Quello che sai, secondo ciò che è in uso pensare… è solo una versione del cosiddetto ‘reale’ (vedi il simbolo della Croce?).
A tal proposito, i concetti di ‘proprietà’ e di ‘moneta’, equivalgono all’utilizzo di un attrezzo, in funzione di una portata ispiratrice relativa ad un ‘problema’ da affrontare. Le civiltà si sono trovate, ben presto, al cospetto della scia derivante dal proprio ‘modo di fare’, osservata, studiata ed analizzata nella sola ottica dell’inconfutabile sostanza della sua problematica sociale.
Il pericolo derivante dal comportamento usuale della società, in toto.
Ma, un simile ‘comportamento’ è stato indotto. È stato desunto a partire dalle linee guida che ispirarono i padri fondatori. In tali linee guida, ancora oggi, si celebra il concetto di ‘diritto’ relativo alla preservazione e tutela di:
proprietà e moneta.
Una tutela sotto mentite spoglie; spoglie apparenti e relative alla difesa dei valori di nascita ed esistenza dell'individuo umano... utilizzati per difendere ben altri valori, che con l'umano hanno ben poco a che vedere.
Due fattori inalienabili e cardini anche dell’attuale società ‘moderna’.
Sembra che una società si possa definire ‘evoluta, equa e solidale’ se abbia in sé fissati i termini del riconoscimento del concetto di proprietà privata e di sistema monetario. A ciò, si connette la definizione susseguente e di moda, di ‘società democratica’.
Un abbaglio.
Una evidente stortura apparente, a giudicare da quanto il ‘demos’, ossia il popolo, possa manifestare la propria intenzione e far valere le proprie decisioni massive e da come riesca a sopravvivere.
Una società che non tuteli la proprietà privata e il sistema monetario, non è una società tutelante il diritto dell’individuo. Vero?
Falso. Perché è proprio questa ‘tutela’ il cancro esteriore, l’effetto pratico derivante dalla propria 'svendita', che affligge la ‘modernità, che altri non è che il passato travestito di Tempo’.
Ciò che pensi, è ciò in cui credi nel tuo più profondo? Non mi riferisco al tuo inconscio, evidentemente invaso, ma alla profondità della tua essenza, luogo nel quale tu sai molto bene, perché ti è assolutamente chiaro ed evidente, che ‘non sei libero’…
La libertà dalla moneta, dal denaro, può davvero ridarti la connessione diretta con la tua Anima.
Jung non aveva problemi di denaro, nel senso che ne aveva in quantità tale da renderlo al di sopra della questione relativa alla propria presunta sopravvivenza, derivante dalla sua scarsità, mentre Freud aveva ben altre origini. Per questo motivo Jung andò oltre e per questo motivo, Freud, rimase fermo al punto in cui la propria ‘fame’ lo aveva condotto e poi obbligato ad arrestarsi per... 'convenienza'.
Il ricatto sottile della scarsità di denaro è nella portata usuale di ogni tuo pranzo e cena.
Tutto quello che sai è frutto di una intenzione altrui.
Il reale ha infinite facce e combinazioni.
Tu stai contribuendo a mantenerne una, al cospetto del Cielo, fissandola a terra attraverso il tuo esempio.
Tu sei un ordinato clone, di questo modello imperante, basato sulla scarsità al fine di poterti dominare.
Anche se tutto ha un senso maggiore, se inquadrato dalla giusta prospettiva, rimani, comunque, in una situazione desolante da osservare e soprattutto da vivere.
Gli agganci energetici sono tali da sottrarti gran parte della ‘possibilità’ di procedere.
Il modello Lsd – Libero e Sovrano Denaro – è la risposta alla tua fame atavica:
agisci secondo passione e ottieni ‘denaro interfaccia’ automaticamente.
Stop. Non serve altro. Non serve rendere complesso, ciò che per sua Natura è semplice. Non 'conviene' a te. La convivenza tra individui, resi famelici, richiede regole, leggi ed ordinamenti, che inevitabilmente sono sempre a favore della classe dominante. Non c’è possibilità democratica lungo questa via.
Non hai speranze. La trama non giunge da te... Cambia trama.
I tentativi di creazione di nuovi circuiti monetari saranno sempre infruttuosi per te e per i tuoi simili, legati a te per destino programmatico.
Le regole e la complessità distruggeranno sempre l’idea di partenza.
Di fronte alle regole codificate in Ucadia... come ti senti?
Molto 'piccolo', vero? Perchè si è scelta ancora la via della complessità, orma che è un marchio riservato di un ben noto modello di dominio... ancora lo stesso.
Il semitono mancante sarà sempre sufficiente a farti desistere. Non a caso il proverbio recita:
chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova.
Nonché, l’amara constatazione del tempo che passa e del futuro che adombra:
Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi lieto, sia:
di doman non c'è certezza…
Lorenzo de Medici
Non c’è solo quello che sai; c’è anche quello che ancora non sai, che non vedi, che non segui o applichi. Ciò che adesso ti sembra impossibile, è in realtà solo ‘scartato’ dalla tua scelta pilotata ed indotta. Non sei davvero tu a ‘contare’. Te ne sei mai reso conto? Pensaci. Quale genere di ‘cose’ puoi decidere tu, direttamente? Sino a dove puoi arrivare? E, poi, puoi sempre scegliere tra quali differenti percorsi? È vera scelta la tua? Tra destra o sinistra e basta?
