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lunedì 12 settembre 2011

Prima o poi quella parete la sfondo. Perchè no?




Occorre osservare il 'percepito' assumendo che possa sempre condurre a noi l’opportunità del ‘valore aggiunto’ e della sua positiva costruzione per noi

In questa maniera si impara sempre qualcosa su se stessi, perché quel riflesso è ‘per me’ perché ‘è me’.

Kung fu! Duro lavoro. Sudore. Volontà. Sacrificio. Un pittore può avere l’arte del Kung Fu, o un macellaio, che arriva a tranciare le carni senza che il coltello tocchi mai l’osso.
 
Impara la forma, ma cerca la non forma. Ascolta il non suono, impara tutto e poi… dimentica

Impara la strada e poi trova la tua strada. Il musicista può avere l’arte del Kung Fu o il poeta, che dipinge quadri di ideogrammi e contribuisce a rendere grandi gli imperi. Tutto questo è il Kung Fu. Ma non dargli un nome, amico mio, perché è come l’acqua

Niente è più leggero dell’acqua, che può aggirare la roccia. Non combatte, ti gira intorno. L’opposto! Senza forma. Senza nome. Il vero Maestro sa conviverci. Solo tu puoi liberarlo…
Da ‘The forbidden Kingdom. Il Regno proibito’

La visione dell’acqua insegna molto, a saperla veramente contemplare, riflessi in lei. La filosofia orientale è sfuggevole per la mente occidentale e sembra sempre di avere già sentito tutto, molte e molte volte. Sembra di avere capito tutto e dunque non si ‘ascolta’ mai veramente.

Questa supponenza conduce verso un luogo di specchi illusori, di echi di sé mai sopiti e, tuttavia, anche questa via è buona per liberare il ‘Maestro’. Perché no? Perché ‘là’ c’è una parte di noi che ci attira a visitarla. È una parte ‘non buona’? E chi lo può dire? E perché? 

Cosa significa il classico concetto di ‘imparare e poi dimenticare’? E cosa significa osservare l’acqua, in realtà?
 
Alla prima domanda rispondo in questo modo:

imparare ‘va bene’. Dimenticare ‘non va bene’. Solitamente e mediamente è così che la vediamo la questione. Si dimentica qualcosa di ‘scomodo e doloroso’. Si impara qualcosa che piace e anima. Ecco l’aspetto del ‘reale’ che si coglie, scisso nella solita dualità compenetrante. 

No, non è sempre così. Oggi iniziano le scuole e quanti alunni hanno voglia di imparare? Questo ‘imparare’ è assunto come negativo, perchè il 'mezzo' scuola utilizzato è di stampo coercitivo. Il dimenticare quello che giunge in questa maniera è visto positivamente, perché solitamente equivale al trascorrere un periodo di vacanza, molto lontana dai precetti obbligati della scuola.

Il vero imparare e dimenticare è, secondo me, inerente al  ‘fare proprio’ e poi, una volta sedimentato, dimenticare il vettore informativo che ha condotto in noi quella conoscenza

Quando una ‘lezione’ è dentro di noi, possiamo dimenticare l’esteriorità che l’ha veicolata verso di noi e, dunque, dimenticarla. Ma ciò che è subentrato in noi è diventato ‘noi’ e non occorre più ricordare nulla, perché ormai fa parte della nostra Natura. Lasciare andare per trattenere. Lasciare andare per snellire quello che sappiamo, ma non quello che siamo, irrobustiti da quello che abbiamo lasciato andare.

In Pnl è la programmazione che avviene, generalmente, dopo 21 giorni di 'esercizio'.

Alla seconda domanda rispondo in questo modo:

osservare la Natura, in questo caso l’acqua, è assumere la legge dei frattali come un baluardo intelligente della Creazione. Tutto rispecchia il Tutto. Imparare da quello che vediamo già esistente è ‘fidarsi’ di quello che giunge per noi, del vettore informativo ad immagine e somiglianza di verità meno evidenti.

Come leggiamo, allora, queste notizie?

Crisi: Interbancario Bloccato. Record 2011 Depositi Overnight Alla Bce.
Le banche dell'Eurozona hanno depositato ieri alla Banca Centrale Europea il più grande ammontare di fondi overnight dall'inizio dell'anno, il che significa che l'interbancario è ormai in stallo. I depositi overnight presso la BCE sono saliti ieri a 166,8 miliardi di euro rispetto ai 151 miliardi del precedente record toccato venerdì. Da segnalare che il tasso pagato sui depositi dalla BCE è dello 0,75%, inferiore al rendimento dell'interbancario
 
Circostanza che più di ogni altra segnala la forte riluttanza delle banche a prestarsi denaro tra di loro per l'incertezza sul futuro delle esposizioni in titoli di stato dell'area euro.
Da Yahoo 
 
Le banche non si fidano l’una dell’altra. Per analogia frattale possiamo comprendere come la sfiducia regni sovrana ad ogni latitudine e anche come le banche non abbiano proprio tutto questo potere. La sfiducia è dentro di noi perché la vediamo riflessa fuori di noi. 

