Sì; e corretto o con cornetto!
In “Italia” il caffè lo puoi prendere sotto ad infinite f-orme: creatività, design, tendenza, sfumatura, contaminazione, gusto, sensibilità, “fame” o dipendenza, zuccherato o meno, etc. etc. etc.
Basta che lo ri-paghi! Una ferma dipendenza ad abbonamento.
Programma “struttura”.
Ossia, nell’AntiSistema tutto con-corre a farti pensare, persino immaginare, che… “niente”. Cioè, la “natura”. No? Eppure, l’industria gravita in ogni e qualsiasi ambito della “tua” vita (qua, così). È, appunto, il reame artificiale ad impazzare sulla Terra, in questa versione sostanziale. Persino nei “testi religiosi-spirituali” si narra, anzi rivela, della “creazione”.
Ok?
Mentre sui libri di storia (deviata), è un continuo inneggiare a ciò che fu (è stato, non esiste più), ma mai a ciò che è (c’è). E non si pensi che la cronaca della “attualità”, come la geopolitica, costituisca eccezione o regola. Anzi, prosperano sempre più quelle branche della “scienza” che si pre-occupano di “dirti” com’era, una volta, sul-la Terra, bè… “tirando una riga dritta, lineare, fra come sei oggi e come erano ieri, i predecessori”.
Come a sostenere che se oggi sei (qua, così) ti è andata di culo, viste le traversie occorse anzitempo, qua e là ma sempre sulla Terra AntiSistemica. Ergo, è proprio l’auto caratteristica sostanziale, il marchio che va an-notato e ricordato in coerenza con Te. Ma, dal momento in cui (qua, così) sei “te”, va da sé che l’intero processo è come minimo “inflazionato”, motivo per cui “niente”.
Ci sei?
Ecco, di conseguenza, la regola portante:
una volta “dentro” a/in qualcosa
che non devi assolutamente prendere in considerazione (non te ne devi mai accorgere nella sostanza)
l’intero decorso storico, social-singolare, diventa come una equazione
ovvero
quel cancellino “naturale” previsto appositamente per…
il continuo Re-Seth di “te” (qua, così).
Dal momento di è già successo, in poi, è infatti tutto un… continua a succedere: sostanza. E verità: che ti mantiene “agganciato” non importa come, dove, quando, perché, etc. Dunque, accorgerti è tutto, se dopo te ne ricordi a livello essenziale, facendotene qualcosa in pianta stabile.
Ecco che il “Fare…” è qualcosa che a “te” (qua, così) dice sempre molto altro: sempre e solo altro. Rispetto a che? Bah. Rispetto al “riuscire a vedere le stelle” = riuscire, nel senso di… farcela.
Nel senso del… Verbo! Ci sei?
Non, l’andare fuori, bensì, il riuscire a…
Truman dove va, una volta che esce dal set teatrale? Non lo sai perché il “film” finisce in tal modo, approssimativo, caricaturale, benpensante, invitante, etc. Però, è il solito “niente” che si accanisce ancora una volta verso di “te”, sempre (qua, così).
Truman “riesce a vedere le stelle”?
Ce la fa (si accorge) di quella “porta”, incastonata, trasparente, nello scenario “naturale” dello sfondo marino + il “panorama (cielo compreso)”. Sì, ma dove entra, nuovamente?
Di sua sponte, per altro = ancora peggio!
Esce dal set, ma entra nel mondo che ha generato il teatro. Ergo? Non riesce proprio a “Fare…” niente. Al limite, il mondo social-e che lo attende “fuori dal set” lo può acclamare come una “star”, ma niente di più. Delle stelle non c’è ancora nessuna traccia. Di questo ne puoi star certo.
Anche perché le stelle sono un luogo comune AntiSistemico:
sono “stelle”.
Proprio come attori ed attrici… L’Oltre non è (in) una direzione univoca, a meno che non l’intendi sostanzialmente e, allora, quando ci sei, di conseguenza, “tutte le strade portano a…” Te (qua, xxx). Ecco il vero riuscire! Ti trovi? Uhm...
Però, “nel mondo; non del mondo…”.
Un classico. Già! C'è, dunque, altro! Vediamolo, allora...
Ecco che ogni “esperto”, per pur “bravo” che sia, rimane sempre (è) un f-attore AntiSistemico se costantemente (qua, così), laddove “tutto serve (l’oro)”.
