Quello che è stato dimostrato è che in qualsiasi sistema di matematica in cui puoi fare l’aritmetica di base ci saranno sempre affermazioni vere impossibili da dimostrare…
Math has a fatal flaw - La matematica ha un difetto fatale.
Allora, dalle condizioni iniziali o “è già successo” a conseguire, diventa tutto un… giogo. Alias, continua a succedere sostanzialmente il punto di sospensione precedente, che può anche non essere l’originale o iniziale.
“Ci saranno sempre affermazioni vere impossibili da dimostrare…” in un simile ambiente, che può anche essere una ricostruzione o restaurazione, un ciclo che si ripete, una ordinata sequenza che non sfugge mai, tuttavia, al controllo di cosa (chi) non si sa mai sufficientemente bene, poiché o non visto che:
quello che è stato dimostrato è che in qualsiasi sistema di matematica in cui puoi fare l’aritmetica di base ci saranno sempre affermazioni vere impossibili da dimostrare… (allo stesso modo e “tempo”, sarà vero anche che tutto il dimostrato può essere “dimostrato”, se l’essere è “a Massa” e dunque soffre di errore di parallasse provocato o “naturale”).
Il Gioco della vita… è un automa cellulare sviluppato dal matematico inglese John Conway sul finire degli anni sessanta… Il suo scopo è quello di mostrare come comportamenti simili alla vita possano emergere da regole semplici e interazioni a molti corpi…
Si tratta in realtà di un gioco senza giocatori, intendendo che la sua evoluzione è determinata dal suo stato iniziale, senza necessità di alcun input da parte di giocatori umani.
Si svolge su una griglia di caselle quadrate (celle) che si estende all'infinito in tutte le direzioni; questa griglia è detta mondo. Ogni cella ha 8 vicini, che sono le celle ad essa adiacenti, includendo quelle in senso diagonale. Ogni cella può trovarsi in due stati: viva o morta (o accesa e spenta, on e off).
Lo stato della griglia evolve in intervalli di tempo discreti, cioè scanditi in maniera netta. Gli stati di tutte le celle in un dato istante sono usati per calcolare lo stato delle celle all'istante successivo. Tutte le celle del mondo vengono quindi aggiornate simultaneamente nel passaggio da un istante a quello successivo: passa così una generazione.
Le transizioni dipendono unicamente dallo stato delle celle vicine in quella generazione:
- qualsiasi cella viva con meno di due celle vive adiacenti muore, come per effetto d'isolamento;
- qualsiasi cella viva con due o tre celle vive adiacenti sopravvive alla generazione successiva;
- qualsiasi cella viva con più di tre celle vive adiacenti muore, come per effetto di sovrappopolazione;
- qualsiasi cella morta con esattamente tre celle vive adiacenti diventa una cella viva, come per effetto di riproduzione…
La sua evoluzione è determinata dal suo stato iniziale… (dal punto di sospensione, laddove lo stato iniziale può anche essere un reset).
Senza necessità di alcun input da parte di giocatori umani… (l’automatismo può divenire anche pilota automatico, una volta lasciato fare o programmato per…).
Tutto questo fa percepire fortemente come ogni processo democratico, sia “democratico” sostanzialmente o, meglio, apparente e dunque al servizio di… qualcosa (qualcuno) che sfugge per ragioni di convenienza elitaria o interesse personale. Essendo una condizione artificiale, seppure “iniziale”, la stessa verità è indimostrabile qualora la “testa” giudichi ogni tentativo come inammissibile.
Gli stati di tutte le celle in un dato istante sono usati per calcolare lo stato delle celle all'istante successivo. Tutte le celle del mondo vengono quindi aggiornate simultaneamente nel passaggio da un istante a quello successivo: passa così una generazione… (nota bene come la potenza di elaborazione della Vita sia data per scontata, anche quando rimane consolidata all’interno di una macchina).
Nella realtà circostante o manifesta (cristallizzata), è l’I-Ambiente che si preoccupa di tutto ciò, funzionando e costituendo un livello che non esiste anche se c’è.
Ovvio che non esiste per “te”, ovvero, per la “brutta” versione di te, sviluppata a partire dall’avvento dell’AntiSistema in poi; a conseguire, in tale f-orma di “tempo” o di impiego dello spazio potenziale nella sempre attuale versione cristallizzata delle “cose”, ad opera di un principio primo che non è mai Dio, bensì “Dio” o ad immagine e somiglianza.
