“Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, un Anello per ghermirli e nell'oscurità incatenarli…”.
La poesia dell'anello è un breve componimento in versi rimati presente nel libro "Il Signore degli Anelli" di J.R.R. Tolkien. Nel corso del romanzo, la poesia assume un ruolo fondamentale in quanto disegna un quadro chiaro della situazione nella Terra di Mezzo e delle trame del Nemico:
egli creò venti Anelli di potere, tra cui l'Unico Anello, per controllare le tre principali razze della Terra di Mezzo, e quindi il mondo…
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In ottica, lente, prospettiva, etc. di frattalità espansa, il tutto (qualsiasi cosa, situazione, persona, s-oggetto, etc.) è “portatore sano” del significato del “è già successo”, auto (poiché funzione ambientale) riverberato ovunque, comunque, quantunque.
La decodifica più opportuna e portante, va eseguita attraverso l’atteggiamento della “formula”, avendo a cuore, al pari di se stess3, anche il “destino” dell’umanità (goccia a goccia, ossia, singolarità per singolarità, nessun3 esclus3), secondo valori universali che sono in grado di non disperdere cuore, coscienza, sentire ed intelletto… oltre le fattezze del “Nemico”, ossia, della compresenza immanifesta dominante.
“C'è sempre qualcuno da combattere …”.
Marco Aurelio
Dunque, chiosando quanto appena poco sopra esposto, c’è sempre, “qua, così”, una generale – “inosservabile” – mancanza di libertà, alias, una forte intensità del lato, della parte, che è la ragione fondamentale per/di una simile caratteristica indubitabile:
“Come posso ricompensare il più grande condottiero di Roma?
Lasciami tornare a casa….”.
Il Gladiatore
Se ora stiamo ricordando con malinconia le mezze stagioni è per pura esigenza di copione.
“Pare che verrà a piovere” dico.
“Chi ci capisce più niente con questo tempo…”.
“Eh, stiamo diventando un Paese tropicale”…
La banda degli invisibili – Fabio Bartolomei
È sin troppo semplice, auto disperderti nella “tua” vita o, meglio, in ciò che la accoglie, caratterizza o, addirittura, permette.
Il territorio è il Pianeta intero, senza fine di continuità, senza potenzialmente confini, limiti, giurisdizioni, etc.
Qualcosa a tua disposizione.
Qualcosa che puoi girare in lungo ed in largo, al fine di comprovare tutte quelle leggi che lo modellano ad “immagine e somiglianza” di un principio che – guarda non caso – tende sempre a sfuggire, come la “tua” memoria.
Percorrere tutto il mondo non significa, tuttavia, prenderne le distanze, anzi, significa – ancora di più – farne parte, dopo averne digerito ciò che più appare e sostanzialmente appesantisce:
nella sua grande estensione
la tua grande delimitazione…
Una volta che il “giro del mondo” è stat3 compiut3, non ti resta che prenderne atto; sei partit3 da un punto ed andando sempre “dritto”, sei sempre lì ritornat3.
La Terra è una sfera senza via di riuscita.
Il “qua, così” è indemagliabile e tu non ci puoi fare niente.
Allora, non ti resta che continuare l’opera, dedicandoti alla politica, alla questione ambientale, alla salvaguardia del pianeta, al bene comunitario, all’economia locale, alla sicurezza della prole, al diritto alla pensione, del lavoro, di un futuro sostenibile, all’etica ed alla morale, all’invecchiare degnamente, all’eliminazione dei privilegi e della diseguaglianza, alle minoranze etniche, all’ingiustizia, etc.
Insomma, “c’è sempre un nemico da combattere”. Vero?
Ora, il giro del mondo non lo fai, perché non lo puoi fare (non te lo puoi permettere), ma… te lo fanno fare – virtualmente – sin dalla scuola.
Così, nel tempo, ti auto convinci di tutte quelle “cose” che, comunque, ti avrebbero caratterizzato anche girando direttamente per il mondo.
