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giovedì 4 settembre 2025

Re-censore.


Recensore = revisore, controllore, conduttore, pilota
Pilota-Re = governare, reggere
Re = chi sor-regge un regno, il proprio, “Facendolo…” passare per… “tuo”.

Come puoi non solo vedere, c’è una memoria in ogni s-oggetto, anche (qua, così). Il “dato” ti è dato, in maniera tale da/di… Tuttavia, non c’è nessun obbligo. In questo, vige la massima libertà, ossia: 

“fartene tutto quello che vuoi”. 

Peccato che è un po’ come porre il “modulo (valore assoluto)”:

una funzione che associa ad un numero negativo il numero stesso con segno positivo, a zero associa zero e lascia invariati i numeri positivi. Il valore assoluto di un numero è quindi sempre positivo o eventualmente nullo…
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Per qualcuno, che “non è in grado di intendere e volere (in termini sostanziali)”, ossia, che non si accorge definitivamente di…, è sempre come vivere al buio (nei confronti della Verità), motivo per cui la massima libertà im-possibile (potenziale) risulta essere “troppo”, nel senso che – senza l’auto caratteristica dell’accorgersi – il “dato” viene continuamente lasciato alla mercé di “te” (qua, così), che è come dire la Verità ad un sasso (con tutto il rispetto per il sasso, ch’è un s-oggetto molto simile ad un hard disk e, in questo, del tutto…de coccio). 

Ecco che tale “scusante” è presa ad hoc, da chi se ne approfitta (e di certo non è a digiuno dall’averne creato ogni presupposto), alfine di tenerti rivelata la Verità, apponendo motivazioni lineari (l’umanità non è ancora pronta per…) in luogo di intervenire non linearmente (ossia, ricorrendo alla medesima leva mediante cui continua a succede-Re). 

La “massoneria”. No



Un esempio lampante in tal senso. Probabilmente, qualcuno che è diventato qualcosa, venendo parassitato come al solito, nell’AntiSistema (l’oro). Gli inizi di ogni “movimento” sono sempre dettati dalla “utilità (ideale)”. Non tutto nasce già AntiSistemico, seppure (qua, così). Gli individui sono liberi, in questo, di dar “fiato”, di manifestarsi in maniera fedele a quello che “sentono”; tuttavia, è “dopo” che interviene il firewall I-Ambientale by chi ne è il pilota-Re. Qualcosa che, coi recenti “vaccini”, può essere stato intercettato ancora + a monte: dentro

Ergo, se l’esterno gioca tale riflesso, significa che è già successo e, quindi, “te” sei già interciso dall’origine di “questa versione del mondo”. Hai visto nel Bollettino di ieri, come gli “ebrei” abbiano sviluppato o ricevuto “codici” talmente precisi da risultare dei veri e propri “laser” in termini di efficacia, efficienza, ritorno sugli interessi, desiderata, etc. 

Il “codice” è lo scopo (l’oro) impresso a livello esecutivo: il linguaggio macchina, per chi è stato auto trasformato in macchina; sempre “te”, sempre (qua, così)…

Con il midrash si andava al di là del senso peshat letterale e, con l'uso delle tecniche dette middot esegetiche, si attualizzava il testo, adattandolo ai bisogni e alle concezioni della comunità e traendone applicazioni pratiche e significati nuovi che sono lontani dall'apparire a prima vista
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Lontani dall'apparire a prima vista… = non lineari, sostanziali.

Qualcosa di cui non ti rendi conto, in quanto che sei stato già preparato ad hoc, al fine di non accorgerti nella sostanza. Sempre non a caso, sei “te” il terminale a cui il “dato” arriva continuamente ma “niente”: lucciole per lanterne = la “tua” realtà manifesta (qua, così) è continuamente auto ri-edificata in se stessa, ossia, secondo lo scopo insito nel codice, caricato a livello I-Ambientale. 

Suvvia. Come ti spieghi, altrimenti, questo periodo:

in un modo chiaro e molto preciso, il testo nella Torah convoglia la discesa della Luce Superiore sul desiderio che è stato creato dalla Luce, e la sequenza con cui la Luce porta il desiderio ad assomigliare e a diventare identico ad essa. Il libro parla solo di questo
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Vedi che questi non sprecano nulla. Vanno sempre a segno, poiché sono sempre “sul pezzo”. A differenza “tua” che, all’opposto, non ci sei mai, auto sopravvivendo come da copione (persino fiero di r-esistere il + possibile ma, comunque sia, alfine morendo sempre, per poi ritornare sempre, alimentando la giostra, lo “spettacolo” ch’è lungi dal terminare sino a quando continuamente “ingrassato” mediante il “tuo sacrificio”). 

