giovedì 16 ottobre 2025

Denominazione di Origine Controllata.


Nel Westworld tutto sotto controllo

E… garantita; come i “tuoi” diritti (qua, così).

Tutti “contro la guerra”. Risultato? … il riarmo. Ergo

La recita è totale.

La “Uè!” sta riorganizzando in toto l’area detta ex Europa, aderente a tale organizzazione. In che modo? Ad immagine e somiglianza. No

Niente di nuovo sul fronte occidentale:
il romanzo descrive le orribili esperienze dei soldati... in trincea e la loro perdita di innocenza e legame con la vita civile…

Uhm: una “perdita” di umanità = la “formazione” ideale per l’auto manutenzione dell’infrastruttura AntiSistema. 

Perché, tuttavia:
tutto questo è costantemente “in ritardo (seppure ti sembra sempre modernità)”?

Perché la diretta scorre non linearmente. Perché è già successo. E chi de-scrive la “tua” realtà, lo “Fa…” attraverso uno spirito del tutto particolare:

voler continuare a godere, alla faccia “tua”.


Ancora una non proprio minuzia:

chi “gode” e chi gode non son pari.

Chi “gode”, avendo una posizione privilegiata rispetto a “te” (qua, così), non è chi gode avendo concepito in toto l’intero progetto, avente lo scopo di… goderne unicamente. Ok? Dunque, tutti “servi” (qua, così), anche se un po’ a tutti non sembra affatto. Come quando si prende “troppo personalmente” la questione, evitando di prenderla seriamente = coerentemente dopo aver mangiato la foglia una volta per tutte. E, chi “Fa…” qualcosa di sostanzialmente diverso, “che peste lo colga!...”. 

Gli artisti incarnano davvero tale sostanza? No.

Son “solamente” sede della Verità, che fa surf mediante tutto e tutti anche se (qua, così). Risultato? La “verità”, che a “te” proprio non dice “niente”. In tal modo, la Verità viene im-piegata, agendo presso di “te” (qua, così). Sei “te”, infatti, il destinatario del “dato”. Ma, pur ricevendolo, tendi sempre come a…cosa?”. 

Il... (di)segno

Per illustrare la sua (di Charles Howard Hinton) curiosa tesi, che fu confutata, tra gli altri, da Gustav Spiller (The Mind of Man, Londra 1902), Hinton pubblicò diversi libri, tra cui uno di racconti fantastici, due dei quali sono offerti in queste pagine. Per aiutare la nostra immaginazione ad accettare un mondo a quattro dimensioni, nel primo racconto di questo volume Hinton propone un ambiente non meno fittizio, ma dall’accesso più possibile: un mondo a due dimensioni. Lo fa con una probità tanto minuziosa e tanto infaticabile che seguirlo suole essere arduo, malgrado gli scrupolosi diagrammi che integrano l’esposizione. Hinton non è un narratore, è un ragionatore solitario che istintivamente si rifugia in un mondo speculativo che mai lo delude, perché egli ne è il creatore e la fonte. Voleva, com’è naturale, condividerlo, e in forma astratta l’aveva già tentato in A New Era of Thought e in The Fourth Dimension; in queste pagine, che appartengono a Scientific Romances (1888) cercò la forma narrativa. Alla sua segreta geometria si univa in lui un grave senso morale…
Jorge Luis Borges – Racconti scientifici di Charles Howard Hinton

Hinton e la “sua segreta geometria…”, sono stati impediti (qua, così):

se non m’inganno, Edith Sitwell è autrice di un libro intitolato The English Eccentrics. Nessuno ha più diritto di figurare nelle sue ipotetiche pagine di Charles Howard Hinton. Altri cercano e ottengono non raramente la fama; Hinton ha quasi ottenuto le tenebre. Non è meno misterioso delle sue opere. I repertori biografici lo ignorano; non abbiamo trovato più di qualche fugace riferimento al suo nome nel Tertium Organum (1920) di Ouspensky e nella Geometry of Four Dimensions (1928) di Henry Parker Manning. Wells non lo cita, ma il primo capitolo del suo ammirevole incubo The Time Machine (1895) suggerisce invincibilmente che non solo lo conosceva, ma lo studiò per diletto suo e nostro
Jorge Luis Borges

Per “diletto”. Come no. 

