Che cosa è il Karma? Lungi da me l’idea di fare un articolo su questa ‘prospettiva’ umana auto educazionale, sulla quale non ho dubbi che ‘esista’ o meglio che ci ‘ombreggi’. No, è meglio cercare un’immagine, un frattale, un esempio che vada oltre alla teorizzazione del Karma.
Karma che, dal mio punto di vista, dalla mia linea d’orizzonte sul ‘pelo dell’acqua’ o livello della consapevolezza, si riconduce ad una duplice Natura, rispetto al punto d’osservazione personale appena delineato:
- al ‘di sopra’ il Karma non esiste
- al ‘di sotto’ il Karma esiste.
Siamo, dunque, noi a decretare l’esistenza ‘fisica’ d’un potenziale, di un ‘sogno’, di un 'peso gravitazionale'. La collettività ha il potere di estendere lo stesso potenziale su vasti strati abitati, colorando lo scenario 3d d’una stessa tinta valida per tutti coloro che magneticamente si adattano.
Il Karma rappresenta una legge Celeste?
Ad un certo livello dimensionale, sì. Oltre ad un certo livello dimensionale, no. È Gurdjieff a ricordarci che le leggi Universali aumentano progressivamente con la discesa vibrazionale, al ‘caos’.
Il genere umano ha permesso che questa legge divenisse forma pensiero inconscia e che si fissasse nel Mondo percepito come reale, dopodichè, la stessa legge è divenuta ‘viva’ perché alimentata dal genere umano stesso, anzi necessitante del genere umano al fine di auto alimentarsi.
Zeland ce lo ricorda sempre attraverso la sua spiegazione dei ‘pendoli’, che io mi sento di poter estendere anche alle leggi cosmiche. Una legge a cosa serve, in realtà? A governare coloro che non hanno ancora raggiunto un livello di consapevolezza ‘indigeno’ sufficiente per esistere senza regolamentazione alcuna.
Da quel livello di ‘maturità’ in poi non ha più nessun senso la vecchia legge. Ok? Questa è evoluzione sul piano dello Spirito. Allo stesso modo mi sento di poter trattare il Libero Arbitrio. Ciò che la famiglia umana ha permesso di radicare in Terra 3d ha poi preso Vita ed ha generato strutture atte al suo mantenimento, compreso il paradigma di Caste che amministrano in nome di quella ‘legge’ l’intero parco umano.
Ciò che videro gli Antichi, come ad esempio i Veda, ha avuto tutto il tempo e l’attenzione necessaria della massa al fine di essere concretizzato nel tessuto temporale, nella scala del futuro comune. E ciò che videro non è detto che, nel tempo ‘esista’ ancora, dal momento in cui ‘tutto scorre’, ma sarà stato certamente opportuno.
Occorre liberarsi da ogni forma di oscuramento della luce e persino una legge cosmica si può prestare per una simile azione, o meglio la propria funzione può anche prestarsi per un occultamento della verità secondo un modello lungimirante di auto educazione evolutiva. È come avere per padre un genitore molto severo che attua e persegue metodi perlomeno discutibili.
C’è sempre un’altra via…
Con la prossima citazione vedremo come il Karma si è potuto espandere, ingrossare tra le fessure di un’umanità disarmonica ed in completa predazione dei sensi più fisici dell’esperienza 3d. Siamo nel 1400 circa e possiamo notare come già il modo di fare/essere umano fosse ben delineato sotto ad una evidente modalità arrivistica che non ha nulla da invidiare alla moderna mentalità legata al culto del denaro.
In questa vicenda possiamo notare sempre gli stessi attori e l’impersonificazione della forma aggregante di ‘colui che può fare qualcosa per’, ossia la condensazione energetica della struttura bancaria, d’una parte, e la necessità di poter fare e dunque di ‘avere necessità di’, dall’altra parte:
Attorno al 1448 Gutenberg ritornò a Magonza, dove nel 1450 costituì una Societas con il banchiere Johann Fust, che contribuì con 1600 fiorini (o gulden), e l'incisore Peter Schöffer (o Schäffer), allo scopo di stampare la cosiddetta 'Bibbia a 42 linee' sulla base della Vulgata.