Federico Caffè: l’ennesimo “caso” limite.
Chi si è adoperato per fini migliorativi comuni, infatti… alfine s’è “smarrito” nel contestuale scenario o design Made in Selva Oscura(ta).
Decenni prima delle aberranti controrivoluzioni liberiste della Thatcher e compagni (il rapporto Radcliffe segue di non molto la fine del secondo conflitto mondiale), la ricerca economica seria aveva appurato che la fondamentale equazione di Gustavo Del Vecchio era esatta: la quantità di moneta era una funzione della propria domanda ovvero delle esigenze della produzione e del consumo. Come minimo, quindi, non si poteva esprimere con una semplicistica equazione lineare, come fanno i cosiddetti monetaristi. Considerare le emissioni monetarie senza tener presente tutto ciò, poteva influire sul tasso di sconto, ma non sulla quantità di moneta in senso complessivo, perché sarebbero, comunque, potuti crescere altri aggregati o strumenti monetari come il credito o le cambiali. E il livello dei tassi di interesse avrebbe potuto influire sugli investimenti produttivi (e, quindi, indirettamente, sui consumi e la stessa domanda di moneta), ma solo su quelli con redditività inferiore al rendimento delle obbligazioni garantite dallo Stato (principale riferimento, come tassi di interesse, per i risparmiatori o gli speculatori che trovano più conveniente investire finanziariamente – a parità di rendimento - in titoli tranquilli invece che in attività produttive). Questa, per Keynes, era una ragione fondamentale della disoccupazione: se il tasso di interesse non scendeva al di sotto del rendimento delle attività produttive marginali, non ci sarebbero stati abbastanza investimenti per mantenere una situazione di piena occupazione. Ma siccome gli operatori finanziari cosiddetti ribassisti, quando c'erano crisi e disoccupazione, intervenivano offrendo i vecchi titoli - con tassi maggiori di quelli decisi dalle autorità per rilanciare l'economia - le politiche monetarie potevano risultare frustrate…
Attualità della critica di Federico Caffè alle politiche monetarie restrittive e alla finanza speculativa – Antonino Galloni
Hai notato come tutto ciò sia una “spiegazione dei meccanismi”, ma ogni volta il dibattito non sfiori nemmeno che si tratta di una “macchina-in-azione”? Certo! Perché, la sostanza rimane tale, sempre, se… sei “te” (qua, così) a pre-occupartene.
Alt:
la fondamentale equazione di Gustavo Del Vecchio era esatta: la quantità di moneta era una funzione della propria domanda ovvero delle esigenze della produzione e del consumo…
come minimo, quindi, non si poteva esprimere con una semplicistica equazione lineare, come fanno i cosiddetti monetaristi…
i risparmiatori o gli speculatori… trovano più conveniente investire finanziariamente – a parità di rendimento - in titoli tranquilli invece che in attività produttive…
questa, per Keynes, era una ragione fondamentale della disoccupazione…
non ci sarebbero stati abbastanza investimenti per mantenere una situazione di piena occupazione…
Tutto ti è demandato. Non importa in che ruolo giochi. E se non sei uno speculatore, però, sei un risparmiatore; ergo, sei sempre “te” a con-correre a…
E poi ti parlano di “ciclicità”. Uhm.
Chi de-tiene le chiavi della macchina? L’oro. Chi? Ciò che non esiste (per “te”) ma c’è, nella sostanza che ti ha ma “niente”. Manco fossero Dio che, infatti, è un luogo comune che la verità abbozza persino in “te”, al fine di farti accorgere della sostanza sempre in feroce azione, anche se non ci pensi mai. Una macchina che non si ferma mai, anche se non noti alcun “movimento”; poiché essenzialmente è tutto wireless, ubiquo, in leva, non locale, digitale, etc.
A “te” (qua, così) ti ferma sempre il “non capisco (ma mi adeguo)”, il “non ho studiato (lo sanno solo l’oro cosa dicono e fanno)”, il “non sono intelligente (l’oro sì)”, il “chi se ne frega (tanto ci pensano l’oro)”, etc. etc. etc.
Caffè - si dice - sembra fosse continuamente al “bar”. Scherzi a p-arte:
al centro delle sue riflessioni ci fu sempre la necessità di assicurare elevati livelli di occupazione e di protezione sociale, soprattutto per i ceti più deboli… È noto a livello popolare anche per le misteriose circostanze della sua scomparsa…
Ma no? Caffè a scomparsa: l’ennesimo “set”.
