martedì 17 maggio 2011

Partecipare senza separazione (2).



Ecco la seconda parte dell’articolo.


Non importa cosa si dica o cosa si trasmetta, importa l’ottenimento di quell’entità del risultato, ossia la partecipazione separativa della massa. Gli ‘attori’ siamo noi e lo sono anche gli speaker e gli addetti ai lavori. 


Ognuno di noi è un ‘attore’. 

La televisione non è altro che un frattale del gioco della Vita. Abbiamo visto, nel recente passato, chi siano i diretti responsabili della nascita, propagazione e mantenimento di questo ecosistema: le entità parassite che ‘ci hanno’. Entità che devono essere inquadrate necessariamente da un livello superiore dell’osservazione e della consapevolezza. Per cui il loro operato è da inquadrarsi da un unico punto di vista evolutivo di ogni Human Bit sulla via del ‘Conosci te stesso’. 

Una via scambiata come egoica solo a prima vista, superficialmente, senza consapevolezza. Per capirlo meglio dobbiamo aumentare il focus su questa vera e propria dinamica o corrente esistenziale

Il mondo è sempre più egoista? 

Abbiamo ordini ed associazioni, organizzazioni e strutture, albi ed altri tipi di unioni identificate proprio da una forma di appartenenza di stampo protettivo e conservatore ed, infine, di tipo egoico. È una cosa buona o cattiva? Dipende dal chi è, e dal dove si è, ad osservare

In realtà questo riflesso non è giudicabile. 

Perché? Perché è solo una emanazione dell’evoluzione in corso, basata proprio sulla concezione conoscitiva di se stessi: è un frattale grossolano, dunque l’associarsi per difendere un proprio ‘diritto o privilegio’, del più che diretto flusso evolutivo sempre in corso. Un frattale che si espone al giudizio di chi non appartiene ad un determinato ‘ordine o gruppo’. Un frattale tuttavia esemplificativo, in quanto esponente di un ingrandimento del ‘singolo alla ricerca di se stesso’ ed, in questo, capace di evidenziare il fenomeno evolutivo del ‘Conosci Te Stesso’. Mi scuso per le ripetizioni, ma è un concetto un po’ complicato da esemplificare.

Cosa è una ‘class action’?

 
Negli Stati Uniti la class action svolge un’importantissima funzione di regolazione del mercato e di controllo dei rapporti tra singoli cittadini e soggetti giuridici più forti, come le multinazionali, le banche, le assicurazioni… La class action realizza una duplice funzione: da un lato consente un effettivo accesso alla giustizia ai singoli cittadini, dall’altro si pone quale meccanismo di deterrenza e di controllo nei confronti delle condotte illecite poste in essere dalle imprese… La decisione del giudice vincola tutti coloro che si trovano nella stessa situazione del soggetto che agisce, anche chi non ha aderito o partecipato al giudizio... (negli USA, non in Italia).
Da ‘Azioni di classe? Vai sul sicuro’ – Guide ai Diritti / Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino.


Ecco ancora i due tipi di partecipazione separativa e condivisiva, questa volta tracciata da nazione a nazione. Mettersi insieme e farsi valere al fine di ottenere un qualche cosa di condiviso pur riguardante ogni singolo partecipante. Esistono delle dinamiche nelle dinamiche che rendono complesso il comprendere le correnti evolutive in corso.  


Un esempio sono i 7 specchi esseni che ‘narrano’ differenze sempre più profonde della messaggistica universale all’opera. Se il primo specchio è facilmente osservabile, il settimo è veramente ben ‘nascosto’, anche se abbiamo sempre la possibilità di aumentare la nostra ‘visione’ osservando da un piano diverso la struttura panoramica. Salendo di vibrazione o consapevolezza, possiamo trascendere le differenze nascoste nei riflessi degli specchi tridimensionali.  

Ad esempio è più facile capire cosa succede in una nazione se osserviamo da fuori della nazione stessa: saremo più lungimiranti e meno dediti al ‘rumore di fondo’. Anche questo è aumentare la nostra consapevolezza, la nostra vibrazione personale. 