Questa sfiducia mina il futuro ed è una intenzione del controllo parassitario: come possiamo ‘emergere’ se siamo tanto sfiduciati? È un ottima strategia di possessione, un incantesimo… uno dei tanti incantesimi gettati sul genere umano.

Sono negativo? Può sembrare. In realtà, nelle ‘forme’ acerbe, è solo quando si è con le spalle al muro che è possibile ‘muoversi’ di conseguenza. E questa è la grande opportunità che abbiamo a disposizione

La supernova SN PTF11kly si trova a 21 milioni di anni luce dalla Terra, ed è la stella più brillante degli ultimi tempi. A causa della grande distanza che ci separa l’immagine che vediamo è l’aspetto della stella 21 milioni di anni fa.
News presente in Yahoo 
 
Questo è un frattale che dimostra che viviamo in una differita della Vita. 'Vediamo' con ritardo ciò che è stato, ciò che era e non ciò che ‘è’. Come sarà oggi quella supernova? Potrebbe anche non esistere più. Eppure in questi giorni la si può vedere con un binocolo. L’illusione è sempre molto profonda…

Una delle sedici albe che gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale vedono ogni giorno fotografata da Ron Gran in missione sulla Stazione.
Da Yahoo 
 
Ogni giorno gli astronauti assistono a ben sedici albe. La consuetudine va a farsi benedire mutando il punto prospettico personale. Le abitudini appaiono in quanto tali: delle parodie temporali certamente non fini a se stesse, seppure illusorie.

L’acqua aggira gli ostacoli, ma può anche colpire direttamente con un’onda: il ‘Controllo’ utilizza la stessa ‘tecnica’ da un'altra dimensione.

Nella vita di un uomo, prima o poi, arriva un giorno in cui, per andare dove deve andare, se non ci sono porte né finestre, gli tocca sfondare la parete.
Bernard Malamud, tramite Saggezza e Consapevolezza

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com


mercoledì 3 agosto 2011

Espressioni, pastiglie e terremoto (2).

 

 
 
Un 'corpo' che si muove, anche esternamente all’orbita terrestre, ha effetti su di noi... allo stesso modo di un natante che passa in prossimità della costa alterando il moto ondoso dalla sua posizione di 'quiete', il quale si ‘abbatte’ per forza di cose sulla riva, dove i bagnanti registrano uno strano aumento delle onde chiaramente percepibile

Adesso ne sono certo, per cui riporto anche questo esempio. Nel mio giro quasi quotidiano in bici, mi fermo in un luogo nella campagna attorno a casa mia. Mi riposo un attimo, faccio della respirazione e mi lascio andare ad una sorta di breve meditazione/osservazione di me stesso e del paesaggio raggiungibile con lo sguardo.

Ebbene…  mi sono accorto che quando passa un aereo sopra di me, e ne passano moltissimi essendo sopra alla direttrice d’atterraggio dell’aereoporto della Malpensa, i suoi effetti in termini di ‘aria smossa’ si fanno sentire quasi immediatamente a terra. Non è un caso

Me ne sono accorto nel tempo, perché delle strane alitate di vento deciso si alzavano dal nulla, ogni volta che passava un velivolo, e duravano giusto il tempo necessario ad annunciarlo al resto del Mondo: trenta secondi? Sì, più o meno. Gli aerei che passano non viaggiano al massimo della loro altezza, relativa alla velocità di crociera, ma sono più bassi, però non tanto bassi come potreste immaginare, infatti li si vede ancora piuttosto piccoli, eppure il loro effetto fisico non passa inosservato. Cosa voglio dire?
  • che dobbiamo imparare ad osservare gli effetti e le cause, ma in maniera espansa, tramite una ‘seconda vista’ quantico/intuitiva
  • che dobbiamo imparare a ‘vedere’ tutto ciò che si ‘muove’ e a relazionarlo a noi nell’insieme delle ‘cose’, come un grande concerto d’eventi
  • che dobbiamo imparare a capire che ogni fenomeno ci raggiunge e ci riguarda da molto vicino
  • che dobbiamo imparare ad assumere ciò che vediamo come ad un grande ‘esempio’, un frattale che narra di noi, di come siamo fatti.
È una questione di altezza e di peso il tempo di passaggio? Se rimaniamo in un ambito 3d, probabilmente sì. Pensiamo ad un Pianeta come Giove, quale onde possa smuovere nel Cosmo e quali effetti possa avere nonostante la distanza dalla Terra.


