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venerdì 14 novembre 2014

Arte allo stato puro.


Sandman
Volendo essere molto sintetici, i frattali servono a trovare una nuova rappresentazione che parta dall'idea di base che il piccolo in natura non è nient'altro che una copia del grande…
Benoît Mandelbrot
Il piccolo in natura non è nient'altro che una copia del grande... (un concetto molto ma molto... "pericoloso, per lo status quo", per tutto quello che sai e per la fiducia che riponi nel "tuo" futuro).
Infatti, se "il piccolo è così misero, come vedi nell'attuale società umana", allora... come può essere il "grande", da cui il "piccolo" (de)riva? Sei su/in una via controllata a monte, dalla sua "origine" (e lo puoi comprendere bene, come e quanto/quando vuoi. Basta che ti guardi attorno ma, con "fare diverso dal solito"; senza "paraocchi" e senza paura)...
SPS ha approfondito in leggerezza (senza patemi d’animo, né di tempo, né in termini di aspettative), in questi cinque anni, l’ambito frattale del tutto, portando alla luce o ridando luce a ciò che, ha sentito, di poter e dover chiamare “Analogia Frattale”:
un modo prospettico auto osservativo, che unisce tutto – potenzialmente – attraverso l’applicazione di una semplice constatazione (auto esperimentabile in ogni istante, a partire da ciò che è più vicino e comprensibile):
le “cose”, ogni genere di “cose”, si ripetono nella sostanza anche se non nell’apparenza.
Ogni “cosa” è ricavabile a partire da qualsiasi situazione (d)entro alla quale si versa. Ciò lo è, come già enunciato, a livello potenziale… perché il proprio status s’interpone (fa da filtro) alla lucidità necessaria affinché si possa ben applicare la legge d’Analogia Frattale.
Tutto è “democratico” ed aperto ma la… “visione”, dipende dal livello di auto intrattenimento ed auto suggestione, che ogni individuo reca con/in sè, nell’attimo “ora”.

giovedì 21 aprile 2011

Chi è l'Infelicità?




Come si fa a pensare che l’Amore possa dissolversi… Così! Scomparire all’improvviso. E i baci, le carezze, le speranze… L’Amore! E io non ci credo. No! Io credo invece, sia rimasto sepolto, soffocato sotto una grande quantità di interferenze, intrusioni, pressioni di ogni genere, che nulla hanno a che vedere con l’Amore. Io credo che sia proprio così.  

Ma non sarà che quando due persone si amano, fanno paura? A chi? All’infelicità! 

L’infelicità sembra diventata il motore del mondo. Rende parecchio. Due persone divise spendono più di due unite. Due case, due automobili, due lavatrici, due dentifrici… Tutto doppio! Anche l’infelicità! 

Attenzione, le persone infelici spendono di più perché… hanno bisogno di premiarsi.. Naa. No. Così non va... Ora io mi trovo in un certo imbarazzo. Dovrei celebrare questo Matrimonio ma… con quale consapevolezza? Con quale coscienza? Quella dei loro ‘sì’? E quanti saranno lì a rispondermi? 

Quante voci, comportamenti, esperienze… ci sono dentro a quei due? 

Due sole, o quattro, otto, dieci, cento, mille? Purtroppo io, oggi, dei loro ‘sì’ non me ne faccio più niente…”.
Estratto dal film ‘Casomai’ con Stefania Rocca e Fabio Volo

Materializzare un certo tipo di ‘cose’, porta la massa a pensare secondo quelle ‘cose’, di modo che la massa co creerà, in seguito, un Mondo basato su quelle ‘cose’.

Le ‘cose’ sono dei campioni da seguire: degli status symbol, degli Archetipi, dei modelli, una tendenza, una moda, una legge, un codice, un’abitudine, una tradizione come le ‘radici che non gelano’ di Tolkeniana memoria,  una credenza, un esempio, un fac-simile, una ideologia, un ‘comportamento’ come ad esempio l’educazione ma anche la famiglia, il matrimonio, la religione, l’orientamento politico o sportivo,  etc.

Ora: Chi crea quelle ‘cose’? Chi le concepisce? E con quale intento? Perché?

Da ‘Chi’ nasce l’ispirazione? E dove ‘È’ questo ispiratore?

Senza rispondere a queste domande il ‘cerchio’ rimarrà sempre aperto, il cane si mangerà sempre la coda. La domanda ‘è nato prima l’uovo o la gallina’ rimarrà sempre nell’oblio. Perché? 

Perché sfugge sistematicamente qualcosa. 

Quell’elemento ‘cardine’ in grado di ordinare e polarizzare la comprensione dei fenomeni e di rendere consapevoli e con una direzione da seguire

Senza rispondere a quelle domande siamo come 'chiusi in un circuito aperto'. 

