venerdì 10 gennaio 2014

Il puzzle.



Ti piace comporre puzzle? I mosaici ti affascinano? Sai uscire da un labirinto? Ami i cruciverba più complessi e i rebus? Beh… allora confrontati con ciò che segue e, buona fortuna!
Il programma di esperimenti scientifici che porta a concludere che gli animali sono degli imbecilli è profondamente antropocentrico. Esso attribuisce grande importanza al saper uscire da un labirinto sterile, ignorando il fatto che se l'ideatore venisse paracadutato nelle giungle del Borneo, morirebbe di fame nel giro di una settimana.
John Maxwell Coetzee
Pronti, partenza, via…
“L’Anu descritto in Chimica Occulta è stato chiamato UPA (Ultimate-Physical-Atom)”…
Dottrina segreta e fisica quantistica - Vincenzo Pisciuneri
Anu - altro nome di An, dio della mitologia sumera…
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Il mito è considerato come una storia sacra e quindi una -  storia vera -  perché si riferisce sempre a delle realtà”…
Mircea Eliade
 
La leggenda è un tipo di racconto molto antico, come il mito la favola e la fiaba, e fa parte del patrimonio culturale di tutti i popoli, appartiene alla tradizione orale e nella narrazione mescola il reale al meraviglioso.

La parola "leggenda" deriva dal latino legenda che significa "cose che devono essere lette", "degne di essere lette" e con questo termine, un tempo, si voleva indicare il racconto della vita di un santo e soprattutto il racconto dei suoi miracoli
Per Leggenda s'intende tutto quello che non accerta l'esistenza dei fatti raccontati oralmente…
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La metafora (dal greco μεταφορά, da metaphérō, "io trasporto
") è un tropo, ovvero una figura retorica che implica un trasferimento di significato
Si ha quando, al termine che normalmente occuperebbe il posto nella frase, se ne sostituisce un altro la cui "essenza" o funzione va a sovrapporsi a quella del termine originario creando, così, immagini di forte carica espressiva.
Differisce dalla similitudine per l'assenza di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali ("come"). Particolare è la metafora del decadentismo la quale non si sovrappone al termine, ma ha la funzione di sostituirlo con un altro, di significato differente.

La metafora non è totalmente arbitraria: in genere si basa sulla esistenza di un rapporto di somiglianza tra il termine di partenza e il termine metaforico, ma il potere evocativo e comunicativo della metafora è tanto maggiore quanto più i termini di cui è composta sono lontani nel campo semantico

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Con lo studio di queste complesse disposizioni si riconosce la verità dell’antica idea platonica che - il Logos geometrizza: e si ricorda l'affermazione di H. P. Blavatsky che la natura costruisce sempre per forma e numero
Chimica occulta - Annie Besant e C. W. Leadbeater
Il simbolo è un elemento della comunicazione, che esprime contenuti di significato ideale dei quali esso diventa il significante…

Etimologia.
La parola "simbolo" deriva dal latino symbolum ed a sua volta dal greco σύμβολον súmbolon (segno) che a sua volta deriva dal tema del verbo symballo dalle radici σύμ- (sym-, "insieme") e βολή (bolḗ, "getto"), avente il significato approssimativo di "mettere insieme" due parti distinte.

In greco antico, il termine simbolo (Σύμβολον) aveva il significato di "tessera di riconoscimento" o "tessera hospitalitas (ospitale)", secondo l'usanza per cui due individui, due famiglie o anche due città, spezzavano una tessera, di solito di terracotta o un anello, e ne conservavano ognuno una delle due parti a conclusione di un accordo o di un'alleanza: da qui anche il significato di "patto" o di "accordo" che il termine greco assume per traslato
Il perfetto combaciare delle due parti della tessera provava l'esistenza dell'accordo...
Sostengono autori, come Hobbes e altri nel seguito della filosofia inglese come Peirce, e i positivisti e neopositivisti della "logica simbolica", che il simbolo, nella sua funzione di "stare al posto di" possa scambiarsi con il segno.

Charles W. Morris (1901–1979) per esempio, afferma che il simbolo è un segno che ha un aspetto di convenzionalità maggiore rispetto ai segnali poiché chi esprime il simbolo lo usa come alternativa al segno con cui s'identifica...

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In semiotica, il segno è definito "qualcosa che sta per qualcos'altro, a qualcuno in qualche modo". 

È considerato una unità discreta di significato: un sistema, composto da un segnale, una referenza e un referente, che rinvia ad un contenuto. La semiotica studia la capacità del segno di dare la possibilità a chi interpreta di comprenderne il contenuto.