Ma come puoi non rendertene conto? Come dici? Ah, lo sai? Ho compreso…
È la forza dell’incantesimo che ti trattiene. Certamente è così.
Ma ciò ti basta, vero?
Ti basta essere cosciente di sapere, ma allo stesso Tempo di nulla potere.
Ti va bene così.
In fondo che cosa ti manca? Ma non ti chiedi mai: ‘Che cosa mi perdo?’…
La moneta è un cancro. Lascia perdere ogni senso, legato al fatto che, 'è l’uso che se ne fa che la rende demoniaca' o altro. Essa è e rimane un cancro.
Non ti servirebbe se tu fossi ‘equo’.
Semplicemente scomparirebbe, esattamente come è apparsa dal ‘nulla’, che contraddistingue la consapevolezza da cui è scaturita.
La proprietà è la sua controparte. Non è civile quella società che la garantisce, perché la proprietà è fondata su una corsa antica all’accaparramento selvaggio e violento.
Oggi, si tutela un passato di soprusi ed ingiustizie. Il diritto che regola la proprietà, sancisce quella corsa senza regole al possesso ad ogni costo…
Di cosa hai necessità?
Renditene conto; ne va del tuo Tempo nelle paludi di questo reame.
Anche il concetto di copyright va nella stessa direzione.
Ma, questa è una società che vieta e, al Tempo stesso, vende prodotti tecnologici in grado di clonare.
Mentre, questa, è una citazione estratta da un sito, che vieta di citare il proprio ‘sapere’, difendendosi attraverso il diritto del copyright:
la moneta nella civiltà Etrusca e nell'Italia pre-romana.
Secondo la tradizione e le attestazioni archeologiche, la moneta fu introdotta, nell’ambito del Mediterraneo, in Lidia, una regione costiera dell’Asia Minore, a partire dalla fine del VII secolo a.C.
I sovrani di questa regione cominciarono a coniare piccole monete in elettro (una lega di oro e argento) come strumento di scambio per far fronte alle necessità commerciali naturalmente presenti in un territorio come questo che costituiva un passaggio obbligato tra l’oriente e l’occidente greco…
Link
I suoi diritti sono stati lesi? Suvvia… se viene citata la fonte e rispettato il contesto, che male c’è?
La società umana è pervasa da moti di questo tipo; ognuno legato al vettore della scarsità di denaro. Non si vive ma si corre per sopravvivere. Si cerca di correre più forte degli altri. Si va, ma dove si va?
Quando sei stanco, ti fermi. E allora? Che cosa hai afferrato con la tua corsa? Quale valore aggiunto avrai mai conquistato? Perché sei sempre in guerra?
- Mi chiedo perché siete così arrabbiato?
- Sono arrabbiato da così tanto… che neanche mi ricordo!
- Ma vi ha tenuto in vita, suppongo…
Ironclad
Ecco; stai sopravvivendo, accettando tutto quello che conosci e supponi di sapere. Hai perso di vista il tuo orizzonte nativo, il tuo diritto di sovranità su te stesso.
Pensa: una società che esula o si emancipa dal denaro, perché il denaro – semplicemente – gli cresce nelle tasche per diritto sovrano, in luogo di un comportamento derivante dal 'fare secondo passione', ossia secondo ciò che ‘gli viene meglio’. Senza imposizione alcuna. Abbondanza, secondo ‘giusta misura’, per tutti.
È la ‘giusta misura’ che regola automaticamente l’erogazione di denaro, non la Banca Centrale o i suoi vertici, non ben precisati e precisabili, perché ‘staccati’ dalla base materiale.
Facciamo un passo indietro:
gli Estruschi avevano già un sistema monetario, così come i più antichi Sumeri; per cui il loro ‘sentire’ era già in parte ‘inflazionato’, eppure essi erano molto più vicini alla ‘libertà’, derivante dalla consapevolezza della propria auto conoscenza:
è interessante osservare il netto contrasto fra il concetto cosmico etrusco ed il razionalismo filosofico romano.
Non è strano che una filosofia la quale cerchi, si costruisca e trovi un ordine sociale interamente controllato dalla legge degli uomini - jus romanus, abbia difficoltà ad accettare una concezione della vita fondata sul mistero dell’esistenza e l’incredibile arbitrarietà delle forze naturali, il cui significato simbolico e pratico abbia dirette conseguenze per l’uomo.
Seneca ha molto concisamente formulato la differenza fondamentale tra il pensiero romano e quello etrusco nelle sue Questiones Naturales:
'Noi (cioè i filosofi romani) pensiamo che le nuvole si scontrino e così nascano i lampi.
Gli Etruschi invece credono che le nuvole si scontrino con l’intenzione di provocare i lampi' (quindi utili agli uomini come prodigi).
Furuhagen 1985: 151
Gli Etruschi, quindi, vedevano un’altra causalità nella vita e nella natura, l’habitat della vita: tutto ciò che avveniva aveva un fine, erano segni prodigiosi ed interpretabili, inviati dagli dei agli uomini.