Lo stato AntiSistemico è “superiore” a qualsiasi altro Stato, creatosi ad hoc per rivelarne la consolidata compresenza.
In questo modo, il modello è addivenuto stabile e dunque reale per chiunque abbia smesso di credere che “tutto scorre”: è proprio in ciò che “ora” sopravvivi, in quanto a regola universale applicata a tutto senza conoscere (ricordare) pressoché nulla che riguardi tale presunzione universale.
È come sostenere di (e diffondere informazione relativa) sapere tutto del Tibet, ad esempio, senza mai esserci stato né aver vissuto lì per un numero sufficiente di giorni tale da esserti fatto l’esperienza necessaria per stimare che in quel luogo comune si viva nel modo raccontato, una volta rientrato in patria.
Il giogo della vita o AntiSistema, è divenuto la forma stabile e coerente della configurazione post ultimo “Grande Reset”, che non è quello intitolato a Davos 2020.
La cancellazione dell’impero globale (Fomenko docet) che al proprio apice, e molto prossimo ad ora, coniugava sotto ad un unico vessillo la quasi totalità della Terra.
Ok?
Se non hai nemmeno idea di ciò a cui SPS_IO allude, or bene… “vedrai” che allora la strategia impiegata ha funzionato alla perfezione.
Qualcosa che “è già successo” non molto tempo fa.
Di certo, non le migliaia di anni raccontati dalla scienza deviata. Né, a maggior ragione, i milioni di anni intercorsi tra ere glaciali e quant’altro. Episodi cardinali, come Diluvio Universale, caduta dell’Atlantide, fine dei dinosauri, Torre di Babele, etc. si rifanno sempre a mutazioni nello schema generale del giogo della vita. Ergo, non è detto che l’impero precedente fosse migliore, sostanzialmente; considerando che alla base funzionava già attraverso un motore economico ed a quanto pare più che efficiente a livello militare e gerarchico. Ok?
Dunque, è sempre di AntiSistema che si tratta.
Anche se “ora” dispiace per la sua distruzione, perché il tipo di “architettura” lasciato o rimasto fa letteralmente comprendere il livello e la “taglia” di quelle costruzioni incredibili.
Tutto il discorso collegabile al tipo di “energia” che, a quanto pare, attraverso tale costruzioni veniva imbrigliato ed utilizzato probabilmente sotto forma di free energy, fa rimpiangere la perdita di un simile patrimonio dell’umanità, etc. etc. etc.
Qualcosa che finalmente, però, non richiede di ritornare indietro di migliaia di anni, bensì, di nemmeno due secoli. Dunque, la questione è ancora più sospetta, perché “come puoi dimenticare una simile dimensione e portanza, nel breve volgere di qualche generazione”?
Ne puoi essere s-oggetto solamente se all’opera c’è una forza simile, per grandezza e portata. Ma com’è possibile che parallelamente ad un impero tanto vasto che, presumibilmente, occupava tutto in pianta stabile - da averne saturato ogni capacità di sollevarne le sorti - ci fosse un’altrettanta capacità simile se non superiore di prendere il sopravvento?
Fomenko spiega tale “crollo” attraverso una sorta di “piano nel piano” attuato dal lignaggio ultra specializzato di coloro che si occupavano dell’amministrazione dell’economia dell’impero. Ovvero?
Di chi tuttora ha mantenuto la medesima “stoffa”, il che li rende immediatamente riconoscibili anche se non… dimostrabili, attraverso tale ordinamento “di fatto” che sostanzialmente rivela tutto persino al singolar “sentire” che, dunque, smette di avere valore persino per l’individuo che non si può più fidare nemmeno di sé, motivo per cui è più opportuno ridefinire una volta per tutte che 1- sei nell’AntiSistema, laddove 2- “è già successo” e allora 3- tu sei “tu” qua dentro.
Ok?
Tutto il resto consegue o va da sé.
Tutto il resto è “noia” = automatismo.
Sino a quando non verrà trasceso il punto di sospensione, da cui tutta la “relatività del caso”. Già. Il relativo fa sempre capo ad un assoluto. Qualsiasi relativo se all’interno di uno spazio comune, si riferisce sempre all’unico assoluto che può, però, non esistere anche se c’è (strategia della massima perfezione).
