Cosa è un ricatto a norma di legge? È un (di)pendere… una tenaglia che si stringe attorno/alla tua “libera e sovrana scelta”.
La tua “libertà” è in ostaggio, dunque. Di chi/che cosa?
Bce: verso stop finanziamento a banche greche.
La Bce ha annunciato che non permetterà oltre, alle banche greche, di utilizzare i suoi titoli di stato quale garanzia per approvvigionarsi di nuova liquidità. Lo ha deciso il direttivo dell'Eurotower.
Alla Grecia fu concessa tale possibilità con una deroga nel 2010.
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Ment®e la “(s)fiduciata” S&P (Standard & Poor's) lavora sempre alle dipendenze (Anti)Sistemiche…
Grecia, S&P rivede outlook da stabile a "creditwatch negativo"…
È quanto fa sapere l'agenzia in una nota in cui spiega che potrebbe tagliare anche il rating sovrano di Atene in caso di stallo nei negoziati con Ue, Bce e Fmi.
Secondo l'agenzia, il rating di Atene riflette le politiche economiche e di bilancio nei piani del governo insediatosi lunedì considerate incompatibili con il quadro politico su cui si è giunti a un accordo.
S&P - prosegue la nota - considera "la recente accelerazione nel ritmo del ritiro dei depositi dalle banche greche, il contestuale aumento nei finanziamenti Bce alle banche, come un timore per il credito".
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La "manovra a tenaglia" contro la Grecia, procede, nonostante tutto.
Usa: Sec sospende S&P e la multa per 80 milioni di dollari.
L'agenzia internazionale Standard&Poor's è stata multata per 80 milioni di dollari dalla Sec, la Consob Usa, la quale l'ha anche sospesa dalla valutazione dei rating di gran parte del mercato statunitense delle obbligazioni sui mutui.
Le sanzioni sono state decise in quanto S&P avrebbe ingannato gli investitori sulla metodologia utilizzata nel 2011 per valutare 8 società Usa di cartolarizzazione sui mutui. S&P pagherà 58 milioni di dollari più altri 19 milioni aggiuntivi al procuratore generale di New York e del Massachusets per regolarizzare la sua posizione.
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S&P è stata sospesa solo per quanto (ri)guarda il mercato statunitense. Come a dire che, per l'ambito internazionale, "va tutto bene così".
S&P trova l'accordo con gli Usa: multa da 1,5 miliardi sui rating.
L'agenzia aveva emesso giudizi "gonfiati" prima dello scoppio della crisi dei mutui. Ora paga una cifra senza precedenti. Nella transazione, però, non c'è ammissione di colpevolezza.
La notizia era attesa e alla fine l'ufficialità è arrivata:
Standard & Poor's ha trovato un accordo con le autorità americane in base al quale verserà 1,5 miliardi di dollari per risolvere casi legali in cui l'agenzia è stata accusata di avere gonfiato i rating di bond prima dello scoppio della crisi del 2008.
Il gruppo, parte di Mcgraw Hill Financial, verserà 687,5 milioni di dollari al Dipartimento americano di giustizia, mentre 19 Stati americani oltre al District of Columbia condivideranno una cifra simile. Separatamente S&P ha raggiunto un accordo da 125 milioni di dollari con California public employees retirement system (Calpers), il fondo pensione più grande della nazione.
La somma accordata con il dipartimento di giustizia è da record:
nessuna agenzia di rating ha prima d'ora pagato una cifra simile per risolvere accuse legate a frodi che hanno portato alla crisi.
La tesi del governo Usa era che S&P ha fuorviato gli investitori dando rating massimi a bond garantiti da mutui residenziali, rating che poi si sono rivelati inaccurati quando il mercato immobiliare è collassato dando il via a una serie di downgrade e contribuendo alla peggiore crisi dalla grande depressione degli anni 30.
Come parte dell'intesa, tuttavia, S&P non ammette di avere compiuto atti sbagliati. I retroscena vedono anche spiegata la dimensione della sanzione - appunto da record - con il dente avvelenato degli Usa per il fatto che l'agenzia ha declassato il debito degli Stati Uniti nell'estate del 2012.
Nel dare la notizia, Mcgraw Hill ha spiegato che i patteggiamenti saranno riflessi nei conti del quarto trimestre che verranno diffusi il prossimo 12 febbraio.
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Finisce quindi tutto così? Con una bella lavata di mani (multa e patteggiamento senza ammissione di colpa alcuna)?
Ma i “danni” prodotti (in)direttamente (crisi) verso la Massa, chi li (ri)paga?