L’opinione degli Etruschi non era meno logica di quella di Seneca, ma semplicemente diversa nei suoi punti di partenza.
Non credendo nelle potenze divine, queste forze naturali supreme ed indipendenti, i filosofi romani e greci erano costretti ad accettare il Caso, come ragione degli eventi - per gli Etruschi il Caso non esisteva.
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Osserva un modo di ‘vedere’ diverso dal tuo; diverso ma non ‘assurdo’e, comunque, non giudicabile attraverso l'adesso.
Cardo e Decumano.
L'architettura sacra, la scienza dei costruttori, indica come prima operazione per stabilire la base per la costruzione del Tempio, la determinazione del Cardo il cosiddetto ‘punto dell'Alto’, seguita poi dalla logica deduzione del ‘punto del basso’ o Decumano.
Il Punto Fisso, il Pernio, il centro attorno al quale pare roteare l'intero Universo, in latino si chiama Cardo, dal quale per estensione, deriva il Cardine, l'Asse del mondo, l'Asse Polare, che congiunge il cielo e la terra, l'Alto e il Basso.
Il Polo Nord e l'Asse del Mondo sono stati fin dalla più alta antichità simbolo del Capo, dell'Imperatore, del Pontefice e del suo Trono che rappresentava l'espressione del Potere ordinatore e governatore della Saggezza divina, il trait d'union tra il Cielo e la Terra.
‘Cardo’ deriva dalla medesima radice indoeuropea kerd, krd, dalla quale origina il vocabolo greco kardia, quello latino cor-cordis, il cuore, il centro vitale, la sede della mente e dell'intelligenza, dell'amore e dell'anima, il luogo di trasparenza tra l'umano e il divino, il Tempio interiore e porta del cielo.
Il significato di cuore-centro pulsante di vita e di luce, sede invisibile di un potere ordinatore superiore, riconduce al simbolismo arcaico dell'isola di vetro, la misteriosa terra nord boreale dove risplende il Sole di Mezzanotte, il luogo d'origine della Razza Eletta.
Dalla radice sanscrita kar kr, 'creare' e 'sapere' (kar = gar) ad un tempo, (Giov.1,3) deriva kara, sostantivo che indica l'Agente che causa, e il verbo greco krai-no, creare, governare, sovrastare, significati che completano il valore intrinseco del radicale KR, che designa un luogo e un tempo che sono un sol punto dal quale spazio e tempo traggono la loro stessa origine, tempio di una sapienza e di un potere che causa e governa, che crea e trasforma, il polo immutabile o pernio del Mondo che tutto domina e sovrasta, il punto d'origine, l'Uno-Unità.
La seconda operazione per stabilire il Tempio era quella di tracciare il Decumano.
La radice della parola arcaica decumanus (Decumus) si può identificare nel sanscrito Dac, 'venerare la Divinità', da cui Daca(n), che in greco si dice Deca.
L'idea di compiere un ministero religioso, un'azione rituale sta quindi alla base del significato concettuale del termine Decumanus…
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Il simbolo della Croce...
Il luogo d'origine della Razza Eletta.
Alla più grande storia piace narrare di se stessa, in ogni circostanza ed in maniera circostanziata, secondo la proprietà frattale dell’energia… secondo ‘giusta misura’.
La Verosomiglianza è sua figlia; colei che ti parla adesso…
Il Nucleo Primo, con ‘Filtro 3d’ acceso, è quel filo regolatore della tua Vita.
Esso sussurra e tu agisci, per ispirazione. Esso è umano, come te… ma diversamente da te, non si 'resetta' ogni volta, perchè è organizzato e coeso. Esso va sempre ‘avanti’, lungo la propria direzione preimpostata e monca di consapevolezza allargata:
funzione di una funzione.
Oltre al concetto stesso di ‘caos’.
La modernità di un pensiero antico.
Geni, furie, demoni, anime umane assunte a divinità - aisna Hinthu:
una concezione del mondo totalmente estranea al pensiero dell’uomo moderno o solo una simbologia arcana, un linguaggio poetico legato ad una cultura ed un’epoca storica diverse dalla nostra, ma ad esprimere la stessa ricerca affannosa di risposte a quesiti esistenziali di sempre?
Specialmente noi occidentali ci siamo creati, attraverso lo sviluppo esasperato di una tecnologia sempre più avanzata, tutto un universo in gran parte artificiale o virtuale, a darci la piacevole quanto ingannevole illusione d’essere padroni dell’esistenza, di saperne capire significato e finalità.
Viviamo ed agiamo come se conoscessimo o addirittura potessimo cambiare queste leggi intrinseche della natura, che tengono unito tutto il cosmo - sia macro che micro.
Negli Etruschi incontriamo un modo opposto di pensare:
la vita e le forze che la regolano costituiscono un enigma, un insieme di processi che non ci è dato di capire nella loro essenza, né, tanto meno, di dominare, ma dei quali dobbiamo semplicemente cercare di venire a capo a livello pratico.
Il concetto di giustizia come 'armonia'.
Le regole per l’organizzazione sociale, politica e militare della nazione etrusca erano sanzionate dagli scritti sacri.