Pensiamo a cosa possa procurare, in termini di ‘effetti secondari’, il cosiddetto allineamento di più Pianeti. Infatti cosa osserva la scienza che studia i movimenti planetari? Esattamente ‘cosa fanno’ e ‘quali configurazioni stanno tracciando tra di loro i Pianeti.
 
Ecco perché un Pianeta più vicino o più lontano può procurare ‘riflessi’ sulla Terra e dunque sull’umanità. Ma quel ‘riflesso’ sarà casuale? Ossia come sono interpretabili le azioni umane indotte, che avvengono sulla Terra in seguito ad una determinata ‘figura’ planetaria tracciata? 
 
Caos, caso, destino, fato, fortuna, sfortuna, volontà, intenzione, buono o cattivo esito… come possono spiegarsi le vicissitudini che viviamo alla luce anche di questo fenomeno tanto lontano quanto sfuggevole?

Dipende da noi e da quanto siamo centrati in noi stessi, da quanto ci conosciamo.
 
Il ‘nulla è per caso’ è valido quando abbiamo il ‘pallino’ delle operazioni, altrimenti è un ‘subire’, anche se comunque l’insegnamento è sempre opportuno, anche se molto più diluito nel tempo è il suo significato evolutivo.
 
Sostengo, da tempo, che il genere umano è coinvolto/inserito in una struttura di controllo/assorbimento dell’energia  vitale, ad opera di entità parassite, che si alimentano della nostra funzione di 'generatori'. Ovviamente la loro ‘traccia’ non è direttamente riscontrabile, in termini di viva presenza, perché agiscono ed esistono in un altro 'luogo dimensionale'

Castaneda scrive che ‘ci hanno dato la loro mente’. Carlo Dorofatti afferma che il ‘pensiero è una sostanza in cui siamo inseriti’ e che ‘ è del materiale che, allo stato attuale, non generiamo ma che riceviamo’

Non è la stessa cosa? 

Il controllo è molto profondo e subdolo, perché ‘la mano che ci inseriti in questi contesto si è ritratta dimensionalmente’. Come possiamo accorcergi della presenza di queste entità? In molti modi, in realtà, però tramite una legge, quella dell’analogia frattale, possiamo osservare la loro indiretta presenza tramite il riflesso, la scia che lasciano nel Mondo 3d.

Un riflesso molto evidente è il Mondo/Modo che 'stiamo costruendo': la negazione del vivere in armonia. Cosa significa? 

Per chi stiamo costruendo questo Mondo? 

Non certo per noi, in termini di ‘buon futuro’. Perché se non si cambia il modus operandi, non rimarrà molto di questo Mondo. Dunque? Ciò equivale a dire che queste entità non temono la fine di questo Mondo, essendone al di fuori, ma temono di non sopravvivere se mancherà loro l’energia vitale prodotta dal genere umano. Ognuno ha il proprio tallone d’Achille. Per cui, volenti o nolenti, prima o poi dovranno concedere che il genere umano cambi rotta, in maniera sempre controllata, al fine di non distruggere questo ecosistema planetario ed in definitiva la loro ‘riserva di caccia’

Per questo motivo gli Usa hanno alzato il tetto del debito...
A meno che possano trasferirsi in un altro Mondo direttamente assoggettabile alle loro mire esistenziali, nel quale fare ripartire ancora un volta il medesimo disegno concettuale di sfruttamento totale di risorse ed opportunità…
 
Uno scenario o l’altro non muta la polarità del fatto che, sino a quando il genere umano non si risveglierà verso se stesso, allora queste entità avranno il grande vantaggio di non essere 'viste' nè direttamente percepite, per cui potranno continuare a coltivare i 'campi umani' senza nessun timore di essere fermate

Il loro operato è in linea con il Piano Divino: perché no? 

Esistono anch’esse per ‘conoscere se stesse’ e sino a che l’umanità non le aiuterà, allora esse continueranno a tessere ed a ordire fitte trame di possesso e di sfruttamento altrui, non ritenendo possibile auto produrre il proprio cammino evolutivo senza l’apporto e la dipendeza altrui.
 
È un loop molto esteso, quello della lontananza dal proprio sé. Non riguarda il solo genere umano, ma il genere umano è frattalmente collegato al tutto, così come le entità parassite sono definite in questo modo da me/noi solo perché le temiamo e non le conosciamo. 

Gettando luce tra le diversità e le ritenutà ostilità, allora è possibile venire a capo della situazione. Ma questa fase ‘viene dopo’, perché ‘prima’ ci dobbiamo accorgere che esistono… cosa assai difficile se siamo impegnati sempre a ‘fare altro’

Sempre troppo lontani da noi stessi, dall’attimo divino eterno presente in cui si co crea l’esistenza.
 