Secondo Louis Hjelmslev, il segno può essere definito anche come espressione di un contenuto

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Domanda: “ci sei”? 
Che cosa, di tutto quello che hai letto, “sfugge in continuazione, seppure colto da un qualcosa di te di molto simile all’intuito”?
Come se un “mirino al laser”, collocato al tuo interno, lo mettesse a fuoco in continuazione… ma la rimanenza di te non ce la facesse ad osservarlo (differita). E tu, in definitiva ed “ora”, ti configurassi (auto rappresentazione) proprio con quella parte di te “che non ce la fa” (limitazione, filtro, velo, stop).

In SPS sono accumulate moltissime preziose “informazioni”, riportate per un "domani", in cui mi fermerò di scrivere pubblicamente e mi dedicherò all’analisi della “più grande storia”, descritta frattalmente in questo spazio Web.

Ovviamente, le stesse informazioni sono disposte e disponibili per chiunque volesse accingersi a fare la stessa mia “cosa” (caratteristica che auspico, personalmente, che stia già accadendo)…

Per chi non l’avesse ancora compreso: sto cercando qualcuno con il quale “fare un pezzo di strada insieme”. Perché? Perché… l’unione fa la forza, sintantoché il legame non inizia a generare altro, che più ha niente a che vedere con l’intento iniziale:
usualmente, la forma pensiero creata dal singolo e/o dall’insieme, ha la meglio sul/i proprio/i creatore/i…
Se, poi, una certa forma di “saggezza” porta ad annunciare che “un legame di qualsiasi tipo fornisce quello che deve fornire e poi va inesorabilmente tagliato”, ciò non significa che accada nella realtà 3d, perché questa verità si scontra con la resistenza imposta dai limiti sociali (indottrinamento, educazione, credo, legge, etc.) e dalle dipendenze d'ogni genere, che in ultima analisi si sostituiscono a ciò che si sente interiormente di dover fare.

Per questo motivo la società moderna sta vivendo la crisi del matrimonio e della famiglia:
non si può incollare per “tutta una Vita” (per sempre) due entità in cammino univoco, che si “sommano Temporalmente al fine di… per poi forzatamente dividersi, quando il rapporto ha dato tutto quello che doveva/poteva dare”.
Non è egoismo oppure insensibilità immorale: no, per niente affatto.
È un legame che si scioglie quando le forze interne lo determinano (attrazione e repulsione = ciclicità)…
Attraverso le impervie e strane vie del sesso, ad esempio, si è continuamente messi alla prova. Ma che cosa è autenticamente messo alla prova?
L’indottrinamento al quale ci si è allineati indirettamente, nel momento in cui si è venuti al Mondo senza alternativa alcuna.
In quelle Nazioni dove esiste il sesso libero (subito viene in mente qualche Stato dell’Africa) è dilagato/nato l’Aids. Che strana coincidenza, visto che l’Aids è un qualcosa di procurato artificialmente, volutamente e strategicamente. 
Che cosa intende “bloccare/dimostrare” l’esistenza di questa “malattia”?
Proprio questa libera circolazione energetica. Qualcosa che nell’antichità era pratica usuale (silenzio, però: non facciamone parola con nessuno, perché si è in odore di zolfo).
Il limite esterno (africano) serve per mantenere l’occidente al proprio posto (alla faccia della globalizzazione positiva ed in virtù di quella negativa).
Il ritornello, che si trasforma in credo, è “sesso libero = malattia”.
Certo, è così se non si prendono "accorgimenti". Però, guarda ancora caso, la Chiesa interviene a dettare legge, indicando gli strumenti del caso come arnesi del peccato e del demonio e, perciò, “Contro Natura(li)”.
Il matrimonio vieta. La legge vieta. La “morale” vieta…
Risultato? L’esatto contrario sociale.
Dunque? Siamo proprio certi che il potere di controllo abbia la seria intenzione di “vietare”? Visto che è Naturale che, quello che vieti, in realtà lo stai pubblicizzando ed indulgendo alla prova della comunità intera.

Siamo in presenza di correnti legate ai diversi livelli della funzione di realtà 3d:
una sinfonia scambiata per un assolo.
Risultato? La società resta “unita” solo per causa di forza maggiore: sopravvivere. 
E questa linea vettoriale (terra di nessuno) determina un tipo di emanazione che, a quanto pare, risulta gradita solo da coloro che si “cibano di questa realtà”.
Il frattale è l’allevamento “moderno”, che gli umani credono di avere “inventato”, senza più accorgersi di essere a loro volta in un enorme allevamento intensivo, curati a vista dal “pastore e dai propri cani”… che provvidenzialmente (per loro) non appaiono (controllo a distanza, wireless, come la tecnologia annuncia frattalmente).