Nel 1450 gli esperimenti di Gutenberg erano a buon punto: era già in grado di procedere alla composizione e alla stampa sia di fogli singoli che di libri voluminosi. Il progetto della Bibbia venne concluso il 23 febbraio 1455 presso la 'Hof zum Humbrecht' (oggi in Schustergasse, 18) e il libro messo in vendita a Francoforte. L'edizione (con tiratura di 180 copie) suscitò immediato entusiasmo per la qualità tipografica.
A Fust, però, non interessava tanto produrre un capolavoro quanto far soldi. I frutti del suo investimento stavano tardando ad arrivare. I rapporti tra i due soci divennero tesi e nel 1455 - proprio nel momento in cui le Bibbie venivano completate - Fust pretese la restituzione del prestito.
Gutenberg non fu in grado di restituire la somma e perse il processo che ne seguì.
Fu quindi costretto a cedere a Fust almeno parte dell’attrezzatura per la stampa e i caratteri tipografici per le Bibbie. Fust aprì la sua tipografia insieme a Peter Schöffer, capace operaio di Gutenberg. La loro impresa, Fust e Schöffer, raccolse i frutti del buon nome che si era fatto Gutenberg e divenne la prima tipografia commercialmente redditizia al mondo.
L'impresa Fust e Schöffer stampò nel 1457 un'edizione del Libro dei Salmi. Questo presenta nuovi tipi in due altezze e la stampa bicroma dei capilettera.
Gutenberg cercò di continuare la sua opera aprendo un’altra tipografia. Alcuni studiosi gli attribuiscono altro materiale stampato che risale al XV secolo. Ad ogni modo, nessun’altra sua opera a stampa raggiunse la magnificenza e lo splendore della Bibbia delle 42 linee. Nel 1462 Gutenberg subì un altro duro colpo. In seguito a lotte per il potere all’interno della gerarchia cattolica, Magonza fu bruciata e saccheggiata.
Gutenberg perse la sua officina per la seconda volta. Morì sei anni dopo, nel febbraio 1468.
Da Yahoo
Da notare il nome del banchiere ‘Fust’, molto vicino a quel ‘Faust’ di trascorsa memoria, ambientato originariamente proprio 'attorno' agli anni in cui visse Gutenberg:
‘Con Faust ho preso un abbaglio... è stato un errore colossale, memorabile... Quel miserabile non ce l'aveva affatto l'anima, e per questo sembrava ne traboccasse: era posseduto soltanto da un'inestinguibile frenesia progettuale, del continuo fare e disfare, senza altro scopo che l'azione di per se stessa...’.
Fernando Savater, 1993, Creature dell'aria - Monologo XII Parla Mefistofele
Da Wikipedia
Di quale Karma ‘soffriva’ Gutenberg per attirarsi addosso una simile sventura? E tutto ciò corrisponderà poi al vero? I suoi discendenti avranno ereditato anche queste sofferenze, molto simili alle ‘sofferenze’ che in gergo tecnico denunciano le banche allorquando parlano di crediti inesigibili.
È tutto collegato.
Nel Theta Healing ci insegnano che i nostri blocchi o problemi hanno diverse ‘Nature’, ossia che ereditiamo ciò che i nostri genitori non hanno saputo ‘risolvere’, proprio come se facessimo una corsa a staffetta ed il ‘testimone’ fosse costituito dal ‘peso del debito Karmico’; più peso uguale meno velocità come espresso molto bene per immagini e costrutto in ‘Up’.
Anche il Dottor Gerard Athias descrive, per altri versi, la stessa metodica generazionale, di cui il ‘debito’ economico globale ed inviduale è la grande trasposizione sul piano fisico tridimensionale.
L’unico modo per eliminare il debito dal Mondo non è cassare la struttura bancaria più speculativa, ma agire su se stessi: conoscersi a fondo.
A quel punto e solo a quel punto, il debito economico scomparirà dal Mondo ed il Mondo potrà rifondarsi su basi diametralmente diverse. Capite cosa intendo? L’evoluzione 'passava', molto tempo fa da certi ‘lidi’, e qualcuno anticamente lo ‘sapeva’, consciamente o inconsciamente, e ha provveduto affinchè il tutto potesse realizzarsi; insomma qualcuno ha cavalcato l’onda contando addirittura su un certo ‘favore’ dell’energia divina, la quale premeva secondo leggi strutturate per il piano dimensionale in questione: leggi certamente non immediatamente comprensibili dagli attori o dagli allievi partecipanti al ‘gioco’.
