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Il fatto che in “Europa non meno di cento milioni di persone fanno regolarmente uso di prestazioni sanitarie di Medicine Non Convenzionali a livello preventivo e curativo” non ci autorizza a inferire (arguire, desumere, derivare, etc.) che sia giusto…
il fatto che in “Europa non meno di seicento milioni di persone fanno regolarmente uso di prestazioni sanitarie di Medicina Convenzionale a livello preventivo e curativo” non ci autorizza a inferire (arguire, desumere, derivare, etc.) che sia giusto…
Ovvio,SPS(Io) non riuscirò a convincerti, perché la tua esperienza “parla per te” e cioè “fa le veci” dello status quo. Così, ognun3 crede solo in quello che si è abituat3 a “ricavare”.
"Cordoglio e sincero dispiacere per la morte di Carlo Azeglio Ciampi, un uomo delle istituzioni cui il Paese deve molto.
È stato protagonista della vita sociale e politica italiana:
grazie ad un impegno instancabile è diventato un riferimento per tutti gli italiani non rinunciando mai a servire la Patria, impegnandosi come Presidente del Consiglio in un momento difficile per l'Italia, poi gestendo da Ministro del Tesoro l'ingresso nella moneta unica e infine, da Presidente della Repubblica, riuscendo ad essere rappresentante di tutti, dando un contributo importante alla costruzione di un orgoglio nazionale, un nazionalismo positivo che lo ha visto come interprete fondamentale dei valori fondanti della nostra Costituzione…
La sobrietà, la passione sincera e l'autorevolezza con cui ha interpretato il ruolo di Presidente… gli hanno permesso di riavvicinare cittadini e istituzioni, un compito difficile che ha saputo svolgere entrando nel cuore degli italiani.
È stato un esempio di impegno civile, la sua figura è diventata un riferimento per molti di noi e non potrà che esserlo anche per le generazioni future. Stringo in un abbraccio la moglie Franca e la famiglia tutta…".
Semplice:
non lo puoi fare, poiché non lo riesci a pensare.
Ciampi è stato un uomo “tutto d’un pezzo”. Non ci sono dubbi.
Infatti, non è a quel livello che si cela l’arcano. Sì, perché… Ciampi è stato “usato” a sua insaputa.
Ergo:
egli era in buona fede e tutto quello che ha fatto, l’ha fatto come un ordinato meccanismo programmato per “fare”.
Certo, perché... nell’ambito militare puoi sempre renderti conto che l’ordine è umanamente sbagliato, ma se ti opponi… ne paghi le conseguenze, in termini diretti (pensa a quello che il “codice penale militare, prevede in tempo di guerra, in caso di 'tradimento'”.
Al di là della dimensione militare (che, in ogni caso è un riflesso frattale espanso della realtà da Far West, “superiore”), la dimensione altra (civile) non si discosta molto ma, nella sostanza, le persone sono state rese come “indifferenti, verso tutto quello che non è direttamente comprovabile scientificamente”.
Se nell’ordine militare “si obbedisce”, in quello civile “si risponde di conseguenza”, come meccanismi programmati al/nel farlo.
Certamente, è la stessa cosa, per quanto riguarda l’effetto finale reale manifesto “qua, così”. Per cui, sia il militare che il civile, di fatto, vengono sottintesi da una compresenza, non manifesta, dominante:
- la “legge”.
- l’apparenza può (è) essere anche qualcosa di estremamente “sensibile e materiale, inoppugnabile e sincera”, ma solo ad un livello che la interpreta totalmente, avendo smarrito tutto il resto di sé, proprio come sotto/dentro ad un incanto
- il “riavvicinare cittadini e istituzioni” è stato “un compito difficile che ha saputo svolgere entrando nel cuore degli italiani…”. Ossia? “Entrare nel cuore” delle persone è… illuderle a… Possederle, promettendo qualcosa che, nella sostanza, è “giusto, ma dalla/nella sola prospettiva egoica sociale, di parte”.
Assolutamente, no. Anche se nessun3 “qua, così” lo ammetterà mai.
Le persone servono.
