O nel... tempio?
Intrattenere in qualcosa comporta una certa attività ed un altrettanto certo interesse. Logicamente, deve esserci qualcuno che ne ha la padronanza. E, all’opposto, una maggioranza dis-organizzata, da circuire. Se tutto ciò viene fatto in maniera non lineare, sostanziale, allora ecco che gli individui manco se ne accorgono:
democrazia Vs “democrazia”.
Che fa il Dj ogni mattina presto, quando i pendolari sono in viaggio per recarsi sul posto di lavoro? Intrattiene. In che modo? Allegramente, nonostante l’ora. Sempre raggiante. Con la battuta pronta. A prova di levataccia. Scherzoso, positivo, amicone. Anch’esso lavora, però. Da privilegiato, rispetto a chi si reca in fabbrica, oppure, nel luogo quotidiano ove non è soddisfatto. Che cosa serve per trasformare il grigiore mattutino in qualcosa di più colorato? Ad esempio, un’e-mail con in allegato la fattura del gas, stranamente, a zero. Anzi negativa. Wow: vuoi mettere la soddisfazione? Allora, quel tal Dj, che ti stava sui cosiddetti perché sempre troppo allegro e dunque falso, bè… in quel momento esatto sembra davvero divertente. In fondo lo fa per tirare su il morale alla gente. Non è cattivo. Sta lavorando come chiunque altro. È un grande!
L’umore varia di pari passo alle “news”.
Infatti, poi, se viene alla mente che subito dopo il lavoro devi andare dal dottore, uhm… quel Dj ritorna ad essere un po’ meno divertente. Il cielo interno si oscura nuovamente. La musica post Dj porta via, ad istanti. Come navigando per un mare mosso. Ora su. Ora giù. A volte, sotto. A volte, sopra. Figurarsi come si può essere se stessi, in un moto ondoso simile.
Alla mercé di tale corrente, che si nasconde attraverso mille rivoli, comunque sia, sempre parti della medesima direzione di spinta “sotterranea”, proprio com’è l’incedere del fiume, nonostante ogni ansa, risacca, gorgo, etc. Le preoccupazioni dividono. Fanno rimanere auto separati in casa. Solleticano pensieri che non dovrebbero sussistere. Portano il grigio in qualcosa di potenzialmente opposto. Anche perché, nell’AntiSistema, le preoccupazioni sono di ordine secondario, rispetto al come dovrebbe essere:
alla diretta.
Anche la preoccupazione più importante è sempre dietro al motivo per cui si è nell’AntiSistema. L’essere già successo è il punto di sospensione (reset) da cui è partito l’AntiSistema: come “creazione”, Big Bang o Diluvio Universale. L’Alfa. L’incipit. Il Buco Nero che da un lato aspira tutto, non lascia andare nulla. Ad eccezione di tutto quello che viene “lasciato andare” dall’altro lato, dal Buco Bianco: da dove sembra partire tutto. Ecco che quel punto di esplosione della luce, da cui fuoriesce l’intero universo o il tutto, altro non è che l’uscita della “vita” dal tunnel che l’aveva r-accolta diversamente. Vita e morte. Morte e vita.
Senza ricordare in prima persona, “niente”.
La nascita non è tale: è manifestazione qua dentro, così. Loki (la serie) docet. Una proiezione di qualcuno in qualcosa. Cioè? Proprio quello che il mondo sempre più ipertecnologico propone in termini di connessione, Rete, digitale. È “uguale”, nella sostanza. Difficile a credersi. Certo. Per via delle c®edenze, appunto.
Non si crede a tale “teoria” per via di altro credo.