Da questo punto di vista, ‘tutto’ è sempre stato sotto l’estensione del Piano Divino, controllato all’Origine.
E la differenza sul piano della ‘partecipazione e non dell’appartenza’ o sul piano di una consapevole partecipazione/appartenenza è tutta descritta dal focus che siamo in grado di ‘fare’, mantenendo la prospettiva allargata oltre al piano di ‘sofferenza’ 3d, dal quale occorre evitare di giudicare.
Osservando da una montagna, il panorama è interamente visibile.
Ora, il debito globale Karmico è corrisposto dal debito globale economico che attende ogni nuovo nato: è un gigantesco frattale, abbiamo detto, che parla molto chiaro in merito alla situazione energetica/spirituale/evoluzionistica in cui si versa.
Come possiamo pretendere di eliminare il debito economico se prima non risolviamo il 'debito' interiore che ognuno di noi si porta dietro? Abbiamo detto in precedenza che possiamo ‘osservare’ da almeno due punti diversi della prospettiva, rispetto alla linea del nostro orizzonte, per cui:
- al ‘di sopra’ il Karma/debito non esiste
- al ‘di sotto’ il Karma/debito esiste.
Da dove vogliamo iniziare a lavorare su noi stessi? Ha ancora senso arrabbiarsi con tutto il Mondo per la situazione in cui ci si viene a trovare nel momento in cui si inizia a ‘pensare’?
Non è la prima volta che veniamo al Mondo e la responsabilità per il passato, che si riversa nel presente, con distorsione del futuro percepito, è di ognuno di noi, e questa è una dinamica Celeste: una legge e una precisa responsabilità.
Che cosa è un credito inesigibile?
È un ‘qualcosa’ (energia) che abbiamo preso a prestito e che ad un certo punto dobbiamo ‘dare indietro’. Esprime una ristrettezza. Che cosa si è inventata la società umana? Una deducibilità del credito inesigibile.
Cosa significa frattalmente?
Secondo quanto disposto dal terzo comma dell'art. 66 T.U.I.R, le perdite su crediti sono deducibili se risultano da elementi certi e precisi e in ogni caso…se il debitore è assoggettato a procedure concorsuali. Ai fini della deducibilità fiscale si palesano, pertanto, due fattispecie:
1) quella per cui il debitore è oggetto di procedure concorsuali (art. 66 T.U.I.R. e art. 11 DPR 42/88), ad esclusione dell'Amministrazione controllata la quale non rientra fra le procedure per le quali è presunta la perdita in quanto concessa nel presupposto della “comprovata possibilità di risanare l'impresa" (art. 187 Legge Fallimentare). In questa circostanza lo stato di insolvenza, ufficialmente dichiarato dall'Autorità Giudiziaria, costituisce garanzia indiscutibile per portare a perdita il credito, che da inesigibile 'di fatto' diviene inesigibile 'di diritto' e quindi totalmente deducibile.
2) Quella per cui il debitore non è oggetto di procedure concorsuali ma esistono elementi 'certi e precisi', diversi da quelli al punto 1, comprovanti l’irrecuperabilità del credito e la sua deducibilità, ma la cui fondatezza spetta al creditore dimostrare.
Link
Si parla di ‘perdite’ che per essere considerate deducibili e non tassabili, devono soddisfare dei requisiti. In analogia frattale deduco che questi ‘requisiti’ identificano una possibilità sempre aperta di poter contare su una ‘remissione dei debiti’.
E rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo
ai nostri debitori...'.
Certamente, dobbiamo ‘fare qualcosa’ per meritarci questo 'perdono'. Che cosa? In ambito spirituale perseguire la via del ‘Conosci Te Stesso’, ottenere la conosceza di se stessi, maturare la consapevolezza di ‘essere’, essere l’esempio che vorremmo vedere camminare nel Mondo, cambiare se stessi per cambiare il Mondo…
Raggiunto quel punto: tutto muta d’aspetto.
Il Karma viene trasceso. Ci troviamo sopra alla linea di demarcazione dell’orizzonte 3d e il ‘panorama’ cambia da una visione individuale ad una d’insieme. I frattali parlano così chiaramente!
