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Auto isolamento indotto... |
Battuta Schaeuble a Varoufakis:
“abbiamo concordato un disaccordo”.
"Ci siamo trovati d'accordo nel dissentire tra noi…
Nel colloquio col ministro greco non ho potuto negare il mio scetticismo su alcune misure annunciate dal nuovo governo di Atene che non vanno nella giusta direzione"…
Wolfgang Schaeuble (ministro delle finanze tedesco)
"Come ha affermato Schauble, non abbiamo trovato un accordo ma non era previsto in questa occasione”…
Yanis Varoufakis (ministro delle finanze greco)
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La (questa forma emersa/conosciuta di) sensibilità è una “(re)cita”:
una re-cit(a)-(a)zione.
È, ora, molto difficile renderti conto di qualcosa che è, nel frattempo, (di)venuto “normale”. Il vantaggio accumulato da “coloro che hanno potuto pianificare tutta la normalità”, è enorme rispetto a te, che (con)segui.
“Chi prima arriva, meglio alloggia” (anche "chi rimane o ricorda")...
Renditi conto che tu non hai nemmeno (più) la pallida idea, di molti fatti che si sono succeduti in un tempo “mai esistito”, sia per la “tua” memoria che per il “tuo” status quo.
Il fatto cardinale è, tuttavia, che il “controllo” esiste anche se tu non (ri)tieni affatto. E, questa verità, rende completamente innocua la tua capacità di ignorare qualcosa, affinchè questa non esista/(ri)accada.
Se tu non “vedi”, non significa nulla relativamente a quello che, semplicemente, non vedi ma “è” ugualmente.
"La legge non ammette... ignoranza".
Qualcosa che, anzi, si avvantaggia da questa “tua” cecità, perché tale “difetto” (di)scende da una delle strategie del principio che non intende essere portato ad emersione, nella realtà di (ri)ferimento (mascheramento, camaleontismo, mimetismo).
In natura esistono simili forme di Vita “emersa”, per motivi che hanno a che fare con la (re)distribuzione frattale espansa (come, suppongo, tu abbia iniziato a ricomprendere).
Se questa è la tua “(in)sensibilità alla luce” (visione), questa è anche la tua (in)sensibilità al suono, alla profondità di campo, alla prospettiva, alla conoscenza, alla lungimiranza, etc.
(In)somma, per pareggiare il conto, hai – guarda caso – una elevata capacità di tutto quello che “serve” per renderti dubbioso (intuito, istinto, percezione, etc.) e per (man)tenerti “qua, così”, ossia:
(ri)colmo di paure, di incubi, di pesi e zavorre d’ogni tipo, di dolori e di (bi)sogni costantemente da alimentare (sfuggevoli quanto l’aria che respiri), di dipendenze, di ansie da prestazione, di (rin)corse verso qualcosa che tende ad essere sempre scarno/(sc)arso, etc.
La “tua” sensibilità è (in)dubbia. E tutto ha più di un significato sovrapposto e sovraesposto alla luce di una “curvatura del tutto”, che costantemente “obbliga” (inerzia, piano inclinato, abitudine, legge, paradigma, credo, tendenza, moda, educazione, seguito, etc.).