Hinton “cadde nelle tenebre” per un determinato motivo:

un ragionatore solitario che istintivamente si rifugia in un mondo speculativo che mai lo delude, perché egli ne è il creatore e la fonte…

Questo, qua sopra riportato, ricorrendo persino al pensiero dello stesso Borges, che lo “fotografa, immortale, identifica” come “uno che se la suona e se la canta” = de che. Morale

Solo scienza y religione” può imporsi in tal modo.

Prima ti terminano e, poi, ti “onorano” sempre al d l’oro modo. Un po’ come il pensiero di Totò aveva ammesso, non essendo mai mutato essenzialmente il trattamento “speciale” riservato a chi intuisce l’Oltre, non importa in qual… modo.

“Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo Paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire…”.
Totò

Una citazione di Totò che esprime un commento amaro sulla scarsa valorizzazione del talento in vita. La citazione, spesso ricordata durante il suo funerale, suggerisce che solo la morte può portare a riconoscimenti e stime postumi, quando ormai è troppo tardi per goderne

Ritardo! Ok

Infatti, chi si gode i “diritti”? Chi muore, lasciando “tutto” permette a terzi di sfruttare indefinitamente l’attività altrui. Proprio come se l’individuo fosse una “miniera a cielo aperto”, senza alcuna necessità di essere definito tale. Ergo? Che cosa ne auto ricavi, deducendo a livello sostanziale? 

“Niente”. Vero

Non ti dice “niente”. Perché? Perché “non presti mai seria attenzione, ritenendo tutto quello che va Oltre, immaginazione troppo spinta, complottismo, pazzia, etc.”. Qualcosa che “non vale la pena di perderci la testa”. Sei “fatto su” (qua, dentro), come se fossi ancora in “posizione fetale” all’interno diCi sei?


Confutata = contestata, contraddetta, respinta, etc.

Chi confutò la “tesi” di Hinton?

Gustav Spiller (1864 - febbraio 1940) è stato uno scrittore etico e sociologico di origine ungherese che fu attivo nelle società etiche nel Regno Unito. Contribuì ad organizzare il primo congresso Universal Races nel 1911… Nato a Budapest da una famiglia ebrea

Se “nasci” nell’est europeo (e non solo), non sei ebreo ma “ebreo”, accon-discendendo da Aschenez (il capostipite degli uomini del nord…). Sei dunque un aschenazi(s)ta. 
Quando ritornano indicazioni tipo:

Londra, Regno Unito, etica, ebreo, etc.
son sempre dei loro = dei Bravi
parte della nave, parte dell’equipaggio…

Attenzione: volenti o nolenti = altri livelli del meccanismo, altre leve, altri servi, altro che; ossia, sempre sottoposti, inferiori, etc. del/nel Modello Eichmann. 

Son quelli che pre-tendono di “farti la morale, darti una morale”. Morale della favola? Sei in qualcosa di già ben definito, in grado di “attenderti ogni volta, dandoti il relativo benvenuto” = sei auto disinnescato dalla “nascita”, in ogni modo, essendocene solo uno: 

l’esse-re già successo che continua a succede-re. 




Sì: il solito “disco rotto” (qua, così). Del resto, la Verità è una. Ergo, che cosa ti si può continuare a “dire”, se non la Verità stessa. Cioè, mettila come meglio c®edi ma la narrazione ritorna sempre a bomba sulla Verità. 

Non, “quale verità?”.

La Verità è sempre la stessa, essendo univoca. Se hai l’impressione che insistano + verità, dipende dallo “errore di parallasse”. 

“Da che parte guardi il mondo, tutto dipende…”.

Di-pendi sempre in un piano inclinato (ove c'è il... rilievo).

