“Visita l'interno della terra, operando con rettitudine troverai la pietra nascosta”.
La frase continuava alle volte con le parole 'Veram Medicinam', a indicare che la pietra è anche il “vero rimedio” per ogni malattia…
L'espressione stava a indicare l'esigenza di scendere nelle viscere della terra, cioè negli anfratti oscuri dell'anima, per conseguire l'iniziazione, operando quella trasmutazione della materia nello spirito che avrebbe permesso di conseguire l'immortalità e riportare alla luce la sapienza, attraversando le diverse fasi dell'Opera alchemica, cioè nigredo, albedo, rubedo…
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Lo “è” per forza di cose, in quanto ché, il vertice – nel suo massimo fulgore – è sempre e solo “Un3”.
Una storia e qualsiasi storia, inizia da un “momento” ben preciso e non importa che (se) coloro che conseguono, senza memoria diretta, credono di scorgere una molteplicità di forze (eventi) nel fondamento che regge le origini di qualsivoglia “cosa”.
Un simile “scorgere” è già di per sé, sinonimo di “difficoltà nel ricordare”, giacché scomodante il più deviato (ed auto deviante) concetto secondario del “comprendere”.
Per cui, che altr3 può emergere se non sempre, ancora, “qua, così”?
C’è come un confine, più che un limite.
Qualcun3, piuttosto che qualcosa.
Una compresenza, al posto della natura e dell’opera divina che, in ogni “caso”, sono una rappresentazione in chiave simbolica della stessa, ragione fondamentale, compresenza dominante…
C’è sempre (sempre) un/il modo di accorgerti.
Sì, perché… anche nel “qua, così” ricircola la caratteristica ambientale frattale espansa (una forma di simbolismo sostanziale), che mantiene sempre la memoria relativa ad ogni tipo di “traccia”, lasciata da ogni e qualsiasi compresenza reale manifesta e/o immanifesta “qua, così”.
Il mondo di Licata era visivo, musicale, simbolico, cifrato, astratto ma riconoscibilissimo, coerente, ma sempre diverso, poetico, unico…
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un mondo “personale e, dunque, personalizzato”
visivo (che puoi vedere)
musicale (che puoi "sentire")
simbolico (che ti sfugge, se dimentichi la “chiave”)
cifrato (che “c’è, seppure sembra non esistere, oppure, sembrare altr3)
astratto ma riconoscibilissimo (ecco la caratteristica frattale espansa, che ti permette sempre di rimanere conness3 alla particolare “firma apposta alla forma reale manifesta ‘ad immagine e somiglianza’”)
coerente (che riporta sempre, fedelmente, l'informazione di parte. Della parte che ha immaginato e, dunque, realizzato quel tipo di “mondo”)
ma sempre diverso, poetico, unico (che è “coerente” seppure è “sempre diverso”. Alias: che “poeticamente” e sostanzialmente – unicamente – ti sfugge, soprattutto, se “tendi a perdere la memoria” relativamente al “è già successo”: al momento, che ad esempio la visione religiosa e scientifica deviat3, narra a proposito dell’inizio dei tempi. Qualcosa che, proprio nel tempo, è divenut3 e si è “cifrat3”, nell'azione divina e col Big Bang).
Poiché, non esiste nessun’artista che vi può rinunciare, data la caratteristica infrastrutturale ambientale che non lo permette assolutamente di poter “non fare”.
Così ché, di conseguenza, l’azione della dominante – per la cancellazione del passato (memoria) – giogo forza deve rivolgersi a te, essere umano, in maniera tale da renderti sempre meno recettiv3, relativamente al grado di assolutezza che, in questa maniera, può perpetuarsi e perpetrarsi, in linea teorica, “qua, così” per sempre.
la dominante ("Dio", in quanto simbolo) e la Massa (l’umanità, te)
con la caratteristica frattale espansa (una funzione) nel mezzo, a riunire tutt3 quant3.
Perché, non importa in quale “tempesta” sei/sarai “qua, così”, dal momento in cui avrai sempre un necessario salvagente, capace di auto mantenerti completamente in salvo, ossia, di non auto resettarti – ogni volta – nell'ambito del capovolgimento temporale e vicissitudinale, strategico/dominante, “qua, così”.
Il “continente” sprofondato nel corso del tempo, sotto all'azione delle “forze della natura (evidentemente avversa)”.
“Qua” è affiorata la memoria? No: ci si “è” accort3 che non è mai andata scomparsa/perduta (che è solamente sperduta, smarrita la via per la relativa ricongiunzione).
In che modo?
Rilevando l’ingiustizia, percependo una realtà manifesta che, comunque, si professa “giusta”.
Ossia, realizzando che "c'è qualcosa (qualcun3) sotto"...
Quindi, una parte che inquadra tutt3, come la propria conseguenza.
Ed è proprio di questa caratteristica che occorre accorgerti e, poi, focalizzare coerentemente, ben sapendo che nello scorrimento temporale “qua, così” - altrimenti - tutto (vi) scorre (via, dentro)…
Una decodifica dell’ambiente intero, dentro e fuori, che sempre più evidentemente sembra celare e nascondere qualcosa (qualcun3) di fondamentale portanza.
Qualcosa (qualcun3) che lascia, comunque, la propria “traccia frattale espansa (firma)”.
Qualcosa (qualcun3) che, dunque, può essere rilevat3 e portat3 ad emersione, sia per quanto riguarda il relativo assoluto ricordo e valenza, sia per quanto concerne la diretta fisicità di tuoi simili, quindi, “in carne ed ossa”.
Come te ne accorgi.