Quando, qualcosa d’assieme ha un simil proposito (funzionamento)? , quando è una sorta di “parco tematico” o di “azienda tipica” o di “industria specializzata” o di “gregge con il pastore (che vive grazie a ciò che le pecore gli danno ovvero producono, continuamente). 

Quando tutto è organizzato, significa

Quando tutto funziona, è. E se ti chiedi sempre “cosa vuol dire?”, uhm: sei già cotto e mangiato, alias, è già successo e continua a succede-Re. Quando ti chiedi “cosa vuol dire?” interroghi la “tua” mente alveare: quella logica ma impastata, che non tiene il passo con la Verità, che si deve im-piegare in “verità” al fine di auto manutenerti informato, essendo “te” (qua, così). 

L’utilizzo delle “virgolette” è strategico by SPS. 

In tal modo deve diventare persino evidente alla mente logica (sopraffatta, sovrascritta) che è (così, qua) nel (qua, così). Alias, ti puoi sempre “svegliare”, anche se non è previsto (da l’oro). Questo è il potenziale contemporaneo di cui godi (sempre). Questa è la Spada di Damocle, a cui l’oro sono continuamente esposti, nonostante (qua, così) che, di conseguenza, è oramai chiarito che funge da firewall di protezione per lo status quo AntiSistemico (l’oro).



Il termine “Re-” (sì, con il trattino), deriva dal latino “Retro”, dietro, indicando “ritorno indietro” = reazione, repulsione, restituzione, ripetizione…

Il non lineare è totale

Ergo, non si tratta di un “ritorno indietro”, bensì, del Re che non esiste; c’è = è “dietro”, nel senso di Oltre (ad ogni evidenza). Qualcuno del quale ti devi accorgere sostanzialmente, costringendolo a manifestarsi fisicamente, alla tua “luce” o com-presenza alla pari. Sino a quando il Re non esiste; c’è, la Verità sarà “verità” x “te” (qua, così), non allineando ogni tua parte ad hoc, lato Te (qua, xxx) oppure (xxx, xxx) o ancora (qua, Te) o (Te, qua), etc. etc. etc

Il “ritorno indietro” è, semmai, il continuo “ritorno di fiamma” che alimenti proprio “te”, continuamente, manifestandoti e… “morendo”, ogni volta (passando dal “via” senza nemmeno ritirare le “20000 Lire” promesse dalle regole del giogo). A meno che le 20000… siano la “tua vita”, che ogni volta acquisisci in termini di “timbratura del cartellino” AntiSistemico. 

Mentre, l’oro = il Re, reggono il timone per l’intero carico o gregge o laggente… 

Molto curioso il “cog-nome” Reagan, che è “ricordato” (da Etimo) dal sanscrito rag’àn, che ha la nozione non solo di reggere, comandare, ma anche quella di splendere… Tra l’altro, Reagan apre a Reagen = Re-agente (l’esse-Re in azione “ora”), da cui ancora la Re-azione. 

Ovvio: la “luna, mai il “dito”. Ok?

Attenzione al discorso sui “fatti”, però. Perché, se corrisponde al vero che il fatto è la Verità, nell’AntiSistema l’unico “fatto” sei “te” = è tutto girato al contrario, ma ad angolo giro, proprio come se “non fosse successo niente”. 

Ci sei

Dunque, quando a Giuseppe Calligaris viene in mente di timbrare la propria opera con l’alta considerazione sul “fatto”, … sopravvivendo nell’AntiSistema, l’AntiSistema gli ha messo le “ganasce”; come al solito, sino a quando gli individui non si accorgeranno di essere dentro all’AntiSistema, ch’è totale proprio per tale motivo = de che. 

“Senza mettere in evidenza e senza esaltare questo nuovo prodigio delle catene lineari, presentiamo i fatti. Quando noi parliamo di fatti, i critici diventano tremebondi perché se le ipotesi, le teorie, le dottrine possono prestarsi alla discussione e quindi offrire un vasto bersaglio per i loro strali, con i fatti c’è poco da scherzare ed essi non ignorano questa sentenza: factum ipsum verum…”.
Giuseppe Calligaris

Con tale “ignoranza” non ti discosti troppo dallo “albero” AntiSistemico. Cosa è successo all’opera di Calligaris, infatti? 

