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giovedì 11 febbraio 2016

Il labirintico status quo (6)


Come "vedi"? Una piramide è davvero... piramidale?
I “termini” di/in una esperienza comune (che riguarda tutti, potenzialmente) come vengono scelti e da chi/cosa… vengono scelti?
In funzione di quale "obiettivo"? Perché?
Obiettivo decentrabile.
La Massa “non ha tempo”, per approfondire le questioni (seppure, queste, la riguardino). Per cui, le Autorità (che sembrano votate dalla Massa e, dunque, “elette”) puntano a scegliere “termini espressivi accomodanti (quando ciò serve a “mettere una pietra sopra”) o termini espressivi eccitanti (quando ciò serve a “scagliare pietre angolari”).
Ossia, il lessico utilizzato (alla moda) è “direzionale”:
invita sottilmente a schierarsi, a favore della decisione governativa, perché 1) nave comune, 2) destino comune, 3) via ed interesse comuni.
In questa maniera, da sempre “qua, così”, i pochi – al comando – hanno potuto utilizzare la forza d’urto della Massa (i tanti), per scopi trasversali rispetto al sentire pubblico comune.
La sopravvivenza propria (Statale), comporta l’inevitabile conquista altrui e la relativa cancellazione del destino di popoli invasi e dominati. Il tutto, al fine di garantirecosa? Che uno Stato possa continuare a sussistere, nella esatta “forma intenzionale dominante, sia l’interno che l’esterno”, ossia che:
  • i pochi possano continuare ad avere la meglio sui tanti
  • tanti, che sono sia i cittadini dello Stato dominante, sia i cittadini oggetto della conquista.
Le categorie nelle quali gli individui rientrano, da una simile prospettiva, sono solo due:
  • dominanti
e
  • dominati…
Una situazione, comunque, parziale… visto che per comprendere meglio ciò che è, principalmentegià accaduto (alla Massa)”, occorre introdurre nella “presa in causa” – anche – la compresenza reale del Dominio, facendo shiftare (slittare) tutto di una “categoria (ottava, ceto, strato, posizione, etc.)” e, così, introducendo quel “terzo stato”, dal quale il Dominio governa in assoluta “quiete”.
  1. Dominio
  2. Dominanti
  3. Dominati.
    

giovedì 7 gennaio 2016

Al centro per centro.



Finisce a Veronella, in provincia di Verona, il primo premio della Lotteria Italia da 5 milioni di euro. Il numero del tagliando vincente è il G 050111…
Link
Come non dubitare che 1) non vengano assegnati i premi più rilevanti, 2) di fronte alla “favola della privacy e, dunque, dell’anonimato per ragioni fiscali e di sicurezza personale”, 3) nel momento in cui “la cura dell’anonimato autorizza, di fatto, una evasione fiscale futura - ad opera dello Stato stesso, che lo permette - relativa al patrimonio del ‘fortunato vincitore e anonimo’, che paga solo la tassazione iniziale sulle vincite e poi scompare come ‘lacrime nella pioggia’”…
Tu, personalmente, conosci almeno uno di questi ‘fortunelli’?
No? Sì? Se, sì… tieni, comunque, conto che “esiste sempre l’eccezione che conferma la regola”.
Ogni tanto, di tanto in tanto, qualche nome deve saltare fuori, a riprova della bontà del concorso (ed il termine “bontà”, riflette molto bene l’argomento principe del programma “culinario”, che la Clerici conduce perpetuamente, scelto come testimonial massivo a capo mediatico delle estrazioni ufficiali della ‘Lotteria Italia’), magari qualche caso che non ce l’ha fatta a sopportare un simile evento danaroso” e, anche per questo, ha pensato “bene” di togliersi la Vita.
In definitiva: come ti poni nei confronti della verità?
In realtà:
ti poni... come ti devi porre, visto che sei “sotto posto a…”?
   

venerdì 21 novembre 2014

E se non lo sono Io, allora, non può essere.


Può mai essere che… “mio padre, che è morto da dodici anni, abbia architettato ed ispirato migliaia di persone affinché potessero dare alla luce 'Interstellar', ben sapendo che io lo avrei visto sicuramente, in maniera tale da raggiungermi con il proprio messaggio o, meglio, per farmi intuire che mi può ancora contattare, dal 'luogo' (d)ove si (ri)trova (nell’ora della nostra morte… Amen)”?
He He He…
Perché no?
Ieri notte l'ho anche sognato. Stava bene... era in "forma".
Parlavamo di qualcosa... (forse, proprio di ciò che stai per leggere, ora. Chissà)...
Dai... lasciami immaginare. Che ti costa? Ok... Ok... Pensa che anche i tuoi cari, di conseguenza... possono fare altrettanto. Così, va meglio? Bene...

Ho percepito, qualche tempo fa, da sveglio… una comunicazione, che è avvenuta tra “me e altro” (diverso da me), ad un livello più “alto” rispetto al pensiero e alla telepatia.
Qualcosa che ha avuto il “sapore” di… una immagine con dentro un (ri)cordo fatto di sensazioni, tracce, insiemi.
Qualcosa che, quando te ne accorgi, ti dice tutto d’insieme. Qualcosa che è senza dettagli ma che ha solo il fatto centrale:
il “colore a tinta unita”.
La quintessenza dell’esperienza o della “comunicazione”.
Qualcosa che esiste e non esiste, per i parametri di funzionamento considerati di default, nel/del complesso umano. Qualcosa che esiste quando gli concedi una possibilità d’esistenza. Qualcosa che esiste a prescindere da questa “possibilità”, che gli concedi. Qualcosa che è “lì” e che attende solo che tu lo (ri)conosca, in te, direttamente… 
Immaginazione? Beh… se il “nome” può ridurre il contesto… allora il linguaggio è un velo.