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martedì 1 dicembre 2015

Anche se fossi un robot.



 
Perché il “Mondo” è un luogo ingiusto, nella sua pressoché interezza?
Perché la “giustizia” viene ripristinata (la ritrovi) idealmente, solo nell’ambito spirituale e religioso?
Perché “gli ultimi, saranno i primi”?
Perché “devi avere fede e credere” a/in qualcosa che esiste altrove, senza nessuna certezza, tuttavia?
È il “merito” ed il “guadagno”, dunque? Ti devi meritare, devi guadagnare… Che cosa? La tua “redenzione”.
Acquisizione di uno stato di libertà fisica o morale attraverso la liberazione da colpe e motivi d'infelicità.
"La redenzione dei popoli oppressi"...
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  • acquisizione di uno stato di libertà fisica o morale (alias: ora non sei libero/a in nessuno dei casi, al di fuori dell’”ora d’aria”, che ti viene lasciata strategicamente)
  • attraverso la liberazione da colpe e motivi d'infelicità (sei in una ragnatela, la cui trama è caratterizzata da “motivi d’infelicità”, intessuta da “ago, filo e… colpe”. Perché?)
  • la redenzione dei popoli oppressi (l’oppressione non è uno stato naturale. Da cosa/chi sei oppresso/a?).
Tutto ciò ha, per forza di cose, una causa originale ed unica. Una fonte. La sorgente. Il “senso”… 
  

giovedì 22 gennaio 2015

10 vs 90 (lo "squilibrio prevedibile").

 
Vilfredo Pareto ha sempre negato il legame che lo connette a Gaetano Mosca, anche se l’idea di quest’ultimo è da lui ampiamente accettata (una minoranza organizzata ha sempre il sopravvento su una maggioranza disorganizzata)….
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Una minoranza organizzata ha sempre il sopravvento su una maggioranza disorganizzata”.
La “minoranza organizzata” si (ri)flette, ad esempio, nella parte visibile dell’iceberg ma, in maniera inversamente proporzionale (“squilibrio prevedibile”), ossia:
nella realtà affiorata, taluni aspetti del “controllo” (piccola parte) si manifestano frattalmente in maniera direttamente proporzionale ed altri in maniera inversamente proporzionale, seppure la frattalità (re)distribuisce sempre un grado di “verità relativa a…”.
Il relativo diventa, però, assoluto… quando il “controllo” (piccola parte) è talmente espanso/(com)presente (intenso, forte, etc.), che giunge a corrispondere con la quasi pressoché integralità/totalità del tutto (ri)emerso (realtà di riferimento).
Questa espressione ha, al suo interno, molti punti basilari per la (ri)comprensione del reale.
C’è una “linearità” (sequenzialità, semplicità diretta, serie) e una “quanticità” (dinamicità, complessità indiretta, parallelo), nell’ordine che si viene a (co)creare nel piano del reale; qualcosa che (p)rende sempre in considerazione:
una (re)distribuzione proporzionale dei vari principi, che regolano gerarchicamente la (ri)formazione di quello che, in seguito (abitudine), (ri)assume la forma di “quello che ti sembra di (ri)conoscere da sempre”.
Il controllo massimo corrisponde all’Uno:
uno che controlla tutto/i.
Ma, visto che tu esisti, la proporzione massima è (im)possibile. Con tutta probabilità, questa “leva” (rag)giunge al massimo il 99,99%, mentre “tu” conti per lo 00,01%.
Nella miscelazione del reale, che (ri)sente anche delle componenti più lontane ed al di là del tipo di reame dimensionale, al quale sei (as)segnato al momento della (ri)nascita e che, dunque, ti limiti a (ri)conoscere… esistono altre forze che, comunque, “si fanno sentire” e che si amalgamano alla percentuale massima (con)sentita dalla “Fisica” (99,99%), riducendola a percentuali più basse (una situazione che il controllo cerca di migliorare in intensità).
Il “Principio 80/20”, dunque, rileva questa sproporzione ubiqua che, probabilmente, nella media del reale, è la percentuale più vicina al grado differenziale che divide “te” dalla consapevolezza dell’esistenza della (com)presenza del Nucleo Primo.
Per questioni di “sicurezza” è meglio alzare la (pro)porzione almeno al 90/10...