Come puoi accorgerti di qualcuno che si riveste da qualcosa?
E che se ci fai la lotta rischi di aver a che fare con un’ombra senza corpo né posizione. Vero. Il “rischio” è di sembrare pazzo, perché gli altri che sono già “a Massa” ti vedranno proprio così:
ai loro occhi tu sarai perlomeno... strano.
“Una volta” ti avrebbero messo al rogo. Dunque, “oggi” ti va già bene che c’è maggiore tolleranza, motivo per cui si può celebrare evoluzione, progresso e civiltà.
Ai futuri passi con l’Ue deve precedere la soluzione di un dilemma: la Svizzera vuole essere nei suoi rapporti europei una nazione terza del tutto indipendente, oppure – vista la sua collocazione e l’intensità dei rapporti – preferisce una situazione di semi-partecipazione?
In altre parole:
l’indipendenza, che ha il suo prezzo, o il vassallaggio, concetto medievale teso alla speranza di ottenere protezione e tranquillità…
13 giugno 2021 Link
Quale decisione (indipendenza), se si tratta sostanzialmente di una scelta fra…?
L’impero cancellato dalla storia (deviata) era già così: il modello storico tradizionale è però assegnato a Greci e Romani, con le proprie Colonie; oppure, più tardi, all’epoca proprio del vassallaggio.
Qualcosa che si ripete sempre, a quanto pare.
Re, vassalli, valvassori, valvassini e servi della gleba.
Il vassallo diventava così il responsabile di un feudo acquisendo il diritto di goderne i frutti ed i benefici, in altre parole il comando delle terre, dei braccianti e dei castelli.
In cambio i vassalli garantivano piena obbedienza al loro Re. I vassalli a loro volta potevano nominare i valvassori, altri nobili di rango inferiore, che diventavano loro fedeli e gestivano parte dei possedimenti. Il valvassore (etimologicamente, dal latino: vassus vassorum) era quindi un vassallo non direttamente dipendente dal sovrano ma da un altro vassallo. Infine c’erano i valvassini, ultimo gradino della piramide, scelti dai valvassori che potevano ancora suddividere ed investire altri nobili di rango più basso.
Questa ragnatela di potere permetteva di controllare il territorio e di padroneggiare la servitù della gleba…
Aldo Domenico Ficara 9 luglio 2014 Link
Non ti sembra che tale descrizione si applichi perfettamente ad una situazione generale da consolidare, per opera di “pochi (organizzati)” a scapito dei “molti (disorganizzati)”, sullo sfondo di uno scenario post apocalittico da “fine delle operazioni di guerra o quel che è”?
Proprio così.
Perché chi si proferiva Re, aveva tutto questo potere sugli altri? E tutte queste terre, a chi erano state tolte da poco, se in quel momento al Re faceva comodo ordire una simile organizzazione che manteneva intatta la gerarchia, utilizzando la capacità di delegazione dei piani alti verso quelli bassi o sempre più “a Massa”?
Nel lontano medioevo il re, i vassalli, i valvassori e i valvassini rappresentavano una precisa struttura piramidale utile a esercitare il potere dei potenti sul territorio…
8 maggio 2015 Aldo Domenico Ficara Link
Tutto questo ha senso o “trova senso” solamente quando c’è una struttura di potere che ne ha “ereditato” talmente tanto da non sapere più come amministrarne per intero la capacità di fissare i confini e di far prosperare le terre o, meglio, se stesso.
Al solito, una simile situazione viene narrata, illustrata e sviluppata, a livello di storia deviata, dando per scontata la morte di un grande personaggio precedente, che lasciava il proprio impero “in pasto” a coloro che potevano vantare qualche indizio di discendenza legittima e diretta. Un passaggio di testimone usualmente di tipo “familiare”. Eppure, nel cosiddetto “medioevo”, ossia in quell’epoca inventata di sana pianta, prende piede proprio la struttura della delega di terre e quant’altro, al fine di godere del lavoro e dell’arbitraggio secondario altrui, in nome proprio.
Proprio come ogni “Re” era un’altra invenzione dell’Imperatore, a cui stava a cuore mantenere in ordine i propri immensi possedimenti, dei quali era il proprietario unico ed esclusivo per qualche motivo che sfugge, sostanzialmente.
Allora, la caduta di un grande impero precedente mette come tutto a posto, relativamente a tale situazione narrata leggiadramente come un bardo d’altri tempi, al mercato, mentre le damigelle facevano compere ed erano costantemente impegnate dunque a fare altro.