Differenza di potenziale

Infatti, è proprio nell’AntiSistema che qualcuno ti dice qualcosa che “te”, poi, impari a memoria o a pappagallo, diventando la “verità” de noantri. 

Dopo il congresso, Dusé Mohamed Ali ha fondato l'African Times e Orient Review a Londra. Il suo primo numero proclamò che “il recente Congresso Universal Races, convocato nella metropoli del mondo anglosassone, dimostrò chiaramente che c'era un ampio bisogno di una rivista pan-orientale e pan-africana nella sede dell'Impero britannico…”…

Bah. Chi era questo Dusè? Meglio: dove si è “formato”? Al solito (avevi dubbi?):

completò… gli studi presso l'Università di Londra...

Come x i + recenti movimenti by Soros; ciò che ha sempre funzionato non viene mai dismesso, nella sostanza. 

Ali era nella compagnia teatrale di Herbert Beerbohm Tree e nella produzione di Antonio e Cleopatra di Lillie Langtry al Royal Princess Theatre di Londra

Dusè era, addirittura (stato) un attore. Molto, molto, “parlante”: sempre come il classico pappagallo. Non si s-muove mosca che/se… No? Persino per Mosca è la stessa cosa, essendo sempre AntiSistema il terreno che calpesti, l’aria che devi respirare, l’acqua che (ti) bevi continuamente (qua, così). 
Certo, non è nemmeno logico “sputare nel piatto dove mangi”. Non ti conviene nemmeno immaginarlo, perché poi ne potresti pagare lo scotto (la tentazione). Non a caso hai sempre la testa “impegnata”. Come una linea telefonica “occupata”. Fermo restando che anche nella condizione di stand-by, “niente di nuovo”:

continua a succede-re.

È il “risultato” quello che conta, proprio come nello Calcio. Vallo a dire al tifoso, all’allenatore, alla proprietà, etc. che “sì, abbiamo giocato benissimo, avendo perso la partita con onore”. Mentre, al giocatore può anche andare bene, anche quando va “male”. Il “calci-attore” prende uno stipendio senza paragoni. Anche se non riesce a mettere da parte la “fame di vittorie che contano”, ha risolto il problema numero uno per il 99% della popolazione terrestre: i soldi. Pensa

Dando dei calci ad una palla (gonfiata).

Cosa che fanno tutti sin da piccoli, non arrivando però da nessuna parte. Ancora una volta, a qualcuno sì: alla rimanenza, no. Certo, pensi sempre: “è una questione di bravura”. Uhm

Com’era?

Quando il pagliaccio “francese” s’espresse a proposito del “Mozart che c’è in ognuno di noi…”. No? Ognuno è sede di potenziale (contemporaneo). Perché, dunque, qualcuno riesce a consolidarlo fisicamente, mentre quasi tutti ne rimangono come “debitamente distanti” per tutta la “loro” vita (qua, così)? La forma gerarchica è parlante

Deve essere (così, qua). Perché

Per “mangiarti meglio…”. Sei un servo-meccanismo. Quale altro “destino”? Vedi che manco l’immagini qualcosa di sostanzialmente altro, Oltre. Il “lavoro” è venuto (l’oro) molto bene

la perfezione è realtà

È perfetto il modo in cui “ti va sempre tutto male, ad hoc (quando serve)”. Le Leggi di Murphy? Una constatazione nemmeno superficiale, che a “te” fa addirittura ridere, accondiscendendo tra le righe o sotto i baffi. Cioè, al solito, ti sfugge sempre il motivo portante, a livello sostanziale: cosa?

“Mi sarebbe piaciuto poter rimandare il lettore a quell’opera di genio intitolata Flatland. Tuttavia, risfogliando le pagine del libro, noto che l’autore ha usato il suo raro talento per uno scopo estraneo all’intento della nostra opera. È chiaro, infatti, che suo primo interesse non sono state le condizioni fisiche di vita sul piano. Le ha sfruttate come sfondo della sua satira e delle sue diatribe…”.
Charles Howard Hinton












  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4055
prospettivavita@gmail.com


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