Del resto, ogni “modernità (ogni tempo è sempre moderno, dalla prospettiva di coloro che vivono quel momento)” porta con sé nuove motivazioni “tecnologiche” in grado di intensificare la presa, in termini di auto convinzione.
Satelliti, macchine fotografiche, telecamere, Internet, App per smartphone, etc. permettono di inviare immagini e video che “santificano” ogni situazione ripresa, non lasciano dubbio alcuno, relativamente alla “forma” sociale che la realtà manifesta “qua, così” comporta.
Come puoi dubitare di una ripresa satellitare?
Osservandola attraverso altri capisaldi. Ad esempio:
attraverso il significato che ingloba.
Quale?
Una ripresa effettuata 1) da altr3, 2) da apparecchi artificiali, 3) sui quali non hai nessuna conoscenza e, quindi, 4) nessun controllo.
Che cosa significa a livello frattale espanso “formulare”?
Che tu “qua, così” ci sei ma (ma) “non esisti”. Ed, allo stesso tempo, che tu “qua, così” esisti ma (ma) “non ci sei”.
Qualcosa – un giogo – che ha certamente un perno, attorno al quale sei agganciat3:
la compresenza immanifesta dominante
che c’è ma non esiste e/o esiste ma non c’è.
Ok?
Le due “cose” sono reciproche, complementari, sensate e, sopra a tutto, ragione fondamentale e “causa/effetto”.
L’una non esclude l’altr3:
la permette perché la “usa”.
Se tu “non ci sei”, la dominante “c’è”… nel senso che:
alla tua dimenticanza “qua, così” corrisponde la “memoria” dominante
alla tua dispersione “qua, così” corrisponde l’intensità dominante
al tuo vuoto “qua, così” corrisponde il pieno dominante, etc. etc. etc.
“L’iceberg” è dotato anche di un corpo (sostanza), oltre che del solo vertice (apparenza).
Ecco che, allora, il significato dell’informazione (di ogni tipo), è che “qua, così” esiste una compresenza che ha la meglio sulla rimanenza; solo in questa maniera ti spieghi, sensatamente, il perché della caratteristica globale:
guerra
violenza
sopraffazione…
diseguaglianza
morte.
Qualcosa al quale ti sei abituat3 convenzionalmente.
Qualcosa che è diventat3 persino “naturale”.
Qualcosa di indubitabile, come la forma del mondo.
Qualcosa che “non hai mai il tempo di approfondire”.
Qualcosa che, nel tempo, diventa persino una noia anche il solo pensare. Qualcosa che sparisce anche dall’immaginazione…
Le generazioni si auto susseguono, sempre più tendenzialmente (nonostante le apparenze, la prole è sempre più inquadrata, anche se sembra esattamente il contrario).
Senza confidare nella “rivoluzione (poiché arma ampiamente spuntata, a ben vedersi)”, almeno – una volta – succedeva ancora; il che significa che le persone si sono sempre più rinchiuse “qua, così” nel… “qua, così”.
Da “lì”, la forma della spirale, del loop, del labirinto, la manifestazione della psicologia, etc.
Se (se) ti sembra di leggere ma (ma) senza che ti rimanga dentro nulla, allora significa che “è del nulla che ti nutri, da molto tempo a questa parte”.
Sì, perché… la “tua” forma di alimentazione richiede continuamente nuova entrata.
Ergo, in qualche modo l’ambiente pone temporanea sazietà al “tuo” appetito che, bada bene, è come la caldaia di un meccanismo che, per funzionare, richiede continuamente nuovo “carbone”.
Di cosa (chi) ti nutri, “qua, così”?
Di s-oggetti. E pur essendo, forse, vegan3/vegetarian3, ti mangi di tutto, senza distinzione alcuna e senza fine di continuità.
Senza rendertene conto.
Senza essere in grado di ricordare ciò che continui a fare.
Così, dimentichi sempre anche quello che stai leggendo in/di questo spazio (potenziale).
In te esistono aspetti che non ti risultano.
