Il modo di dire: "essere un arpagone" è assai comune nella lingua italiana; è descritta di seguito la sua origine e significato.
Cioè (essere) un avaro. Arpagone, protagonista de L'avaro di Moliere, è forse il più celebre avaro di tutta la letteratura. Avaro e avido, smanioso di arraffare.
D'altronde, come nome comune, arpagone era il rostro con cui una nave uncinava la nave nemica per l'arrembaggio…
Link
forma ed orma, coincidono.
quello generato dal vortice, che esiste, senza più essere avvertito attraverso ciò che è rimasto a disposizione dell’individuo (sensi, logica, intuito).
La “mancanza di base” è il dubbio tramite il quale tutto sfugge, rendendo quello che si “ha” come quello che si “è” e, per questo, attivando quella forma di magnetismo (su matrice di scarsità) che “ha/è” l’attaccamento su base d’avarizia.
È ormai sempre più chiaro, in SPS, che all’attuale scenario 3d manchi il protagonista principale, che non è Dio né il singolo individuo – a questo livello – bensì “che è” la formazione Centrale del Nucleo Primo:
Qualcosa che “semplificando” è umano, per quanto e come si può definire umano, l’umano che si crede di conoscere…
Dunque: la sensazione individuale di “poter” scegliere la propria via attraverso il proprio “modo”, non ottiene effetto, per via della preferenza Massiva di aderire integralmente al moto vettore definito e pre masticato (moda, tendenza), proprio dall’ordinamento non apparente, in grado però di ordire i fili della realtà 3d attualizzata.
La “libertà attuale” ed il “libero arbitrio”, se ad un certo livello superiore ma rarefatto (non semplicemente comprensibile durante l’incarnazione), corrispondono all’esatto effetto della presenza in auto educazione del singolo individuo, ad un livello “inferiore” (di contenimento nelle 3d, durante la relativa esperienza) risentono della “non manifestazione, presente” del campo gravitazionale del Nucleo Primo, in grado di deviare ogni singolarità dal proprio libero cammino, dirigendola nel corrispettivo bacino di contenimento dello Scenario 3d attuale di riferimento, che il sistema di sbarramento evidente “diga/forma di contenimento” (vortice), applicato ai fluidi, nella fattispecie – l’acqua – che non è più libera di scorrere secondo “pendenza” (libertà di superficie al livello del suolo), dimostra alla perfezione (se un simile fenomeno viene osservato/inteso secondo il cardine della legge d’Analogia Frattale).
Ma ciò che non si vede non significa che non esista. Altrimenti, l’infrastruttura intera della materia crollerebbe all’istante, essendo un costrutto su base non visibile, tuttavia auto esistente.
Il proprio intento/volere si “scioglie” al cospetto di una simile concentrazione di potere, scambiata per “Divina e/o Naturale”.
Come Facebook, Apple, Google & Co. tengono l’economia in ostaggio.
Le società tecnologiche quali Facebook, Apple e Google hanno accumulato riserve di denaro tali che John Plender del Financial Times evoca gli “Arpagoni dell’economia mondiale” e si chiede quali saranno le conseguenze di questa tesaurizzazione per l’economia mondiale.
Secondo uno studio condotto da Juan Sánchez e Emircan Yurdagül della Federal Reserve Bank of St Louis, alla fine del 2011 le aziende americane erano sedute su un tesoro di guerra da 5.000 miliardi di dollari.
La vastità di questo fenomeno spiega in parte l’aumento della domanda per gli attivi sicuri e il crollo dei tassi di interesse che hanno alimentato la bolla immobiliare americana.
Inoltre queste ditte hanno pochi debiti. Secondo Plender, questa tendenza al risparmio all’indomani di una crisi finanziaria ha un carattere anti-sociale, perchè causa un calo della domanda.
Perchè queste aziende, innovative e simbolo di successo, si comportano come delle caricature dei romanzi di Dickens? Perchè non trovano opportunità d’investimento per spendere le montagne di soldi che tengono da parte e che piazzano in prodotti con rendimenti spesso negativi?...
La storia si ripete. Negli anni 1930, Keynes deplorava che l’economia fosse ostaggio degli istinti volatili degli uomini d’affari e di capi d’azienda troppo timorosi per investire in un ambiente incerto...
