“Il livello cosmico d’essere di ogni Creatura vivente è determinato:
innanzitutto, da quello che mangia
in secondo luogo, da ciò che respira
terzo, dall’ambiente dove vive.
Sono queste le tre caratteristiche cosmiche del suo essere”.
Fonte: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky
Non entro nel merito di ciò che si spiega nel libro, a proposito di scala degli Idrogeni, di ottave, etc., ma tengo buono questo costrutto per sviluppare l’analogo frattale. Ad un certo livello quella rappresentazione trinitaria, diventa questa:
- cibo
- aria
- casa
Il luogo dove soggiorniamo con maggiore continuità con il nostro essere "incapsulato" nella sua struttura fisica.
- produzione
- inquinamento
- egoismo
C’è perlomeno una “deviazione” energetica a cui ci siamo agganciati. Può essere, questa “presenza” riassunta nelle tematiche di Steiner relative alle “entità” che entrano nello spazio divino/terreno dell’uomo per bloccarlo nell’evoluzione, ma che in realtà ne provocano solo uno schiacciamento, una compressione tesa a sviluppare una reazione “uguale ma contraria”, ossia di puro sviluppo.
Nulla è per caso. Tutto è opportuno.
Ciò che “siamo” adesso è tuttavia rappresentato da un intreccio di difficoltà dense ed apparenti. L’ago della bussola volge al brutto tempo, o almeno la percezione generalizzata è questa. Il lavoro su se stessi deve rappresentare proprio il raggiungere una prospettiva mutata rispetto allo stato di “grigiore” generale, rappresentato ad esempio dal fumo dell’inquinamento o dalla stagione autunnale appena iniziata.
Cosa scegliamo di vedere?
Lo stato delle “cose” che ci circondano ci rappresenta. E lo fa in maniera diversa per ognuno di noi. È incredibile ma è così. Pur vedendo tutti la stessa immagine, ognuno di noi la filtra con il proprio stato d’essere presente. Ognuno di noi vede in maniera diversa pur osservando la medesima scena e pur trovando accordo sulle fattezze della scena “ripresa”. È il significato di quella scena che è diverso dentro di noi, ciò che rappresenta e che “colora” le profondità dell’essere.
La scena è ciò che “mangiamo”, il significato che gli diamo è ciò che “respiriamo”, ciò che ne deriva intimamente è “l’ambiente in cui viviamo”.
Tutti insieme questi tre punti ci “onorano” e ci identificano in uno spazio tridimensionale, in cui ci muoviamo in direzioni direttamente proporzionali alla nostra consapevolezza.
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