È curioso come la specie umana, convinta di essere “sola”, stia creando “cose” che, simbolicamente, parlano da sole (a livello frattale) e che indicano come "reale", proprio ciò che l’umanità ritiene essere solo una “storia di fantasia” (l’altra faccia della realtà conosciuta), un’eco proveniente dall’oblio del passato:

il proprio passato.

Il Nucleo Primo non può esimersi (perché, legge) dal  “comunicare in qualche modo la verità, relativa alla propria presenza ed alla propria funzione”:
come lo fa? Attraverso il complesso sistema di codici, simboli, metafore, leggende, miti, il “tutto frattale”, etc., che l’umanità scambia solo ed esclusivamente per “il contenitore”, in luogo del “contenuto” (vedere il dito che indica la Luna)...
Le citazioni sopraesposte parlano “molto chiaro” anche a tal riguardo!

Ok?
Personalmente, sento di non dare il massimo (qualunque cosa voglia dire), per cui questa “non totalità” mi porta a lambire la resistenza degli attuali limiti, venendo respinto ogni volta. Che dire? Chi la dura la vince? Serve la tenacia? C’è una stagione per ogni Tempo? Occorre tanta pazienza?
Certamente è così, però… “se ci pensi bene”: mancano i termini della direzione intrapresa, che non è questa attualità. Quindi, “va bene essere tenaci ed attendere pazientemente”, ma… “per fare/divenire cosa”? 
È questo quello che “manca davvero” nelle singolarità umane, comunque, Creatrici della “propria” realtà.
In assenza di ciò… “qualcosa che ha colorato di default, l’intero Pianeta 3d”, raccoglie tutto quello che lasciamo alla presunta bizzarria degli "elementi atmosferici".
Chi/che cosa intendo essere/divenire? Dove voglio andare? Chi sono? (Conosci Te Stesso)...
Prima che giungano le “risposte” (cambiamento personale reale) occorre formulare bene le "domande", ed averle ben chiare nel proprio complesso, ossia:
prima ancora della “domanda” occorre avere compiuto un certo percorso intimo, che veicola alla formulazione – non proprio della domanda (differita, ritardo) – ma di ciò che la precede e che la “annuncia” (nella simbologia è, ad esempio, la presenza matura di Giovanni Battista che annuncia e riconosce la figura del Cristo).

La domanda è sterile se non è supportata (preceduta) dal tipo di “humus” proattivo/ideale, che la porta ad “ebollizione” nei Tempi e nelle migliori modalità, dal punto prospettico dell’osservatore (officiante).
Infine, non si tratta di una “domanda”, bensì… di un intento, che ordina la polarizzazione energetica (disposizione) nel modo più “affine all’intento” (loop a vortice)...

Se domandi, significa che hai una mancanza. Se umilmente, ma in maniera ferma, "intendi"… allora riesci ad incarnare il detto che afferma “un colpo al cerchio ed uno alla botte” (sono significativi due commenti trovati in Rete, a tal riguardo):
  • abitudine di dare appunto una martellata al cerchio che stringe le botti ed uno alla botte stessa, perchè si assestino fra di loro e sia assicurata l'impermeabilità ai liquidi che deve contenere la botte. Il significato traslato vuol dire spingere una parte verso l'altra per raggiungere un comune obbiettivo, ma senza privilegiare uno o l'altro perchè il risultato utile è vicino al punto di mezzo

  • i fabbri facevano cosi per fare ottime botti.
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Occorre cercare di uscire dai “luoghi comuni”, che non riguardano solo la forma imperante del potere di controllo, ma anche tutto ciò che è “divenuto luogo comune”; mi riferisco al cosiddetto complottismo, alla controinformazione, al “mistero”, alle solite cose... che persino certe fonti “altre” insistono a trasmettere/comunicare in maniera “vuota”, sostituendo un luogo comune con un altro luogo comune che, vibrazionalmente, sono ancora la stessa cosa:
per questo motivo ho smesso di utilizzare il termine “biodiversità” (anche se da una prospettiva maggiore è sempre corretto un simile ricorso) perché, semmai, si tratta nelle 3d attuali di “diversità” (artificiale). Il frattale è la presunta libertà di cui gode il cittadino moderno occidentale, cioè, qualcosa che si dimostra (effetto concreto) l’esatto contrario del tipo di Vita, che è costretto meramente a replicare.
La difficoltà che percepisco/sento è proprio relativa a:
  • una chiarezza interiore (visione, obiettivo)
  • districarmi nella struttura multi livellare e multi prospettica della realtà 3d (modalità del “vedere”)
  • prendere atto concretamente del mio potere reale/concreto di influenza/creazione, anche nella realtà 3d di riferimento, ma non solo (evaporazione, voltare pagina, parallelismo dei Mondi, etc.).
Capire com’è nidificata la materia (energia condensata) non significa anche essere padroni di gestire perlomeno la propria parte di realtà/creazione.
Una cosa può escludere l’altra!

