si sente il desiderio che il film finisca al più presto, ma 'anche no'.
È il senso di asfissia e la colorazione di Gotham City, perennemente ‘senza Sole’, che trasmettono un peso al Cuore senza paragoni. Inoltre, lo scorrere per le vie della città di quella vena di dubbio su tutto e tutti, di quel senso di ingratitudine sociale strisciante, di necessità mascherate di bugie, sdegno, egoismo, codardia, beh… ‘danno fastidio’.
Forse è da ‘lì’ che viene il senso di asfissia più forte. Un super eroe, la Polizia e il Male: non c’è spazio altro per la Massa, che rimane come chiusa nelle proprie case, dietro ad una pseudo sicurezza a prova di coraggio.
Quando Bane, l’uomo con il respiratore, parla allo stadio alla Massa, dice loro che sono liberi, che 'la città è finalmente loro', ma cosa succede subito dopo? Che viene proclamato lo stato di ‘coprifuoco’ e che nessun individuo potrà superare l’unico ponte rimasto integro, per ‘mettersi in salvo’; il presidio del quale è addirittura ad opera dell’esercito americano, costretto ad impedire ogni traversata per via del ricatto ‘sottile’ di una esplosione nucleare come diretta conseguenza di ogni attraversamento dell’unica via rimasta a collegare la 'città isola' con il resto delle terre ferme.
Gotham sembra Manhattan, anzi ‘lo è’. Isolata, protetta, arroccata nella propria funzione superba di modello per il Mondo. Ma, non solo: Gotham è il Mondo e la ‘storia raccontata’ ci riguarda tutti.
- Jodhpur, India
- Londra, Regno Unito
- Cardington, Regno Unito
- Pittsburgh, USA
- Los Angeles, USA
- New York, USA
- Newark, USA
L’irruzione nella Borsa Valori di Gotham è contrassegnata da questa recita 'finalmente umana':
- non c’è nulla da rubare qua dentro.
- e allora voi che ci fate qua?
Tutto crolla senza speranza alcuna di poter ‘ritornare’. Il Tempo della narrazione passa veloce, al contrario di quello in sala, che invece diventa quasi solido e melmoso. In quella costanza oscura di pendenza verso il baratro, c’è sempre posto per l’erotismo della protagonista femminile di turno e per le fondamenta del prossimo episodio, attraverso la snella ed irreprensibile figura del futuro Robin.
La città si salva alla fine? Concedendo spazio alla fantascienza, sì. È solo in quel modo che il teatro di acciaio e cemento rimane in piedi, rimettendosi in moto dopo la ‘tempesta’. Questo genere di finali cinematografici, probabilmente, costituiscono la nota più mascherata dei film. Perché?
La Massa è come un ombrello per le città e per il potere che vi si cela ‘dietro’.
Il ‘lato oscuro’ è una componente ancora necessaria al fine del proprio risveglio. A volte è solo con una secchiata d’acqua fredda in faccia che ci si desta da un incantesimo. Ma non a Gotham; infatti il finale preserva tutto e tutti, lasciando inalterata la struttura sociale ed archetipica. Le forze in campo hanno lottato sino all’ultima molecola energetica per cosa?
- il finale è lo status quo, che equivale allo stato di sonno dettato dal paradigma, ossia è la ‘noia’
- il resto della trama è la biodiversità, equivalente al risveglio e al senso dell’essere vivi.
Tutto è bene quel che finisce bene, no? No. Il solito finale fantascientifico e ‘tirato per le orecchie pur che ogni pericolo rientri', è il continuo della programmazione a cui si torna quando si 'esce' dalla sala cinematografica. La ‘Regia 3d’ intende che la gente esca dallo ‘stabilimento’ con il Mondo ‘reale’ sempre intatto e pronto a contenere ogni esperienza disinnescata di Vita.
I film catastrofici, invece, cosa rappresentano? Innanzitutto la biodiversità, l’eccezione che conferma la regola. E poi? Osserviamo bene se il finale ripropone sottilmente la ricostruzione dello stesso scenario, oppure un qualcosa d’altro di più ‘edificante’. È un compito da svolgere, tornando a rivedere ogni finale, con diversa consapevolezza, con maggiore prospettiva.
Ricordiamo sempre che non si può mai fare di tutta l’erba un fascio e che, comunque, l’esperienza di Vita nelle 3d è a carattere auto educativo, proprio come in una scuola o in un campo di addestramento. Come lo vediamo il benedetto bicchiere?
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Giovedì scorso la BBC News aveva riportato l'avvistamento di alcuni stuntmen in azione nelle Highlands scozzesi durante le riprese del terzo film di Batman diretto da Christopher Nolan, 'The Dark Knight Rises'.
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Mi chiedo se questo fatto corrisponda a verità. Perché? Perché se fosse accaduto veramente, si potrebbe estendere gli ‘effetti speciali’, derivanti dalla forza energetica della storia narrata nel film, anche alla ‘realtà 3d’. Ciò avrebbe serie implicazioni nei confronti di quello che ‘emana’ da ogni ambito umano, direttamente influenzabile dall’opera di immaginazione creativa umana. Non sarebbe male fare della statistica a tal riguardo.
Il film è solo un film? Questo non potrà mai accadere. Ogni sforzo creativo umano deriva da/e crea implicazioni allo stesso Tempo:
- deriva
- crea.
Quando ci decideremo ad accorgercene?
Una abitudine deriva da una forma magnetica di attenzione, radicata nel Tempo. Chi amministra le abitudini sociali? Chi è al corrente di una simile esistenza o ‘forma di Vita’? Chi ha mantenuto questa sapienza mentre il Mondo rotolava tra le ere? E perché ‘noi’ abbiamo dimenticato?
È un loop. Ok. Ma con senso. Quel senso evolutivo che, se svelato di colpo, potrebbe sorprendere e decretare quell’onda di collasso tanto popolare nei sogni di tutti. Siamo amministrati ma per nostra tutela. È difficile accorgersi della prima ‘istanza’ (siamo amministrati) ma ancora di più della seconda (per nostra tutela). Attraverso Analogia Frattale, tuttavia, possiamo iniziare ad osservare un simile fenomeno, ad esempio, assumendo la visione prospettica del governo di uno Stato o di una città o di un comune qualsiasi:
- gli organi di amministrazione
- gli organi di Polizia.
La strategia nella strategia nella strategia.
Deriva dal nome della città tedesca di Gotha, dove fra il 1700 e il 1900 si pubblicò un annuario genealogico di case regnanti e aristocratiche. Ha poi assunto il significato di cerchia ristretta di persone che si distinguono per particolari qualità.
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Mi chiedo:
Come al solito, dipende anche da noi la 'fattezza del territorio'.
03092012 V 24,3 0 247 San Gregorio Magno (Una famiglia di Papi) – 0
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com