In tal modo, ti fai delle idee del tutto particolari relativamente a ciò che ti circonda in termini di “società”. Tendendo ad ignorare completamente (non accorgerti) che il “set” è costituito da tutto ciò che, quindi, non è mai il “set” medesimo: che nella sostanza rimane totalmente “inascoltato”.
Claude Lévi-Strauss docet.
L’infra-struttura ti ha: la solita vicenda del dito e della “Luna”, mentre sei “te” che scegli sempre fra…, ma non decidi mai niente, sostanzialmente (qua, così).
Il contenuto sei “te”.
Mentre indaghi tra di-segni sulle pareti della “Caverna”, non discernendo affatto della “Caverna”, che scambi per “natura”. E, come ben sai, “Come Dio li fa, qualcuno/qualcosa conserva”. Che ti sfugge, usualmente, allora?
La sostanza!
Mentre ti dedichi “anima e core” a tutto il resto, con-seguendone all’opposto. Caffè è “scomparso”, in un dato momento. Sarà… affogato? Sì, nell’AntiSistema, laddove le “onde” si manifestano come dal “nulla (corrente)” ed allo stesso modo… scompaiono nel “nulla (corrente)”.
Caffè era da poco “(stato) pensionato” e…
Molti hanno d'altro canto parlato di allontanamento come una sorta di esilio, forse in un convento, paragonando la vicenda alla misteriosa sparizione di Ettore Majorana… Altri hanno suggerito come unica alternativa a questa l'ipotesi del suicidio… Caffè era apparso a molti conoscenti depresso per vari motivi, a parte il pensionamento e la situazione finanziaria:
in particolare lo scarso seguito delle sue teorie.
Nella vita privata, la morte della madre, della vecchia “tata”, di alcuni degli allievi più cari (Ezio Tarantelli, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1985; Franco Franciosi, stroncato da un tumore nel 1986; Fausto Vicarelli, deceduto in un incidente stradale, sempre nel 1986), e la malattia del fratello lo avevano gettato nello sconforto. Pochi giorni prima della scomparsa, avvenne la morte dello scrittore Primo Levi, si presume per suicidio… Nel libro Memorie di un intruso, edito da Castelvecchi nel 2016, Bruno Amoroso, uno dei suoi allievi più cari, racconta di averlo rivisto dopo la scomparsa, lasciando aperta l'ipotesi del ritiro in convento dell'economista… L'8 agosto 1998 (quando Caffè, se in vita, avrebbe avuto 84 anni), il tribunale di Roma ne dichiarò la morte presunta, avvenuta in circostanze non appurate…
È la “vita”. No? Una serie di sfortunati eventi…
i Baudelaire vengono affidati ad un nuovo tutore e vengono raggiunti dal Conte Olaf che cerca di impossessarsi della loro fortuna. I tre fratelli riescono a scampare al Conte e ai suoi scagnozzi mediante la loro intelligenza, astuzia e alle loro capacità individuali; nella maggior parte dei casi cercano di farsi aiutare dagli adulti che dovrebbero occuparsi di loro, in particolar modo il signor Poe, che però si rivelano troppo ottusi per credere loro…
Tutta colpa dei “Baudelaire”; che sono assai… decadenti? Oppure, i Baudelaire sono gli unici, assieme al Conte Olaf, a ri-conoscere sostanzialmente come stanno le cose, come vanno le cose (qua, così).
Va da sé. No? Come ritenere che Caffè avesse problemi economici.
Accorgersi è “sapere” = essere al corrente. Di cosa? Della sostanza che s-muove tutto (qua, così), anzi… (qua, xxx), essendo sempre funzionamento I-Ambientale, al di là del quale, bè… sei assolutamente “fuori” da tutto ciò!
Ergo?
Truman, una volta “uscito” dal set, penetra in un esterno più grande ma ancora “set”. 13° Piano, docet. Dal (qua, così) quindi, quando ne sei fuori, sostanzialmente? Quando sei (qua, xxx)? Uhm.
Nel medesimo funzionare, ci sei sempre “dentro”.
“L'amor che move il sole e l'altre stelle…”.
Non ne sei fuori essenzialmente, sino a quando la macchina-in-azione è del tutto svelata, alias, la stai prendendo in considerazione in quanto tale = ne puoi predisporre l’intero iter, a tua immagine e somiglianza, girandoti verso la stessa; mentre, te la lasci alle spalle, voltandoti Oltre.