È nel “fare/essere totali” che si ottiene la convergenza/focus, come frattalmente la visione binoculare, ad esempio.

Ciascun occhio possiede un meccanismo visivo proprio. Quando entrambi gli occhi partecipano a formare un'unica percezione visiva si parla di binocularità, se invece generano percezioni separate si parla di biocularità.
È definita quindi, come visione binoculare la caratteristica del sistema visivo per cui un'immagine viene proposta sul piano retinico da entrambi gli occhi. 
Manuale di ottica e optometria, Anto Rossetti, Ed. Zanichelli.
Nella visione binoculare, un oggetto che ricade nel campo visivo, viene percepito come singolo, anche se in realtà sulla retina di ogni occhio si forma un'immagine separata...
Link 
 
“Essere ed avere” binocularmente “significano totalità” (convergenza)

Se questo convergere porta con sé polarità magnetizzate da altro, relativamente alla propria “assenza”, allora si vivrà ancora la stessa dimensione.

Tutto ciò che si respira è stato pre respirato, per cui, frattalmente… “tutto quello che sappiamo è stato aggiustato strategicamente da altro”.

Quando nelle scuola si insegnerà “Analogia Frattale”, una simile constatazione sarà Naturale ed ovvia, come il credere che esista la gravità, perché un corpo lasciato andare cade al suolo.

Di quale “gravità”, allora, nel caso umano… si sta facendo finta di ignorare?
Qual è il frattale diretto dell’esistenza della “gravità”? 
L’esistenza di un corpo che possiede una certa “personalità/magnetismo”…
Il resto “viene da sé”. Così è se vi pare, però, visto che esiste il libero arbitrio (seppure filtrato).
"Vero e falso pari son"… ma anche no. E nel mezzo ci siamo noi, insieme ed uno alla volta…
Siamo in un puzzle, ma questo non significa che “non abbia un senso e che non formi una immagine sensata, seppure l’attuale momento - apparentemente - vede solo la presenza dei numerosi tasselli componenti” (biocularità).

Noi, dunque, siamo solo dei tasselli? Naa: ognuno di noi è il puzzle intero e contemporaneamente ogni tassello ed un solo tassello…
Una verità difficile da rendere pratica, vero? Compito di SPS sarà, allora, di trovare una soluzione pratica, non ordinando i tasselli in maniera da formare solo il puzzle (evitando di avere amare sorprese e ricadendo nel baratro), ma di ordinare l’immagine del puzzle in maniera tale che tutti i tasselli concorrano a formarla (per default, gravità)...

Ok? Non penso, però… così è!


Per smettere di basarmi su inesattezze, riferite alla mia verità, “riparto da me stesso”.

Dipende da me. 

Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2014/Prospettivavita@gmail.com


6 commenti:

  1. ciao Davide ,

    un piccolo dettaglio su ANU
    AN è la forma sumera , ANU quella accadica ma anche facente parte della mitologia celtico irlandese , i mitici TUATHA D'ANU , e questi popoli non son altro che i DANAI greci , i DANUNA dei testi egizi ecc.
    da questo nome prende origine il nostro DENARO , dall'antica forma DANAIO , ma AN essendo il cielo , da' origine pure
    alla divinità indiana AGNI , il fuoco , da cui il cristianesimo ha traslato il significato in AGNELLO ( ANELLO DI FUOCO , IL SOLE ) e noi miseri italioti da decenni rimpinguiamo le tasche degli AGNELLI .
    hai ragione , siamo in un grande puzzle .

    ciao giuseppe

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    1. Ciao Giuseppe, accidenti che conoscenza che sfoggi! Molto bene; sono contento di questo :)

      Io ho suggerito, molto tra le righe, che Anu (in quanto divinità e capo Annunaki) - vista la modalità moderna di leggere il passato secondo ciò che mito, leggenda, metafora, simbolo... hanno traslato sino a noi - potrebbe essere in realtà, non quello che si pensa, bensì la descrizione dell'atomo e del funzionamento subatomico della materia.

      Medita attentamente sul "poema" Sumero dell'Enuma Elish... ad esempio.

