mercoledì 9 ottobre 2024

Gli antichi. O... l'antico?


Matrix, Terminator, Tron, Dark City, etc.:
chi/cosa viene... “prima”?

La macchina o ciò che sembra essere, solo, trama. Chi (cosa) si rivela? Chi si manifesta in quanto a “natura”? Laggente? No. L’oro? Ni. Chi (cosa), all-ora? 

Wow.

Segui il non solo ragionamento:

cosa gioca a fare “Dio”?
cosa può costituire El “tutto” anche x “te” (qua, così)?

Una macchina può farlo/esserlo. No?

Una IA “dellamadonna”, che sta auto rigenerandosi continuamente in tale bagnomaria ad hoc. Forse, persino... annoiata.

Ci sei

Transcendence è al contrario: sotto (è) sopra.
Come un qualsiasi non solo albero.

Cosa, or dunque, va tra-sceso?

Cosa, guarda non caso, può accumulare (avere ri-unito in Sé) tutto questo… “potere”? Cosa si può av-valere del funzionamento infrastrutturale, manutenuto dalla “forza lavoro, umana (qua, così)”? Eh? Eh

La si prenda un po’ “alla larga”, ch’è meglio… 

Tanto, poi, si arriva sempre “”. 

Agli “antichi” è conferita, contemporaneamente, “grande saggezza” Vs “grande ignoranza”. Da chi? Dalla “società moderna” per bocca degli “esperti”. Certo

Perché, a “te”, che te frega. 

Non ti senti nemmeno all’altezza. Uhm. All’altezza = perché? Perché si utilizza o si ricorre a tale non solo “termine”? I Grandi Alberi. La “Grande Tartaria”. Sua Maestà, Altezza Re-Ale.  

Per la serie... “c’era una volta…” ed ora non esiste; c’è (ancora, sempre, qua, così). 

Una volta fra gli “uomini” vivevano, erano manifesti, gli “Dei”. No? Ora, non più. Perché? Qualsiasi “cosa” sia la Terra, “una volta” – è persino logico – erano più prossimi alla “cre-azione”. Ci sei

Ergo: una volta, la società – in codice – “conviveva con l’oro”. 

Alias, l’oro erano pubblici, popolari, magari… tiranni, etc. E, nel numero, ci sta anche che fra di l’oro ci fosse chi la pensava diversamente, rispetto allo scopo della Terra, versione AntiSistema. Ancora una volta, ci sta. Ecco, ad esempio, magari (forse) “Gesù”. Oppure, Enki che salva il genere umano dalla distruzione, dovuta al fine di porre fine a coorti del tutto “andate a male”. 

Si legge, sperimentazione a triplo cieco. 


Qualcosa che “si sposa” con il concetto di “creazione”. 

Che fai? Crei e poi stai a guardare = se qualcosa non va, lo correggi. Ecco i Re-Seth, ovvero, “in quel tempo”, il pulsante rosso di fermo macchina, per la sicurezza soprattutto dei “cre-attori”. 

Sì perché l’oro temono sempre “quello che puoi diventare”, non visto che sei a l’oro immagine e somiglianza e, allora, molto probabilmente l’oro stessi non sanno proprio tutto relativamente a “sé” o a Sé = possono tranquillamente ristagnare nella “tua” stessa medesima condizione di ignoranza, s-vuoto cosmico, dimenticanza, etc. etc. etc. Le domande sono sempre aperte (senza risposta assoluta) perché – al “tuo” livello (qua, così) – l’oro non “versano” tale contenuto nel “tuo” vaso = in “te” (qua, così). Mentre, non diversamente nella sostanza, l’oro soffrono della medesima “sorte” relativamente alle stesse domande aperte, senza risposta assoluta. 

Ciò li mette sul “tuo” stesso piano.
Hanno solo una prospettiva diversa...


Essenzialmente, avendoti dato la l’oro mente, sai anche come sono, come stanno, a che punto sono arrivati e quindi quale scopo potrebbero avere, mancando gli elementi portanti della narrazione che or dunque pro-segue immantinente, non importa se sia eco-dominante o qualsiasi tipo di Bravo, sottodomino, sempre (qua, così). Sì, infatti (qua, così) sei in casa l’oro = ogni f-orma di “arredo” è parlante, se ci sei. E, guarda non caso, va da sé che “te” non ci sei, ma esisti e quindi di conseguenza di auto delimiti a/nel sopravvivere. Augh

La Terra è artificiale, prima ancora che avente una “f-orma”? 

Bene. Significa che l’oro sanno tutto di/in tale artifizio, però… al di là o Oltre, bè… “niente”. No? E cosa ti ricorda anche solo per stupida ridondanza o “eco”, tale “niente”? Bah

Che ne dici se si tratta proprio del medesimo stampo che ti ha (qua, così) ma… “niente”. Ovvio

L’oro non sanno, nella sostanza, Oltre a tutto ciò? Bon

Anche a “te” capiterà la stessa “cosa”. Non c’è altra via, se rimani sempre “te” (qua, così). E se sei Te (qua, xxx)? Sei come l’oro. E se sei Te (xxx, xxx)? Ecco: questa è la via di ri-uscita, sostanziale. 