Pensa. Ogni credo è un’altra “teoria”. Solo, molto più affermata rispetto a quello che non passa, non buca lo schermo. Che “distanza” c’è tra “Dio” e ogni individuo? Ecco il firewall I-Ambientale. La diretta è dove si può realmente “contare qualcosa”. Combattere, semmai. La differita è “solo” il… continua a succedere, laddove non è possibile incidere sulla direzione intrapresa sia d’assieme che in solitaria. Meditazione o spiritualità comprese. Nella differita ci si auto intrattiene e si viene intrattenuti. Basta. Ci si consuma, mentre si consuma, poiché è “naturale”. Ovvio. E si invecchia nel “tempo”. Nel lasso spaziale di durata del processo di controllo che decide la lunghezza di tale sedimentazione in loco, chiamato “vita” o, meglio, sopravvivenza. Nella differita il controllo è assolutamente altrui. Nella differita si è sempre “in ritardo”, eppure perfettamente in linea con le routine AntiSistemiche. Nella diretta v’è l’essere “Re-gia”. Il… “divino”. L’imperatore del mondo. La sede è descritta dal luogo comune “Olimpo”: qualcosa di distaccato dal mondo terreno, o, di più, dallo spazio sotto controllo = Terra. Ecco la piramide con il vertice distaccato. Quel diaframma indica la sostanza, il non lineare e dunque l’im-possibilità di accedervi per “qualsiasi non addetto ai lavori”. In Prospettiva Vita è “la stanza dei fili”. Chi esegue “viaggi astrali”, oltre ad intrattenere il pubblico, ha visto l’infrastruttura che sorregge (l’esterno) il mondo manifesto (interno). Laddove l’esterno è in diretta (determinando la continuazione dell’interno) mentre l’interno è in differita (venendo determinato dall’esterno).
Sino a quando un individuo non tocca con mano una sorta di “miracolo”, in tal senso, non sarà mai sufficientemente convinto di essere in differita e dunque che ci sia la diretta. Figurati. Non ci posso credere. O mio “Dio”. Non può essere. Dio non gioca a dadi. Certo: “Dio” è il Banco. Non gioca. Provoca il giogo e lo amministra. A giocare sono le persone, ognuno con la relativa maschera. Una sorta di carnevale tutto l’anno, per sempre.
Quando si gettano le maschere, il potere si manifesta perché rimane “nudo”. Sprotetto. Ecco perché il giogo è totale. Se non lo fosse, ciaone. Te ne accorgeresti, prima o poi. Ed ecco perché, ogni tanto, si deve morire, nell’AntiSistema. Il reset è già successo? Bene: allora vai di revival! Un “bis” continuo. La ciclicità. L’interesse superiore per… tutti. Un abbraccio totale. La Bibbia che s-cambia le carte in tavola. Con la verità ch’è comunque ovunque ma (per fartene qualcosa) necessita proprio della diretta = dell’accorgersi e poi ricordare in coerenza (atteggiamento sostanziale). L’essere sostanziale è chi aggancia la diretta e si accorge sempre anche dopo essersi già accorto. Perché… non basta un solo “colpo”. Occorre la continuità del motore (funzione, funzionare, funzionamento). In alcuni “film” viene richiesta una “prova di coraggio” per oltrepassare la soglia. Quale? Andare Oltre a qualsiasi livello di “hai voglia, non posso, ho troppo da perdere, non ci credo, è impossibile, ho paura, va a quel paese, etc. etc. etc.”. Invece… ma, guarda non caso, tutti i “ricercatori” che svolgono attività in Rete (presumo tutti, anche fuori Rete) ci tengono ad essere unici, indipendenti, diversi.
In questo modo non si forma nessun “movimento”.
Costoro lavorano come qualsiasi altro f-attore. Non fanno alcuna differenza. Credono di influenzare ed invece… lavorano. Ognuno con la relativa teoria. Ognuno sentendo di aver trovato la quadra. Ognuno, invecchiando nell’AntiSistema. Tali individui non accettano le teorie altrui, anche se simili. Sono fieri di “andare avanti per la propria strada”. Sì, lavorano e basta. Le formule e le trovate si sprecano: abbonamenti di ogni tipo, con le offerte più disparate e veri e propri tariffari. Se “sei con uno di loro” e accetti di sponsorizzarlo, entri in una community che, prima o poi, si scoprirà avere più livelli, ovvio, sempre più onerosi. Si inizia con un caffè al mese, poi al giorno ed infine… si perde il conto.
Ma... fieri di essere lì.
La cosa devastante è proprio questa: entri per essere della crew, ma ti accorgi che c’è crew e crew. Chi paga di più entra in qualcosa di sempre più esclusivo. Ricordo l’Italo Cillo di inizio millennio: il guru di queste tecniche, strategie, vendite all’incanto. Un personaggio ch’è apparso dal nulla e poi è bruciato tutto quanto in pochi anni. Morto all’improvviso: come Moana Pozzi. E chi se l’aspettava. Puff: andati.
Davvero, costoro muoiono?