Ad esempio, è ormai indubitabile che esiste l’inconscio.
Vero? E, questo, è proprio un “aspetto che non ti risulta” ossia che “sai ma non riconosci, poiché ti sfugge”.
È la scienza (deviata) che te lo dice e che afferma, oggi, che il caffè fa bene, salvo – poi – dirti che, allo stesso tempo… fa male.
Per, ancora in seguito, ritornare a dirti che fa bene, etc. etc. etc.
E tu, nel frattempo, che cosa fai?
Credi di decidere da te.
Ed è vero. Lo fai ma (ma), nel tempo, ti ritornerà in mente la tal notizia che hai letto o sentito da qualche parte. E la “tua” mente noterà questa oscillazione dell’informazione (fa bene, fa male, fa bene, fa male…), giungendo progressivamente a formulare questa auto convinzione:
Bada bene che… il “dubbio” lavora in profondità anche se in superficie ammetti che “non me ne frega niente (il miglior medico, per me, sono io)”.
La questione si sviluppa sempre nel tempo, provenendo da un punto fermo (è già successo). E per comprendere la lungimiranza, occorre proprio lungimiranza, perché:
tu e la dominante siete complementari (onda e particella)
al suo “non esistere ma esserci”
corrisponde
il “tuo” esistere ma non esserci…
E, questa, non è filosofia ma indubitabile auto contesto sostanziale “qua, così”.
Ci puoi arrivare, anche, da sol3.
Sei intelligente. Sai un sacco di cose. Hai anche del tempo libero, se meglio credi. Sei dotato di acume, intuito, logica, sensatezza, etc. Allora?
Come mai ti lamenti sempre e non fai mai nulla, nella direzione della risoluzione?
Guarda che “il lamentarti” non è per forza di cose – anche – l’essere insoddisfatt3 della “tua” vita.
La lamentela è uno stato interiore, non esteriore:
indica una profonda agitazione, localizzabile a livello di sostanzialità della “tua” vita. Nonostante, probabilmente, un buon lavoro, un buon stipendio, etc. il tuo futuro è in una gabbia o nella famosa “Caverna”.
La Poesia dell’Anello narra, significativamente (sia che Tolkien ne fosse conscio o meno), proprio della gerarchia che avvolge e caratterizza (determina) il mondo reale manifesto “qua, così”.
Gli “anelli” – forgiati dalla stessa mano (intenzione) – sono come dei servo meccanismi che, indossati dai vari “Re”, li rendono alla mercé dell’unica forma imperante (una strategia che si auto completa nel momento in cui, la dominante si cela nell’ombra, ossia, viene dimenticata da tutt3).
Ora, è ovvio che non si tratta di anelli.
Dunque? Di cosa si tratta?
Del significato che incarna la tal situazione, il tal s-oggetto.
Cioè, proprio... di ciò che tende a sfuggire, in perfetta armonia con la strategia che l'ha sottintes3…
Ad esempio, ogni indicatore, oscillatore, strumento, etc. che è stato messo a disposizione dei trader, incarna ed incorpora lo stesso “inconveniente”:
tutto ciò è sempre soggetto alla leva (controllo) temporale
il che, significativamente, li mette tutti alla stessa stregua, cioè alle dipendenze del “ritardo” e dello sviluppo esatto della sua complementarietà, “la conseguenza”, “trend is your friend (il trend è tuo amico)”, ossia, il conseguire l’onda, l’essere l’effetto sul quale la dominante può sempre contare.
Come puoi spingere i prezzi in una in-certa direzione?
Ben sapendo che, qualsiasi sarà la tua decisione, la Massa la amplificherà sensatamente. Per guadagnare, infatti, devi seguire l’onda principale. No?
Ogni altra strategia, a parte qualche rara eccezione (che conferma la regola), nel tempo, non paga assolutamente.
Quindi, “ecco ancora una volta lo schema fisso”:
l'Anello per... ghermirli e nell'oscurità incatenarli…
Un altro “fattore” è la temperatura:
ogni “programma (natura)” è sensibile alla temperatura.
