Con alta probabilità, simbolismi a parte, l’impero di Atlantide non fu altro che un’estensione territoriale, in un epoca di progressivo distacco del blocco unico “originario” delle terre emerse. Qualcosa che, oggi, difficilmente puoi... "capire".
Qualcosa che è passato senza, tuttavia, essere mai "tramontato". Qualcosa che rappresenta le "pareti di un esterno", in riferimento a tutto quello che "sai"...
Pangea… è il supercontinente che si ritiene includesse tutte le terre emerse della Terra durante il Paleozoico e il primo Mesozoico…
La Pangea si sarebbe spezzata circa 180 milioni di anni fa, a causa del processo della tettonica delle placche, dando luogo ad altri due supercontinenti:
la Laurasia (supercontinente del nord) e la Gondwana (supercontinente del sud).
Dall'ulteriore frammentazione della Laurasia e della Gondwana deriverebbero gli attuali continenti.
la forma della costa occidentale del continente africano e quella della costa orientale del continente sudamericano combaciavano perfettamente…
Ad un certo punto, la Pangea, si “spezzò”, dando luogo a svariate situazioni di mezzo, anticipanti l’attuale “forma”. La “terra di mezzo” (Atlantide, ad esempio) è ciò che è esistito fisicamente tra frazioni di Tempo che uniscono il passato al presente.
Il Mondo è cambiato e sta ancora cambiando, in quanto è “preda” di ogni genere di (ri)flusso ed influsso, corrente e/o autoesistente motivo di “crescita”. È, appunto, nel lavoro di David Wilcock (The Divine Cosmos) che si accenna all’espansione del globo terrestre, proprio come se stesse "crescendo".
Ovvio che un simile moto provocherebbe la rottura di quelle parti più… adatte a cedere.
La frammentazione delle terre emerse è un frattale della divisione a cui fu sottoposta la genie vivente, a quel Tempo, sulla Terra. Allo stesso modo, la nuova dislocazione delle terre emerse, fu il diretto seguito del “crescere Planetario”, ossia, dell’espansione di un altro essere vivente “troppo grande per essere veduto/creduto”.
E, ancora:
le “terre emerse” sono una convenzione, dal momento in cui il geoide nasce senza acqua, per cui è interamente una “terra emersa”.
Il livello delle acque rende misurabile un nuovo “punto zero”, dal quale (ri)partire dopo l’evidente effetto cancellante del mitico Diluvio Universale, orma recente di un antico trascorso, che riempì per tre quarti il Globo, di sostanza liquida e trasparente, adatta allo sviluppo embrionale della Vita: un vero e proprio “parto”.
Che cosa sai? Che cosa assumi come reale? Che cosa vedi? Che cosa non vedi?
I sensi attuali sono tutto ciò di “emerso”, che ricordi e che “non usi, ma ti usa”…
C’è una “origine” che non conosci o che non conosci più. E ci sono molti altri “punti Temporali” (snodi), che non ricordi. Origini nell’origine, che hanno avuto la valenza di uno “scambio ferroviario”…
È come tirare un grande sasso in uno stagno e poi, in seguito, tanti piccoli sassolini. I vari “centri” si susseguono e si espandono in ogni direzione ed “epoca”. Lo smarrimento di coloro che abitano lo stagno, deve essere grande e sostanziale, ossia, in grado di provocare ampi cambiamenti nella struttura d’insieme auto esistente.
I centri diversificati fanno tutti capo al medesimo tipo di “lanciatore non locale, che appare nel locale solo per un istante (Big Bang)” (mano, braccio, dispositivo, mente, elaborazione, pensiero, idea, immaginazione, intento, ispirazione, etc.) ma sono come “distanziati” dalle gradazioni d’origine, attraverso una barriera d’aria o di “nulla”, che apre la via della divisione in “possibile ed impossibile”.
La presenza ricevente e post elaborante della mente, agisce di conseguenza, anche “in funzione” di quello che la circonda…
Il genere umano è come un tessuto vivente, deposto su di una piastrina osservata al “microscopio” (per questo motivo, ad un certo punto, gli umani immaginarono una “terra piatta”, finita, a termine, caratterizzata dal precipitare di tutto nell’abisso sottostante).