Un po’ quello che succede nelle “Americhe” quando viene deciso di aprirne le rotte, ovvero, quando il grande impero precedente viene meno, non trovando più alcuna resistenza entrando in quel reame ora solamente da prenderne possesso, mentre alla popolazione comune non saltava nulla in mente a tal proposito:
neanche a quella impegnata in quel “tempo”, a quanto pare.
Per tutti coloro a cui non faceva grande differenza passare da un padrone ad un altro e, comunque, avendo a che fare con forze troppo grandi a cui opporsi, soprattutto se costantemente divisi ed imperati.
Ok?
Dunque, vengono scoperte le “Americhe”, guarda non caso. Inoltre, con lo stesso “Fare…” anche l’Africa viene assoggettata dalla medesima politica ch’è di più una forma di atteggiamento “superiore”, perpetrato da chi era più abituato e pronto a cogliere l’occasione che recita tra le righe, come anche oggi ti ricordano, che “ogni crisi è una opportunità”; però, per chi sa come coglierne i risvolti e per chi ha mezzi per prenderne vantaggio.
E che dire delle più distanti Australia e Nuova Zelanda? Idem.
La “caduta” libera tutto, per alfine ritornare in sede, come polvere, sotto all'effetto del medesimo magnete eco-dominante.
L’idea che si diffonde ovunque, in tale giogo della vita, è di… “r-ac-cogliere l’attimo” e dunque conquistare tutto il conquistabile, perché “ciò che lasci viene ripreso, ogni volta”.
Viene rimesso sempre “tutto a posto (come un debito o un peccato originale)”, insomma.
Come per un in-Cubo di Rubik. No?
Gli atteggiamenti e le “tradizioni” si ri-forgiano, allora. Nel breve volgere di poche generazioni. Forse anche di una sola. Qualcosa di dannatamente incredibile, eppure… di sempre potenziale, quando le “cose” vengono fatte bene anche se non per forza a fin di bene.
Ma... come già asserito poco sopra, il bene è relativo a chi ha la “potenza” di imporlo alla rimanenza, a cui non rimarrà allora che divenirne “umile servitore”, come se fosse normale o naturale, per altro.
Che disdetta. Ti ritrovi?
Tutti dotati di potenziale contemporaneo, eppure... costantemente e persino coerentemente sempre in gerarchia. Bah.
Che cosa ci puoi “Fare…”. È il giogo della vita.
Che peccato. Poteva andare diversamente. Eppure, tant’è che sei “finito” nell’AntiSistema.
Poteva anche andare peggio, per la verità? Certo.
Come puoi “vedere” analizzando in altre anse, il passato. Diciamo che al “meno peggio” c’è sempre speranza di abituarsi senza rompere troppo le uova nel paniere. E poi la schiavitù assoluta dà meno soddisfazioni al potere eco-dominante, non essendoci nemmeno sviluppo tra schiavi sempre troppo schiavi persino per essere inquadrati in operazioni a maggior valenza “tecnica”.
Chi infatti potrà occupare i livelli intermedi se tutti sono zombie senza alcun briciolo di “coscienza”?
Ecco che allora viene “riconosciuto” qualcosa in più, sempre in tal senso o direzione di fondo. Ed ecco che alfine “ora” sei qua a credere ai trionfi della scienza deviata, che a sua volta celebra l’evoluzione umana:
come gettando benzina sul fuoco, che si auto alimenta sino a quando c’è questa “benzina”, però.
Il Libano è di nuovo messo male.
Il Libano sta vivendo di nuovo un periodo difficilissimo, a cui hanno contribuito la crisi economica iniziata due anni fa, la pandemia da coronavirus – di cui sono stati registrati più di mezzo milione di casi – e l’enorme esplosione di un anno fa nel porto della capitale, Beirut, dove la ricostruzione è ancora in corso.
In questi giorni in particolare la lira libanese ha raggiunto un nuovo picco negativo, cioè un decimo del valore rispetto a due anni fa, mentre lo Stato ha talmente poche risorse che non riesce più a mantenere interamente calmierato il prezzo della benzina, come succedeva in passato.
A ogni persona spetta una piccola quantità di benzina calmierata al giorno, col risultato che a ogni benzinaio si formano file di chilometri.