Parlano una lingua che non ci 'soddisfa' più, purtroppo. Perché è una lingua avvolta nella semplicità di un concetto reso lineare proprio per fini di comprensione.
Dall’alto le ‘cose’ si vedono meglio.
Non nell’osservazione dello specifico ma in quella strutturale. Un fiume lo possiamo vedere alle prese con le diverse spigolature del proprio scorrere, possiamo vedere i punti dove si restringe e ‘soffre’ e i punti dove si allarga maestosamente: questa prospettiva conduce ossigenazione all’interno di noi, rende ‘vivi’ ed integrati nel contesto che ci vede 'grandi collaboratori’.
La Matrice smette di ‘averci’.
Anche Einstein la pensava così a proposito del piano che ha creato un ‘problema’ e la nostra collocazione spazio/temporale. Da dove 'osserviamo'? Il gap è racchiuso per intero nella differenza di potenziale che ci contraddistingue, nel nostro proiettarci in un ambito piuttosto che in un altro... più ‘allargato’.
La piramide esprime un concetto variopinto di significati, anche ‘negativi’, ma non solo. Quel vertice ‘staccato’ può significare ‘tutto’ sia nel bianco che nel nero, però la cosa certa è che identifica una ‘origine’ non relativa a questo piano dimensionale.
Non di un altro Pianeta 3d, ma di un’altra dimensione.
Man mano che si 'sale', riusciamo a comprendere come la struttura energetica, ad ogni livello, si compatti per infine divenire ‘una sol cosa’: un punto nel quale tutto converge.
Questo ‘punto’ lo possiamo vedere in ogni ambito, che sulla Terra 3d è sempre ciclico, quindi oscilla da un minimo ad un massimo proprio come un pendolo, dal ‘bene al male’ e viceversa, ad esempio:
Il cervello produce in ogni istante migliaia di segnali contraddittori in gara l’uno con l’altro. Ascoltarne il flusso e catturarne il senso è come registrare il frastuono dello stadio di San Siro in una domenica di derby e voler capire cosa sta dicendo il signore seduto in tribuna in settima fila al posto 34.
Siamo ancora ben lontani da questa precisione, ma lo studio ‘matto e disperatissimo’ di Riccardo Prodam ha già prodotto 35 variabili matematiche in grado di dirci se la curva sud esulta per un gol o maledice l’arbitrio cornuto. La teoria è racchiusa in uno speciale modello di analisi dei dati cerebrali, la pratica è un kit tecnologico che mette i brividi ai profani, sbalordisce i neurologi e oggi convince gli investitori.
Quando però Prodam entra nell’ufficio brevetti la storia cambia passo e prende tutt’altra piega.
Il fatto è che ogni domanda di nuovo brevetto viene immediatamente trasmessa dagli uffici delle Camere di Commercio all’ufficio brevetti e marchi del ministero dello Sviluppo economico che, ancora prima di guardarla, la passa alla sezione brevetti del ministero della Difesa che ha il vero ‘jus primae noctis’ sull’invenzione (è l’art. 198 del decreto legislativo n.30 del 2005).
Prima di finire sul tavolo dell’ufficio brevetti europeo che entra nel merito della brevettabilità dell’invenzione, ogni domanda di brevetto fatta in Italia rimane segreta per tre mesi durante i quali gli esperti di Palazzo Baracchini valutano l’utilità ‘difesa militare del paese’. Nel caso la tecnologia lo sia, come nel caso dell’invenzione di Prodam, lo Stato può deciderne l’esproprio.
All’inventore spetta naturalmente un compenso, ma può dare il bacio della buonanotte al controllo della sua idea…
Da Wired nr.110 – Te lo leggo nel pensiero. Chi vuole fermare Riccardo Prodam?
Esiste sempre un ‘punto’ unico di convergenza, inserito in una struttura a multilivello vibrazionale, in una spirale o vortice, che ha una funzione simile a quella del teletrasporto.
All’interno noi ci muoviamo in funzione del nostro livello consapevole, utilizzando il ‘mulo’ o l’intenzione. La leggerezza richiesta per il volo è trascesa dalle api, ad esempio, oppure dal peso dei moderni aerei: leggero e pesante sono concetti fini a se stessi se non coronati da altre caratteristiche del costrutto vibrazionale, in primis la necessaria ‘presenza’ in noi stessi nell’eterno attimo presente.