Come al solito ed in maniera frammentata, gli individui osservano, studiano, comprendono nello “stretto giro di competenze acquisite complessivamente dalla società” (dipendenza) e non entro ciò che deriva dal proprio Centro di Presenza Centrale e Sovrana. Un simile modo di procedere è perlomeno:
monodirezionale
unidirezionale
sequenziale.
Il tutto in chiave spersonalizzante, mono prospettica, mono livellante e nell’assunto di una mancanza di gerarchia, che deriva e procede oltre a tutto quello che costituisce arbitrariamente la fine della possibilità, per motivi legati alla percezione sensoriale limitata di cui si può “godere”.
si fosse congelata una situazione, che diventa “tutto quello che esiste”, solo perché i propri limiti non permettono di procedere oltre.
Secondo la logica predominante:
nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma.
Infatti, frattalmente, il fatto di vedere entro un certo livello dello spettro luminoso, significa ed esprime il proprio contenimento in un “bacino di raccolta”, entro il quale “tutto si trasforma” ma rimane sostanzialmente “fermo”.
Nulla è cambiato. Nulla cambia. Nulla cambierà all’interno di qualcosa che è “fatto così”…
Il Tempo inganna la percezione attraverso il proprio scorrere nel “solco” delle abitudini.
Ogni celebrazione di “nuovo anno” è, di fatto, una recita in costume attualizzato, alla moda, sullo sfondo di "tradizioni" che non si sono mai mosse di un millimetro dal loro punto di ancoraggio.
Con queste caratteristiche umane, non si ha l’energia per cambiare il contesto nel quale ci si crede in movimento. Nel momento in cui si matura una simile “possibilità”, deve essere chiaro che il contesto di riferimento è solamente quello individuale, che si auto proietta in quello di riferimento comune (realtà 3d).
È il piano individuale che si può/deve cambiare, non la realtà di proiezione comune, dominata dalla non presenza del Nucleo Primo.
In questo contesto, persino il concetto evolutivo di Uno… rientra nel piano di contenimento, che attrae e non lascia andare niente e nessuno, come un buco nero trattiene persino la luce rendendosi perfettamente invisibile (ma... non per una metodologia investigativa di Natura indiretta, come l’effetto generato per contrasto su tutto ciò che circonda e che si trova a distanza sufficiente e vitale, al fine di non rientrare nel campo della presenza, che genera le distorsioni a tutto spettro nei propri dintorni).
L’unione (onda e particella) di tutto quello che sembra caratteristico di una “duplice Natura” (onda o particella), permette di triangolare molto meglio tra “insiemi auto livellari ed auto livellanti, diversi”, che contemplano le varie parti dell’essere (volenti o nolenti).
La “semplicità” è anche accorgersi e poi abituarsi alla complessità d’appartenenza…
Tutto ciò a cui ci si abitua, diventa semplice – ossia – funzionale.
La presenza d’interfacce “utente”, però, rende la semplicità, un qualcosa che drena conoscenza e rende il sottinteso come "non più visibile" e del tutto sconosciuto (nello scorrere Temporale).
Le “interfacce utente” sono tutto ciò che deriva dal rendere automatico ed, infine, demandante; qualcosa che richiede un certo tipo di Presenza coerente e solidale al proprio senso nella manifestazione d’essere.
La respirazione involontaria è, in questo senso, più una perdita che una conquista… (come se il processo non fosse in grado di gestire tutto allo stesso Tempo, in piena presenza diretta).
Nel dubbio può accadere di tutto:
una delle poche voci fuori dal coro è quella dell’Abi che, per bocca del suo presidente Antonio Patuelli, ha negato l’esistenza del credit crunch, ovvero della restrizione creditizia.
Per sostenere la sua tesi, l’Abi ha snocciolato una serie di dati sullo stock di credito complessivamente erogato dalle banche italiane negli ultimi venti anni, sottolineando il fatto che, secondo i dati più recenti, il credito è vicino ai suoi livelli massimi. ..
Occorre essere un po' meno "avari"...
Nessun commento:
Posta un commento
"Fai..." un po' Te.