In un prossimo articolo vorrò trattare unitamente i concetti relativi al ‘Potenziale Superfluo (Zeland) vs gli Specchi Esseni’. Perché? Perché fa parte della direzione di cammino intrapresa…
 
È un linguaggio che ci sfugge quello della Natura:
 
La contraddizione, che tanto sconcerta il modo di pensare ordinario, deriva dal fatto che dobbiamo usare il linguaggio per comunicare la nostra esperienza interiore, la quale per sua stessa natura trascende la possibilità della lingua.
D.T. Suzuki citato da Fritjof Capra ‘Il tao della fisica’
 
L’altro giorno ho chiaramente percepito la realtà come un qualcosa di assolutamente perfetto. Un qualcosa di ‘itinerante’ ma che si muove di perfezione in perfezione. 

Ad un certo punto, ho vissuto come una 'schiarita del panorama' osservabile in me, innanzitutto delineandosi gli ambiti della scala polare legata al ragionamento di quel momento, ossia:
 
evoluzione o ingegneria/ingegnerizzazione della Vita.
 
Quello che abbiamo chiamato ‘evoluzione’ l’ho percepito chiaramente come un qualcosa di ‘artefatto’, di ingegnerizzato, nel senso di ‘già vissuto da altri, che per esperienza hanno co creato delle modifiche in termini di migliore adattamento al continuum esistenziale’

Per ‘altri’ intendo quelle creature/essenze che ci hanno preceduti e che, in qualche modo, sono più avanti nel processo di ‘inspirazione’ ad opera del Creatore. Rudolf Steiner ne parla nel suo profondo libro ‘Le cronache dell’Akasha’, e ovviamente non solo lui. Anche Dante o Tolkien, e tantissimi altri, ce ne hanno dato un assaggio.
 
Il nostro corpo è perfetto.

Ogni ambito è stato progettato allo scopo di superare asperità esistenziali legate ad un certo tipo di scenario attraversato. Come non notare che le ciglia, quei 'quattro peletti' quasi senza senso, riescono a deviare una goccia di sudore ai lati, proteggendo in  questa maniera l’occhio, il quale deve poter contare su una perfetta visibilità in ogni ambito ed occasione?
 
Tutto ciò è sinonimo di attenzione, di perfezione. Percepiamone il grande senso compiuto...

Osserviamo, a tal esempio, una vettura molto costosa:

non è forse la quintessenza della perfezione attualmente raggiungibile, escludendo la tecnologia d’avanguardia militare e spaziale?
 
Non siamo il corpo, però siamo anche il corpo – almeno sino a che ne stazioniamo al suo 'interno', sino a che ne abbiamo necessità, e ne abbiamo ancora grande necessità... oh sì.

Il corpo si vuole bene, si auto guarisce, non mente.

Ascoltiamolo un po’ di più perche parla sempre di noi e della nostra funzione ‘ponte’ tra dimensioni diverse. Le sue 'espressioni' costituiscono un linguaggio vivente, così come la Terra è viva e si manifesta anche attraverso i moti dei terremoti, in conseguenza diretta anche della nostra funzione di 'pastiglie' per la sua evoluzione... perchè 'nulla è per caso e tutto è opportuno'.
 
Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

giovedì 7 aprile 2011

Permettere la 'leva cellulare'.





Osservare senza giudizio i ritenuti ‘altri’, forse è l’atteggiamento migliore per comprendere se stessi o, perlomeno, il Mondo in cui si vive: in definitiva sempre se stessi. Non importa se l’osservazione porta addirittura all’altro emisfero del globo. La visione frattale è sempre valida ad ogni latitudine e rispecchia sempre un riflesso dell’osservatore

Ovunque è ‘casa’. 

Ad esempio, è molto più semplice appurare la situazione di un altro ‘paese’ da forestieri, piuttosto che rendersi conto della situazione in cui versa il proprio ‘paese’. Perché? Proprio per un motivo di ‘lucidità’ e astrazione da se stessi. Evitando un coinvolgimento diretto emozionale è possibile essere molto più ‘senzienti’. È un po’ come la visione dall’alto; ciò che traspare è solo l’essenziale mentre il ‘rumore di fondo’ rimane come filtrato dall’altezza da cui si scruta. 

Con ‘umile’ percezione del senso di globalità, come se fossimo delle rondini o delle aquile, possiamo accettare che quello che vediamo è un nostro riflesso nello specchio di terra, boschi, acque, città, strade, etc. tutto ciò ci ‘appartiene’ allo stesso modo in cui noi apparteniamo al Pianeta. Il termine ‘appartenere’ è da intendersi in senso 'aperto', ossia ‘appartenere per il tempo o le Vite che necessitano per completare l’esperienza tridimensionale’. L’appartenere esula persino dalla superficialità della traduzione moderna del detto dei Nativi Americani, secondo cui ‘non è la Terra che appartiene all’uomo, ma l’uomo che appartiene alla Terra’:

L'appartenenza di un elemento 'a' ad un insieme 'X' è la relazione che stabilisce se 'a' è compreso tra gli elementi di 'X'.
Da Wikipedia 

Noi apparteniamo alla Terra nella misura in cui siamo presenti sulla Terra con una nostra proiezione fisica

In questo senso le apparteniamo, ne siamo compresi

Il verbo non rende molto bene il concetto, in quanto nell’immaginario collettivo è ormai associato ad un fattore egoico, di possesso. I Nativi Americani, ne sono certo, intendevano l’appartenere alla antica maniera: il fare parte di un insieme.