Il concetto etrusco della giustizia fu direttamente influenzato dagli insegnamenti religiosi ed ogni infrazione alla legge considerata una bestemmia, un reato contro il sacro ordine cosmico.
È giunto fino a noi un unico frammento dei Libri Rituales, il quale ci fa intravvedere come gli Etruschi concatenassero la società degli uomini con le potenze eterne dell’universo in un sentimento ecologico davvero globale.
Sappiamo come i 'geometri' etruschi misurassero la terra in templa e la seguente citazione fa parte di una raccolta di saggi latini sull’agrimensura, chiamati appunto Agromatici latini - la ninfa Vegoia parla con l’aruspice Arus Veltimnus e dice:
'Tu devi sapere che (alla creazione) il mare fu separato dalla terra.
Quando Tinia scelse l’Etruria come sua terra, decise che dovesse venire misurata e le proprietà delimitate l’una dall’altra.
Conoscendo l’avidità umana e con quanta brama gli uomini desiderassero la terra, volle che si alzassero segni di confine.
Chiunque tocchi o muova questi segni per accrescere la propria terra a spese del vicino, sarà stato severamente punito dagli dei.
Se lo faranno i suoi schiavi, saranno venduti a un padrone peggiore.
Ma se succede col tacito consenso del proprietario, allora la sua casa sarà in breve distrutta e la sua famiglia rovinata.
Chiunque commetta un tale delitto sarà colpito da terribili malattie, il suo corpo sarà coperto di piaghe ed i suoi lembi diventeranno paralizzati.
La terra sarà scossa da tempeste e turbini, il frutto della terra rovinato e abbattuto da grandine e pioggia, distrutto dall’arsura dell’estate e morirà malato. Grande disaccordo esploderà nel popolo.
Devi sapere che tutto questo vi accadrà se vi farete colpevoli di questi delitti.
Perciò non ingannate mai e non agite dietro le spalle del prossimo.
Lasciate che la dottrina sacra viva nel vostro cuore'.
Di Martino 1982: 125
Un documento rimarchevole e prezioso che dimostra una profonda etica.
Quando gli uomini si comportano in maniera sbagliata, non è solo un reato contro l’ordine sociale, ma un peccato contro gli dei stessi: la punizione non arriverà, quindi, dalle autorità civili della società, ma direttamente dagli dei, gli strumenti dei quali sono le forze naturali.
Lo stesso diritto di proprietà, fondamentale per la pacifica coesistenza fra individui e nazioni, non è più una convenzione sociale umana, ma celeste.
Gli Etruschi vivono.
Gli Etruschi formularono una teologia molto più elaborata e dettagliata, sia dei Greci che dei Romani, e costruirono una prassi religiosa tanto più complessa e raffinata.
Le loro teorie sull’universo, visto come templum, sacro perchè popolato dalle potenze divine della vita, furono decisive per la loro vita sociale.
La profonda convinzione etrusca, che fenomeni opposti a, o divergenti dall’ordine naturale delle cose fossero sintomo di uno squilibrio nell’universo e, quindi, segno della disgrazia 'divina', aspetta solo di essere riscoperta e rivalorizzata.
Così come il saper riconoscere il sacro anche nei piccoli eventi quotidiani: i lupi che si mettano ad ululare sulle montagne, uno stormo di uccelli che si posi ad un tratto su un tetto.
Quella loro continua ricerca a ridare armonia all’ordine del creato, a cercare di riparare o, ancora meglio, prevenire i danni così spesso, consciamente ed inconsciamente, causati dalla stupidità, avidità e malvagità umana, quell’affannoso voler ristabilire la pax deorum, equilibrio nel cosmo, armonia di mente e di cuore, che è il fine di ogni forma di esistenza...
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Nota il potere dell’attuale paradigma e quanto sia radicato tanto nel passato quanto nell’oggi:
lo stesso diritto di proprietà, fondamentale per la pacifica coesistenza fra individui e nazioni, non è più una convenzione sociale umana, ma celeste...
Ciò che è fondamentale, è la tua osservazione dei ‘codici’ scritti, per fissarti saldamente al suolo.
Esiste una struttura di controllo visibile ed invisibile:
Crisi: Patuelli, inviato ai saggi documento programmatico Abi.
Il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, ha inviato oggi ai dieci saggi nominati dal presidente della Repubblica il documento ‘Crescita, produttività e occupazione: le sfide che l'Italia ha di fronte’.
Si tratta, recita una nota, di un documento programmatico con cui il mondo bancario sottolinea l'urgenza di intervenire per spezzare la spirale di negatività, che si sta scaricando sulle imprese, le famiglie, le banche e l'intera economia.
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Questa è una recita, un rituale… è una continuazione per incoronamento continuo del principio che ti ha.
Se tu non dici nulla, allora significa che va tutto bene, no?
Ecco chi è il banchiere più potente del mondo.
Viene dalla Cina e dai mercati è considerato il banchiere più potente del mondo. Si tratta di Zhou Xiaochuan, governatore della Banca del Popolo cinese (Pboci), appena riconfermato dal governo…
La riconferma della carica, scrive Foreign Policy, gli darà modo di portare a termine il compito sul quale lavora da anni, quello di rendere la Cina una potenza economica mondiale, una realtà che perdura ormai dal 2010, quando é riuscita a superare un'altra potenza economica asiatica, il Giappone.