Anche, seguendo ciò che le sottodominanti (le multinazionali, ad esempio) stanno inscenando, espandendosi a livello di influenza globale, guarda non caso, percorrendo il percorso già tracciato dalla dominante (in quanto “firma”, campo morfogenetico, raggio traente, fonte di ispirazione, etc. riattuantesi proprio grazie alla funzione caratteristica frattale espansa tri-unitaria: legge, strumento e memoria).
Il sistema lulliano suggerisce così che la pluralità di fedi non è una confusione babelica, ma deve essere invece intesa come espressione di diversi popoli e tradizioni che concorre ad individuare una più completa visione di una unica e vera perfezione:
nel retaggio di ciascuna esiste il modo di risolvere l’enigma di quella loro pluralità che risulta voluta dallo stesso Dio…
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nel retaggio di ciascuna esiste il modo di risolvere l’enigma di quella loro pluralità ("pluralità" = lottizzazione, strategia, etc.)
che risulta voluta dallo stesso Dio (un simbolo della compresenza immanifesta dominante).
Ma deve essere invece intesa come espressione di diversi popoli e tradizioni che concorre ad individuare una più completa visione di una unica e vera perfezione (quando si dice “mischiare le carte”: una simile “espressione” è artificiale, ossia, strategico/dominante. Mentre, la “vera perfezione” è sempre la dominante, in quanto “unica perfezione ‘qua così’ riportata, ossia, pienamente sviluppata ed espansa in/per tutto il Globo).
Lullo sopravvisse solo alcuni anni al Concilio… anni oscuri “durante i quali la sua figura pare trapassare direttamente dalla realtà storica alla leggenda ed al mito”... (Candellero)…
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Anni oscuri “durante i quali la sua figura pare trapassare direttamente dalla realtà storica alla leggenda ed al mito”:
un modo per cancellare dalla memoria, la memoria stessa.
“Nel suo intenso apostolato presso gli ‘infedeli’ ed i potenti del tempo, Lullo non fu comunque mai il semplice arrivista d’una particolare confessione religiosa, quanto semmai un autentico e disinteressato paladino della Verità.
Proprio ciò dona alla figura ed al pensiero del Dottore Illuminato il suo estremo interesse e la sua perenne attualità, soprattutto considerando come nell'unire l’impegno dello studioso e del contemplativo a quello dell’ardente ed entusiasta missionario, egli abbia offerto un modello di speciale e personalissima sintesi tra vita attiva e vita contemplativa, che ben pochi raffronti possiede nell'intero panorama della religiosità universale”.
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Il "sapere" di Lullo attirò le ambizioni di molti potentati (come successe anche a Tesla, ad esempio). Ed, ovvio, subentrò l'auto disinnesco della sua più ampia ed espansa, portata universale.
Poiché, un simile “potere” fa gola a qualsiasi categoria di essere umano “qua, così”.
Dell’opera di insabbiamento della portata eccezionale di una simile “piena”, ne è ricolmo l’intero tempo che, seppure scorrendo via tutt3 ciò che trasporta, poiché vi ci si riflette dentro, non può cancellare l’incancellabile per funzione originale frattale espansa:
la portata del fiume è apparente
quando riparametrata alla funzione sostanziale della memoria ambientale frattale espansa.
mentre il fiume scorre
portando via tutt3
l’acqua conserva la memoria di ciò che “è” riflesso.
Il “medesimo specchio d’acqua” corrisponde all'informazione originale, perfettamente conservata, riprodotta e sempre disponibile, nonostante l’apparenza.
Con questo Bollettino, inizia un “momento” dedicato all’opera (“Ars”, memoria, “chiave universale”) di Raimondo Lullo. Questo, perché… è appropriato.
Il verbo è al presente, dato che, nulla viene mai dimenticato sostanzialmente, per cui ne risulta che:
il tempo è una strategia (dominante)
piuttosto che
una forza naturale.
Come già riportato poco sopra:
il “fiume” non porta via proprio nulla
se (se) ti fermi, non tanto a guardarlo, quanto a trarne informazione (memoria frattale espansa).
Il “come” è materia tua:
un particolare “atteggiamento (configurazione)” che, ad esempio, la “formula” ti aiuta a ricordare.
Or bene, questa singolarità dotata di un simile “potere”, non è un supereroe. Ma, sei tu (potenzialmente).
Inducendolo a rientrare nel recinto.
Ossia, intubandolo in una sorta di “strettoia (a forma di collo di bottiglia)”, capace di introdurl3 in un nuovo e diverso ambiente, caratterizzato quindi da un “a monte” diverso rispetto al “prima”.
Questo “voltar pagina”, corrisponde ad un nuovo inizio e, quindi, all'abbandono del momento di “è già successo (by dominante)”.
E sembra quindi impossibile.
Dal momento in cui, “non capisci nemmeno di cosa si tratta e cosa si dice ed in cosa consiste la ‘cosa’, dato che non ti accorgi nemmeno della compresenza immanifesta dominante…”.
Ergo:
senza purezza, se non per la purezza dominante (fai “leva”, allora, proprio su detta caratteristica, che rende il mondo, anche se non te ne accorgi, assolutamente perfetto, ossia, allineato perfettamente all'intenzione dominante).
Ossia, proprio ciò che il credere che sia solo fantascienza, corrompe. Allora, il:
“Visita l'interno della terra, operando con rettitudine troverai la pietra nascosta”
diventa
trova il “cosa (chi) c’è sotto”
ossia
la ragione fondamentale dominante (una indicazione che, fra l’altro, è anche fisica).
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