Le estremità non collimano mai. Ci sfugge sempre qualcosa. È la famosa ‘coperta troppo corta’. È il ‘soggetto’ che ha innescato un ciclo e si è poi tolto di mezzo, pur controllando sempre il ripercuotersi del proprio intento, come un’eco senza fine, una ridondanza o un ciclo infinito di specchi e riflessi. 

Senza questo ingrediente segreto, la 'ricetta' risulta sempre imperfetta: o troppo salata o senza sale.

Un Mondo basato sulle stesse ‘visioni’ come sarebbe? Esattamente come quello che stiamo creando: questo in cui viviamo. Dunque un Mondo reale e concreto: quello che calpestiamo ogni giorno della nostra Vita. Ciò equivale a dire che non stiamo scrivendo di ‘fantasia’ pur scrivendo di argomenti ‘esoterici’. 

Cioè? 

Ecco che l’ambito non percepito come reale si trasforma in un qualcosa di perfettamente tangibile. È sufficiente osservare se stessi mentre si vive nella routine giornaliera. La routine non è solo quella forza che spinge a fare sempre le 'stesse cose' in maniera ormai quasi automatica. La routine è anche quella cosa per cui io mi abituo a fare sempre cose diverse pur rimanendo sempre nella mia giornata lavorativa, ad esempio. Il fatto di fare cose diverse ogni giorno, ma per ‘lavoro’, mi rende un automa un po’ più vario di colui che mette un timbro per 8 ore al giorno, ma pur sempre di un automa sarò la copia

Il Mondo intero è da questo punto di vista ‘automatizzato inconsciamente’. Anche io che scrivo un articolo al giorno nel Blog sono robotizzato, nel tempo, a farlo. Questa programmazione è ‘naturale’. Il cervello tende a trovare un equilibrio e una forma di cruise control system, ossia di pilota automatico. 

Perché? Per pianificare e rendere più lineare i processi che lo vedono coinvolto. Il cervello è programmato così. Ed in questo modo è facilmente ingabbiabile, perché si può sfruttare la sua caratteristica di auto ingabbiamento intrinseca. Cosa si può fare, allora, per sgusciare via dalla robotizzazione globale dell’ambiente, sapendo che il cervello ad ogni modo troverà sempre una via di equilibrio automatizzata?

Dobbiamo elevarci al di sopra del modello sociale in auge. Ossia, come dice Joe Dispenza, ‘pensare in maniera più grande rispetto all’ambiente’ e cioè avere un ‘sogno’, una visione del proprio futuro a prescindere da ciò che si pensa di poter fare o di non poter fare, se riferiamo quel sogno al modello globale che ci ‘accoglie’. Bene. 
 
Dispenza dice: ‘Ho una idea nella mia mente. Sono posseduto da questa idea e non faccio altro che pensarci, in maniera tale che non posso pensare in nessun altro modo. In  questo modo il cambiamento ha già avuto luogo nel cervello. Quindi comincerò ad agire come la realtà si fosse già dispiegando dentro di me’. Questa è la legge d’attrazione, no? Applicando questo principio, il nostro cervello non si limiterà più a registrare un modello del passato ma, in un certo senso, diverrà il depositario di un modello di nuovo futuro. Si rompe, cioè, la catena perfetta che ci inchiodava al passato, alla sua registrazione, e per questo motivo non esisterà più nemmeno il futuro di una volta, ossia il futuro programmato nel passato.

Sono tutte cose sacrosante, assolutamente ‘vere’ ed è sufficiente avere ‘occhi aperti’, per vedere attorno a noi cosa sia successo, sia negli ultimi decenni che nella storia deviata dell’Antisistema.
 
Hanno fatto e continuano a fare così.

Ma chi? Chi continua a ‘fare così’? Eccoci nuovamente al fulcro della questione. Chi siede alla ‘Regia’? Manca certamente il ‘soggetto’. Chi è? Ripeto, senza questa risposta, ogni ‘ricetta’ è manchevole dell’ingrediente segreto

Chi trae vantaggio da questo stato delle cose? 

Chi potrebbe intendere un Mondo come questo, basato sulla prevaricazione e sulla diseguaglianza, sull’ingiustizia e sulla separazione? Chi?
 
Apparentemente l’uomo stesso, o almeno un certo ‘tipo’ di uomo. Ma è così solo superficialmente. Ciò non equivale a dire che ‘si cerca un capro espiatorio’ a cui addossare tutte le ‘colpe’. No. Ciò equivale a dire che tutto dipende dal punto prospettico da cui osserviamo. È sempre tutto opportuno da un certo punto di vista della consapevolezza, anche il ‘male’. Lo scopo della Vita è anche quello di trascendere il male, di conoscere se stessi. Per cui dobbiamo accettarlo passivamente? No. Lo dobbiamo ‘scoprire’ e non combattere ma... aiutarlo. 

