"Governare è far credere".
Niccolò Machiavelli
(Ri)flessione:
le religioni (tutte) ti passano una versione della realtà, ognuna diversa dalle altre, a cui i relativi “fedeli” sono chiamati a “c®edere” (nota: 1- il marchio registrato, 2- il “credere” che è, anche, 3- il “cedere”. Quale finezza frattale è contenuta nei termini riutilizzati, così… inconsapevolmente).
Domanda:
ogni altra “teoria” perché vale meno, rispetto a queste (che si auto annullano logicamente, di conseguenza)?
Constatazione (amichevole):
ad ogni altra teoria, i “fedeli e la cupola”, (ri)chiedono le “prove” di quanto viene asserito, come se (come se…) le religioni e, dunque, "la teoria in auge", fossero basate sulla relativa (com)provata realtà... della teoria stessa.
Ok?
Da “qua” non ci si (dis)costa, perché le “teorie sono tutte teorie”, sino a quando una non viene "provata". Il provare significa dimostrare ed avere dimostrazione diretta, dell’assunto che (pre)tende di governare la “logica” di una intera platea di individui (Massa, società, umani).
Dimostrare significa:
(com)provare dalla “a alla z”, l’intero excursus sul quale si basa la teoria che, solo in seguito, diventa “qualcosa di totalmente fondato/a”.
Ora… tutte le religioni su cosa si basano e cosa ti (ri)chiedono?
- uno o più “libri sacri”
- la necessità della “Fede”.
Dunque, si tratta di un “Credo”… di una logica (af)fondata sulla (ri)conoscenza a fondo perduto, o meglio, sul “pagherò”, da parte dell’ente religioso interposto al Dio di turno, che garantisce – un “domani” – qualcosa per il quale, ora ed in futuro, tu dovrai iniziare da subito a “pagare”.
Sì, perché ti viene (ri)chiesto di aderire ad una forma di reale, che (cor)risponde ad una “forzatura”, rispetto a quello che faresti se… una simile “(com)pressione” non esistesse.
Ossia, tu vieni “(s)piegato/(in)curvato” da una (com)presenza, che non ti dimostra realmente nulla, sino al momento in cui “non ci sarai più” (sarai morto) e solo allora “capirai”.