Per questo motivo, l’insieme ci riflette: perché abbiamo contribuito a ‘plasmarlo’ tramite anche la nostra ‘sola’ presenza. Che cosa ricavare dall’osservazione del regime Cinese? Innanzitutto, perché prendo come esempio proprio la Cina: perché sono in tanti! È una questone di… visibilità. Sono certo che anche prendendo come esempio il microscopico Stato del Vaticano, comunque, il riflesso frattale sarebbe lo stesso. Bene. 

Soppesiamo quanticamente lo stato energetico in cui versa l’ombra del ‘Celeste Impero’:

La storia cinese senza Tienanmen.
Il nuovo Museo nazionale della Cina fa più propaganda che storia. A sostenerlo sono molti esperti, perfino nello stesso paese asiatico. E, ironia della sorte, la struttura sorge in quella piazza Tienanmen di Pechino, dove nel 1989 ebbe luogo la rivolta studentesca soffocata dai carri armati. Un episodio che la struttura espositiva ha relegato nell'oblio. E non si può certo parlare di un caso.
 
Altro esempio emblematico è quello della Rivoluzione culturale, che si svolse tra il 1966 e il 1976 e che, secondo diversi storici, provocò milioni di morti. Qui non si è arrivati alla censura completa. Tuttavia, per trovare notizie di questo controverso decennio, bisogna affrontare con determinazione il percorso tentacolare del museo e arrivare, non senza fatica, in un angolo periferico. Qui il visitatore potrà trovare soltanto una fotografia e poche righe di testo.
La struttura, che viene inaugurata ufficialmente questo mese, è sorta dopo dieci anni di lavoro ed è costata circa 400 milioni di dollari (280 mln euro). Un edificio faraonico, con una superficie coperta di 192 mila metri quadrati e un ampio ingresso lungo 260 metri e alto 30 metri.
Il museo unisce i due che sorgevano in precedenza: quello della storia della Cina e quello della Rivoluzione cinese. Sono due i piatti forti, che corrispondono a due mostre permanenti. La prima, che aprirà i battenti il 15 aprile, è dedicata alla Cina antica e passa in rassegna migliaia di anni. Organizzata per dinastie, essa cerca di mostrare come i 56 gruppi etnici attuali abbiano sempre coesistito in armonia. Compreso l'impero mongolo, che conquistò la Cina nel dodicesimo secolo. Ma, sottolinea un archeologo e docente universitario di Pechino che preferisce rimanere anonimo, questa visione ignora i conflitti e, proprio per questo, è lecito parlare più di propaganda che di storia
 
L'altra mostra, chiamata 'La strada del ringiovanimento', racconta la storia più recente che va dalla prima guerra dell'oppio (1839) ai nostri giorni. Un excursus che non sfugge ai luoghi comuni diffusi dalle autorità comuniste, che continuano a sopravvivere e vengono inculcati agli studenti. Il principale dice che la Cina venne umiliata dalle potenze occidentali finché i comunisti, al potere dal 1949, non avviarono il recupero del paese asiatico. Anche qui la lettura è a senso unico.
 
Del resto, afferma senza peli sulla lingua Yang Jisheng, uno storico fuori dal coro, il partito vuole determinare la verità storica ed è preoccupato: se fossero autorizzate versioni alternative, la sua legittimazione sarebbe messa in dubbio. La strategia finora ha funzionato: molti cinesi, per esempio, si meravigliano del fatto che i tibetani siano insoddisfatti del governo di Pechino.
Da Yahoo 
 
È molto semplice per noi, italiani, occidentali, etc. comprendere che, a quella latitudine, la libertà sia solo un optional e anche molto ‘costoso’. Lo capiamo immediatamente paragonandoci a loro, nonostante l’evidente propaganda sottile filoamericana di cui siamo avvolti almeno dai tempi dell’invasione dell’Europa durante il secondo conflitto mondiale. 

Perché riusciamo ad essere obiettivi e a capire che in Cina ‘qualcosa non va’? È solo un problema di mancanza di democrazia? È solo perché quello Cinese è un regime molto duro e ‘severo’? Nossignori, non intendo fare politica! La ‘differenza’ percepita non dipende dalla politica. La differenza non esiste, in realtà. Noi versiamo in una mancanza di libertà pari a quella Cinese: ‘loro’ riflettono solo lo stato addirittura planetario

Quale messaggio migliore ci può essere se non ingigantire una questione in maniera macroscopica?  Ecco. La Cina è l’emblema della mancanza di libertà. Ma non è un problema solo Cinese.  È una denuncia globale ben precisa. Una lente d’ingrandimento colossale. Come non vederla? E infatti la vediamo eccome. 