15 giugno 2021 Link
Quello che è stato dimostrato è che in qualsiasi sistema di matematica in cui puoi fare l’aritmetica di base ci saranno sempre affermazioni vere impossibili da dimostrare…
“Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato…”.
Albert Einstein
Sei nel “dominio della scienza” ch’è auto deviazione standard, nell’AntiSistema. Laddove, il Sole non emette calore. Al di fuori della Terra c’è lo zero assoluto (così ti dicono). No?
I primi modelli interessanti nel Gioco della Vita sono stati scoperti senza l'uso di computer. I più semplici schemi statici (“still life”) e modelli ripetuti (“oscillatori” - superset di morti) sono stati scoperti mentre si monitoravano i destini di varie piccole configurazioni di avvio utilizzando carta grafica, lavagne, tavole fisiche (come Go) e simili. Durante questa prima ricerca, Conway ha scoperto che l'R-pentomino non è riuscito a stabilizzarsi in un piccolo numero di generazioni.
Molti diversi tipi di modelli si verificano nel Gioco
della Vita, tra cui le morti, gli oscillatori e gli schemi che si traducono in
tutto il board, incluso il velivolo, scoperto da Richard K. Guynel 1970 e
diversi tipi di astronavi...
Il blocco e la barca sono oggetti stabili, il lampeggiatore e il rospo sono oscillatori, l'aliante e l'astronave leggera sono navicelle spaziali che si spostano per il mondo mentre il tempo scorre.
Le configurazioni chiamate methuselah possono evolversi per lungo tempo prima di ripetersi. Il diehard (duro a morire) è uno schema che alla fine scompare, dopo 130 generazioni. L'eptomino di Alessandro Goretti e l'eptomino-P impiegano rispettivamente 172 e 173 generazioni prima di stabilizzarsi in una forma statico-oscillatoria. La ghianda impiega 5206 generazioni per generare 13 alianti e poi si stabilizza nella forma di tanti oscillatori…
Nell'apparizione originale del gioco, Conway offrì un premio in denaro per un qualunque schema che crescesse indefinitamente. Il primo fu trovato da Bill Gosper nel novembre del 1970. Questi schemi includono i gun (fucili), che sono stazionari e sparano alianti o altre navicelle, i fumatori, che si muovono lasciando dietro di loro una coda di detriti statici, e i rastrelli, che si muovono ed emettono navicelle. Gosper ha più tardi scoperto uno schema con un tasso di crescita quadratico, chiamato reattore, che lavorava lasciando dietro di sé una coda di fucili.
Da allora sono state create complicate costruzioni, tra cui porte logiche per alianti, un sommatore, un generatore di numeri primi, e una cella che emula lo stesso Gioco della vita riscalato nello spazio e nel tempo…
Schemi più semplici, anch'essi dotati di crescita infinita, furono scoperti più tardi...
Sono possibili interazioni interessanti tra alianti e altri oggetti. Per esempio, se due alianti colpiscono un blocco nella maniera giusta, il blocco si muove verso la sorgente degli alianti. Se tre alianti sono lanciati nella giusta maniera il blocco si muove allontanandosi dalla sorgente degli alianti. Questa memoria a blocchi può essere usata per simulare un contatore. È possibile costruire porte logiche And, Or e Not usando alianti.
È possibile costruire una configurazione che agisca come una macchina a stati finiti connessa a due contatori... Questo ha lo stesso potere computazionale di una macchina di Turing universale, così il Gioco della vita è potente quanto un qualunque computer con memoria infinita:
è Turing equivalente.
Inoltre, uno schema può contenere un insieme di fucili che si combinano per creare nuovi oggetti, tra cui copie dello schema originale. Può essere costruito un costruttore universale che contenga un computer Turing equivalente, e che può costruire numerosi tipi di oggetti complessi, includendo copie di se stesso…
Tutto questo, sostanzialmente cosa ti dice o esprime?
Ecco il punto:
ti sfugge, perché tu sei “tu” qua dentro.
Eppure, l’ambiente costruisce continuamente tutto attraverso la verità, ch’è informazione di base. Mentre la rivelazione è la forza secondaria AntiSistemica, che si “oppone” andando a plasmarne o ad utilizzarne la portata. Allora, se tutto è vero ma soprattutto è vero il contrario, di conseguenza significa che non esiste ma c’è una “forza (qualcosa, qualcuno)” che riesce a fissare i limiti del proprio impero, auto determinandoti.