Non a caso esiste la stagionalità.
Che cosa viene prima? Non importa, ora (anche se è possibile mettere termine ad ogni diatriba, ammettendo che la natura è “creazione”, alias, allo stesso tempo… è opera di intelligente pianificazione. Non viene prima o dopo, il tal aspetto rispetto all’altro: tutt3 avviene contemporaneamente, a prescindere dalla tempistica di manifestazione “qua, così”. Dal momento in cui esiste una intenzione, interesse, allora esiste una progettazione, strategia. Ergo: ogni ambito è pianificato prima che appaia gerarchicamente).
Riesci da questi luoghi comuni, trappole per la mente in alternativa sostanziale espansa.
Semmai: chi... viene prima?
E ancora…
L’idratazione, un vero e proprio toccasana per l’organismo: è la base per l’efficienza fisica, il benessere psicologico, la purificazione da tossine e liquidi in eccesso.
E d’estate previene il rischio disidratazione. Mangiare frutta e verdura aiuta a introdurre una quantità ancora maggiore di liquidi…
Link
Perfetto. Ma (ma) se (se) l’acqua che introduci in corpo è, in qualche modo, “portatrice sana” di… controllo?
Meglio (al livello più ordinario):
se (se) l’acqua è “inquinata”?
È, ancora una volta, la Poesia dell’Anello. Di più, è il suo significato “qua, così”.
“In generale, il procedimento per scoprire una nuova legge è questo:
per prima cosa tiriamo ad indovinare…”.
Richard Feynman
Non è corretto ammettere che “tiriamo ad indovinare”.
In ambito di auto intrattenimento può essere una regola il “fare anche divertire, mentre… (è un po’ come guardare la televisione, mentre passa anche il segnale subliminale, non registrato)”.
Nella sostanza il “tiriamo ad indovinare” è l’esito di un processo intelligente, logico, sensato, interessato a… per svariati motivi (tutti derivanti dal paradigma e dalla necessità di espanderlo.
Una necessità che non è "propria", bensì, respirata ambientalmente, facendo le veci di… senza rendersene conto).
Quale è l’intenzione che, poi, muove e nobilita il “tiriamo ad indovinare”? L’auto completamento tendenziale della sotto dominante (è ancora il “ad immagine e somiglianza”).
“Non ridete, è proprio così che facciamo.
Poi calcoliamo le conseguenze della nostra intuizione, per vedere quali circostanze si verificherebbero se la legge che abbiamo immaginato fosse giusta.
Infine, confrontiamo i risultati dei nostri calcoli con la natura, con gli esperimenti, con l’esperienza, coi dati dell’osservazione… per vedere se funziona.
Se non è in accordo con gli esperimenti, è sbagliata.
In questa piccola affermazione c’è la chiave della scienza. Non importa quanto bella sia la tua intuizione, non importa quanto intelligente sia la persona che l’ha formulata o quale sia il suo nome.
Se non è in accordo con gli esperimenti… è sbagliata.
È tutto qui. Ora, immaginate di avere avuto una buona intuizione e di avere calcolato che tutte le conseguenze della vostra premessa sono in accordo con gli esperimenti, la teoria allora è giusta? No, semplicemente non si è potuto dimostrare che sia sbagliata.
Perché, in futuro, un numero maggiore di esperimenti potrebbe scoprire qualche discrepanza e la teoria si rivelerebbe sbagliata. È per questo che le leggi di Newton per il moto dei pianeti sono rimaste valide per così tanto tempo:
ha ipotizzato la legge di gravitazione e con questa ha calcolato i moti dei pianeti e li ha confrontati con gli esperimenti.
E ci sono volute diverse centinaia di anni prima che un minuscolo errore nel moto di Mercurio fosse osservato.
Durante tutto quel tempo nessuno era stato in grado di dimostrare che la teoria fosse sbagliata e poteva essere considerata temporaneamente giusta, ma non può mai essere dimostrata giusta perché le osservazioni di domani possono svelare che quello che credevamo giusto era in realtà sbagliato.
