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A "bocce ferme". |
“Facendo 'tabula rasa' tutt’attorno a sé”… SPS ha perso (e perde in continuazione) “pezzi”. È qualcosa di necessario affinché risalti meglio il processo stesso in atto. Affinché affiori la “sostanza, valore aggiunto, quintessenza” del processo.
Quale processo?
Quello della propria manifestazione in chiave “a sé”, all’interno dello scenario reale manifesto e di riferimento nel “qua, ora”.
Perché “a sé”? E che cosa s’intende?
“A sé”, significa: libero di...
Libero/a da “che”? Libero/a da ciò che ha, da (ora) sempre, il “diritto di proprietà sostanziale” su di te.
Da ciò che “ha comprato l'essere che si è venduto” in qualche ansa del tempo e che “ora (da sempre o da soli 5 minuti, non fa differenza)”… ti “usa, sfrutta, devia, obbliga, schiaccia, pressa, comanda, ordina, controlla, etc. attraverso le qualità dovute proprio al ‘vantaggio’ che, un simile potere, gode indissolubilmente ‘qua, così’ su di te”.
Cosa è libero/a sostanzialmente? E cosa lo è… apparentemente?
Per ricordare la differenza, ti basta assaporare cosa s’evoca da/in te allorquando pensi ad una modalità di Vita “epico avventurosa”.
Che immagini pirati, nativi, esploratori, cavalieri, eroi, etc. non importa, visto che non è il “costume” a colpire i tuoi centri sensori/evocativi, quanto il percepire qualcosa che è in grado di baldanzosamente “vivere da fuori degli schemi”.
Siano anche, questi schemi, la ritenuta “giustizia/morale” – frutto dell’arcano semovente (moda ipnotica) del tempo – o maggior biglietto da visita del sotto potere dominante di turno, all’ombra di ciò che non è mai cambiato d’una virgola, relativamente alla propria natura di Dominio “sopra a tutto e a tutti”.
Un pugno "teso" calato sulla Massa, sul Pianeta, in tutta l’aria che respiri e che ti conferisce il “pass” per continuare a “non morire (sopravvivere)”.