Ok?
Se (se) prendi a ri-avvolgere tutto attraverso tale coerente abitudine (atteggiamento), persino lo “tempo” ri-assumerà tale valenza portante, variando sul tema = potendo essere navigato come e quando lo decidi, essendo p-arte della “creazione” ed in quanto tale, allora, del tutto… relativo (dipendente).
“Poiché il mercato è una creazione umana, l'intervento pubblico ne è una componente necessaria e non un elemento di per sé distorsivo e vessatorio… È molto frequente nelle discussioni correnti rilevare un'insistenza metodica sui vantaggi operativi del sistema mercato, e magari su tutto ciò che ne intralci lo “spontaneo” meccanismo, senza alcuna contestuale avvertenza sui connaturali difetti del meccanismo stesso…”.
Federico Caffè
Il mercato è una creazione umana…
È uno “spontaneo” meccanismo…
Senza alcuna contestuale avvertenza sui connaturali difetti del meccanismo stesso… (cioè, nessuno si accorge dell’artifizio che persino il “mercato” incarna).
Verità Vs “verità” = sempre la verità.
Con “te” che fai la differenza sostanziale, af-fermando una versione piuttosto che l’altra, e (qua, così) continuamente alimentando la f-orma (funzionamento ad hoc, ad personam, singolar at-tenz-i-one) AntiSistema.
La stessa “cosa” si ripete, sostanzialmente, con un allievo di Caffè.
Ezio Tarantelli (Roma, 11 agosto 1941 – Roma, 27 marzo 1985) è stato un economista italiano, ucciso dalle Brigate Rosse in seguito ad un attentato…
Il 27 marzo 1985, al termine di una lezione alla facoltà di Economia e Commercio dell'Università “La Sapienza” di Roma, due brigatisti agiscono con una mitraglietta contro il professore, nel parcheggio dell'ateneo… L'assassinio fu rivendicato dalla formazione delle Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente con un documento di settanta pagine lasciato sulla sua citroën Gsa, nel quale Tarantelli venne attaccato per il suo ruolo di consulente Cisl nell'accordo tra Governo e sindacati sul taglio degli scatti di scala mobile — il sistema di indicizzazione della crescita dei salari attuato in Italia nei primi anni ottanta. Tale taglio dei punti di contingenza si proponeva come deterrente dell'inflazione, e prese forma nel cosiddetto decreto di San Valentino, firmato dall'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi il 14 febbraio del 1984. Secondo l'analisi di Tarantelli, i salari non avrebbero dovuto inseguire la crescita dei prezzi al consumo ma piuttosto determinarsi a priori, in un confronto tra parti sociali e Governo che tenesse conto delle condizioni reali del mercato, fornendo un segnale chiaro sulla loro crescita in un determinato periodo di tempo e finendo per contribuire in modo determinante a ridurre l'attesa di inflazione. Pertanto le Brigate Rosse avevano iniziato già da un anno un'inchiesta interna sulle attività ed i movimenti di Tarantelli…
Ok? Tutti i contendenti ti danno l’idea di/che… Ma nessuno ti ammonisce a considerare tutto ciò come il funzionamento del non solo “mercato”, bensì della macchina che funzionando, permette tutto questo (e molto, molto, di più).
Ecco perché “non capisci”.
Suvvia: non c’è, infatti, da capire. Bensì, da accorgerti e poi, “boom!”. Se ti addentri nella Selva Oscura(ta), vedrai solo rovi, tenebra e allora “necessità” di luce artificiale. Lì dentro = (qua, così), dovrai solo che “lavorare per guadagnare denaro, in cambio di Te”.
“Il lavoro è la cosa più importante che c'è…
Ma va fanculo!...”
Imma Tataranni – ultimo episodio della prima serie.
Dito. “Luna”. E Te o “te” che... No? Alfine:
(qua, così) = (qua, xxx)
almeno
sino a quando non sei “fuori (Oltre)”.
Quando ne sei il pilota e ricordi che non è tutto!
Per intendere:
non come Truman, nemmeno alla “fine del film”.
Westworld docet (i vari “ambienti” sono sempre la stessa macchina-in-azione che funziona).
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2024
Bollettino numero 3775
prospettivavita@gmail.com
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"Fai..." un po' Te.