Aiutarlo significa applicare il ‘Conosci te stesso’, in quanto il male è una proiezione che s’emana da noi stessi, dalla nostra ‘ignoranza’. Il male alberga in noi, è una componente pressochè naturale dell’esperienza tridimensionale. Ha un senso, un compito ben preciso: provocare resistenza. Perché? Per permettere il continuum evolutivo del ‘tutto’.

Quindi, proseguiamo adesso nel percorso quotidiano, con la mente e la coscienza sgombre da sensi di colpa, odio, vendetta, rabbia, etc. Agganciamo le armoniche più alte su cui siamo capaci di sintonizzarci, lasciamo andare ogni forma di giudizio, respiriamo con calma e… proseguiamo immergendoci nel livello pieno della Vita 3D.
    
Anche se una persona non crede che possa esistere una forma di Vita diversa dalla propria o da quelle ‘conosciute’, penso che in ogni caso concordi con me che ‘qualcuno’ deve sedere al comando delle operazioni globali. Solitamente la controinformazione o l’informazione di tipo complottista, associa questa funzione alla sfera del controllo umano, come ad esempio un certo tipo di potere focalizzato in organizzazioni segrete di vario tipo. 

Il termine ‘globale’ è necessario perché molto chiaramente ormai lo si ‘vede’. La direzione è di unificare tutto il Globo sotto un unico potere. È solo una questione di tempo. Un Pianeta unificato è un segno distintivo, un segnale di ‘maturità’ globale. Un simile segno permetterà, in seguito, di trasmutare l’interezza con minore energia. Diciamo che nel ‘male’ si annida il seme del ‘bene’, come è logico che sia in un Universo basato sull’Amore incondizionato del Creatore. 

Mi sono portato un po’ avanti nel processo; torniamo un attimo indietro.

Cosa rispondiamo alla domanda: Chi intende un Mondo così? E già che ci siamo, rispondiamo anche a questa: Che cosa vuole da noi? Esiste, secondo me, una netta distinzione tracciata dalla linea del potere tra il ‘chi’ ed il ‘noi’. E ciò equivale ancora a replicare la dualità che regna nel reame delle terza dimensione.

Chi segue questo Blog sa già la risposta. Castaneda ce lo ha svelato attraverso i suoi libri…

Una razza di entità parassite ci hanno ‘conquistato’ etericamente tempo fa. Da quel livello controllano e veicolano il processo di co-creazione umana. Solo a entità simili può piacere un Mondo simile; entità che hanno assoluta necessità, per sopravvivere, di energia di bassa vibrazione da noi prodotta per ‘autoinduzione riflessa’

Loro siedono alla ‘Regia’ e vogliono esattamente la nostra energia vitale. Noi tutti siamo spinti alla materializzazione del loro sogno. 

Ecco le vere risposte, le vere cause dei mali del Mondo.

Tutto ciò che possiamo andare ad imparare ad un corso, o dalla lettura di un buon libro, è come regolarmente disinnescato dalle infinite ‘trappole’ di ogni tipo che queste entità sono in grado di ordire e tessere. Come si descrive in Matrix, ognuno di noi è potenzialmente un loro ‘Agente’.

Fantascienza? Sta ad ognuno di noi tirare le debite conclusioni. Nella ‘Filosofia dell’Antisistema’ questo concetto rimarrà sempre al vertice degli eventi planetari; questa è ‘La Causa’

Al di sopra rimane il Piano Divino.

La Causa di questo piano degli eventi è chiara al mio sentire. Cercherò di trovare il modo di evidenziare questa Causa, di sottoporla ai riflettori dell’Universo. Lo intendo e so che ci riuscirò.

L’analogia frattale non si può oscurare in quanto è testimone della fase di Creazione in qualità di ‘Legge Cosmica’

La sua presenza nella struttura energetica del ‘tutto’ è la garanzia che ogni principio agente nei piani della co-creazione lascia sempre ed indissolubilmente delle ‘tracce’. Inizieremo pertanto una investigazione frattale nella realtà multidimensionale

Mi lascerò guidare dalla Gerarchia Bianca nel perseguire questa Missione di Vita e chiederò l’aiuto di tutti coloro che si sentono ‘risonanti’. Per fare questo dovrò vivere responsabilmente secondo passione. Per rispondere a questa ‘chiamata’ dovrò imperniare la mia esistenza su questa nota vibrazionale. So che sono protetto ed incoraggiato nel farlo. Il processo di rilascio della paura è iniziato da qualche tempo. Occorre una cristallizzazione della mia essenza, una maggiore capacità di contenere e trattenere la ‘luce’. 

E così sia.

