valido per chiunque (qua, così), è la “tua” vita AntiSistemica. Ove:

chi infastidisce troppo il potere
seppure ufficialmente incaricato di…
viene eliminato
salvo, poi
intitolargli una via, un parco cittadino, la biblioteca pubblica, una scuola, etc.
per “ringraziarlo” agli occhi della “opinione pubblica (laggente)”.

Attraverso questo patto, gli individui cedono i propri diritti naturali alla comunità, rimanendo così liberi ma obbedendo alla “volontà generale”...

Quel “ufficiale” proviene da tale “recipiente comune (unico)”? Non è detto. Ecco il sostanziale. Così come “non è tutto oro quello che riluce”, di conseguenza “quello che riluce non sono sempre l’oro” = l’oro (il Re) delegano. 

A chi?

A visitatori e/o utenti. Secondariamente, a “te” (qua, così) ma in termini sempre gerarchici = chi più ha, più conta. Ma non solo: laggente non solo Smith è un continuo assieme di re-agenti sempre utili al fine di… Dunque, ci sono gli “specialisti” ma anche i “casi manciuriani”. Chi “muta di personalità”, come una talpa perfettamente infiltrata; talmente perfettamente che non lo sa (ricorda) nemmeno la “talpa” stessa. 

Ovvio: questo designa un ambito di de-generati, alias, di servomeccanismi “ombra”, che non permettono a chi, per qualche motivo tipo “anomalia (non caso)”, ha ancora la capacità di “destarsi”, decidendo di/che…, in luogo di scegliere sempre fra… 

Nevvero? 

Un ambito di “sacrificio”, senza ombra di dubbio: l’autentica “alimentazione” di tale luogo comune (qua, così). Le persone “auto ri-producono” qualcosa, quando entrano in un particolare “stato”. Non solo: gli individui garantiscono quel “ritorno sugli investimenti” che ad ogni livello funge da “scopo rivelato” = qualcosa che indica, fra le righe, lo scopo AntiSistemico.

Il “tuo” l’oro-scopo.


Giacomo Longo, da privato cittadino non del mestiere, denunciò quello che successe ai messinesi, nel post “terremoto”: le solite ruberie organizzate

Oggi, quello che de-scrisse è diventato un “libro”:

in vendita su Amazon e non solo.

Cioè, Longo è definito uno “scrittore”. Ok?

Dopo il “trauma”, definirono questo:

in definitiva ripugna l’idea di un castigo divino, prevale piuttosto l'idea di una cieca e malvagia manifestazione di forze primordiali. E la loro identificazione rinvia alla mitologia

Oibò: quando servì, allora persino il “castigo divino” passò in secondo piano. Del resto, era il “pensiero scientifico” che doveva farsi largo anche tra laggente

Ancora una volta, qualcuno stava “facendo gli italiani”.

Il “rinvio alla mitologia” è lo sviarti in qualcosa di “nuovamente oscuro”. Però, il pensiero e gli animi si rivolsero alla Terra, in quanto “manifestazione di forze primordiali…” = qualcosa di “scientifico”, che va sempre bene quando una “nuova religione” è destinata a prendere il sopravvento, proprio come recita il “motivetto”:

paganesimo
cristianesimo
cattolicesimo
globalismo…

“La mafia non è una forma di potere in qualche modo alternativo allo stato, ma è l'essenza su cui si basa il potere dello stato stesso…”.
Carlo Palermo

“Chiamiamo totalmente costituita una formazione in cui ogni evento prodotto in una parte è determinato, o almeno parzialmente determinato, dal tutto… Il singolo essere umano sta qui in rapporti che lo sorpassano e in un certo senso non gli consentono di essere autonomo, che esistono indipendentemente dal suo volere e senza che egli lo sappia e lo determinano o almeno influiscono su di lui…”.
Piccolo trattato sociale – Alfred Vierkandt

L'osservanza del “codice”, il rispetto, la devozione, l'onore e la famiglia sono gli elementi cardine del pensiero mafioso…
Geometria del male – Sigismondo Panvini

Codice = midrash…

Codice, come:

l'intera classe dirigente della società europea tra il Seicento e il Settecento fu direttamente formata dagli insegnamenti della Compagnia di Gesù, che aveva propagato nuovi concetti e nuove idee. A tale istituzione si deve per esempio il concetto base sulle cui fondamenta è stato eretto il moderno stato di diritto: il principio della separazione tra Stato e Chiesa, senza il quale non si sarebbe mai approdati alle organizzazioni politiche attuali
Geometria del male – Sigismondo Panvini

Codice o “regola:

i gesuiti hanno mutuato il loro metodo educativo dall'insegnamento di San Benedetto la cui regola prescriveva un ritmo quotidiano preordinato di preghiera, lavoro e studio, che occupasse tutta la giornata, con variazioni che dipendevano dall'anno liturgico e dalle stagioni…
La Regola di San Benedetto, consistente in un prologo e settantatré capitoli, a sua volta derivava dalla Regula magisteri, una serie di precetti di vita monastica ripresi da un ignoto mistico che aveva trovato la sua ispirazione nella scuola ascetica dell'antico Egitto
Si può dire che la regola e il modello architettonico abbaziale siano un tutt'uno. Per Vitruvio l'architettura poggia su principi universali e le sue discipline, basate sul numero e sulla proporzione, ritraggono il funzionamento dell'universo. L'eredità spirituale e la metodica benedettina furono raccolte prima dagli ordini monastici medievali e poi dall'Ordine dei Gesuiti
Geometria del male – Sigismondo Panvini

Uhm; la morte dell’ex “cuoco di Putin” (fondatore della Wagner) = troppo potente per continuare sulla medesima “via”. 

Ergo, la “soppressione” dell’Ordine dei Templari, dei Catari e dei Gesuiti. Chi decide. 

Il perché i Gesuiti sono ancora (qua, così), fornendo continuamente il parallelismo “ombra” o Papa Nero

Qualcosa ti ha. Dove

Nell’AntiSistema che manco immagini, attendendo sempre il-un “salv-a(t)tore”. Come forse puoi “vedere”

sei sempre nel prevedibile “incrocio”, mentre attendi il “cosa farà” il prossimo veicolo, “scommettendoci sopra come se fosse l’ultima cosa che farai”, dipendendo(ne) di conseguenza.

Stai, alfine, delegando la vita ad un e-vento. 

Ergo, la vita è “tua” se… ti adoperi in tal senso (unico). Ciao!



  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4029
prospettivavita@gmail.com