“Che cosa ti serve?”.
Meglio… “Che cosa mi serve, per…?”. Ecco il motivo (la “domanda” che si pone la dominante) della “forma” del reale manifesto “qua, così”, ossia:
- a chi giova, tutto questo?
- a chi giova, la “forma” del mondo?
E bada bene che, il vecchio e consueto “adagio” che afferma “il pianeta sta morendo, coi suoi sfruttatori ciechi”, è… solo “sabbia negli occhi”.
Lo hai già visto molte volte, che non è così.
Il pianeta può solo trasformarsi. Il petrolio, imbrattante il golfo del Messico, misurato a suon di milioni di barili, è stato – in parte – recuperato dall’attività di impresa umana, ma… in gran parte è stato “assorbito (mangiato) da organismi che si sono creati sul posto”, ad hoc.
Se questa non è una "risposta (in tal senso, auto trasformante)", l’ennesima compensazione “naturale”, di qualcosa che può trasformarsi continuamente, senza mai “cambiare ciò che è la propria natura (progettazione)”, allora quale è la risposta che ti attendi come assolutamente valida?
L’uso del linguaggio, devia dalla propria attenzione. Esso crea dipendenza, in ogni forma emersa. Di più, allorquando la dominante “decide anche per te”…
SPS ritrova.
Ossia, senza il recupero della propria memoria ed esperienza, pregresse, rimani nello status quo by “momento di ‘è già successo’ dominante”. In qualcosa dove lo sviluppo, l’evoluzione, il progresso, etc. sono esclusivamente relativi allo status quo, stesso.
Alias:
- alla situazione dominante, della dominante, sempre più dominante.
E tutto quello che (ti) succede, è sempre la risposta alla “domanda (intenzione, progetto)”:
- “che cosa mi serve, per…?”
quando, tuttavia
- non sei tu a portela, “qua, così”
bensì
- è la dominante (compresente ma non manifesta) che... “non esiste ma c’è”.