Chi? Cosa? Appunto. No

Ciò che è Verità, (qua, così) è ridotta alla “verità”, motivo per cui può sempre essere sovrascritta ad hoc. Ricorda sempre questo metodo, ampiamente in uso nell’AntiSistema:

Con il midrash si andava al di là del senso peshat letterale e, con l'uso delle tecniche dette middot esegetiche, si attualizzava il testo, adattandolo ai bisogni e alle concezioni della comunità e traendone applicazioni pratiche e significati nuovi che sono lontani dall'apparire a prima vista

È questo, costantemente all’opera (qua, così).


Qualcosa che può continuamente funzionare poiché ci sei “te” dall’altro lato del terminale. La “tua” preparazione è perfetta per berti tutto quello che (ti) passa per lo “con-vento”. 

L’unica “cosa” che può funzionare, rompendo lo “incanto”, è “Fare…” come il proverbiale Gesù: i “miracoli”, continuamente ripetuti, bucano lo schermo. Risultato? Fu talmente “pericoloso per lo status quo AntiSistemico” che… lo eliminarono, di concerto con il “Padre”, però. Qualcuno “non se ne lavò le mani”, favorendo la “opinione pubblica” che, si sa, è sveglia quanto un ghiro d’inverno.  

Il termine di quella “discesa in vita” fu drammatico e costituì l’ennesima “nuova base” per mantenere inchiodato al “muro” proprio Te. 

Altro che

Calligaris dedica ad Enrico Cardile uno dei suoi non solo libri. Perché

Chi era Cardile? Bah!


Colpisce per esempio l’attenzione che Cardile dedicò a una personalità come il neuropatologo Giuseppe Calligaris noto per i suoi studi sulle “catene lineari del corpo e dello spirito”, studi all’interno dei quali il ricercatore riuscì a coniugare il metodo scientifico sperimentale con una dimensione diversa di conoscenza

Ok? Fu qualcuno che, all’apparenza, gli “diede spago”.  

MaUhm; c’è qualcosa che stona anche in questo Cardile:
troppo... veloce!

Vediamo(lo) un po’…

Enrico Cardile nacque a Messina il 19 marzo 1884… Il terremoto di Messina del 28 dicembre 1908 vide la sua famiglia decimata: morirono i genitori e due, forse tre sorelle oltre a numerosi amici. Un altro gravissimo lutto funestò la vita di Enrico Cardile: la morte a soli 10 anni del figlioletto Guido. Già da giovanissimo si era affiliato alla massoneria, visto che a soli 25 anni veniva insignito del grado di “compagno d’arte” e nello stesso anno al grado più alto, quello di “maestro”. Apparteneva alla loggia “Serafino Lo Monaco” di Mistretta. Risulta documentato l’ingresso di Cardile nel “Rito scozzese Antico ed accettato” nel 1911… Riuscì ad ottenere un impiego presso l’ufficio distrettuale delle imposte e, dopo una permanenza in Lucania, che gli consentì di non trovarsi a Messina durante le funeste giornate del terremoto, venne trasferito a Palermo…

Dunque:

Cardile era di Messina
quella Messina distrutta dal “terremoto y maremoto”, alias, la Flotta Bianca “Usa” & i 
bersaglieri savoiardi
nel quale disastro, egli perse gran parte della famiglia (sic).

Cardile aveva 24 anni all’epoca del dramma. Ma, a soli 25 anni veniva insignito del grado di “compagno d’arte” e nello stesso anno al grado più alto, quello di “maestro”…  

Wow: che carrierona! Velocissimo...

Come mai una simile accelerazione o “vento in poppa”? Inoltre:

dopo una permanenza in Lucania, che gli consentì di non trovarsi a Messina durante le funeste giornate del terremoto

Che “caso”. Molto simile a quando tutti gli “ebrei” che, magicamente, la mattina dello 11 settembre 2001 non erano in sede, poco prima dell’arrivo dell’altro (o dello stesso, sostanzialmente) “terremoto”. Trovi? Lo scenario è questo:

Cardile aveva saputo tutto quanto (non essendo in sede) dai sopravvissuti e, in cambio del silenzio, era entrato nella massoneria, ove aveva speditamente ricevuto il grado di “maestro
Cardile sapeva già tutto e per questo motivo era assente da Messina (sacrificando i famigliari per un qualche “pass” che gli avrebbe permesso di…).