Chi è che “ragiona”, allora… visto che l’umano odierno (ri)tiene “Dio” separato da sé ed abitante nei “Cieli”, pur essendo “ubiquo”?
Perché l’umano si discosta dal “suo Dio”?
Perché, forse, lo teme? Perché ne ha paura?
Perché? Perché è “ignorante”, nel senso che ignora la verità?
O, forse, perché semplicemente, “non ricorda più”?
La paura riempie ogni tipo di vuoto. Il vuoto la attira o, forse, la genera… chissà!
Senza di te, nulla ha più un senso o, meglio, nulla ha più questo senso… che, ora, temi e di conseguenza… generi o (co)generi o mantieni possibile.
Sembra che tutto sia “vivo”, da questo punto prospettico e che il genere umano non sia mai affatto “solo”, perché la solitudine è semplicemente impossibile. Semmai, l’umano può sentirsi solo... perché il suo dominio taglia fuori tutto il resto e perché ha perduto la capacità di andare al di là di quello che pensa… di vedere.
L’Ego taglia la torta a fette, (ri)assumendo se stesso nella “bocca” che avidamente è golosa dell’intero perduto, di quell’intero che sfugge persino al più intenso istinto di sopravvivenza…
SPS è in grado di (ri)partire da ogni “testo”, di qualsiasi branca del sapere, (de)codificandone il “territoriale senso di appartenenza originale”, convergendo attorno ad una visione appartenente al proprio punto prospettico multi dimensionale ed all’opera, altamente ispirato da “non si sa cosa/chi”…
se concedi “corda” devi anche essere pronto a “pagarne le conseguenze”…
Senza questa “meraviglia” non ti (s)muovi, come se fossi in preda alla ruggine, alla muffa, alla corrosione ambientale ritenuta come naturale (vecchiaia e morte).
L’esercizio del “leggere SPS” equivale ad una ginnastica per il tuo complesso.
La stimolazione agisce ad ogni livello. Nel Tempo tende a sciogliere ogni tipo di “blocco”.
SPS utilizza tutto ciò che trova... mettendolo a bruciare nella fiamma del proprio “faro”. Tutto brucia ed infonde luce (energia). Ogni tipo di apparenza dona, quando brucia, luce. Luce differenziata ma sempre e solo luce. Da lontano la luce è luce:
diventa una fonte auto orientante.
Se tu diventi un “Sole”, tutto si apre al tuo cospetto, fornendoti un diverso piano d’interfaccia con il personale carico informativo auto trasportato…
L’Akasha è per ogni dove, così come l’Ibm ha trovato il modo di memorizzare “dati” all’interno della struttura atomica della materia (dappertutto).
Ciò che la fotografia riproduce all'infinito ha avuto luogo una sola volta.
Roland Barthes
La storia non si ripete. Sono gli storici che si ripetono.
Arthur Bloch
Come potrebbe, del resto, un “genio della lampada, racchiuso da tanto Tempo nella lampada” ricordare ancora integralmente la propria "ori/genie"?
Andiamo a trovare “tracce altre” contenute in quello che, anche oggi, è sopraggiunto alle sponde del fiume SPS…
Secondo i racconti di Lovecraft il Necronomicon sarebbe stato scritto a Damasco nello VIII secolo dal cosiddetto Arabo Pazzo, Abdul Alhazred, e successivamente copiato e ristampato in varie lingue - si narra - tra cui latino, greco ed inglese…
Questo libro, secondo il mito, conterrebbe le formule per evocare cose incredibili alla vista, esseri e mostri che abitano l'abisso, lo spazio esterno della psiche umana…
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Lo spazio esterno della psiche umana… (interessante, vero? La mente fa una buona ginnastica). Qualcosa che si estende/esiste al di là… di te, nella tua attuale “forma”.