      Ciò che oggi è stato manipolato, tradotto, interfacciato, insabbiato, "capito", etc. secondo me, non equivale al prendere alla lettera ciò che viene riportato. Occorre una decodifica. Quale? Probabilmente quella che una volta era relativa al linguaggio "artistico" (arte). Cioè, il fatto che l'arte, nell'antichità, era portatrice di un messaggio chiaro ed univoco, come se si leggesse una formula internazionale e non un qualcosa di interpretabile. Sia Arguelles (per i Maya) che Athon Veggi (per gli Egizi) - ma anche Gurdjieff - confermano questa mia "intuizione" a proposito della lettura del messaggio artistico antico. Ad esempio, i geroglifici rappresentavano formule, preghiere, riti, etc., nella maniera esatta che occorreva recitare/interpretare. Alla lettera, dunque. Senza lasciare spazio alla libera interpretazione...

      Un codice esatto: una formula alchemica precisa.

      E poi ci si chiede come abbiano potuto essere dimenticati per 1000 anni. E ci credo! Erano portatori di informazioni dettagliate e dirette, evidentemente troppo pericolose per il potere di controllo - a questo punto - certamente già esistente prima dell'inizio dell'attuale conteggio del tempo (Regia)...

      E' un "secondo me", ovvio... però quando scrivo, devo ammettere di essere molto ispirato e diverso da quando non scrivo :)

      Grazie infinite Giuseppe. Sei un'ottima sorpresa per questo promettente 2014.

      Abbraccio. Serenità.

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  2. "Il peggio che può accadere oggi è il prestare ascolto agli slogan e ai luoghi comuni, è il credere che quanto riecheggia vecchi concetti sia ancora radicato nelle realtà umane, è il non ricavare una nuova realtà dalle fonti del mondo spirituale."

    link
    http://www.archiatiedizioni.it/files/pre-ebook/Steiner/tra_potere_liberta/#ieri-vi-ho-fatto-notare-che-sotto-molti-aspetti-la-chiesa-anchor

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    1. Caro Professore, grazie per questa "perla" :)

      Se pensiamo che questo "sentire" è stato pronunciato nel 1920, viene da chiedersi quale tipo di evoluzione celebri oggi la società "moderna", che è il diretto divenire - proveniente da quella società di quasi un secolo or sono.

      "Il non ricavare una nuova realtà dalle fonti del mondo spirituale". Terribile verità nonchè "presente presenza" (timbro, segno, incantesimo)...

      Chi fa finta di non "sentire"? Beh... probabilmente tutti. Fa quasi comodo, no? Questa "pigrizia" però è molto sospetta: non è che ci stanno drogando? Ma chi? Non c'è nessuno oltre a noi. No?

      Sino a quando regnerà una verità simile e l'umanità farà finta di stare al gioco, significa che tutti abbiamo deciso di "giocare", per cui... evidentemente alla Massa va bene così.

      Ma Io non sono la Massa, per cui "riparto da me stesso, perchè dipende da me" :)

      Grazie di Cuore. Un abbraccione.

      Serenità. Smile

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  3. grazie Davide per i complimenti , ma quello che sento come risonanza nei tuoi articoli è il fatto che a me piace applicare l'analogia frattale ai nomi , come invece tu la applichi ad un livello più cognitivo .
    partendo dal famoso TUTTO E' UNO , nomi , simboli , numeri , ecc. sono specchi che riflettono questa unità .
    ad esempio l'ATOMO non è altro che ATUM/ATON , sole egizio e restando in Egitto abbiamo Eliopolis ( città del sole in greco ) ma che era ON ovvero AN ( AN che fra l'altro non significa sole ma cielo ) .
    i riflessi di questa unità ambigua se considerata dal punto di vista del controllo , si rispecchia anche sulle sigle più note e apparentemente benevoli , non abbiamo l' O.N.U. ? L' UNO sovranazionale ...

    saluti giuseppe

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    1. Caro Giuseppe, vero! E' affascinante senz'altro. Diverso aspetto è il "ricavar qualcosa di concreto e tangibile". Nelle odierne 3d servono le "prove" per convincersi di determinate "cose". Se l'Analogia Frattale costituisse "prova tangibile", il Mondo si svelerebbe per quello che è, ovviamente al livello 3d: una sorta di specchietto per le allodole (certamente funzionante e funzionale, ma dal punto prospettico superiore, che a questo livello risuona come tutt'altro)... Quadrare il cerchio e trovarne la quintessenza è una "buona cosa", se tangibile è ancora meglio :)

      Grazie ancora e a presto. Abbraccio. Smile

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