Un'ottima situazione che però - scrive sempre FP - affinchè perduri sarà necessario 'strappare il potere e l’influenza ad alcuni leader politici del paese per costruire un sistema finanziario in grado di sostenere a pieno le lezioni dei banchieri centrali'.
Creata nel 1948, la Pboci non é stata la banca centrale cinese fino al 1995. Oggi svolge una vasta gamma di attività per il governo cinese, quali gestione dei tassi di interesse e le politiche di cambio. In questo sistema, la figura di Zhou é molto diversa da quella degli altri governatori mondiali:
per molti anni il suo ruolo é stato puramente quello di un tecnico, pronto a svolgere mansioni che arrivavano dall'alto e prendendo importanti decisioni in materia economica e finanziaria assieme allo Stato e ad un Comitato appositamente incaricato.
Un legame, quello tra Stato e banca, poco chiaro agli occhi degli occidentali, ma che si basa principalmente sul principio di autoconservazione del Paese.
Foreign Policy prova a spiegarlo così:
'Il sistema cinese, come ogni governo, ha una vasta gamma di strumenti che può utilizzare per influenzare l’economia e si adopera per realizzare l’obiettivo generale dello Stato: l’autoconservazione.
La leadership del Partito Comunista cinese ha una sorta di accordo con il miliardo di cittadini ovvero ‘lasciateci il potere e vi garantiremo una rapida crescita che si tradurrà in un tenore di vita migliore’.
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- costruire un sistema finanziario in grado di sostenere a pieno le lezioni dei banchieri centrali
- una vasta gamma di strumenti che può utilizzare per influenzare l’economia
- si adopera per realizzare l’obiettivo generale dello Stato: l’autoconservazione.
Quali ‘lezioni’ hanno impartito i banchieri centrali?
Come hanno influenzato le persone?
L’autoconservazione del 'potere' è il motivo della tua sopravvivenza.
Il Nucleo Primo ambisce al suo continuum Spazio Temporale; ogni sua azione va in questo senso e tu, volente o nolente, sei sul suo cammino, perché esso non può prescindere da te.
Ti può annichilire in ogni modo, questo sì, però.
La crisi? Tutta colpa della ‘stupidità funzionale’.
Contravvenendo alla favola di Esopo che da oltre due millenni contrabbanda come conveniente la condotta lavorativa della formica nei confronti di quella della cicala, uno studio condotto dalla società di consulenza e di collocamento statunitense Leadership IQ sembra ribaltare, su una prospettiva di breve termine, le più lapalissiane teorie sull’efficienza lavorativa.
Secondo questo studio i cosiddetti ‘low performer’ sarebbero gli impiegati più soddisfatti all’interno di un’azienda, i più felici fra le mura domestiche, i meno stressati e i più propensi a parlare bene della propria azienda a potenziali clienti, consumatori e futuri colleghi.
Perché? Essendo considerati dei low performer, a loro vengono attribuiti i compiti più facili, dunque con maggiore possibilità di successo. Inoltre, proprio in virtù della scarsa considerazione di cui godono, è paradossalmente più facile che vengano elogiati da dirigenti e superiori.
Al contrario, i dipendenti più devoti e capaci sono maggiormente stressati e si sentono sottovalutati, questo perché verso di loro le aspettative sono altissime. Su un periodo di medio-lungo termine la sclerotizzazione di questa situazione (con l’incapacità della dirigenza di gratificare anche i più meritevoli) può portare a risultati estremamente negativi per le aziende, per esempio con la ‘fuga dei cervelli’ di coloro che si sentono meno valorizzati.
Mats Alvedsson, professore della scuola di Economia e Management dell’Università di Lund, ha proposto recentemente una teoria secondo la quale il mondo dell’impresa sarebbe vittima di 'una stupidità strutturale' che renderebbe i dipendenti di organizzazioni e aziende incapaci di 'mettere in discussione le decisioni, le strutture e visioni'.
Nello studio, condotto da Alvedsson insieme al collega André Spicer e pubblicato sul Journal of Management Studies, viene esposta la teoria della 'stupidità funzionale' che, paradossalmente, aumenterebbe la produttività di una organizzazione. Come?
Non ponendosi criticamente davanti ai compiti loro affidati, i lavoratori ci si adoperano con entusiasmo e senza sollevare questioni:
la produzione è teoricamente più lineare ma il rovescio della medaglia è che ci possono essere problemi causati proprio da questa mancanza di spirito critico…
'La stupidità funzionale è preminente nelle economie che sono dominate tramite una persuasione che utilizza immagini e la manipolazione simbolica' spiega Mats Alvesson. Insomma più pensiamo di essere intelligenti e consapevoli, maggiori sono i rischi di essere vittime della stupidità funzionale.
E anche le tecnologie che ci alleviano l’atavica fatica di ricordare danno il loro contributo. Qualche anno fa Clay Shirky sconvolse il dibattito sulle nuove tecnologie con il suo saggio Internet ci rende stupidi?, sottolineando ciò che la Rete sottraeva alle funzioni cognitive, più che magnificare ciò che aggiungeva alla conoscenza di ognuno.