Fissare una forma di verità, anche quando è indimostrabile, essendo tutto relativo, ti indica proprio di essere “dentro” ad una intenzione o “sogno (progetto)” altrui che prevede anche te o meglio “te”.
Ci sei?
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Le due “interpretazioni” lasciano sempre il “tempo che ritrovano”, ogni volta che continua a succedere, essendo “già successo” e dimenticato, strategicamente.
Ragion per cui, “quando i buoi sono scappati, si può chiudere il recinto”.
Legale insegnante morta, “responsabilità Casa produttrice AstraZeneca…”.
“Crediamo che sussista una piena responsabilità sulla società produttrice del vaccino Astrazeneca S.p.A., per aver colposamente omesso nelle note informative dello stesso farmaco gli effetti collaterali, quali le trombosi polidistrettuale e trombocitopenia, occorsi su Zelia, che ne hanno provocato il decesso…”. È la denuncia dell'avvocato Valerio Messina, legale della famiglia di Zelia Guzzo, l'insegnante di 37 anni morta a Gela, in Sicilia, dopo avere fatto il vaccino Astrazeneca…
Secondo la famiglia, rappresentata dall'avvocato Valerio Messina con l'avvocato Antonio Cozza del foro di Perugia, la “omissione di alcuni rischi di trombosi nelle note informative…” del vaccino, come spiega all'Adnkronos, “non ha permesso alla insegnante di auto determinarsi in maniera libera e consapevole in ordine alla vaccinazione, che ricordiamo è frutto di un atto di amore verso se stessa e verso gli altri…”.
Il legale ricorda: “è stato riscontrato scientificamente il nesso eziologico tra l’inoculazione del vaccino Vaxzevria Anti-Covid 19 ed il decesso della signora Zelia Guzzo, in assenza, frattanto, di alcuna concausa… La consulenza tecnica… mette nero su bianco che la causa della morte della signora Guzzo è avvenuta per trombosi polidistrettuale e trombocitopenia, quali reazioni avverse da vaccino Astrazeneca…”…
Adnkronos 14 giugno 2021 Link
Il “legale” fa il proprio mestiere (e non è come se nemmeno fosse interpellato), portando “fuori” tassi di verità colposa, eppure ancora una volta si tratta di “forze” che si oppongono e fanno finta di opporsi, servendo ad una causa comune che può anche essere tranquillamente ignorata, poiché va da sé.
L’AntiSistema è una “costola” dell’I-Ambiente, che appunto funziona da sé in sé per sé, costituendo quell’habitat che può assumere qualsiasi forma ma che contemporaneamente lascia anche ogni f-orma, essendo alfine memoria capace di cristallizzarsi in qualsiasi “edificio” da considerare come più semplice ed immediata… storia, da raccontare al “prossimo” che viene o passa da qui.
Il giogo della vita ti ha. Oh, sì.
Proprio “tu”, che servi come non ci fosse domani e dunque sopravvivi c®edendoci “dentro”. Come fango che si crea dal nulla, immantinente, sotto ai piedi. Come la situazione in cui vi auto sprofondi, non potendo sollevarti dal piano comune. O come ciclo del carbone che dura qualche mese o granito che si forma all’istante, in determinate condizioni. Come antichi edifici costruiti sul posto e non intagliati o ammassati.
Come tutto quello che (ti) sfugge e che allora non esiste, nonostante… c’è.
Allora prendere un abbaglio è semplice, quando a decidere non sei mai tu e quando serve, “scegli sempre fra…”.
La configurazione “ora” è AntiSistemica:
qualcosa
di stabile, che rimane tale perché ha convinto ogni partecipante ad immolarsi
per la “causa comune”, che non si comprende bene quale sia, eppure…
La spinta avviene “grazie” a tutti, volenti e nolenti.
Le cell(ul)e sono morte o vive, in funzione di poche e semplici regole:
quelle che devi “Farti…” andare bene e che ignori, per altro, sostanzialmente.
Eppure, se non ricordi male, il detto non recita ancora così? “Il gioco è bello quando dura poco”.
No?
Ecco perché allora “tutto si trasforma”, per altro senza cambiare mai sostanzialmente.
Bingo. Tombola e… hai voglia.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS_IO) 2021
Bollettino numero 10-434
prospettivavita@gmail.com