Oppure, fatti i soldi… spariscono per la società ma in realtà vivono di rendita in qualche paradiso terrestre. Bah. Chi lo può dire, se non la verità: un’altra vip, a quanto pare, che non ambisce alla notorietà, seppure ubiqua. Dunque, chiunque ce prova e ci riesce (fa i soldi), accetta la carriera da solista. Non sia mai che si collabori. Nemmeno tra “colleghi, rivoluzionari, guru, maestri, etc.”. Ossia? La negazione di quello che rappresentano. Qualcosa che assomiglia molto di più agli ormai famigerati, alla italiana, “infiltrati”. L’essere “calcare” si forma così. Nell’essere “tempo” = nello spazio tra le nuvole, con le regole assegnate a questa parte di universo, al nostro sistema solare… codici di geometria esistenziale … (Battiato).
Il “codice” è il cuore dell’algoritmo.
Scritto in linguaggio macchina, se la macchina è umanoide, dotata di IA, allora chiunque si può trasformare nella stessa macchina, come Agente Smith in Matrix. Ecco come succede, non solo nel “film”. Prova a discutere in un gruppo: se tu ribatti alla teoria in auge attraverso una “teoria” non lineare, bè… inizialmente attirerai i più impavidi o sprovveduti, ma poi ad uno ad uno ritorneranno all’ovile, gonfiando le fila. Lasciandoti solo: unico. Ecco l’immunità di gruppo o di gregge. Il firewall sempre in azione.
Fire-Walhalla.
L’infrastruttura in-diretta: attraverso cui scorre la diretta? No: l’essere diretta risiede al di là. Non si mischia, se non per operazioni paragonabili al fare “turismo estremo” o “spedizioni militari” o “a caccia” o “per piacere”. Del resto, se possiedi tutto… te lo vorrai anche godere direttamente, di tanto in tanto. No? Oltre che ad ottenere tutto l’interesse o il ritorno sugli investimenti inerenti all’intero “progetto industriale”. Allora è questo il tallone di Achille di “Dio”? Quando partecipa direttamente alla festa? Bah. Dista talmente “tanto” dalla consapevolezza dei “residenti a massa”, che… non verrà mai preso sul serio. La società è assolutamente in balia degli effetti speciali.
Soldi, denaro, tempo: l’intrattenimento ti ha.
Ha… tutto e tutti. Come fai ad essere sicuro di sopravvivere in un parco a tema? Dal quale non sei mai ri-uscito. È arduo, perché tutto il “sapere” risuona diversamente, come tamtam della foresta. Chi lascia la vecchia strada… No? Sai quello che perdi. Non sai quello che trovi. Te credo che è sempre la “paura” a fare 90. Se perdi tutto, poi come farai? Allora, s’accumula e s’accumula per alfine dover morire. Tocca a tutti; è “normale”, te l’aspetti anche se tocchi ferro. Ma sai ch’è inevitabile. Nemmeno il cosiddetto “giorno da leone” smuove. A meno di bere a garganella e non capire più niente, finché dura. Ma poi sarà davvero… dura, riprendersi. Il blocco è a livello di programmazione. Nativo. Le bestie in cattività non scappano neanche con i recinti aperti. Troppa è la paura che vince su tutto: persino sul richiamo della libertà, scambiato per morte certa. Una questione solamente di “tempo”.
Che cosa filtra, allora?
Oltre al programma, ai “server”, ai terminali, alla Rete, all’abbonamento al tal servizio, etc. s’infiltra anche la verità, poiché parte dell’infrastruttura I-ambientale: cioè il Log di macchina, imprescindibile per la risoluzione dei malfunzionamenti, per la statistica di funzionamento, per l’evoluzione del programma, per il controllo dell’intero processo logico industriale, etc.
La verità è insita, anch’essa nativa.
LA verità è la memoria che aleggia comunque sia, poiché tollerata dall’eco-dominante, seppure rivelata poiché porta di accesso per l’esterno. La verità è come un coltello a due lame: lo impugni convinto di averlo “dal manico”, però… il manico è ancora a forma di lama. Dunque, fai attenzione a non tagliarti mentre ri-tagli o lo conficchi in qualcosa o qualcuno. Chi la fa l’aspetti. Chi semina vento raccoglie tempesta. Aiutati che il ciel ti aiuta. A chi fa da sé… non piace vincere facile.
Sostanza.
L’infiltrazione è evidenza di quel che continua a succedere non visto che è già successo. Non esiste passato, né futuro… senza accorgersi (ricordare e poi essere in coerenza). Sostanza. Una questione di atteggiamento o di ben altro… programma. Rêverie. Hackeraggio.
Quello che è, è. S’inizi da ciò.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2023
Bollettino numero 3523
prospettivavita@gmail.com
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