Quello che è "passato attraverso di esse (che 'le ha attraversate, usandole come marionette')", mediante l’assunzione di responsabilità che hanno reputato “buone per il 'Paese'”, anche se 1) è difficile immaginarlo e crederlo sino in fondo, 2) così, come vengono abilmente raggirate, 3) senza mai esserne certe, sino a quando 4) è troppo tardi per far emergere talune verità fondamentali, che 5) hanno la possibilità addirittura di comprovare, attraverso 6) prove documentali certe, che 7) a “dado tratto”, spariscono nel nulla, puntualmente.
In questo, non vi è nulla di quel ravvedimento coscienzioso e cosciente, che il proprio atteggiamento finale non riesce per nulla affatto nemmeno a raggiungere minimamente, seppure il “dolore” provato nella fase discendente della propria “carriera”, sia talmente potente da “condannare” le persone, qualunque persona, a quel marchio energetico paragonabile ad una pesante zavorra, ancora e sempre auto intrattenente nell’oceano AntiSistemico, “qua, così”.
Qualcosa che rode dall’interno, sempre e nonostante tutto.
Qualcosa che non permette mai di “godersi a pieno il frutto del proprio ‘lavoro’”, ben ricordando che “non è tutto oro quello che riluce”.
Qualcosa che non si potrà mai ammettere pubblicamente perchè, in quel “caso”, equivarrebbe ad una condanna a morte certa. La condanna è solo in ultima analisi, relativa alla propria terminazione fisica, perché prima avviene quell’altra:
quella professionale, etica, di facciata pubblica, di "vanto ed onore".
Alla quale consegue, quella morale, interiore, autentica.
E quella della stabilità matrimoniale e della famiglia, etc.
Ergo: continua a recitare la "propria" parte.
Così, ogni ex dittatore è stato, molto astutamente, debellato… prima che potesse essere processato pubblicamente, mostrando prove documentali molto imbarazzanti per lo status quo.
Anche se, poi, un simile processo sarebbe – comunque – ricaduto nella giurisdizione militare dei vincitori e “tu, in ogni caso, saresti sempre stat3 troppo 'distante', per poter incidere nella realtà manifesta, conseguente".
Tra quelli che, invece, hanno subito un processo pubblico, tipo Saddam Hussein, "nulla poteva fare, visto che - oramai - era un uomo ridotto allo stremo delle forze e completamente fagocitato ed "esaurito" dall'ambiente stesso, che per così tanti anni, lo aveva completamente "protetto", essendo una pedina portante (di comodo) all'interno dello scacchiere internazionale.
Oppure, nel caso di Slobodan Milosevic (che si "difendeva" - guarda non caso - da sè), la "fine" è giunta in altra maniera (perchè "la storia si ripete" ma, secondo una gran varietà di modi):
Milošević è stato trovato morto nel carcere dell'Aia la mattina dell'11 marzo 2006...
Il politico si esprime in una “traiettoria” simile, ma “in tempo di pace” gli eventi sono meno traumatici, poiché le responsabilità sono meno “riconducibili” in qualcosa che via via risulta sempre più progettato per lo “scarica barile” ed il “Comma 22”.
Le generazioni partigiane (gli ex "terroristi" di un tempo) hanno dato luogo a quelle personalità, che sino ad oggi, si sono adoperate “anima e corpo” per cementare qualcosa nel quale “hanno creduto senza ombra di dubbio… sino al momento in cui, con il benessere, ha iniziato a radicarsi e germogliare in maniera diversa, dal come le origini avevano fatto loro ben sperare”.
La Costituzione è stata una necessità.
Nulla di nuovo, dal tempo leggendario delle “tavole dei comandamenti”. Infatti, in ogni società “evoluta” c’è sempre un “codice”, al centro della regolamentazione sociale ed individuale.
È una necessità precostituita e così, apparentemente… necessaria (qualcosa che si basa sulle "ceneri").
Certo, perché – già i “padri fondatori” – avevano iniziato ad annichilirsi, in ciò che credevano una “loro creazione” e che, invece, camminava con gambe ed intenzioni proprie, in quanto riflesso frattale espanso della dominante.