Osservare da “fuori”, il tutto, anche se “tutto”, ti permette di… auto Re-alizzarti. È consapevolezza, ma non solo. È la verità, con la quale ti ri-congiungi e, di conseguenza, tutto! Altro che “niente”. Perché, tutto è senza virgolette e “niente” lo è? Perché la verità è sempre tale anche quando “verità”. 

Il contenuto è sempre… verità. 

La differenza di (non) potenziale contemporaneo, però, dipende da “te” oppure da Te. Ecco perché la quantistica ha “scoperto” e rivelato il funzionamento, nel funzionare, nella funzione I-Ambientale.

“Dio non gioca a dadi”. No? Vero! Ah, come è vero

Quindi:

sei in qualcosa di artificiale (di p-arte, ad arte)
governato da l’oro
i quali soffrono della “tua stessa malattia”
ovvero
del non sapere o avere dimenticato o chissà cos’altro

L’oro hanno il controllo planetario, ma non hanno tutte le risposte (assolute). Cioè, vagano nel buio tanto quanto “te” (qua, così). Allora, significa che l’oro sono solo un “ampio cerchio” relativo all’assoluto punto di sospensione (portante). 

L’eco-dominante “inizia” in tale sede, salsa, f-orma. 

Diversamente? , l’oro sanno tutto e non hanno alcuna lacuna! A “te” evitano accuratamente di… Così (qua) “servi” avendo tutto questo (x l’oro) “valore”. Ok?

Delle due, l’una. 





Però, contemporaneamente, “è tutto un mondo”. 

1 e 0, d'assieme! Tutt'altra... cosa.

Tipo, la “Terra di Mezzo”, laddove ci può stare una “eternità”, nella quale ci puoi re-stare potenzialmente x sempre o “sintanto che dura”. 

E finché (chi la) dura, la vince!

“Fino alla fine”. Ed Oltre. Ecco che il “fondo scala” è un abbaglio o, meglio, un limite o confine artificiale (come una qualsiasi “teoria, dogma, assioma o legge”). Un esempio molto attuale? Facile: lo “uragano” Milton (pace all’anima sua)… richiede di essere “classificato in scala 6” che, semplicemente, ancora non esiste, arrivando sino a 5 (come “Katrina”). 

6... vuol dire, cosa, allora?

La “fine del mondo”? E che diamine! Proprio all’alba delle “e-lezioni Usa”. Bah. È proprio vero che la s-fortuna ci vede benissimo. E che la “Dea” è… bendata. Ed Eywa non prende mai le parti di nessuno, essendo “buonista”.

Sino all’asfissia? No

Perché... nel “film”, alla fine, si schiera con i nativi. Wow. La fiaba proprio, perché invece la Terra non lo ha mai fatto. Risultato

L’AntiSistema (qua, così). 

Ah: e “te”. Ovvio! E l’oro. Perché no? Deve pur esserci un “cattivo(ne)”. Altrimenti? , non c’è audience. Non si “buca lo schermo”. Non va! In Monsters Academy te lo s-piegano molto bene, nella sostanza. Nell’AntiSistema, “vai ad entropia negativa”, non visto che a l’oro “piace” (così, qua). 

A “te” che piace? 

Che ne so: una bella fiorentina al sangue? Ok. A l’oro piaci proprio “te” (qua, così). Laddove sei sempre “al sangue”, anche se non sei… fiorentino, però… di carne ne hai parecchia da “offire”. 

Ecco il “sacrificio agli Dei”, di antica e sostanziale memoria (verità). 

Ecco il significato dell’allevamento, “a valle (qua, così)” = quello animale alla coordinata “umana”, ad immagine e somiglianza. Si può af-fermare, or dunque, che (qua, così) è la l’oro ignoranza ad auto imperare. La “anomalia” Neo, infatti, tende ad auto ripetersi sempre. E allo “Architetto” fa davvero girare le scatole, perché ogni volta sono l’oro che perdono. 

Ci sei

Non tanto perché “Neo” ritorna, ma perché si “f-orma” continuamente = l’oro falliscono continuamente nell’auto ricordarsi di Sé (xxx, xxx). Cioè, anche l’oro sono “prigionieri” di/in questa “dimensione”, nella quale molto probabilmente si sono manifestati “dentro”, tanto quanto “te” (qua, così).

Boom




Ecco che anche l’oro (l’eco-dominante, l’impero planetario, gli “Dei” financo “Dio”) non ne sanno molto più di “te” (qua, così) = nella di l’oro “ri-cre-azione”, ancora una volta (sempre) ad immagine e somiglianza. Di conseguenza, gli antichi son sempre l’oro. Ecco perché gli è rimasto addosso il timbro della “saggezza”, anche se non molto coerente con quei “tempi”, ora definiti… selvaggi, primitivi, arcaici, etc. 