Osservando con giudizio e/o separazione, la lezione Cinese, non serve a nulla, però. Cosa impariamo dalla ‘visione’? Impariamo a ritenerci diversi da loro, ossia capiamo quello che vogliamo capire. Ci sfugge completamente il senso di coralità del ‘messaggio’. Come ‘guarire’ da questo misero stato di separazione ‘noi/loro’? 

Accettando che quel riflesso è per noi e per loro. 

Loro dipendono anche da quello che faremo noi, e noi dipendiamo dal loro ‘coraggio’: che dimostrano sempre, ogni giorno, accettando di trasformarsi in un esempio immane di ingiustizia amministrata dal Potere Centrale, dall’Antisistema. Ci si 'solleva insieme', non a caso stiamo interessando entrambi gli emsferi della Terra

Ci piace molto sederci con questo gruppo e venire in visita. A volte ci viene voglia di raccontare una storiella per giustificare di essere con voi, invece tratteremo il prossimo punto: si tratta di un punto molto profondo, molto specifico e talmente semplice che determinerà un po’ di lotta perché dovrete riconsiderare i vostri vecchi sistemi di credenze, quelli della consapevolezza umana.

Dovrete riconsiderare i vostri parametri… è molto semplice e vogliamo che lo usiate prima di tutto per voi. Non è ancora il momento di insegnarlo perchè vogliamo che scopriate la semplicità di come opera.
 
Grazie a Saint-Germain la definiamo la Tecnologia Standard. Dalla nostra parte a volte la definiamo come ‘tecnologia specchio’ o ‘tecnologia riflessiva’ e il principio è molto semplice. Prima faremo l'esperienza e poi la descriveremo.
 
Percepite... qui usiamo il termine ‘percepire’ in modo molto specifico. Non si tratta di forzare... percepite una cellula sana presente nel vostro corpo. Una cellula qualsiasi – sceglietene una e poi sentitela, osservatela - non cercate di cambiarla e non scappate da lei. Percepite una cellula sana e basta e  percepitene la risonanza. Forse è stata creata ieri o negli ultimi due giorni: percepitene la vitalità. Qui stiamo parlando... non stiamo cercando di visualizzare... stiamo parlando di sensazioni e usiamo quel termine in modo molto specifico. Non si tratta di un’attività mentale, vi stiamo chiedendo di percepire quella cellula sana nel vostro corpo… lei è piena di energia e di forza vitale. 

Quella cellula sana è qui per servirvi,  davvero… è  una dei miliardi di cellule che esistono per soddisfare le vostre necessità biologiche.
 
Percepitene l’essenza - è qui, ha un compito e sa come farlo, sa come interagire e comunicare dentro di sé - sentite come comunica questa cellula. Non è necessario avere una conoscenza scientifica, comunque… sentite come la cellula comunica con se stessa.
 
Fate un respiro profondo e sentite come questa cellula comunica con le altre cellule contenute negli organi, nel sangue e nei tessuti del corpo. Questa cellula sana è in forma perfetta e al suo interno si trovano tutte le informazioni che riguardano ogni altra cellula nel corpo - ogni atomo, ogni onda energetica. Questa singola cellula contiene le informazioni che riguardano ogni organo, ogni capello e ogni goccia di sangue. È tutto contenuto in questa singola cellula che può comunicare in modo efficace con ogni altra cellula, con ogni altro organo e con ogni altra parte del corpo. Questa singola cellula che percepite proprio ora è sana e felice e sa cosa deve fare. È un parametro, capite? 

È il parametro di riferimento per ogni altra cellula - ogni altra parte della vostra biologia vivente.
 
Se glielo permettete, questa singola cellula che possiede quest’energia vitale e sana può comunicare con ogni altra cellula nel corpo. Può emettere un’energia da Tecnologia Standard radiante che dice: 'Io sono sana, io sono vitale, io qui servo il Maestro' - che siete voi -  'e voi potete fare lo stesso'. In questo modo ogni cellula malata nel vostro corpo può ascoltare tutto ciò - se glielo permettete.
 
Queste cose stanno avvenendo indipendentemente da voi ma voi non permettete che si manifestino: voi stessi create una barriera, un muro che impedisce che avvenga ma se lo vorrete tirerete giù quel muro e farete in modo che quella cellula standard comunichi a ogni altra cellula salute, armonia ed energia della forza vitale che fluisce. Ogni altra cellula, ogni filamento di DNA, ogni parte del vostro essere biologico può ascoltare: lasciate che sia, lasciate che avvenga, lasciate che quella cellula standard comunichi con ogni altra cellula e canti la sua canzone di salute e vita.
 