Per cui non abbiamo mai la certezza di essere nel giusto, possiamo essere sicuri solo di esserci sbagliati…”.
Il metodo scientifico – Richard Feynman
“Non possiamo definire nulla con assoluta precisione. Se proviamo a farlo ci coglie quella paralisi del pensiero che è tipica dei filosofi. Uno dice all’altro ‘Non sai di cosa stai parlando’. E l’altro risponde ‘Che cosa intendi per parlare? Che cosa intendi per sapere? Che cosa intendi per cosa?’…”.
Richard Feynman
Fai attenzione a ciò che “luccica”.
in questa piccola affermazione c’è la chiave della scienza
se non è in accordo con gli esperimenti… è sbagliata
semplicemente non si è potuto dimostrare che sia sbagliata
è per questo che le leggi di Newton per il moto dei pianeti sono rimaste valide per così tanto tempo
ci sono volute diverse centinaia di anni prima che un minuscolo errore nel moto di Mercurio fosse osservato.
durante tutto quel tempo nessuno era stato in grado di dimostrare che la teoria fosse sbagliata e poteva essere considerata temporaneamente giusta, ma non può mai essere dimostrata giusta perché le osservazioni di domani possono svelare che quello che credevamo giusto era in realtà sbagliato
per cui non abbiamo mai la certezza di essere nel giusto, possiamo essere sicuri solo di esserci sbagliati…
Non hai come la sensazione, l’impressione, di essere finit3 in un labirinto per il “tuo” pensiero?
Feynman stava celebrando la scienza, oppure, la stava sottilmente demolendo?
Ecco, ancora una volta, il “dubbio”.
Qualcosa che eviti come la peste (perché ti fa stare male, ti toglie “certezza”), auto aderendo verso la convenzione.
Ma (ma) “è per questo che le leggi di Newton per il moto dei pianeti sono rimaste valide per così tanto tempo…”:
ci sono volute diverse centinaia di anni prima che un minuscolo errore nel moto di Mercurio fosse osservato. Durante tutto quel tempo nessuno era stato in grado di dimostrare che la teoria fosse sbagliata e poteva essere considerata temporaneamente giusta, ma non può mai essere dimostrata giusta perché le osservazioni di domani possono svelare che quello che credevamo giusto era in realtà sbagliato
per cui non abbiamo mai la certezza di essere nel giusto, possiamo essere sicuri solo di esserci sbagliati…
Ecco una delle infinite chiavi per accorgerti del loop e che “ci sei dentro”.
Pur muovendosi, la scienza (deviata), all’interno dell’inossidabile “metodo scientifico”, non è mai senza “dubbio”.
E, nel tempo, giungendo alla correzione dell’errore, non riesce mai a porre fine alla compresenza del “dubbio”, dato che servono secoli per dimostrarlo e, nel frattempo, la situazione “qua, così” si trasforma, introducendo nuovo “errore (sempre più “minuscolo”), che darà filo da torcere per essere scovato e per continuare, dunque, a “morderti la coda”, nell’eterno ritardo che la strategia dominante prevede proprio a tal pro.
Questo spazio (potenziale) non ha nulla da “difendere”.
Non c’è una carriera, un interesse privato, un obiettivo personale, una qualsiasi appartenenza, etc. C’è “solo” l’intenzione di… ritrovare, ricordare. Il “è già successo” è il punto che adombra tutt3 “qua, così”.
Occorre “fare luce” e andare oltre, alias, prima…
“Qua, così” sei preda di una astrazione. Se (se) non lo credi, allora, rivolgiti alla scienza, nel momento in cui “pone le ‘sue’ fondamenta”.
Il Bollettino “taglia corto”:
“Fai… al fulcro - al significato di tutt3 ciò che continua a succedere - senza dubbio alcuno, poiché - a quel ‘punto’ - non ti puoi proprio sbagliare, essendo – il significato – solo un3”.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2100
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