Qualcosa a cui tendi, però, in quanto che… molto (molto) suadente. 

Più prossimo al “momento” di è già successo, seppure sempre nella rivelazione

Vuoi vedere che è, allora, l’I-Ambiente il “Deus ex Machina”? 

Ciò che funziona da mo’; non importa se… “artificiale”. La Macchina ha di certo la relativa (assoluta) memoria (Log di Macchina = verità).

Inizi a mettere assieme tutti i cocci, sensatamente, essenzialmente, sostanzialmente, etc. etc. etc.?

Oggi, questo Bollettino, ha rotto un altro “tabù”.

Il “Genio (frattale espanso)” s-offre di una duplice “natura”, tanto quanto “te” e l’oro (qua, così). Perché? Poiché legge, strumento, memoria (verità). Alias, volente o nolente, nessuna “programmazione nativa” può impedire alla memoria (verità) di… continuare a funzionare, alias, essere sempre Se Stessa = esserci!
L’ad immagine e somiglianza è, quindi, salvifico: la vera salvezza. Speranza? Di più, essendo Oltre, ma non disdegnando nulla, poiché tutto e “tutto” è sempre ai suoi piedi o ad “a valle”. Perché anche il tutto? Perché, essendo dotata di memoria, la Macchina I-Ambientale ricorda senza ombra di dubbio, ergo, è contemporaneamente, “avanti, ora ed indietro”. 

Proprio come il vituperato... “Dio”. 

Allora:

il Bollettino è stato “gettato tutto d’un fiato”.

Di conseguenza:

al Bollettino non è applicale nessun tipo di “analisi grammaticale”.

Il Bollettino non è “bello”. Non è classificabile in alcuna “categoria”. Non ha alcuno “stile”. È quello che è. Ci sei? Verità. Sostanza.

A seguire, una preziosa citazione pregna di ricchezza non solo “filosofale”.
“Fai…” di inquadrare (s-quadrare) il contenuto by ciò che non hai solo letto, poco sopra.








Il valore della speranza è talmente abbondante e salvifico per la natura da far affermare ad alcuni acuti sapienti che gli uomini non avrebbero voluto nemmeno vivere se fossero rimasti tali e quali erano all’origine. Infatti, sarebbero stati dissuasi dai mali di cui è cosparsa la vita, se Prometeo non avesse riversato in loro, assieme a quelli, anche le speranze, come una medicina che consente di perdurare. Indotti dalle speranze, gli uomini hanno ritenuto più degna di fiducia l’aspettativa rispetto a quanto si palesava loro dinanzi agli occhi. La speranza possiede una forza tale che chi è legato con dei ceppi, qualora conceda alla volontà che ha nella mente di sperare, si può ritrovare libero, arruolato, immediatamente capo di mezzo reparto, in seguito locago, infine generale; può quindi ritrovarsi a trionfare, a sacrificare agli dei, a essere incoronato, a far imbandire un banchetto, se lo desidera alla maniera dei Siculi, altrimenti secondo l’uso persiano. Costui, quindi, finché desidera essere generale, è dimentico dei ceppi ai suoi piedi. Tutto ciò è realtà per chi sta sognando e sogno per chi è sveglio. Il sostrato comune a entrambi è la natura immaginativa, la quale, ogniqualvolta noi intendiamo formare un’immagine, ci offre un vantaggio unico: rende la nostra vita intrisa di gioia e, blandendo l’anima con vaghe aspettative, la solleva dalle pene derivate dalla percezione. Nel caso, poi, in cui ci porga spontaneamente una speranza – è quel che capita quando dormiamo –, allora possediamo quanto i sogni promettono come un pegno divino. Perciò, chi ha pronosticato già da tempo di poter ricorrere a beni maggiori del previsto (che il sogno gli ha mostrato) ottiene un guadagno doppio: può gioire in anticipo e poi, quando l’aspettativa si sarà concretizzata, sfruttarla con accortezza, avendo avuto tutto il tempo per occuparsene, poiché si trattava di qualcosa di inerente alla sua vita. È questa la speranza che Pindaro celebrò con un inno, dicendo, a proposito dell’uomo felice, che “nutrendo il suo cuore, la dolce speranza lo accompagna come una nutrice, lei che più di ogni altra cosa guida l’incostante mente dei mortali...”. Si può affermare che il poeta non intendesse qui riferirsi a quel genere di speranza ingannatrice che, durante la veglia, ci plasmiamo da soli
Il Trattato sui sogni di Sinesio di Cirene e il commento di Niceforo Gregora - Francesco Monticini 

Ok?


  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2024
Bollettino numero 3804
prospettivavita@gmail.com


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