La maggioranza avrebbe trovato un accordo soft sulle pensioni… L’accordo è stato svelato ieri sera dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, nel corso della trasmissione Ballarò: ‘L’accordo prevede 67 anni per donne e uomini del settore pubblico e di quello privato, gradualmente aumentando l’età pensionabile dal 2012 al 2025’. Lasciate praticamente intatte le pensioni di anzianità.
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Alla domanda ‘che cos’è la vecchiaia?’, cosa rispondereste? Ecco la definizione ‘tipica’ che si può leggere e pensare al giorno d’oggi:
Vecchiaia. Periodo della vita caratterizzato dal progressivo decadimento dell'organismo.
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Dunque ‘diventare vecchi’ significa letteralmente ‘andare a pezzi’? E basta? Osserviamo come se fossimo dei ‘visitatori esterni’, non abituati alla convergenza ideale dettata dai luoghi comuni. Cosa vedremmo e cosa penseremmo?
Che perlomeno questa società ghettizza gli anziani, li discrimina, tende a sminuirli e a farli sentire come dei pesi per il resto della collettività. In che modo accade e si perpetua questo segnale globale di annichilimento dell’anziano?
- paura di morire
- controllo dell'energia.
Questa società è concorrenziale, per cui la diminuita ‘forza fisica’ diventa un evidente handicap, che ‘taglia fuori’ inesorabilmente le persone che si apprestano, in realtà, a vivere una nuova ed importante fase della propria Vita.
Il metro del giudizio è inerente all’apparenza.
Ecco che quello che si può definire ‘affascinante grazie alla maturità’ vale in un certo contesto, magari nell’ambito dello ‘spettacolo’ o in quello della Vita sentimentale, ma non vale invece nel settore lavorativo nel quale si affaccia la massa.
La necessità di avere un lavoro ci rende ‘deboli’.
La trasformazione è legata all’esperienza di Vita e fa parte delle regole del ‘gioco’.
È l’inizio di una nuova partenza, di una nuova tappa del viaggio, propedeutica ad avanzare con maggior coesione lungo un percorso diverso da quello conosciuto in precedenza. Questa nuova spinta è propedeutica a raggiungere un altro ‘picco’, ossia un nuovo cambio nella struttura complessiva del complesso corpo-mente-anima: l’età dell’anzianità.
Fino a pochi decenni fa, nelle nostre culture l’anziano era considerato il latore della saggezza, della tradizione e della stirpe. Gli anziani erano i garanti dell’identità sociale. Oggi le tradizioni sono ampiamente infrante, la ‘stirpe’ è stata singolarizzata. L’anziano ha da lungo tempo perso la sua importanza in quanto sostenitore della società e creatore della sua identità.
Da ‘Una nuova cultura dell’invecchiamento’ di Dietrich Kumrow
Un anziano non è misurabile attraverso il suo peso sociale in termini di 'mantenimento', ossia attraverso la sua trasformazione in un numero pubblico a cui viene legata una pensione e un senso di appesantimento per la collettività ancora giovane.
Anche in questo la dualità è necessaria.
Di fronte all’avanzamento dell’età siamo tutti uguali, esattamente come è scritto a sproposito, 'della legge e della totalità', nelle aule dei tribunali italiani. Questa saggezza del processo biologico è basilare per maturare valore aggiunto, il quale non si materializzerebbe mai se rimanessimo per sempre nello stato di guerrieri che basano tutto sulla forza fisica e sull’intelligenza della guerra concorrenziale.
Tutto scorre e tutto si trasforma.
Gli anziani sono un dono per l’intera collettività. La loro memoria storica è un patrimonio dell’umanità da tutelare e salvaguardare. Solo adesso comprendo perché sono stato sempre attirato dalle biografie e dalle autobiografie. Perché le storie personali raccontate in quelle occasioni costituiscono un ambito meraviglioso nel quale riflettersi per meditare e assaporare la preziosità di tutti quegli anni trascorsi a trasformarsi in un qualcosa che è molto simile al frutto che contiene il seme della nuova Vita, che inizia a plasmarsi già in quella attuale.
Molto presto proporrò un 'servizio' dedicato a questa particolare e profonda ‘tappa’ dello scorrimento esistenziale.
Vorrei far sì che si sentissero meno soli, più valorizzati e ricchi di amor proprio. Vorrei che tornassero ad essere i pilastri portanti delle loro famiglie allargate e sfilacciate.
La via della liberazione di quell’infelice spirito della vecchiaia non passa dal rifiuto delle tradizionali immagini della vecchiaia, ma dalla comprensione del proprio compito biografico originario che consiste nel fare il bilancio, elaborare e perfezionare la propria Vita e nel volgere lo sguardo sul nucleo essenziale interiore.
Da ‘Una nuova cultura dell’invecchiamento’ di Dietrich Kumrow
un passo nella coscienza richiede tre passi nello sviluppo morale.
In essa c’è ‘tutto’, persino la logica frattale, il ‘riflesso’ di quello che ‘si è’ attraverso quello che ‘si fa’.
Un discepolo una volta si lamentava con il maestro: 'Ci racconti delle storie, ma non ci sveli mai il loro significato'.
Il maestro disse: 'Che ne diresti se qualcuno ti offrisse un frutto e lo masticasse prima di dartelo?'.
Nessuno può sostituirsi a te per trovare il tuo significato. Neppure il maestro.
Da ‘Il Canto degli Uccelli’ di Anthony De Mello
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com