Forse, invece, di perdersi nei massimi sistemi, l’autocritica delle stanze dei bottoni dell’economia mondiale dovrebbe fare analisi ben più pragmatiche e interrogarsi su cause molto più tangibili. Abbiamo dato troppe cose come scontate? Abbiamo sopravvalutato la nostra intelligenza compiendo scelte stupide?
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La ‘stupidità funzionale’ è implicita nell’ordine sottile irraggiato per la società globale e deriva dalla presenza drenante del Nucleo Primo, la cui traccia è tutto quello che limita la tua libertà reale.
La moneta e la proprietà sono due delle maggiori limitazioni di cui ‘godi’.
Due zavorre travestite da diritti.
Carburanti, Gdf: accertato ‘rialzo fraudolento prezzi’ da compagnie petrolifere.
La Guardia di Finanza di Varese ha comunicato oggi in una nota di aver accertato 'il rialzo fraudolento dei prezzi dei carburanti attraverso manovre speculative' da parte di alcune compagnie petrolifere a danno degli utenti finali, nell'ambito di un'inchiesta che vede coinvolte Shell, Tamoil, Eni, Esso, TotalErg, Q8 e Api…
A proposito della nota della Gdf secondo cui 'sarebbe già stata accertata l'esistenza di reati, le aziende, nella consapevolezza di avere sempre pienamente rispettato le norme di legge vigenti, esprimono incredulità e profondo sconcerto relativamente sia alle gravi accuse riportate in tale comunicato, sia al travisamento del reale stato di avanzamento delle indagini', si legge in una nota dell'Unione petrolifera (Up)…
Al termine delle indagini, spiega la nota, il gip del Tribunale di Varese ha riconosciuto 'l'esistenza di un rialzo fraudolento dei prezzi dei carburanti attraverso manovre speculative commesse dagli organi apicali delle compagnie petrolifere'.
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Ma va?
Non lo sapevi? Ma certo che lo sai? Solo che non puoi fare nulla per dimostrarlo. E allora? Allora ti adegui per tacito consenso, continuando a fare quello che sei costretto a fare:
lavorare come uno schiavo. Non importa se sei un manager o un operaio, sei comunque uno schiavo, perché il tuo Tempo ti è stato portato via, senza che tu abbia potuto dire nulla a tal riguardo…
Anzi, sei stato tu a ricercare la situazione che ti avrebbe ‘spolpato vivo’, per mancanza di alternativa.
Il ciclo si chiude. Il ciclo si apre… con dentro il principio virale che passa tranquillamente.
La mafia che si ricicla nelle rinnovabili.
Il maxi sequestro di oltre un miliardo e trecentomila euro di beni confiscati stamattina a Vito Nicastri, detto 'il re delle rinnovabili', è solo una piccola vittoria che la Dia (Direzione Investigativa Antimafia) può affermare sul nuovo business della mafia e della criminalità organizzata in genere:
le fonti rinnovabili.
Inizialmente poco considerato, negli ultimi dieci anni il boom delle fonti energetiche alternative ha fatto gola a tutti. Anche alla mafia, che ha subito visto in questo settore emergente un'opportunità per fare guadagni e contemporaneamente riciclare il denaro proveniente da traffici illeciti.
Non più - o meglio non solo - l'ecomafia delle discariche abusive e dell'abusivismo edilizio, ma una vera e propria holding che investe in un settore pulito e proficuo.
Rovinandolo e speculandoci su, attraverso un connubio pericoloso con la politica locale - e nazionale - con le banche, le società e le imprese di settore su tutto il territorio, dalla Lombardia alla Calabria, passando per Puglia, Sardegna, Sicilia e Lazio…
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Ti rendi conto di 'dove vivi'? Accade tutto con il tuo consenso indiretto...
Ora, dopo tutto questo lungo discorso, c’è da prendere atto di questo, ricordando anche l'ambito della dorsale oceanica, affrontato qualche Tempo fa, ed agganciandolo all'esistenza fisica del Nucleo Primo:
Nel 1924 apparve a Parigi un singolare libro di Ferdinand Ossendowski, dal titolo 'Bestie, uomini e dei'.
Vi si raccontava un avventuroso viaggio nell'Asia centrale, nel corso del quale l'autore affermava di essere venuto in contatto con un centro iniziatico misterioso, situato in un mondo sotterraneo le cui ramificazioni si estendono ovunque:
il capo supremo di questo centro era detto Re del Mondo.
René Guénon (1856-1951) prese spunto da tale pubblicazione per mostrare, in questo breve e splendido libro, come, dietro alle confuse narrazioni di Ossendowski e di altri scrittori, si profilassero dottrine e miti immemoriali, di cui si ritrovavano tracce dal Tibet (con la sua nozione dell'Agarttha, la terra 'inviolabile') alla tradizione ebraica (con la figura di Melchisedec e della città di Salem), e così anche nei più antichi testi sanscriti, nel simbolismo del Graal, nelle leggende sull'Atlantide e in tanti altri miti e immagini.