Ora, ciò che ho riportato in formato testo all’inizio dell’articolo, proviamo anche a ‘sentirlo’. È impressionante la risonanza che c’è tra questo spezzone memorabile di film e ciò che è inerente agli ultimi scritti apparsi in SPS:


L’infelicità sembra diventata il motore del mondo... Ci raccontano di un tempo in cui Poesia era una Musa, e non solo:

Le Muse sono 9 personaggi della mitologia greca e romana, figlie di Zeus e di Mnemosine o Memoria, o, secondo un'altra versione, di Gea (Terra) e Urano (Cielo). L'importanza delle muse nella mitologia antica era assai elevata: esse infatti rappresentavano l'ideale supremo dell'Arte, di cui erano anche patrone. Erano dette anche Eliconie, poiché la loro sede era il monte Elicona…

 
 ‘ [...] noi sappiamo dire molte menzogne simili al vero, ma sappiamo anche, quando vogliamo, il vero cantare’.
(Esiodo, Teogonia, incipit, 27-28)

 
Le Muse erano considerate anche le depositarie della memoria (Mnemosine era la dea della memoria e secondo altre fonti anche quella del canto e della danza) e del sapere in quanto figlie di Zeus. Il loro culto fu assai diffuso fra i Pitagorici

 
Preposte all'Arte in ogni campo, chiunque osasse sfidarle veniva punito in maniera severa... Il numero delle Muse e il campo dell'arte in cui esse agivano venne precisato intorno al IV secolo a.C. I loro nomi erano:

  1. Calliope, colei che ha bella voce, la Poesia epica, con una tavoletta ed un libro;
  2. Clio, colei che rende celebri, la Storia, seduta e con una pergamena in mano;
  3. Erato, che provoca desiderio, la Poesia amorosa, con la lira;
  4. Euterpe, colei che rallegra, la Poesia lirica, con un flauto;
  5. Melpomene, colei che canta, la Tragedia, con una maschera, una spada ed il bastone di Eracle;
  6. Polimnia, dai molti inni, il Mimo, senza alcun oggetto;
  7. Talia, festiva, la Commedia, con una maschera, una ghirlanda d'edera ed un bastone;
  8. Tersicore, che si diletta nella danza, la Danza, con plettro e lira;
  9. Urania, la celeste, l'Astronomia, con un bastone puntato al cielo.
Da Wikipedia

Sembra di capire che, in un imprecisato tempo, ogni branca del sapere o ogni tipologia d’arte o del ‘fare’ o  ogni variazione del ‘sentire’ corrispondessero, in realtà, a delle entità vive. Il fumetto Sandman, di Neil Gaiman, ci viene in ‘aiuto’ a titolo di esempio:


Il protagonista della serie è Sogno, la personificazione antropomorfa dei sogni e delle storie. È conosciuto con diversi nomi tra i quali Morfeo, Oneiros, il plasmatore, il principe delle storie e altri ancora. Sogno è uno dei sette Eterni che incarnano e regolano ognuno un particolare aspetto dell'esistenza umana come la morte o la disperazione. È interessante notare come in originale i nomi degli Eterni (The Endless in inglese) inizino tutti con la lettera "d", elemento che è stato parzialmente perso con la traduzione:

  1. Destino
  2. Morte
  3. Sogno
  4. Distruzione
  5. Desiderio
  6. Disperazione
  7. Delirio
  
Sitchin ci ricorda sempre che gli Anunnaki avevano generato dei ‘semidei’, unendosi con il genere umano. Queste entità, attraverso le loro peculiarità, a loro volta hanno generato il mito che ancora oggi scalda i nostri cuori. Tutto ciò che deriva dalle indefinite anse del mito e della leggenda, ha certamente un fondo di verità. 


Per cui, in questa analogia frattale, certamente sarà esistita anche una entità legata all’Infelicità. Si ricorda, ad esempio, Ade, il Signore degli Inferi nonché fratello di Zeus. Diciamo che non mancano le ‘figure’ negative e votate al perseguimento del ‘male’, secondo la propria Natura o... missione.
 
Per vari motivi, mi sento di iniziare a sostenere che, questa caratteristica, o nota vibrazionale della Vita, chiamata nel film, Infelicità, si possa ben identificare con qualche tipologia di energia affine, che già in un passato remoto ha stazionato sulla Terra e tra l’umanità


Forse Steiner o Lievegoed ci potranno aiutare ancora, ma… un’altra volta. Per oggi abbiamo materiale sufficiente su cui riflettere.
  
'Io pretenderei, se non pensassi che fosse presuntuoso da parte di una persona così mal istruita, di avere come obiettivo quello di dimostrare la verità e di incoraggiare i buoni principi morali in questo nostro mondo, attraverso l'antico espediente di esemplificarli attraverso personificazioni diverse, che alla fine tendono a farli capire’.
John Ronald Reuel Tolkien

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com