Esiste un “fuori” a questo “tutto 3d”, del quale si lambiscono solo le pareti, di tanto in tanto, limitandosi a studiarne l’interno, a specializzarsi in formule ed, infine, a cedere e a corrodersi nel Tempo…
Il sistema di divinità, leggende e rituali descritto nel libro è antico quanto la storia stessa, avendo avuto origine dalla più antica civiltà accettata dagli storici ortodossi, un impero secondo alcuni discendente dalla mitica Atlantide: la Sumeria…
Link
uno impero secondo alcuni discendente dalla mitica Atlantide: la Sumeria…
un unico impero sempre auto esistente (accettato)...
La “discendenza” è illusoria, non essendo mai venuto meno il principio guida della (com)presenza del Nucleo Primo nell’insieme umano, per intero controllato ed amministrato per “tacito assenso/vuoto”.
La “discendenza” è relativa ad un punto nello Spazio/Tempo, che continua a mantenere a sé il “tutto”, permettendo solo di ruotare attorno attraverso la concessione di un raggio o “corda”, così come il cane rimane legato al paletto di fronte alla propria cuccia, nel proprio serraglio, nella casa del padrone…
La tua indifferenza è pari alla lunghezza della “corda”, che (ri)dipinge tutto quello che vedi (orizzonte degli eventi) e che, in definitiva, ti è permesso di “vedere”.
Al di sotto, al di là… non riesci proprio ad andare. Forse, quando usi l’immaginazione?
Naa. È sempre l’ispirazione che ti modella e… guida.
E, l’ispirazione, non è affatto “affar tuo”.
L’Anima frammentata ti reclama, allo stesso modo del "padrone di uno schiavo".
Accetti di fermarti a questo livello del racconto che ti descrive? Bada bene: non del “tuo” racconto, bensì, di quello che ad una certa pagina narra anche di te.
La spiritualità più dozzinale indica tutto ciò che esiste, come qualcosa che parla sempre di te e che ti riflette, che ti interessa e che dipende da te, etc., etc..
Questo è vero. Ma non è sufficientemente vero per convincere a fondo SPS.
“Casa Mia” non è qua.
“Nel Mio Mondo” non funziona così.
Casa mia è ovunque? Certo, ma nel “Mio Mondo”.
La Creazione è al di là di ogni forma di corrosione o di debito o di peccato… e “Casa Mia” è proprio così, ma non è qua.
La mia parte preponderante è diversa da un simile "riflesso" e nulla può cambiare la mia "sostanza"...
In questa altrui “sostanza”, si diventa l'altrui “sostanza stessa”.
Si acquista una “forma senza una propria sostanza”…
così parlò a Gilgamesh:
O Gilgamesh, a nessun uomo ciò è mai riuscito!
Della montagna nessuno ha mai attraversato le sue viscere,
il suo cuore è buio per dodici doppie ore,
densa è l'oscurità, non vi è la luce!...
Appena Gilgamesh ebbe udito ciò,
seguì il consiglio dell'uomo-scorpione,
egli entrò nella porta della montagna seguendo la via
di Shamash.
Egli ha percorso una doppia ora:
densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce.
Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Egli ha percorso due doppie ore:
densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce.
Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Egli ha percorso tre doppie ore:
densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce.
Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Egli ha percorso quattro doppie ore:
densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce.
Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Egli ha percorso cinque doppie ore:
densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce.
Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Egli ha percorso sei doppie ore:
densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce.
Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Egli ha percorso sette doppie ore:
densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce.
Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Dopo aver percorso otto doppie ore, egli prosegue:
densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce.
Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Dopo aver percorso la nona doppia ora,
egli avverte il vento del nord;
gioisce la sua faccia
ma densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce.
Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Dopo aver percorso la decima doppia ora,
egli comprende che l'uscita è vicina;
ma gli restano ancora da percorrere due doppie ore.
Dopo aver percorso l'undicesima doppia ora,
egli uscì davanti al Sole.
Dopo aver percorso la dodicesima doppia ora, ecco
risplende la luce!
Gilgamesh giunse... nel giardino del dio Sole...Nella "caverna" i riflessi si susseguono. Osservali nel l(oro) insieme... Da dove proviene la... "luce"? Che cosa riempiono e polarizzano? Etc., etc., etc. ...
Foto di Lucas Zimmermann |
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