Altro? Cardile era un “ignorante”. E allora vale tutto! 

Tuttavia, se in seguito appoggiò lo scomodo Calligaris, va da sé che proprio del tutto “ignorante” non lo fosse. Il controllo, quando così prossimo all’obiettivo, è sempre un punteruolo che non può mai sbagliare un solo colpo. L’approfondimento sarebbe necessario, ma… te ne frega davvero qualcosa? 

Anche no. Vero?

Piuttosto:

fu traduttore… dall’armeno delle opere del poeta Nrad Nazariantz, giunto in Italia per sfuggire al genocidio armeno ad opera dei turchi e conosciuto tramite Lucini e al quale Cardile fu legato da profonda amicizia. Amicizia consolidata anche dalla comune appartenenza alla massoneria e dall’attività che Cardile svolse a favore della causa armena… 
Link

La personalità che più di altre rappresentò in questi anni l’Armenia in Italia, fu il poeta armeno di Costantinopoli Hrand Nazariantz, dal 1915 esule a Bari…
L’autore si chiede come possa avere ancora senso parlare di Armenia e dell’identità del popolo armeno, vista la totale indifferenze di chi potrebbe frenarne il progressivo oblio; partendo da questa nota amara e trattando di architettura, affonda il colpo nei confronti del lettore italiano…
La linea e il colore, la sintesi geometrica, così come la capacità mimetica dei decorativismi e le innovazioni strutturali ideate dalle maestranze armene, hanno nutrito l’occidente per tutto il medioevo e, mentre i modelli armeni “crollano sotto l’incuria del tempo”, al contrario “restano vivi dovunque i ricordi dell’Arte armena esportati e sposati ad altre pietre…”… È la generale noncuranza a gettare Nazariantz in uno stato di profondo sconforto, non perché il suo intento sia di proclamare una forma di superiorità del popolo armeno, ma perché egli considera le sue testimonianze materiali come patrimonio dell’intera umanità, che rifiutandosi di salvare il popolo armeno rifiuta di salvare anche sé stessa
”.
Architettura medievale armena e italiana: un approccio comparativo - Beatrice Spampinato

La (solita) “storia” si ripete (qua, così): quella AntiSistemica che “ora” ti vede, ancora “distratto”, ad esempio ma causalmente, per quanto concerne il genocidio a Gaza. 

E, poi, come mai tutta questa portanza dell’arte armena? 

Restano vivi dovunque i ricordi dell’Arte armena esportati e sposati ad altre pietre… (viene alla mente il modus di edificare della cosiddetta ‘Grande Tartaria’). 
Comunque sia, i “fatti” a cui si richiama Calligaris, come puoi non solo vedere, non contano niente quando non sono assoluti. Nell’AntiSistema tutto è “complottismo”, quando non “serve”. Tanto, allaggente va sempre “bene” tutto. 

Ergo, è giogo facile con-vincere chi è già stato vinto (qua, così).

Pur apprezzandone alcuni aspetti iniziali, non seguì il fascismo ma fu ammaliato da altri studi come la storia delle religioni, il magismo e la cabala… I suoi interessi in materia di cabala ebraica e di studi iniziatici era fluita ininterrotta negli anni trovando sbocco in numerosi articoli prevalentemente su quotidiani siciliani… A Siracusa risiedette fino alla morte che lo colse il 13 marzo 1951. 
Link

Una “cosa”:

come mai a Cardile stava “a cuore” tutto questo… mistero.

Di cosa era a conoscenza, militando “lì”. Cosa aveva visto o saputo, relativamente a Messina 1908? Un “forte trauma” si innesta a livello talmente profondo da, persino, portare ad un altrettanto forte interessamento verso ambiti, prima del tutto irrileva(n)ti. 

Capitolo dodicesimo Causalità.

“Per ogni causa un effetto; ogni effetto ha la sua causa; tutto avviene in conformità alla legge, il caso è solo il nome per quel che non conosciamo; molti sono i piani di causalità, ma, nulla sfugge alla legge…”. Siamo giunti al sesto principio ermetico, secondo il quale, in tutto l’universo agisce una legge che nulla lascia al caso; essendo questo ultimo solamente un termine indicante una causa occulta o non riconosciuta. Questa regola è antica quanto il tempo, essendo stata esplicata dai maestri ermetici, millenni or sono, ed ha pervaso tutto il pensiero susseguente, avendo per oggetto le dispute sorte tra le varie scuole, sull’attribuzione di significato a certe parole, o a particolari punti del principio
Il Kybalion

Attenzione:

in tutto l’universo agisce una legge che nulla lascia al caso; essendo questo ultimo solamente un termine indicante una causa occulta o non riconosciuta (la “tesi” SPS non è poi così campata per aria. No?).

