A cosa “dovresti” (devi) dire di no? A quante “cose”? Beh… perlomeno a tutte quelle che ti fanno “male”. Ossia? Definisci: “male”…
Che cosa è per te, “male”? Il male è uno stato dell’essere. Il male è, però, anche un dolore di pancia…
il tuo complesso.
Qualcosa che (s)fugge persino a te stesso. Sino a dove, arrivi? Le tue “estremità” che cosa sono in grado di raggiungere?
Non “dove” ma… “cosa”…
Ciò che percepisci, relativamente al tutto, è qualcosa che spazia tra il caos e l’ordine più assoluto. Dipende, questo tuo sentire, dal “come stai”, dal “come ti senti”? Oggi “bene”, ieri “male”… domani?
Se la tua “attenzione&sensibilità” dipende, ormai, da una pressione organica interna – ad esempio – sul fegato (per via dei troppi zuccheri introdotti attraverso la “dieta”)… beh, capisci da solo che le tue più alte “vette” (ri)sentono dei “tuoi” più bassi istinti (perchè, ad esempio, ti nutri... così?).
Sì... perchè si tratta di (ri)cordare e, non, di... progredire, (ad)divenire, etc.Se non (ri)esci a resistere di fronte ad una scatola di biscotti al cioccolato e te la mangi tutta o con regolarità, unitamente al resto della tua alimentazione… come puoi, di (con)seguenza, essere pronto alla migliore decodifica “ambientale”? Se stai “organicamente male”… come puoi espandere la tua capacità di (ri)cordo?