Ben sapendo che l’odio della Massa, è sempre pronto a riversarsi su ogni individuo che, epicamente, scelga di affermare la verità, anche se questa lo condurrà alla via del martirio, andando a consacrare ancora maggiormente lo status quo, ossia a cementare tutti quelli che, da una simile esperienza, hanno imparato solo a “stare zitti e continuare a pedalare”.
La conseguenza è la costituzione… di una catena di sottaciute omertà di "categoria".
Di una cordata di compagn3, che temono sempre di fare la fine di Mussolini, nonostante i tempi non siano più quelli e tu sembri meno dispost3 a “menar le mani”.
Chi li potrebbe difendere da te o, di più, dalla “legge”?
Finire in galera è come consegnarli al carnefice che, al posto tuo, si preoccuperà di/per loro “al posto tuo”.
Eppure, quello che è successo a loro… potrebbe sempre succedere anche a te. Rifletti.
Quindi, è la forma sociale stessa, che è auto orientata in un simile modo. E tu ci sei dentro.
“Quel 'terzo', che gode…”.
È, di più, la Massa... che deve “accogliere” queste persone, preservandole addirittura dalla “legge”.
Allora, per costoro “è impossibile redimersi autenticamente”.
Godranno sino a quando potranno farlo. Godranno, altri, sino alla propria morte, ricevendo riconoscimenti pubblici di facciata.
Ma, d’assieme, risulteranno come dei condannati a morte “qua, così”.
Una Massa, molto spesso religiosa, che segue alla moda il “verbo”, senza per questo riuscire a metterlo in atto sostanzialmente e, così, non permettendo l’impianto del pentimento.
- tutto questo è un prodigioso metodo per l’auto controllo
- arrivando alla dimenticanza piena della ragione fondamentale dominante.
Fenomenale…
Ciao Davide. La settimana passata, specialmente nei primi due bollettini, ho notato una sorta di "spinta" da parte tua. Una nota più grintosa del solito, diciamo più d'azione. Relativamente a ciò e ai commenti del giovedì è balzato subito anche a me in mente il Wu Wei appunto e pure il riferimento che Don Juan faceva spesso a Castaneda riguardo all'essere come il coyote. Egli è piccolo e attira poco l'attenzione a differenza magari del lupo. Per me e per Te e per tutti :-) hai centrato il bersaglio.
RispondiEliminaAlcuni mesi fa, forse un anno, "addirittura", scrivesti che per arrivare ad un certo (il tuo) livello di presenza, di coerenza, di presa ci possono essere volute vite e vite intere spese in quel senso. E' una cosa che senti ancora oggi?
Se questo Esperimento è teso a debellare il virus dominante, in maniera diciamo spontanea, credi che quindi accadrà, accade per forza? C'è un riverbero frattale del lieto fine?
Ti ringrazio qua per la risposta di due venerdì fa. E ti ringrazio per tutto ciò che continui a fare.
Fabio
PS: ieri ho incontrato questa citazione: "La Luce deve sorgere da dentro. Non puoi chiedere all'oscurità di andarsene; devi accendere la Luce che è in te."
Caro Fabio, col ciclo a 7 anni che chiude (settembre 2009 - settembre 2016)... ho percepito un'altro tipo di "forza". Qualcosa di più "spinto". Qualcosa che ha senso, dopo avere "incubato" per 7 anni, in precedenza (e qualcosa che deriva, anche, dai precedenti cicli a 7 anni. Quello che va chiudendo è il settimo - sette volte sette).
EliminaIl discorso si apre, attraverso la prospettiva "altre vite già intercorse". Ma questo ambito, a Filtro di Semplificazione attivo, preferisco non citarlo più di tanto, poichè "qua, così" crea più confusione che altro. La risposta è, comunque, sì.
Sai, il discorso dell'esperimento è molto ma molto sottile e "distante". E' come voler trovare "il pelo nell'uovo", non facendosi mai bastare nulla. Diciamo che "prima" c'è molto altro da portare ad "ebollizione". Uno step alla volta. C'è una dominante da rimarcare, ad esempio...
Grazie a te, Fabio :)
Bella citazione. Non puoi chiedere nulla ad un "luogo comune". Puoi, però, accorgerti della sua ragione fondamentale. Questo, sì.
Ti abbraccio...