Decodifica sostanziale:
in tutto l’universo… = nell’AntiSistema
agisce una legge che… = il SO I-Ambiente (legge, strumento, memoria) da pilota-Re ad opera di chi ancora se lo ricorda e (qua, così) se ne approfitta
essendo questo ultimo solamente un termine indicante una causa occulta o non riconosciuta (l’oro).

Ancora:

con il midrash si andava al di là del senso peshat letterale e, con l'uso delle tecniche dette middot esegetiche, si attualizzava il testo, adattandolo ai bisogni e alle concezioni della comunità e traendone applicazioni pratiche e significati nuovi che sono lontani dall'apparire a prima vista
questa regola è antica quanto il tempo, essendo stata esplicata dai maestri ermetici, millenni or sono, ed ha pervaso tutto il pensiero susseguente, avendo per oggetto le dispute sorte tra le varie scuole, sull’attribuzione di significato a certe parole, o a particolari punti del principio

La Verità (qua, così) è impedita, diventando “verità”, dovendo comunque sia auto manutenerti “informato”. L’oro lo sanno come funziona, motivo per cui “niente”

Il Re-censore ti ha, ma lo devi “dimostrare” per primo a “te” (qua, così). 

Uhm. Piuttosto complicato se (se) non ti accorgi nella sostanza, della “sostanza” che ti ha, ma…





  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4025
prospettivavita@gmail.com


mercoledì 20 agosto 2025

Te, e le rose…


“Ci penseranno i futuri esploratori, se, per avventura, diritta è la via sulla quale io ho posto piede…”.
Giuseppe Calligaris - 1937

“Ci penseranno…” a far che? Ad approfondire l’Opera di Calligaris. Ossia? Nell’AntiSistema? Ma te pare. Se nasci tondo…, no? Infatti, si è già nel “2025”. E l’Autore è morto. Chi? Ap-punto

Tra i vari argomenti, cosa trovò Calligaris? 

, le “placche dell’età” non sono proprio una banalità. Nella pubblicazione Le catene lineari del corpo e dello spirito – Nuove meraviglie del corpo umano” del Dott. Prof. Giuseppe Calligaris, Docente di Neuropatologia nella R. Università di Roma, lo stesso si riferisce a Seneca (ed alla Verità), riportando tale idea:

“la verità è una forza, un volto, sempre uguale in ogni parte di sé…”.
Seneca

Ergo, la frattalità espansa è l’auto caratteristica della Verità. Niente de che. Se ti sembra poco, bè… questo è un problema “tuo”, alias, dellaggente (qua, così). 

In tal modo non fai altro che con-fermare di essere nell’AntiSistema (l’oro). Ah, che losco inganno ritrovarsi ogni giorno a dover de-scrivere le stesse cose, per qualcuno che è vacante presso “se stesso”. Ah! Che disdetta…

Calligaris fu Dott., Prof., Docente universitario a Roma, etc. 

Cioè, ti sembra un ciarlatano? Se SPS non ha le “basi ufficiali per essere riconosciuto”, Calligaris le aveva eccome (dato che insegnava, persino). Eppure, quando (ogni volta che) muori (qua, così), tutto quello che lasci viene preso = fagocitato dalla macch-in-azione AntiSistemica che, ovvio, non guarda che a se stessa, alias, al d l’oro unico scopo o ragion d’esserci. Chi?

“Niente, nessuno, nada de nada”. 


Non ti preoccupare, in-tanto ogni volta “si fa sera” e devi andare a dormire: ricordi cosa succede in Dark City quando ti addormenti? Cambia la città e, “te”, vieni spostato = il cambiamento di scenario è quello che va in onda ogni volta che “muori” e, ops, poi ritorni come se nulla fosse già successo.