Entrare a far parte del personale di un’azienda permette di vedere le cose in maniera diversa da tutti coloro che ne fanno parte da anni. La nostra visuale è sgombra da forme pensiero imperanti, ma sarà sufficiente trascorrere del tempo, anche non molto, al fine di esserne invinghiati a nostra volta. Cosa succede? 

Che il nostro campo energetico si accorda a quello più forte dell’intero ‘gruppo’. Il nostro cammino personale passa da quello del gruppo. Non sarà certamente un caso, tuttavia esistono infinite gradazioni di quella immagine in cui ci siamo addensati. Quanto decideremo di stanziare? E perché? Sono domande bizzarre se non siamo in sintonia con noi stessi e se non viviamo nel momento presente eterno

La dinamica espressa da Facebook nel tentativo di ottenere l’autorizzazione di tutti noi, nel riconoscere come ‘concreti e affidabili’ i crediti maturati nel circuito omonimo, rende molto bene l’idea del come sia potuto accadere l’espandersi, la materializzazione, delle forme di monetizzazione in vigore nei Paesi del Globo al giorno d’oggi. 


Che differenza c’è tra il Monopoli e la realtà percepita? 

Nessuna se non il nostro grado di ‘viva’ partecipazione. Senza la nostra presenza attiva, un dollaro ed un soldo del Monopoli sono assolutamente uguali: carta contro carta

Un Mondo basato sul denaro, come fine, richiede una partecipazione di tipo separativo. 

La torta è una sola e finita e noi partecipiamo, competiamo, per averne una fettina, a differenza della partecipazione spirituale/condivisa che prevede una torta che aumenta esponenzialmente attraverso il nostro ‘habere simul/avere al tempo stesso’, ‘habere cum alio/avere con gli altri’. 

Partecipare alla gioia altrui è espandere la gioia stessa, dunque gioire con gli altri per un qualcosa che è di altri rappresenta un potenziale che difficilmente riusciamo a comprendere. No? Come può essere che io possa gioire per un risultato altrui ed ottenere il medesimo stato d’animo? Non lo possiamo comprendere sino a che ‘ragioneremo’ con lo strumento dell’avere, del materiale. 

Ciò che si espande, come diretto risultato della nostra partecipazione, è un qualcosa che esula dal materiale, un qualcosa di etereo come l’Amore, ad esempio. Un qualcosa, però, in grado di smuovere persino le montagne. Il ‘Conosci Te Stesso’ si applica sia che siamo con gli altri, sia che siamo con noi stessi. Entrambe le forme di partecipazione ci spingono verso quella  direzione, per cui è chiaramente comprensibile che una simile via è solo all’apparenza giudicabile come egoica. L’astensione dal giudizio evidenzia ancora la via interiore. Tutto è inerente alla conduzione verso la propria illuminazione.
 
Quando lo capiremo? Non si getta via nulla della Vita, di ogni istante, di ogni battito di cuore o di ogni respiro. Non esistono errori o svalutazioni del Sé che rechino impedimenti definitivi. Quando lo riusciamo ad 'agganciare', allora tutto prende una colorazione diversa. La gioia interiore si espande perché entra in risonanza con quella degli altri e ci ritroviamo felici senza nemmeno sapere il perché, per default


Questo meccanismo lo conosciamo molto bene, ma esattamente girato al contrario, vero?

Quante volte ci siamo sorpresi ad essere tristi senza motivo? Forse è meglio se mi limito a parlare per me, perché a me è successo molte volte. Il fatto è che sono certo che questo meccanismo è reale ed esprime una verità; perché? Perché non appena mi sono chiesto ‘perché sono triste? Che motivo ho?’, ebbene la tristezza è passata all’istante. Che cosa vuole dire? 


Che la tristezza mia era la tristezza di un 'altro'. Che non mi apparteneva, ma che catturavo per risonanza o per sensibile lontananza da me stesso. In questi casi la nostra sensibilità conduce a noi, come un’antenna, ciò che magneticamente ci identifica in un determinato momento. È solo rimanendo ‘presenti’ che riusciamo ad illuminare ciò che stiamo vivendo

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com