Questo è per voi Shaumbra, questa è la guarigione

Dimenticatevi qualsiasi altra cosa, a meno che non vogliate rendere le cose complicate: questa è la guarigione. Vedete, noi la definiamo guarigione a specchio o guarigione riflessa perché le altre cellule del corpo possono prendere esempio da una cellula sana - la cellula che sentite in modo così intimo - e possono iniziare a ricevere anche la risonanza della salute.
 
Avete un tumore? Questa tecnica può guarire il tumore del corpo in un periodo molto breve e può farlo in modo naturale, senza subire l’invasione di alcune delle tecniche umane che sono state pensate per uccidere e non per semplificare. In questo caso una cellula standard può guarire tutto il corpo...

Shoud 2: 'Tecnologia Standard' - con Tobias, canalizzato da Geoffrey Hoppe, presentato al Crimson Circle.

Cerchiamo di sentire una cellula sana dentro di noi. C’è certamente, altrimenti saremmo morti. Quella cellula sa e conosce ‘tutto’. Permettiamogli di comunicare con tutte le altre cellule e permettiamo alla nostra interezza di comunicare con tutti gli altri esseri umani. L’Italia, la Cina, il Vaticano, etc. ogni Stato muterà la propria oscillazione separatoria. 

Il nostro stato interiore determina lo Stato in cui pensiamo di abitare, e viceversa. 

È solo con una unione di onde vibrazionali coerenti ‘dentro/fuori’ che potremo fare la differenza.

L’oscillazione della Terra tridimensionale Antisistemica ci permette di fare molto di più rispetto al punto ‘dove siamo oggi’. Molto tempo fa Archimede avrebbe detto “Datemi un punto d'appoggio e solleverò la Terra”.

Eccolo! È sufficiente permettere ad una nostra cellula ‘sana’ di comunicare con noi…

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

giovedì 2 settembre 2010

Il mutare d'apparenze.







È impossibile risolvere un problema allo stesso livello di pensiero che lo ha generatoAlbert Einstein

Quando si è sotto stress, ossia quando una situazione inizia ad avere “pressioni” interne troppo alte, si perde la capacità di osservazione “lucida”. Non si è più obiettivi. Le “cose” sfuggono. Giorno dopo giorno si peggiorano i rapporti con noi stessi e con gli altri.

Cosa significa quella frase di Einstein? Che occorre “togliersi” dalla situazione che ci tiene sotto scacco. Far un passo indietro, si dice. O meglio osservarla da un punto prospettico diverso, più “alto”, proprio come si può fare andando in montagna, su una torre, guardando foto dal satellite, prendendo un aereo. Il nuovo punto d’osservazione ha la capacità di racchiudere il vecchio “punto” nel proprio “panorama”. Le “cose” esistono a più livelli contemporaneamente! È un discorso dimensionale di interpolazione, di compenetrazione, di compensazione, di presenza al quadrato, al cubo e così via…

Cosa succede in alta quota? L’aria è più rarefatta e costringe il corpo e la mente a rinnovare i “pesi” che ci ancoravano alla altezza precedente. Quel mutamento o adattamento riesce a ripulire all’istante tutte le “scorie” che non permettevano, solo poco tempo prima, di “vedere”. E questo succede in brevissimo tempo, come risultato diretto del cambiamento di prospettiva. Cosa significa cambiare prospettiva? Significa mettersi un “vestito” diverso, nuovo e delle “scarpe” leggere e più comode. Quando si va in vacanza al mare, infatti si vive quel tempo quasi esclusivamente in ciabatte da spiaggia che portiamo quasi in ogni occasione; a casa l’avremmo mai fatto? Avremmo mai fatto la spesa, uscendo di casa in ciabatte da spiaggia? È un esempio ovviamente, però andando in vacanza si cambia punto prospettico; ci si lascia andare!

Ecco il punto! Occorre lasciarsi andare. Per cambiare punto prospettico non bisogna affittare uno Shuttle e andare in orbita, anche se sarebbe il “massimo”… wow! È sufficiente riscoprire se stessi permettendosi di vedere con occhi nuovi. Solitamente questo succede dopo fatti “gravi”, quali un lutto, una malattia, etc. Perché? Perché è proprio la funzione di quegli “spiacevoli” eventi! Fare cambiare punto d’osservazione.

Avete presente quando la Vita scorre monotona, costellata dai soliti punti di snodo giornalieri, tipo “casa-mezzi di trasporto-lavoro”? È tutto così… grigio. Poi improvvisamente succede un terremoto disastroso dall’altra parte del mondo. Ebbene non ci sentiamo felici della nostra routine? Non ci consideriamo fortunati? Laddove adesso non hanno più nemmeno un tetto di paglia sulla testa, cosa faranno? Noi stiamo bene nel nostro solito loop. Le “cose” mutano a seconda del nostro punto di osservazione. Tutto è relativo e soggettivo e, soprattutto, opportuno; opportuno ma per quale fine? Non parliamo dell’opportunità di essere un “lupo per altri uomini”, ma per evolvere personalmente.