La gravità è fisica ma è anche una illusione in quanto bilanciando le forze la si rende neutra. La nostra ‘presenza’ è la forza…
Posto qui una sorprendente analogia fra la lama dei Tarocchi ‘L'Innamorato’ e un bassorilievo del Tempio di Edfu (immagine in apertura di articolo). Il livello di interpretazione di questo bassorilievo è molteplice. Forse il più profondo si lega ad uno degli insegnamenti più importanti che lo Spirito, benedetto Egli sia, mi ha mai offerto:
Usare i due emisferi in sincrono... questa è la (funzione) totale.
Osservando bene Iside e Nephti, si nota come esse tocchino, ossia riattivino i due emisferi del Faraone, ovvero l'Iniziato. Ma se andiamo a fare un parallelo fra quest'opera in pietra e la lama dell'Innamorato, le analogie sono sorprendenti.
Ergo, ne consegue che se le due donne dell'Innamorato (l'Iniziato) rappresentano quella a sinistra l'Amor Sacro e la Virtù, e quella di destra l'Amor Profano e il Vizio, altrettanto dicasi di Iside, la Sophia o Beatrice dantesca, e di Nephti, la donna profana.
E ancor più, Iside è la parte nobile e divina dell'anima; Nephti rappresenta la Nephesh dei cabalisti (termini estremamente affini), ossia l'anima carnale.
Tutto è Uno... per il miracolo della Cosa Una.
Traggo dai commenti all’articolo delle vere e proprie preziosità:
L'analogia è perfetta…Consultando un libro di significati geroglifici mi risulta quella di Iside corona reale con lo scettro, quella di Nephti rappresenta una figura reale; la cosa che incuriosisce è che il Faraone porta tutte e due. Questa è un'altra conferma che in lui sono in sincronicità entrambi gli emisferi-parti del cervello-anima. Veramente bello. Il messaggio esoterico dei Tarocchi è sorprendente... Chi ci pensava che l'Innamorato rappresentasse l'Iniziato, che deve equilibrare, intrecciare alla perfezione, portare alla sincronicità entrambe le parti di Sé? E non solo in un unico aspetto, ma in tutta la sua molteplicità. (Valerio)
È un ricevere da entrambe le energie rappresentate dalle dee. Per realizzare l'unità le due forze devono annullarsi quindi c'è bisogno di tutte due. Le due corone indossate dalle dee e riunite in una corona unica sul capo del Faraone, essotericamente parlando rappresentano l'alto e il basso Egitto, con l'unione delle due terre in un'unico regno le corone si assemblano e rappresentano l'unione. Esotericamente, per la legge del ‘come in basso così in alto’ le due corone unite rappresentano ‘l'unione delle due forze’ in un'unico centro (l'essere del Faraone) e le due dee ne celebrano il rito: toccano il capo del faraone con una mano mentre le altre, che non sono visibili nel bassorilievo, si stringono dietro le spalle del faraone per unire le due energie, annullarle, e trasmettere la forza nuova risultante dalla loro unione. (Laura)
Si dice che all'atto dell'imbalsamazione di un defunto, alcuni organi venissero trattati con deferenza e immessi nei canòpi, mentre il cervello, estratto dal naso, veniva buttato nella spazzatura. Io penso che una volta che quest'organo abbia raggiunto un tot di potenziale energetico, diciamo così, finisca il suo compito e possa essere dato al gatto. (Lestat)
Le dee non toccano il capo del faraone (sede del cervello) ma il copricapo, in un punto superiore alla posizione della testa cioè nel punto dove avverrebbe il ‘coronamento’ dei chakras (ecco perchè la corona) e il passaggio nella dimensione superiore... (Laura)
Tarocchi dell'Antico Egitto
Da tutto ciò si deduce anche che la forza di gravità è neutralizzabile da quell’essere che è in equilibrio dentro di sé. La Fisica si ‘sposta’ lasciando il passo ad un ‘passo diverso’, un passo vicino alle regole che strutturano l’energia in materia. Gesù, infatti, camminava sulle acque…
Che meraviglia.