Per questo, in quel Re-Amen è sempre “notte (buio)” ed i ricordi sono un impianto nel “tuo” cervello che “serve (l’oro)”. Dunque, di tuo, tuo… (qua, così) che c’è. Uhm

Le “placche dell’età”, scoperte da Calligaris, testimoniano che ogni ricordo, emozione, sfumatura, etc. è “salvato in tale supporto mnemonico”. Una placca per ogni anno di esperienza, ognuna perfettamente consultabile e… “trattabile” = il “dato” è disponibile per ogni tipo di non solo lettura. Bah; sembra un po’ il concetto di Akasha

Ci sei? Tutto si mischia, oppure è… mischiato? 

Entrambi gli aspetti sono veri. Però, di qualcosa te ne “Fai…” qualcosa; di altro “niente” = non (ti) sembra mai contare nulla mentre, all’opposto, se ci sei… hey, Seneca aveva proprio ragione:

“la verità è una forza, un volto, sempre uguale in ogni parte di sé…”.
Seneca

Con-vincerti non linearmente (ad esempio, attraverso i “film”) che alcuni ricordi sono “tuoi”, com-porta che non ti fidi più di alcunché. Ergo, ti auto smarrisci sia nella nebbia che nella luce. Bingo. Ecco(li) ancora una volta (sempre la stessa).
Le placche dell’età sono dunque memoria. Alias, Verità. Pensaci:

quando (ti) succede qualcosa, è già successo = è vero
quando non (ti) succede qualcosa, è già successo = è vero.
Se qualcuno (ti) mente, è già successo = è vero.
Se qualcuno non (ti) mente, è già successo = è vero.

È sempre vero, qualsiasi cosa è già successa. Dunque, “la verità è una forza, un volto, sempre uguale in ogni parte di sé…”. La Verità è una! Ma, (qua, così)… la Verità è rivelata

E la pistola fumante sei proprio “(nien)te”.

La memoria è (la) Verità. Altrimenti, che memorizzi. No? La frattalità è da espandere, non visto che necessiti di “allargare ogni limite” che nell’AntiSistema ti ha ma “niente”. Infatti, mediante tale espansione, che “Fai…”. , utilizzi in leva la frattalità ordinaria, trasformandola in “piede di porco” allorquando (ti/ne) espandi la portata, sino a raggiungere la potenza utile, ad esempio, narrata da Trismegisto, nella fattispecie by “i tre iniziati”, ne Il Kybalion

La filosofia ermetica, nell’epoca moderna, è mal compresa o ignorata. Ma questo, dicono i Tre Iniziati, è comprensibile: avendo perse le chiavi di interpretazione dei “Libri di Hermes”, se ne è smarrito il filo logico e non ci si rende conto di approdare, a poco a poco, alle più macroscopiche assurdità…
“I principi ermetici sono sette. Colui che ne ha conoscenza possiede la chiave magica con la quale si aprono tutte le porte del tempio…”…

Ok? È la frattalità espansa. Amen. È la Verità. Sei Te, quando sei Te, da Te, in Te, per Te, fra Te. L’esserci sferico che, “ricorda” proprio il concetto anche di Seneca:

“la verità è una forza, un volto, sempre uguale in ogni parte di sé…”.

La Verità, quando “verità” – al fine di auto manutenerti “informato” – significa che è già successo a Te, di esserti auto “trasformato” in “te” (qua, così). A “casa l’oro”. Nell’AntiSistema. Nella d l’oro Grande Opera = il motivo cardine, portante, attraverso cui hai dimenticato “le chiavi di interpretazione…” del tutto, che è la Verità e che la Verità conserva, rappresenta, offre potenzialmente, etc.

Tutto ritorna, non visto che “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma…”. Ci sei? Vai Oltre, orsù. C’è ben altro, Oltre a “tutto quello che sai” (qua, così). 


Ora”; perchè mai “necessiti” di avere (sempre con “te”) un documento di identità ed un codice fiscale, nonostante l’univocità ad esempio delle “impronte digitali”?

, 1) perché sei nell’AntiSistema, ove il controllo è tutto: anche la potenza e 2) perché la “tua” dimenticanza viene riflessa persino dall’I-Ambiente, in qualunque versione o “design” (anche, dunque, in ambito AntiSistemico). 

Il “riflesso” è tale (Verità), poiché “accende” parti su di Te, persino “te” (qua, così), motivo per cui a l’oro stava a “cuore” con-fonderti proprio in quello su cui sei più “forte”:

auto leggerti al fine di leggere anche tutto l’esterno.