A mano a mano che si svelano questi rapporti, siamo còlti come da una vertigine:
con pochi e sobri gesti Guénon riesce a mettere in contatto tali e così diverse cose che alla fine ci troviamo dinanzi a una sterminata prospettiva, che traversa tutta la storia fino a oggi, dalle origini inattingibili della Tule iperborea fino all'occultamento del centro iniziatico nella nostra 'età nera', il 'Kali-Yuga'.
In poche pagine, e tutto per immagini, Guénon disegna dunque la linea della trasmissione della Tradizione primordiale, sicché questo libro potrà valere per molti come introduzione al pensiero di un maestro solitario e indispensabile del nostro tempo…
Vi troviamo innanzitutto, cosa che poteva parere inverosimile anche in Saint-Yves, l'affermazione dell'esistenza di un mondo sotterraneo, le cui ramificazioni si estenderebbero dappertutto, sotto i continenti e anche sotto gli oceani, e per mezzo del quale si stabilirebbero invisibili comunicazioni fra tutte le regioni della terra…
Citeremo in proposito la storia di una 'pietra nera' inviata un tempo dal 'Re del Mondo' al 'Dalai-Lama', poi trasportata a Urga, in Mongolia, e scomparsa circa cento anni fa:
ora, in molte tradizioni le 'pietre nere' hanno un ruolo importante, da quella che era il simbolo di Cibele fino a quella incastonata nella 'Kaabah' della Mecca...
Il titolo di 'Re del Mondo', inteso nella sua accezione più elevata, più completa e insieme più rigorosa, viene attribuito propriamente a 'Manu', il Legislatore primordiale e universale il cui nome si ritrova, sotto forme diverse, presso numerosi popoli antichi; ricordiamo soltanto, a questo proposito, il 'Mina' o 'Menes' degli Egizi, il 'Menw' dei Celti e il 'Minosse' dei Greci.
Tale nome, del resto, non indica un personaggio storico o più o meno leggendario.
Esso designa, in realtà, un principio, l'Intelligenza cosmica che riflette la Luce spirituale pura e formula la Legge ('Dharma') propria delle condizioni del nostro mondo o del nostro ciclo di esistenza; ed è, al tempo stesso, l'archetipo dell'uomo considerato specialmente in quanto essere pensante (in sanscrito 'mƒnava')…
L'idea di un personaggio che è sacerdote e re al tempo stesso non è molto comune in Occidente, benché, proprio all'origine del Cristianesimo, essa sia rappresentata in modo assai evidente dai 'Re Magi'; ancora nel medioevo il potere supremo (stando per lo meno alle apparenze esteriori) era diviso fra il Papato e l'Impero.
Tale separazione può essere considerata il segno di un'organizzazione incompleta al vertice, se così possiamo esprimerci, poiché non vi appare il principio comune da cui procedono e dipendono regolarmente i due poteri; dunque il vero potere supremo doveva trovarsi altrove...
Le tradizioni riguardanti il 'mondo sotterraneo' si ritrovano presso moltissimi popoli; non abbiamo intenzione di ricordarle tutte, anche perché alcune di esse non sembrano avere un rapporto diretto con l'argomento di cui ci occupiamo. Tuttavia si potrebbe osservare, in linea generale, che il 'culto delle caverne' è sempre connesso all'idea di 'luogo interiore' o di 'luogo centrale', e che il simbolo della caverna e quello del cuore, sotto questo aspetto, sono assai vicini l'uno all'altro…
L'Agarttha, si dice, non fu sempre sotterranea, né lo rimarrà per sempre; verrà un tempo in cui, secondo le parole riportate da Ossendowski, 'i popoli di Agharti usciranno dalle loro caverne e appariranno sulla superficie della terra'.
Prima della sua scomparsa dal mondo visibile, il centro portava un altro nome perché, a quell'epoca, quello di Agarttha, che significa 'imprendibile' o 'inaccessibile' (e anche 'inviolabile', poiché è il 'soggiorno della Pace', 'Salem'), non sarebbe stato adatto; Ossendowski precisa che il centro è divenuto sotterraneo 'più di seimila anni fa', data che corrisponde con sufficiente approssimazione all'inizio del 'Kali-Yuga' o 'età nera', l'età del ferro degli antichi Occidentali, l'ultimo dei quattro periodi nei quali si divide il 'Manvantara';
la sua ricomparsa deve coincidere con la fine di tale periodo.
Abbiamo detto prima che tutte le tradizioni alludono a qualcosa di perduto o di nascosto, che viene rappresentato con simboli diversi; se preso in senso lato, cioè concernente l'umanità terrestre nel suo insieme, questo si riferisce appunto alle condizioni del 'Kali-Yuga'.