È importante altresì generare situazioni di “vuoto”, di godere degli attimi di tempo impiegati, nella solita maniera, in modo finalmente “diverso”. Cosa ci permette di fare questo, nella regolata imposizione della società moderna fatta di lavoro su lavoro? Ammalarsi!

La malattia permette di vedere con occhi diversi, di togliersi di mezzo dalla solita situazione fatta di problemi, noia, beghe, stress, insoddisfazione

E permette di valutare meglio la preziosità della nostra Vita. 

Quando si sta male si vorrebbe stare bene, per cui è insita la spinta al cambiamento positivo. Viaggiando ad esempio a Cuba, si potrà osservare come la gente abbia un altro ritmo. E non intendo solo il senso della musica nel sangue, ma proprio la velocità di vivere. Vanno più piano! Osservano i propri passi senza “mangiarseli” per non perdere il treno. È questo un altro modo per osservare da altezze diverse: viaggiare. Per cui mettersi in ferie è anch’esso un modo per mutare. Ma come trascorriamo le vacanze in occidente? Come se fossimo ancora al lavoro! Per cui non cambia nulla nella nostra prospettiva, anche se siamo comunque, anche leggermente, diversi dal solito.

Questi sono alcuni motivi, sviscerati molto in fretta, che costituiscono il frattale per cui siamo stati tagliati fuori dalla visione del punto di vista spirituale. Con le “ali” tarpate è difficile “volare” fuori dal recinto. Il mondo si restringe con il tempo così come la nostra visione abitudinaria. Le abitudini, appunto, subentrano attraverso i condizionamenti subiti in ogni modo. La matassa non si dipana ma diventa sempre più aggrovigliata. La luce del Sole fa fatica a passare. Noi siamo sempre più avvinghiati dalle situazioni e ci costruiamo “muri” di protezione attorno. Parliamo di privacy per non far sapere all’altro cosa facciamo di… “bello”. Chiediamo rispetto della nostra persona nel frattempo che ci nutriamo da Mc Donald’s o con vasetti interi di Nutella perché abbiamo bisogno di “affetto”. Ma quell’affetto noi lo nutriamo per gli altri? O siamo diventati dei limoni acidi verso tutto e tutti?

In azione ci sono sempre degli “specchi” che sono le situazioni e sono gli altri: parlano sempre di noi! Noi che vogliamo la privacy e che ci lamentiamo di non interessare a nessuno, siamo in realtà sempre sulla “bocca” di tutti e non ce ne accorgiamo. L’Universo parla di noi ad ogni istante e, non solo; parla proprio di noi a noi tramite il sincronismo di tutte le “cose”. Ma non udiamo né sentiamo nulla, indaffarati come siamo a “pensare male”.

Allora togliamoci dal livello che ha generato il problema, perché da quello stesso livello non ne usciremo mai!

Dobbiamo tirarci fuori, chiamarci fuori… ammaliamoci se è il caso! Altro che appelli dello Stato a lavorare sempre di più! Ad andare in pensione sempre più tardi. Le nostre Vite che senso hanno? Il nostro scopo quale è? Perché abbiamo uno scopo, no! E quale sarà mai? Di lavorare? E per chi? E perché? Per quale motivo? Per non morire di fame? E come ci siamo arrivati sino al 2010 partendo dall’alba dei tempi? Lavorando? Certo lavorando la terra per noi stessi… non per degli accumulatori di ricchezze altrui. Il lavoro nobilita. Certo! Il lavoro riempie gli spazi della Vita che altrimenti non sapremmo come riempire “lontani da noi”. Basta osservare cosa succede quando si va in pensione: ci si ammala, ci si annoia, ci si sente inutli…

Coltiviamo i nostri hobby, le nostre passioni, curiosità, estri, fantasie, capacità di divertirsi… sempre e soprattutto quando siamo in tempo per non perderli, ossia quando trascorriamo 40 anni di tempo a lavorare insoddisfatti. Quel meccanismo è un rullo compressore della nostra intimità spirituale.

Osserviamo i bimbi, i cuccioli di ogni specie: sono felici e giocosi. Godono della Vita concessa, di questa nuova opportunità di sentire, respirare, toccare, saltare, ecc. Tutte “cose” che dopo un certo tempo cadono nel limbo della routine, della noia, del già visto, già provato, già sentito… uffa.

Questa Vita abitudinaria toglie energia vitale dalle nostre essenze ed il frattale analogico è proprio la mancanza di ossigeno nel nostro sangue, nel nostro organismo. Nulla è per caso.

Osserviamo da un punto diverso rispetto a dove si trova la condizione problematica: togliamoci di mezzo!