Ovvio, questo comporta che ci sei Te, perché a “te” sfugge persino l’ovvio. Indi, nulla è mai perduto e a “te” non manca nulla per fare sempre “centro”. È nel potenziale, perlomeno.

Conservato “lì” by la Verità. 

Quando “salvi un qualsiasi dato”, stai de-scrivendo il processo di Verità: è vero che stai memorizzando quel “dato”, motivo per cui stai governando il processo di Verità. Ergo, è la Verità ad edificare tutto quanto. Ecco perché financo “serve” (a) l’oro, poiché non c’è altro metodo per terra-in-formare l’I-Ambiente (legge, strumento, memoria). Ok? Come no. Ora, osserva tale processo non solo storico, bensì assai significativo della Verità: 

del come sei messo (qua, così) e della d l’oro com-presenza ombra, rivelata, astratta, non lineare, etc. etc. etc. 

A monito! Ammonito.








L'Isola delle Rose venne realizzata con una piattaforma artificiale di 400 m² che sorgeva nel mare Adriatico, a 11,612 km al largo della costa tra Rimini e Cesenatico e 500 metri al di fuori delle acque territoriali italiane e che, il 1º maggio 1968, autoproclamò lo status di Stato indipendente. L'esperienza, riportata da tutti i giornali a livello internazionale, durò pochi mesi ma segnò comunque la storia nazionale… Venne occupata dalle forze di polizia italiane il 26 giugno 1968 e sottoposta a blocco navale; nel febbraio del 1969 venne demolita
Rosa iniziò a progettare l’Isola delle Rose nel 1958, inizialmente per pura sperimentazione ingegneristica, ma il progetto si fece col tempo più grande e divenne poi “politico”, proclamandosi nazione autonoma con tanto di inno, valuta (mai prodotta), francobolli e lingua. I lavori durarono anni e non passarono ovviamente inosservati alla Capitaneria di porto di Rimini e alla Polizia, che chiese di fermarli in quanto alcune aree nella zona di costruzione della piattaforma erano in concessione ad Eni. Nonostante gli avvertimenti, Giorgio Rosa riuscì a completare l’isola e la aprì al pubblico nel 1967. La piattaforma, costruita con acciaio, mattoni e cemento, aveva una superficie di circa 400 metri e somigliava ad una grossa palafitta. Il primo maggio del 1968 il progetto di Rosa compie il salto di qualità: l’ingegnere bolognese infatti dichiara l’indipendenza della sua isola artificiale, nominandosene presidente. La nuova nazione viene chiamata ufficialmente “Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose”, non venendo riconosciuta da alcuno Stato. Rosa introdusse una valuta mai entrata in produzione, il Mill, con un cambio alla pari rispetto alla lira italiana, mentre il suo stemma era rappresentato da tre rose rosse in uno scudo bianco a fare da sfondo.
Come ovvio, l’autoproclamata indipendenza irritò non poco le autorità italiane… 
La demolizione della piattaforma costruita dall’ingegner Rosa iniziò nei primi mesi del 1969 e anche in questo caso la storia è particolare: la struttura resistette a due esplosioni controllate, inabissandosi soltanto a seguito di una violenta burrasca avvenuta a fine febbraio
Link

“Non comanda più nessuno qua. Non c'è più nessuno che ci può dire cosa fare, cosa non fare e compagnia cantando Maurizio, eh. Siamo liberi!... Avevamo voglia di costruire un mondo nostro, dove sentirci davvero liberi e l'abbiamo fatto. L'abbiamo costruito… Noi del maggio francese non sapevamo quasi nulla, se non che loro scendevano in piazza e incendiavano Parigi per un mondo migliore. Noi, quel mondo migliore l'avevamo direttamente costruitoVoi parlate tanto di libertà, ma la vostra è una libertà condizionata. Quella assoluta vi spaventa. Non è tanto per quello che ho fatto, ma per quello che potrei fare, che lei mi odia…”.
L'incredibile storia dell'Isola delle Rose

Molto, molto… “pericoloso” come precedente.

“Non è che uno scrive e gli togliamo la cittadinanza. E che è, l'abbonamento a Famiglia Cristiana, che lo disdici?...”.
Franco Restivo

Il “Fu” Conforti recita a meraviglia o ad arte, la parte del “mafioso di stato”, vera realtà su cui è costruito l’ingranaggio a Modello Eichmann (“Bravo”), base portante del luogo comune AntiSistema.