Il periodo attuale è dunque un periodo di oscuramento e di confusione; le sue condizioni sono tali che, finché persistono, la conoscenza iniziatica deve necessariamente rimanere nascosta; da qui il carattere dei 'Misteri' dell'antichità detta 'storica' (la quale non risale neppure all'inizio di tale periodo) e delle organizzazioni segrete di tutti i popoli: organizzazioni che conferiscono una iniziazione effettiva là dove sussiste ancora una vera dottrina tradizionale, ma non ne offrono che l'ombra quando lo spirito di tale dottrina ha cessato di vivificare i simboli, che ne sono soltanto la rappresentazione esteriore, e questo perché, per ragioni diverse, ogni legame cosciente col centro spirituale del mondo si è ormai spezzato;
tale è il significato più specifico della perdita della tradizione, quello concernente in particolare determinati centri secondari che cessano di essere in rapporto diretto ed effettivo col centro supremo…
Attualmente in Europa ogni legame cosciente col centro per mezzo di organizzazioni regolari è interrotto, e così è da molti secoli; tale rottura, però, non è avvenuta tutt'a un tratto, ma in varie fasi successive…
Nel periodo attuale del nostro ciclo terrestre, cioè nel 'Kali-Yuga', questa 'Terra Santa', difesa da 'guardiani' che la nascondono agli sguardi profani garantendone tuttavia certe relazioni esterne, è di fatto invisibile, inaccessibile, ma soltanto per coloro che non possiedono le qualificazioni richieste per penetrarvi.
Ora, la sua localizzazione in una determinata regione deve essere considerata come letteralmente effettiva, oppure soltanto simbolica, o l'una e l'altra cosa insieme? A tale domanda risponderemo semplicemente che, per noi, i fatti geografici e quelli storici hanno, come tutti gli altri, un valore simbolico che, del resto, non toglie nulla della loro realtà propria in quanto fatti, e anzi conferisce loro, oltre a questa realtà immediata, un significato superiore…
Il Re del Mondo - René Guénon.
Tutto ciò segue il filo narrante presente in SPS.
Mito e realtà condensati insieme.
La Pietra Codificata è autenticamente connessa al genere umano e mantiene aperto uno stargate verso il ‘Cielo’, sino a quando la Terra sarà nella sua fase di bozzolo, essendo il suo karma.
Poi, la vicenda si colorerà d’altri aspetti, per coloro che ‘andranno con la Terra’, mentre gli altri si trasferiranno di piano, ciclando con le 3d.
Il simbolo dell'Omphalos poteva essere posto in un luogo che fosse semplicemente il centro di una determinata regione, centro spirituale, del resto, più che geografico, benché in particolari circostanze i due possano coincidere; ma, in tal caso, quel punto era veramente, per il popolo che abitava la regione considerata, l'immagine visibile del 'Centro del Mondo', così come la tradizione propria di quel popolo non era che un adattamento della tradizione primordiale sotto la forma che meglio conveniva alla sua mentalità e alle sue condizioni di esistenza.
Il più conosciuto, generalmente, è l'Omphalos del tempio di Delfi, il quale era davvero il centro spirituale della Grecia antica; senza insistere su tutte le ragioni che potrebbero giustificare tale asserzione, faremo notare soltanto che proprio là si riuniva, due volte all'anno, il consiglio degli Anfizioni, composto dai rappresentanti di tutti i popoli ellenici, che costituiva, del resto, l'unico legame effettivo fra quei popoli, legame la cui forza risiedeva appunto nel suo carattere essenzialmente tradizionale.
L'Omphalos, di solito, era materialmente rappresentato da una pietra sacra, che spesso viene chiamata 'betilo'; questa parola, probabilmente, non è altro che l'ebraico 'Beith-El', 'casa di Dio', il nome che Giacobbe diede al luogo in cui il Signore gli si era manifestato in sogno:
'E Giacobbe si svegliò dal sonno e disse:
Sicuramente il Signore è in questo luogo e non lo sapevo. E fu spaventato e disse: Questo luogo, come è terribile! Esso è la casa di Dio e la porta dei Cieli. E Giacobbe si levò presto al mattino, e prese la pietra che gli era servita da capezzale, la eresse come un pilastro, e versò olio sulla sua sommità (per consacrarla). E diede a quel luogo il nome di 'Beith-El'; ma il primo nome di quella città era Luz'.
Abbiamo già spiegato il significato della parola 'Luz'; si dice poi che 'Beith-El', 'casa di Dio', divenne 'Beith-Lehem', 'casa del pane', la città in cui nacque Cristo; in ogni caso, la relazione simbolica esistente fra la pietra e il pane è degna di molta attenzione.
Bisogna notare inoltre che il nome di 'Beith-El' non viene attribuito soltanto al luogo, bensì alla pietra stessa:
'E questa pietra, che ho eretta come un pilastro, sarà la casa di Dio'.
È la pietra, dunque, che deve essere propriamente l'abitacolo divino ('mishkan'), secondo la designazione che sarà data più tardi al Tabernacolo, cioè alla sede della 'Shekinah'; tutto ciò si ricollega naturalmente alla questione degli 'influssi spirituali' ('berakoth') e, quando si parla del 'culto delle pietre', che fu comune a tanti popoli antichi, bisogna rendersi conto che tale culto era rivolto non alle pietre, ma alla Divinità che in esse risiedeva.
Il Re del Mondo - René Guénon.
Interlacciando anche il grande lavoro di Sitchin e togliendo il 'Filtro 3d', 'Manu' diventa 'Anu', signore degli Anunnaki e il Nucleo Primo diventa il Connubio. Approfondiremo più avanti...
In generale ed in definitiva - renderti consapevole:
dipende da te.