Il Consiglio d'Europa dichiarò di non potersi esprimere in merito alla contesa tra lo Stato italiano e la Libera Repubblica delle Rose perché l'isola risultava al di fuori delle acque territoriali europee. Riconoscendola implicitamente come stato indipendente. Per evitare che accadesse di nuovo l'Onu spostò il confine delle acque nazionali da 6 a 12 miglia. In tutto il mondo. Ad oggi, la distruzione dell'Isola delle Rose è l'unica guerra d'invasione commessa dalla Repubblica Italiana…

Uhm; quindi, “fuori dalle acque internazionali”, al largo di Rimini (e in tutto il mondo) non è più “Italia” né “Uè!”? Non è Africa. Quindi? Perché:

alcune aree nella zona di costruzione della piattaforma erano in concessione ad Eni

Sia come sia, è Verità che quella “nazione” è stata colpita ed affondata (sia pure dalla burrasca). Cioè, assieme all'affondamento di tale “isola”, cosa si è ripetuto ancora una volta

Cosa “affonda nell’abisso” quando qualcuno decide che “così, è”? 

Come padroneggi il processo di “cre-azione”, se ogni volta le tue fondamenta cedono in tal terreno l’oro. Osservati meglio. Recupera (ricorda) le “chiavi di attivazione” di Te (xxx, xxx). Tutto funziona. Tutto è Verità

Mentre, “tutto” è AntiSistema by l’oro.

Tale è la “relatività”. Tale è l’AntiSistema: relativo a l’oro. E la frattalità espansa te lo “(riflette) accende” continuamente, seppure (qua, così). 

Ci sei

L’oro, “te”… e le rose (che fioriranno se… ritornerai, Te).

On. Off: On/Off (terzo stato quantico: l'esserci).



  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4014
prospettivavita@gmail.com


lunedì 19 agosto 2024

Il lav’oro.


Che fa? “Nobilita”? Uhm

Semmai, “Arbeit macht frei…”. No? Cosa ha significato = cosa significa. Ovvero, cosa è già successo = ciò che continua a succedere. Come? Nella sostanza (non linearmente). Dove? (Qua, così), nell’AntiSistema. A chi? A Te che, infatti, ora sei “te” (qua, così). Dunque, il “lavoro” è uno strumento di controllo singolar-massivo, ovvero, che com-porta - a partire dall’individuo - la gestione dell’assieme

Tutto questo, “senza colpo ferire” = “democraticamente” (altro aspetto dell’irreggimentazione d’assieme che non esiste; c’è). 

Sempre x “te”, non esiste! 

Alias, sei proprio “te” il fenomeno perfetto da replicare all’in-de-finito, al fine di continuare a succedere, ma “niente”. E, “dal 2020”, la grande… “festa”! Hai provato ma non ci hai creduto. E allora? Bah

Lo s-vuoto è perfettamente as-servito a/in tavola. 

In-tanto, in giro ci sei sempre e, “solo”, proprio “te” (qua, così): l’as-soldato perfetto! Chi si merita assolutamente la “costituzione più bella del mondo”; come del resto sopravvivi nel “Bel Paese”. E vediamolo, allora, questo “marchio di sana e robusta… costituzione”. 

Si di-parta da ciò.

mercoledì 24 luglio 2024

Modello “Calligaris”.


Oggi vediamo come si può confezionare un vero e proprio “modello”, ricorrendo alla figura dell’illustre s-conosciuto Giuseppe Calligaris. 

Chi?

Il “modello”, poi, sarà applicabile alla situazione sostanziale “Italia”. Qualcosa che “va avanti” perlomeno dalla “liberazione”, ma che per la verità… non si può dire sin dove arriva, poiché (qua, così) la storia è “deviata”. 

Nella “Italia”, di volta in volta, si sono espressi potentati molto influenti anche a livello “mondo”, tuttavia, non si è mai trattato di Italia! Ovvero, la gente è sempre stata trattata come laggente

Del resto, se Te sei “te”, bè… che vuoi! 

Ne è, persino, la logica conseguenza. Dunque, a Calligaris che è “toccato”? Uhm. Un momento; ricorda prima che diceva il Principe De Curtis, in arte Totò, a proposito del “Bel Paese”:

“al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo Paese, in cui però per venire riconosciuti per qualcosa, bisogna morire…”.

Ci sei? E... postumo, non è bello!

Perché, “in Italia”… succede sempre questo?